Rivoluzione rinnovabili. Secondo lo studio dell’Ipcc, il gruppo intergovernativo dell’Onu sui cambiamenti climatici (Intergovernmental panel on climate change), pubblicato ad Abu Dhabi, le energie alternative potrebbero coprire entro il 2050 quasi l’80% del fabbisogno energetico mondiale. Questo risultato, secondo il report, implica un impegno economico significativo: andare oltre i combustibili fossili come il petrolio e il carbone per sviluppare fonti energetiche da geotermia, biomasse, solare, eolico, idroelettrico ed energia dalle maree richiederà circa 5.100 miliardi di dollari in investimenti, a partire dal 2011 fino al 2020, e di ulteriori 7.200 miliardi per il decennio dal 2020 al 2030.
Non solo. Come ha sottolineato Christiana Figueres, segretario esecutivo della Convenzione quadro dell’Onu sui cambiamenti climatici, lo sviluppo delle rinnovabili nei paesi in via di sviluppo, in cui si registrerà la più grande crescita di domanda in termini energetici, dipenderà da “finanziamenti adeguati e tecnologia disponibile. I paesi industrializzati - ha detto Figueres - devono creare le condizioni politiche e gli incentivi, in ??modo che lo sviluppo e l’installazione di tecnologie di energia pulita possano ricevere un grande impulso nel mix energetico”.
Meno ottimista Greenpeace. Secondo gli ambientalisti, “persistono forti barriere di ordine politico che impediscono di utilizzare interamente questo potenziale”.
Sempre secondo il report, la produzione di energia rinnovabile, in crescita del 12,9% del totale del fabbisogno di energia primaria nel 2008, può raggiungere il 43% entro il 2030. Inoltre, tra il 2010 e il 2050 è stimata una riduzione di gas serra equivalente a fino a 560 miliardi di tonnellate, rispetto alle circa 1.530 miliardi di tonnellate prospettate dal “World energy outlook 2009” dell’International energy
http://affaritaliani.libero.it/green/onu_rinnovabili_fabbisogno17052011.html
Non solo. Come ha sottolineato Christiana Figueres, segretario esecutivo della Convenzione quadro dell’Onu sui cambiamenti climatici, lo sviluppo delle rinnovabili nei paesi in via di sviluppo, in cui si registrerà la più grande crescita di domanda in termini energetici, dipenderà da “finanziamenti adeguati e tecnologia disponibile. I paesi industrializzati - ha detto Figueres - devono creare le condizioni politiche e gli incentivi, in ??modo che lo sviluppo e l’installazione di tecnologie di energia pulita possano ricevere un grande impulso nel mix energetico”.
Meno ottimista Greenpeace. Secondo gli ambientalisti, “persistono forti barriere di ordine politico che impediscono di utilizzare interamente questo potenziale”.
Sempre secondo il report, la produzione di energia rinnovabile, in crescita del 12,9% del totale del fabbisogno di energia primaria nel 2008, può raggiungere il 43% entro il 2030. Inoltre, tra il 2010 e il 2050 è stimata una riduzione di gas serra equivalente a fino a 560 miliardi di tonnellate, rispetto alle circa 1.530 miliardi di tonnellate prospettate dal “World energy outlook 2009” dell’International energy
http://affaritaliani.libero.it/green/onu_rinnovabili_fabbisogno17052011.html