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martedì 22 dicembre 2009

La casa piu’ sostenibile d’italia

Si trova ad Albenga ed è la casa più ecologica d’Italia perché sfrutta un po’ tutte le tecnologie per il risparmio energetico, integrandole in maniera intelligente. La palazzina, che ospita 24 alloggi per i Vigili del Fuoco e alcuni uffici comunali, è un progetto dell’architetto Giorgio Mallarino consapevole che le abitazioni assorbono il 40% di tutta l’energia consumata in Italia. Attento all’ambiente, il progettista ligure ha capito che è fondamentale riuscire a conservare l’energia generata in casa e fare attenzione a non disperderla all’esterno.

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Gli alloggi della casa più ecologica d’Italia, in provincia di Savona pertanto, sono caratterizzati ognuno dalla presenza di 60 espedienti sostenibili per il risparmio di energia, acqua e, conseguentemente, denaro. Ogni appartamento è coibentato termicamente in maniera estremamente efficace, in modo da ridurre al minimo le perdite energetiche; all’interno delle vetrate delle abitazioni sono state inserite delle cellule fotovoltaiche, mentre pannelli sono stati installati sul tetto per garantire la climatizzazione estiva e invernale, il riscaldamento dell’acqua, il funzionamento degli elettrodomestici e delle pompe di calore, il cui fluido frigorigeno si riscalda e raffredda sfruttando l’inerzia termica del suolo (energia geotermica).

Il sistema intelligente fa in modo tale che in caso di periodi di pioggia o nuvolosità prolungati, l’energia non venga prodotta dai pannelli fotovoltaici ma da un sistema di generazione che sfrutti il vento o il calore del terreno.

Anche il sistema di ventilazione artificiale è innovativo non solo perché è molto silenzioso, ma anche perché recupera il calore dell’aria estratta e lo trasferisce all’aria immessa nell’ambiente. Quindi in inverno, l’aria prelevata dall’esterno, prima di essere immessa in ambiente passa attraverso lo scambiatore termodinamico trattenendo il calore dell’aria in uscita.

I materiali sono stati scelti con attenzione per essere isolanti, sicuri per la salute e non dannosi per l’ambiente. A coibentare le tamponature per esempio, ci pensa della lana di canapa e del sughero. Per gli intonaci invece, la scelta è ricaduta su calce naturale.

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L’acqua scaricata dai lavabi, dalle docce e vasche da bagno, nonché l’acqua piovana, viene raccolta, filtrata e depurata per alimentare le cassette dei wc per l’irrigazione del giardino. Si risparmiano così 1 milione e 500 litri d’acqua potabile all’anno! Predisponendo, per lavatrice e lavastoviglie doppi attacchi (uno per l’acqua calda e uno per quella fredda), si risparmia l’energia elettrica necessaria al riscaldamento dell’acqua durante i cicli di lavaggio. In questo modo, ogni lavaggio può arrivare a costare fino a 1 centesimo di euro!

L’illuminazione e la ventilazione, nei bagni e nelle parti comuni, sono controllate da rilevatori ad infrarosso in grado di accendere la luce e attivare il ricambio d’aria qualora rilevassero la presenza di persone. Le luci nei disimpegni, nei bagni e nelle parti comuni sono a LED per risparmiare fino all’80% di corrente rispetto ad una lampadina ad incandescenza.

Perfino l’ascensore, con la sua trazione elettromeccanica con alimentazione a batterie consuma pochissimo: quasi come un elettrodomestico di dimensioni medio-piccole.

Albenga-casa-ecologica-bIn alcune parti strutturali, sono state inserite, tra l’armatura superiore e inferiore, delle sfere di polistirene riciclato che isolano termicamente e consentono di ridurre la quantità di calcestruzzo nelle zone poco sollecitate, a favore della leggerezza strutturale che giova a tutta la struttura perché consente un risparmio di materiale.

Già durante la sua costruzione, la palazzina di Albenga vinse il premio “Costruire sostenibile in cooperativa – progettare e realizzare la qualità dell’abitare”. Nel 2008 poi, le venne assegnato il marchio QSA (Qualità e Sostenibilità dell’Abitare).

I costi della casa più ecologica d’Italia sono più elevati di quelli di una casa normale di sicuro, ma solo quelli di acquisto. Dopo soli 10 anni, infatti, i costi dell’abitazione saranno perfettamente ammortizzati e da quel momento in poi le spese saranno nulle.

Il progettista Giorgio Mallarino

Ref.http://architetturaecosostenibile.it/architettura/in-italia/casa-piu-sostenibile-italia-albenga-casa-passiva.html

sabato 19 dicembre 2009

A COPENHAGEN É STATO COMMESSO UN CRIMINE. MA NON E’ FINITA

Ciao -

Come le decine di migliaia di attivisti attorno al globo che hanno lavorato in modo così duro perché da Copenhagen uscisse un trattato equo, ambizioso e legalmente vincolante, ho sperato fino all´ultimo che i nostri leader avrebbero agito, raggiungendo un accordo sul clima sufficiente a evitare la catastrofe climatica.

Ma la realtà è stata diversa. Nonostante il mandato ricevuto dai cittadini di tutto il mondo, e più di un centinaio di capi di governo arrivati a Copenhagen, il battibecco continua. I nostri leader non hanno agito come tali. Non hanno portato a termine il loro compito.

Il risultato non è equo, né ambizioso e legalmente vincolante. Oggi, i potenti della Terra hanno fallito l´obiettivo di impedire cambiamenti climatici disastrosi.

La città di Copenhagen è la scena di un crimine climatico, con i colpevoli che scappano verso l´aeroporto, coperti di vergogna. I leader mondiali hanno avuto un´occasione unica per cambiare il pianeta in meglio, evitando i cambiamenti climatici. Alla fine hanno prodotto un accordo debole, pieno di lacune abbastanza grandi da farci passare attraverso tutto l´Air Force One.

Ma non è finita. I cittadini di tutto il mondo chiedevano un vero accordo prima che il Summit iniziasse, e continuano a chiederlo. Possiamo ancora salvare centinaia di milioni di persone dalle devastazioni di un mondo sempre più caldo: ma è solo diventato molto più difficile.

La società civile, la maggior parte della quale è stata chiusa fuori nei giorni finali di questo Summit sul clima, ora deve raddoppiare i propri sforzi. Ciascuno di noi deve costringere i propri leader ad agire. Dobbiamo portare la lotta per impedire la catastrofe climatica a ogni livello politico: locale, regionale, nazionale e internazionale. E lo stesso per le stanze dei consigli di amministrazione e le strade principali delle nostre città. O lavoreremo per un cambiamento effettivo della nostra società o soffriremo le conseguenze di questo fallimento.

Come insulto finale, abbiamo appena saputo che i tre attivisti di Greenpeace entrati nel Palazzo Reale danese, nel corso della cena ufficiale dei capi di Stato, aprendo un banner con la richiesta di una vera azione per il clima, sono stati spediti in prigione per tre settimane. Si tratta dei leader sbagliati. I veri leader mondiali che hanno provato ad agire realmente sono ora in cella, mentre i presunti leader stanno abbandonando la scena.


Kumi Naidoo
Direttore esecutivo
Greenpeace International

Leggi la lettera integrale di Kumi Naidoo: http://www.greenpeace.org/italy/news/copenhagen-lettera-kumi

venerdì 18 dicembre 2009

Acqua privata: appello di Zanotelli

Acqua privata: appello di Zanotelli

«Una sconfitta della politica». È il giudizio del comboniano Alex Zanotelli, dopo che il decreto Ronchi, approvato in parlamento, ha deciso di privatizzare ciò che appartiene a tutti. E contro la mercificazione di “sorella acqua”, il missionario lancia un appello a tutti i cittadini, in particolare alle comunità cristiane e alla Cei.

"Maledetti voi!". Per coloro che, il 19 novembre, hanno votato in parlamento per la privatizzazione dell'acqua, non posso usare altra espressione che quella usata da Gesù nel Vangelo di Luca: «Guai a voi, ricchi!» (Lc 6,24). Maledetti coloro che hanno votato per la mercificazione dell'acqua. Noi continueremo a gridare che l'acqua è vita, l'acqua è sacra, l'acqua è un diritto fondamentale umano.

Questa è la più clamorosa sconfitta della politica. È la stravittoria dei potentati economico-finanziari e delle lobby internazionali. È la vittoria della politica delle privatizzazioni, degli affari, del business.

A farne le spese è "sorella acqua", il bene più prezioso dell'umanità, che andrà sempre più scarseggiando, sia per i cambiamenti climatici sia per l'aumento demografico.

Quella della privatizzazione dell'acqua è una scelta che sarà pagata a caro prezzo dalle classi deboli di questo paese (bollette del 30-40% in più, come minimo), ma soprattutto dagli impoveriti del mondo. Se oggi 50 milioni all'anno muoiono per fame e malattie connesse, domani 100 milioni moriranno di sete. Dei tre miliardi che vivono oggi con meno di due dollari al giorno, chi potrà pagarsi l'acqua?

Noi siamo per la vita, per l'acqua che è vita e fonte di vita. Chi ha cantato vittoria, sappia che si tratta di una vittoria di Pirro. A chi si sente sconfitto, chiediamo di trasformare questa "sconfitta" in un rinnovato impegno per l'acqua, per la vita, per la democrazia. Questo voto parlamentare sarà un boomerang per chi l'ha votato.

Il nostro è un appello, prima di tutto, ai cittadini, a ogni uomo e donna di buona volontà. Dobbiamo ripartire dal basso, dalla gente, dai comuni.

Per questo chiedo:

¦ Ai cittadini: di protestare contro il decreto Ronchi, inviando e-mail ai propri parlamentari; di creare gruppi in difesa dell'acqua a livello localmente e regionale; di costituirsi in cooperative per la gestione della propria acqua.

¦ Ai comuni: di indire consigli comunali monotematici in difesa dell'acqua; di dichiarare l'acqua bene comune, privo di rilevanza economica; di fare la scelta dell'Azienda pubblica speciale (la nuova legge non impedisce che i comuni scelgano la via del totalmente pubblico, dell'azienda speciale, delle cosiddette  municipalizzate).

¦ Agli "Ambiti territoriali ottimali" (Ato): di trasformarsi in aziende speciali, gestite con la partecipazione dei cittadini. (Oggi i 64 Ato sono affidati a spa a totale capitale pubblico).

¦ Alle regioni: d'impugnare la costituzionalità della nuova legge, come ha fatto la Regione Puglia; di varare leggi regionali sulla gestione pubblica dell'acqua.

¦ Ai sindacati: di pronunciarsi sulla privatizzazione dell'acqua; di mobilitarsi e mobilitare i cittadini contro la mercificazione dell'acqua.

¦ Ai vescovi italiani: di proclamare l'acqua un diritto fondamentale umano, sulla scia della recente enciclica di Benedetto XVI, Caritas in veritate, la quale si augura che «maturi una coscienza solidale che consideri l'alimentazione e l'accesso all'acqua come diritti universali di tutti gli esseri umani, senza distinzioni né discriminazioni» (27); di protestare come Conferenza episcopale Italiana contro il decreto Ronchi.

¦ Alle comunità cristiane: di informare i fedeli sulla questione acqua; di organizzarsi  in difesa dell'acqua.

¦ Ai partiti: di esprimere a chiare lettere la propria posizione sulla gestione dell'acqua; di farsi promotori di una discussione parlamentare sulla legge d'iniziativa popolare contro la privatizzazione dell'acqua, firmata da oltre 400.000 cittadini.

L'acqua è l'oro blu del 21° secolo. Insieme all'aria, l'acqua è il bene più prezioso dell'umanità.

Vogliamo gridare, oggi più che mai, quello che abbiamo urlato in tante piazze e teatri di questo paese, ben riassunto in queste parole di mons. Giovanni Marra, arcivescovo emerito di Messina: «L'aria e l'acqua sono in assoluto i beni fondamentali e indispensabili per la vita di tutti gli esseri viventi e ne diventano fin dalla nascita diritti naturali intoccabili. L'acqua appartiene a tutti e a nessuno può essere concesso di appropriarsene per trarne illecito profitto. Pertanto, si chiede che rimanga gestita esclusivamente dai comuni organizzati in società pubbliche, che hanno da sempre il dovere di garantirne la distribuzione al costo più basso possibile».

ref.http://www.nigrizia.com/sito/notizie_pagina.aspx?Id=8876&IdModule=1

Grande edificio solare in CINA

 

World’s Largest Solar Energy Office Building Opens in China

by Yuka Yoneda, 12/14/09

World's Largest Solar Energy Building in China, solar energy, china, solar power, green building, fan shaped building, sustainable building, photovoltaic

A vast fan-shaped compound in China has officially taken the title of “largest solar-powered office building in the world“. Located in Dezhou in the Shangdong Province in northwest China, the 75,000 square meter structure is a multi-use building and features exhibition centers, scientific research facilities, meeting and training facilities, and a hotel – all of which run on solar power.

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The design of the new building is based on the sun dial and “underlines the urgency of seeking renewable energy sources to replace fossil fuels.” Aside from the obvious sustainable nature of the solar panel – clad exterior, other green features include advanced roof and wall insulation practices resulting in an energy savings of 30% more than the national standard. In addition, the external structure of the building used a mere 1% of the amount of steel used to construct the Bird’s Nest.

The solar-powered building will be the main venue for the 4th World Solar City Congress.

REF. China.org via Ecofriend

giovedì 17 dicembre 2009

Scientists Use Nanosensors for First Time to Measure Cancer Biomarkers in Blood

Published: December 14, 2009

Blood is filtered and transferred to nanosensors on a chip, which can detect and measure cancer biomarkers. (Photo: Mark Reed)

New Haven, Conn. — A team led by Yale University researchers has used nanosensors to measure cancer biomarkers in whole blood for the first time. Their findings, which appear December 13 in the advanced online publication of Nature Nanotechnology, could dramatically simplify the way physicians test for biomarkers of cancer and other diseases.

The team—led by Mark Reed, Yale’s Harold Hodgkinson Professor of Engineering & Applied Science, and Tarek Fahmy, an associate professor of biomedical and chemical engineering—used nanowire sensors to detect and measure concentrations of two specific biomarkers: one for prostate cancer and the other for breast cancer.

“Nanosensors have been around for the past decade, but they only worked in controlled, laboratory settings,” Reed said. “This is the first time we’ve been able to use them with whole blood, which is a complicated solution containing proteins and ions and other things that affect detection.”

To overcome the challenge of whole blood detection, the researchers developed a novel device that acts as a filter, catching the biomarkers—in this case, antigens specific to prostate and breast cancer—on a chip while washing away the rest of the blood. Creating a buildup of the antigens on the chip allows for detection down to extremely small concentrations, on the order of picograms per milliliter, to within an accuracy of plus or minus 10 percent. This is the equivalent of being able to detect the concentration of a single grain of salt dissolved in a large swimming pool.

Until now, detection methods have only been able to determine whether or not a certain biomarker is present in the blood at sufficiently high concentrations for the detection equipment to give reliable estimates of its presence. “This new method is much more precise in reading out concentrations, and is much less dependent on the individual operator’s interpretation,” Fahmy said.

In addition to relying on somewhat subjective interpretations, current tests are also labor intensive. They involve taking a blood sample, sending it to a lab, using a centrifuge to separate the different components, isolating the plasma and putting it through an hours-long chemical analysis. The whole process takes several days. In comparison, the new device is able to read out biomarker concentrations in a just a few minutes.

“Doctors could have these small, portable devices in their offices and get nearly instant readings,” Fahmy said. “They could also carry them into the field and test patients on site.”

The new device could also be used to test for a wide range of biomarkers at the same time, from ovarian cancer to cardiovascular disease, Reed said. “The advantage of this technology is that it takes the same effort to make a million devices as it does to make just one. We’ve brought the power of modern microelectronics to cancer detection.”

Authors of the paper include Eric Stern, Aleksandar Vacic, Nitin Rajan, Jason Criscione, Jason Park, Mark Reed and Tarek Fahmy (all of Yale University); Bojan Ilic (Cornell University); David Mooney (Harvard University).

ref.http://opa.yale.edu/news/article.aspx?id=7160

mercoledì 16 dicembre 2009

President Gore stated yesterday

Watch a clip of the speech here and then tell your Senators we need action NOW to solve the climate crisis.

"We have the means to secure our future. The question we must answer is whether or not we have the political will."



Ref . http://cpaf.repoweramerica.org/agcop15

Green wheel

Il prototipo della 'Copenhagen green whell', la bicicletta con la 'ruota verde', una bicicletta elettrica-ibrida che consente di accumulare e sfruttare l'energia 'passiva' della pedalata, è stato presentato questa mattina nella a Copenhagen dal ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, insieme con il sindaco della capitale danese Ritt Bjerrgaard, in occasione del Climate summit for mayors, l'incontro fra i sindaci delle più importanti città del pianeta svoltosi nell'ambito della conferenza Onu sul clima.
Realizzato dal Massachussets institute of technology (Mit) di Boston in collaborazione con Ducati Energia, il progetto è cofinanziato dal ministero dell'Ambiente italiano e propone una bicicletta ibrido-elettrica a pedalata assistita ad emissioni zero.
La nuova tecnologia concentra tutti i componenti, incluse le batterie, il motore, i freni, l'elettronica di controllo e i sensori ambientali, all'interno di un piccolo dispositivo posizionato nel mozzo della ruota posteriore della bicicletta: ciò significa che tutte le componenti tecniche necessarie al funzionamento del mezzo sono interamente concentrate all'interno della ruota, senza che vi sia alimentazione dall'esterno.
La particolare bicicletta è inoltre dotata di sensori ambientali che consentono di ottenere in tempo reale informazioni sull'inquinamento urbano, sul livello di traffico, sui tempi di percorrenza dei percorsi urbani utilizzati dagli utenti.
Le informazioni possono essere trasmesse alle autorità cittadine e favorire così le politiche per la gestione sostenibile del traffico urbano. Inoltre, sul manubrio della bicicletta è inoltre posizionato un dispositivo Smart-Phone che 'comunica' via wireless con la ruota posteriore e dal quale il ciclista esegue tutte le funzioni di attivazione del mezzo, scegliendo tra le 7 modalità in cui desidera 'pedalare'.

Ref. http://www.greencity.it/news/1730/prestigiacomo-ecco-la-bicicletta-ibrida-a-zero-emissioni.html





E’ stata presentata ieri, in occasione del Climate summit for mayors - l’incontro fra i sindaci delle maggiori città del globo - in occasione della più ampia cornice della conferenza Onu sul clima, dal Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e dal sindaco della capitale danese, Ritt Bjerrgaard, la Copenhagen green wheel: la ruota che trasforma una semplice bicicletta in veicolo “intelligente”.

La ruota presenta, al suo centro, una batteria ibrida che garantisce la pedalata assistita, unitamente ad un apposito chip bluetooth per le comunicazioni. Inoltre, è dotata a specialissimi sensori che, in collegamento costante con lo smartphone del ciclista, consentono in tempo reale l’ottenimento di tutte le informazioni sulle condizioni di traffico, inquinamento e percorso.

L’idea originale, opera del Mit (Massachusetts Institute of Technology), si è avvalsa per la sua realizzazione tecnica del supporto sostanziale della Ducati Energia e del co-finanziamento da parte del Ministero dell’ambiente italiano.

La concentrazione di tutte le componenti all’interno di un dispositivo posto nel mezzo della ruota posteriore del veicolo comporta l’assenza di una alimentazione esterna. Inoltre, l’utilità del progetto supera i confini individuali per calarsi a pieno nella problematica della gestione sostenibile del traffico urbano delle nostre città in quanto le informazioni su percorsi, condizioni di traffico e inquinamento possono venire trasmesse direttamente alle autorità cittadine che possono, in questo modo, prendere le decisioni del caso.

Entro 6 mesi, fa sapere Federica Guidi, direttore generale di Ducati, la Copenhagen green wheel sarà immessa sul mercato ad un prezzo inferiore ai mille euro, in modo da porsi immediatamente come diretta concorrente delle biciclette ibride attualmente in circolazione.

ref. http://www.ecoblog.it/post/9509/con-la-copenaghen-green-wheel-la-mobilita-diventa-piu-sostenibile

martedì 15 dicembre 2009

Video: Volkswagen Up! Lite Concept

Volkswagen propone il video ufficiale della Up! Lite Concept. La Up! Lite utilizza un propulsore bicilindrico 800 TDI da 51 cavalli di potenza e 120 Nm di coppia massima, abbinato ad un motore elettrico da 14 cavalli, a sua volta alimentato dal pacchetto di batterie agli ioni di litio. Grazie anche al cambio DSG a 7 rapporti, la Up! Lite Concept necessita di soli 2,44 litri di gasolio per percorrere 100km, mentre le emissioni di CO2 sono contenute a 65 g/km. L’autonomia dichiarata ammonta ad 800 chilometri, nonostante il piccolo serbatoio di soli 20 litri.

Ref

domenica 13 dicembre 2009

Luci dell’albero alimentate dalle biciclette

Ref . youtube

L’auto ad ARIA: il punto !

l cambiamento climatico e la sicurezza energetica richiedono una riduzione della domanda di energia per il trasporto ed una continua innovazione tecnologica nel settore. Da un lato i consumatori sono interessati continuamente dalle elevate fluttuazioni dai prezzi del petrolio, mentre dall’altro i produttori devono affrontare il crollo di vendite dei mezzi. Attraverso una serie di comunicati stampa e manifestazioni, le auto ad aria sono state suggerite come il veicolo ecologico del futuro. Analizziamo il rendimento termodinamico di una macchina ad aria compressa alimentata da un motore pneumatico e prendiamo in considerazione i meriti dell’aria compressa e il “deposito” di energia potenziale.

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Aria Compressa ed Emissioni

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Le auto ad aria sono state promosse da diverse società come motore per lo sviluppo internazionale dalla Francia alla Corea. Motori di aria compressa hanno alimentato tram a Berna, in Svizzera e Nantes, Francia. Tuttavia, un chilometro fatto in tram ha bisogno di più di 7 kg di carbone, perché le stazioni di ricarica sono alimentate da motori a vapore. Dobbiamo guardare al completo ciclo di vita. Questo afferma un nuovo studio pubblicato sull’Environmental Research Letters che rappresenta una doccia fredda per tutti coloro che pensano che le auto ad aria sono il futuro. La tecnologia suona molto bene su carta: una tecnologia: più semplice dei veicoli a celle a combustibile e delle auto elettriche non creano emissioni di scarico. Ma se si scava un po’ più in profondità di questo e si guarda il quadro complessivo, questo si fa meno roseo …

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Il problema è che comprimere aria non è molto efficiente, diversa energia viene impiegata per l’intero processo e buona parte viene persa come calore. Anche se l’ipotesi fosse la più ottimistica possibile, un auto ad aria è significativamente meno efficiente di una auto elettrica e produce più emissioni di gas a effetto serra di un auto convenzionale alimentata a combustibile fossile. Il tono è aggressivo. Ma dall’analisi del ciclo di vita dell’auto ad aria, però, è emerso l’energia primaria richiesta e la quantità di emissioni di gas serra sono maggiori che per un auto elettrica, oltre ad avere dei costi maggiori per l’intero ciclo di vita. Lo studio sottolinea come lo stoccaggio di aria è un’operazione relativamente inefficiente per automobili individuali e aggiunge ulteriori emissioni di gas ad effetto serra con l’attuale mix di produzione di energia elettrica.

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E mentre le batterie al litio delle auto elettriche sono in continua fase di miglioramento e nuovi composti chimici vengono testati, i serbatoi di aria compressa non stanno subendo probabilmente lo stesso grado di miglioramento e sviluppo. Materiali avanzati possono aiutare probabilmente l’aria ad essere immagazzinata a più alte atmosfere di quanto facciamo noi oggi, ma i limiti piuttosto alle batterie al litio stanno per essere raggiunti. Ciò non significa che gli investimenti alle auto ad aria dovrebbero essere arrestati, ma che la tecnologia non sarà mai una buona ed efficiente idea. Ciò che è sicuro è che continueranno ad avere una parte limitata nel panorama del trasporto del futuro.

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REF. http://www.genitronsviluppo.com/2009/11/27/auto-aria-auto-elettriche/

La CO2 che produce energia

Produrre energia dalla CO₂ è l’idea di un team di ricerca del Sandia National Laboratories che ha creato un dispositivo in grado di utilizzare l'energia solare concentrata per convertire la CO2 in monossido di carbonio e produrre biocarburanti o altri carburanti liquidi.

Il prototipo si chiama CR5 (da Counter-Rotating-Ring Receiver Reactor Recuperator) e sarà pienamente funzionante entro il prossimo anno.

Lo strumento è un cilindro metallico diviso in due camere, in grado di innescare delle reazioni termo-chimiche su una superficie di ossido di ferro. Quando l'ossido di ferro è esposto a temperature molto alte, s'innescano reazioni che portano alla liberazione di molecole di ossigeno, che vengono poi “riprese” quando il materiale si raffredda. I due processi avvengono in due camere separate e l'ossigeno recuperato è quello sottratto all'anidride carbonica contenuta in una delle due camere; in questo modo la CO2 diventa CO .

Il cilindro presenta, in serie, 14 dischi di ossido di ferro che ruotano su loro stessi compiendo un giro al minuto. I ricercatori sono riusciti a concentrare i raggi del Sole per portare una delle camere a 1.500 gradi centigradi, in modo che la parte dei dischi che si trova in quell'area liberi le molecole di ossigeno. Ruotando, i dischi portano la loro “zona calda” nella camera opposta e il raffreddamento induce l'ossido di ferro a “rubare” molecole di ossigeno alla CO2, lasciando nella camera il monossido di carbonio. Questo può essere poi combinato con l'idrogeno per dare syngas da usare come vettore energetico.

Un impianto di questo tipo può sorgere a ridosso di centrali termiche tradizionali, ma anche d'impianti industriali produttori di CO2.

Finora il sistema, era stato testato in piccoli step; l'esperimento completo recentemente realizzato prova che la macchina lavora come da previsioni. “Pensiamo che questo sistema sia un'alternativa al sequestro di CO₂ sottoterra, spiega Miller ingegnere chimico ai Sandia Lab. Invece che pompare il gas sotto il suolo sarà così possibile usare il sole per ottenere una “combustione inversa” che trasforma l'anidride carbonica in molecole energetiche”.

Ora che la macchina si è comportata come previsto al primo test, la sfida consiste nel migliorare l'efficienza del sistema, passaggio fondamentale per far uscire la scoperta dal laboratorio e cominciare a pensare al mercato, cui CR5 potrebbe arrivare tra una quindicina d'anni. Nel frattempo, ottenuti i finanziamenti necessari per assicurare la prosecuzione della ricerca, l'obiettivo sarà di realizzare un nuovo prototipo ogni tre anni, in grado di mostrare sensibili incrementi di efficienza e decrementi di costi rispetto al precedente.

Ref. http://www.chimici.info

sabato 12 dicembre 2009

please save the world



Ref. cop15.dk

RIDUZIONE DELLE EMISSIONI: PIANI UE

L'UE può ridurre le proprie emissioni del 40% al 2020 e del 90% al 2050 con un costo di 2 euro al giorno a testa. Si punterebbe solo su efficienza energetica, rinnovabili e piccoli cambiamenti negli stili di vita: uno scenario ambizioso, ma fattibile.

***

L’Europa può fare molto di più per il clima e a un costo ragionevole: le emissioni si possono ridurre del 40% al 2020 rispetto ai livelli del 1990 e del 90% al 2050 con una spesa procapite di 2 euro al giorno. A dirlo un report realizzato dallo Stockholm Environment Institute e commissionato da Friends of the Earth (FOE). Uno scenario pubblicato alla vigilia dell’incontro di Copenhagen che mostra all’Ue la strada per raddoppiare la riduzione delle emissioni che si è imposta (20% al 2020) e tagliare invece del 40%, come stanno chiedendo a paesi ricchi quelli in via di sviluppo .Una via per riuscire a ridurre la CO2 quanto basta per avere più del 50% di possibilità di stare sotto ai 2°C di riscaldamento e che passa attraverso investimenti e politiche, ma anche per un cambiamento radicale negli stili di vita.

Ref. meteoscienze.it

giovedì 10 dicembre 2009

Al Gore, Repower America

Dear andrea,


A truly historic moment has arrived. The United Nations Climate Conference in Copenhagen, Denmark began this week, and the eyes of the world are on the United States, gauging our commitment to a global solution to the greatest challenge facing our planet.
Leaders from across the world, including President Obama, will come together to forge an agreement that will guide international action to reduce greenhouse gas pollution and lay the foundation for a new and prosperous 21st century clean energy economy.
In advance of his trip to Copenhagen, President Obama has already made a commitment to take on the climate crisis here in the U.S. -- now we have to show that the American people are ready to lead too.
Show the world that the American people want bold action on climate and clean energy solutions. Share your message of support on The Wall now.
The United States has a crucial role to play in any international efforts related to the climate crisis -- including the dialogue that continues in Copenhagen this week.
Our principles and our economic strength have traditionally made us a leader in the world community -- but we are also one of the largest emitters of global warming pollution. For these reasons, the rest of the world expects we will also play a leadership role in developing a climate agreement. Given the urgency of the challenge that is before us, the U.S. can't wait any longer. 
Solving the climate crisis begins with action and commitment, right here at home. The best way we can prove our leadership and demonstrate that we are ready to take meaningful action is by passing comprehensive clean energy and climate legislation in Congress.
That legislation has passed the House of Representatives and is now in the Senate. We're not done yet, but we are closer than ever before -- and we are going to keep up the pressure to pass a bill until our leaders have done it.
This is an opportunity for America to regain the mantle of global leadership. We need to tell the world that the American people are ready for bold action on climate change.
The world is watching. Post your message on The Wall today:
http://www.repoweramerica.org/wallform/
Thanks for helping to demonstrate American leadership on the climate crisis as we work toward a crucial international agreement at Copenhagen.
Al Gore

GREENPEACE SCALA IL COLOSSEO: FATE LA STORIA A COPENHAGEN!
Ciao -,
Questa notte abbiamo “conquistato” il Colosseo. Otto attivisti sono saliti sul monumento simbolo di Roma e hanno aperto uno striscione di 300 metri quadrati: "COPENHAGEN, ACCORDO STORICO ADESSO. Make history NOW!". Ai piedi del Colosseo cinquanta volontari hanno composto con i loro corpi la scritta umana "Act now".
A Copenhagen qualsiasi accordo genericamente politico – e non legalmente vincolante – o che voglia dilazionare nel tempo gli impegni è un modo per sprecare un'occasione storica.
A incontrare gli attivisti in azione al Colosseo è arrivato anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che ha appoggiato la protesta, chiedendo al Governo italiano di essere forza trainante per l’accordo sul clima. Ci auguriamo che un simile appello, in arrivo da un esponente della stessa maggioranza, sia di stimolo perché Berlusconi abbandoni l’atteggiamento di retroguardia sia in sede europea che a Copenhagen.
Non è troppo tardi! Ma è necessario che i Paesi industrializzati siano i primi a fare il primo passo impegnandosi a ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 40% al 2020, e garantendo risorse finanziarie pari a 110 miliardi di euro all'anno per fronteggiare i cambiamenti climatici nei Paesi in via di sviluppo.
Il nostro rapporto Energy [R]evolution mostra che ce la possiamo fare. Anche se qualcuno prova a intimidirci. Oggi, infatti, il Financial Times ha pubblicato in esclusiva la notizia che Enel ha chiesto a Greenpeace 1.600.000 euro di danni per le azioni di protesta dei nostri attivisti presso le centrali a carbone.
Se Enel pensa di imbavagliarci, otterrà il risultato opposto.

Continua a seguirci. Saluti e a presto!

Francesco Tedesco
Responsabile campagna Energia e Clima

STRATOSFERICO STRAORDINARIO

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Ref.http://www.meteoscienze.it/

sabato 5 dicembre 2009

INVERNO 2009-2010: GELIDO SULL'EUROPA? SPIEGHIAMONE I MOTIVI


Inizia l'inverno meteorologico 2009-10, in un contesto di flusso atlantico che mai negli ultimi 40 giorni ha abbandonato il continente europeo, esso nei prossimi giorni sarà foriero di un susseguirsi di depressioni che a più riprese interesseranno il nostro paese portando con sè piogge, nevicate al nord oltre i 1000m e al centro sud otre i 1800m, piogge, venti, ma in un contesto complessivamente mite, insomma assaggeremo anche questa settimana il mite e forte atlantico. Ma le cose stanno per cambiare, infatti come ormai da mesi andiamo confermando, l'inverno 2009-10 sarà contraddistinto senza ombra di dubbio dai connotati crudi di una stagione invernale potremmo dire: "old stile", abbiamo passo per passo spiegato i motivi, in questi mesi, di questa nostra previsione, e possiamo oggi confermare che le previsioni stagionali che erano orientate verso un periodo dicembre-febbraio dominato da anomalie negative sul vecchio continente sembrano trovare conferma negli accadimenti strato-troposferici oggi in atto.

Insomma se ce ne fosse bisogno confermiamo in pieno la previsione di un inverno anche pesantemente sottomedia sull' Europa. La colpa climatica di questa previsione è duplice: potremmo dire stratosferice e troposferica, infatti, la QBO negativa, insieme al nino debole occidentale e al minimo solare danno origine, quest'anno a un vortice polare stratosferico in progressivo indebolimento grazie a una serie di concatenamenti troposferici e stratosferici capaci di provocare nei prossimi giorni e nei prossimi mesi cospicui e ripetuti eventi di riscaldamento stratosferico con conseguenti formazioni di alte pressioni polari in un contesto di AO fortemente negativa. Come prima conseguenza di ciò andremo probabilmente incontro nel corso dei prossimi dieci giorni a un primo vero e proprio split del VP su tutti i piani isobarici, capace di isolare nella zona siberiana una potente figura altopressoria termica: l'Anticiclone russo siberiano. Bene queste risultanze saranno la caratteristica fondamentale a livello cliamtico dell'inverno 2009-10, e al di là di qualsivoglia cambiamento teleconnettivo in essere, questi due elementi (debolezza del VP e formazione dell'anticiclone russo) da soli sono capaci di delineare una intera stagione, confermata dunque cruda con potenziali anomalie fredde anche pesanti. Andiamo però nello specifico e diamo nota del primo possibile evento freddo europeo dell'inverno 2009-10. Esso ha origine in stratosfera dove ormai da molti giorni viene confermato un probabile split del VP in due nuclei: uno in isolamento sul Canada e l'altro sulla Siberia. In mezzo a queste figure bariche stratosferiche inizia a delinearsi la formazione di una figura stabile altopressoria in zona Scandinava e una potente rimonta altopressoria in pieno atlantico. Siamo, signori, alla genesi dei fenomeni di gelo più intenso a livello europeo, infatti il nucleo gelido siberiano, che intanto ha già formato la classica struttura anticiclonica termica, ha così la possibilità barica di retrogredire sull' Europa, dando vita a una classica dinamica barica dalle caratteristiche imprevedibili. Ma andiamo per ordine. E' probabile che in una prima fase il nucleo gelido in entrata sull' Europa, rimanga confinato nelle zone orientali senza entrare franco verso sud, tutto ancora da valutare, ma la sola presenza di questa figura (assente dal nostro continente dal 2006) risulta, soprattuto in dicembre, una vera e propria assicurazione di una stagione invernale potenzialmente sotto media su tutto il continente. Ma risulta al momento possibile una entrata diretta verso sud del nocciolo gelido che in tal caso favorirebbe un vero e proprio evento climatico storico. Evidente che già dall''aggettivo usato traspare la maggiore possibilità che avvenga la prima configurazione. Diciamo in fine che anche le prime emissioni modellistiche di GFS iniziano a intravedere l'isolamento di questa figura barica, pronta a entrare nel nostro continente. Ecco perchè oggi posso iniziare a esporci nel prevedere già una seconda parte di dicembre probabilmente fredda per l'Europa, ma una stagione nel suo complesso molto interessante.

Ref. http://www.meteoscienze.it/licenza-joomla/340-i-modelli-iniziano-a-confermare-lo-split-anche-i-troposfera

Prof Peter Wadhams il sommergibile HMS Tireless

Il professor Peter Haynes, capo del Dipartimento, scrive:
Il lavoro del professor Peter Wadhams 'implica che viaggiano sotto il ghiaccio artico nella sottomarini per misurare lo spessore del ghiaccio. Nel marzo 2007 è stato sotto il ghiaccio sul sottomarino HMS Tireless, quando un'esplosione ha ucciso due membri dell'equipaggio. Peter è ora tornato in DAMTP e mi suggerì di diffondere il messaggio in basso. Siamo in DAMTP sono ovviamente molto contento di vedere Peter tornato sano e salvo a Cambridge, dopo quello che deve essere stata un'esperienza molto triste e spiacevole.

Peter wrote on 27 March 2007 : Peter ha scritto il 27 marzo 2007:
"Ciò conferma che ero sul sottomarino HMS Tireless che ha subito l'esplosione, il 21 marzo 2007, mentre sotto la banchisa nel mare di Beaufort. Tragicamente, due marinai sono morti. Io sono OK, è come il mio collega Nick Hughes che era con me in bordo. Eravamo misurare la topografia del ghiaccio marino con un sonar multibeam ed esaminare l'attuale tasso di assottigliamento del ghiaccio artico del mare sotto il riscaldamento globale. sono tornata per qualche giorno e sarà poi tornare al Mare di Beaufort a fare qualche lavoro in un gelato campo con un veicolo subacqueo senza equipaggio come parte del programma Anno Polare Internazionale. E 'bello vedere il cielo nuovo e la primavera a Cambridge. "

Secondo la Royal Navy, l'incidente non ha avuto effetti reattore nucleare del sottomarino, la nave lesa solo superficiali - ed è emerso in modo sicuro all'interno di un ora. Dichiarazione Il comandante della HMS Tireless e fotografie ICEX-2007 (Ice Esercizio 2007) dal sito della Royal Navy.

ICEX 2007 è un congiunto USA / UK esercizio sottomarino che ha anche comportato la Marina degli Stati Uniti Los Angeles-class sottomarino USS Alexandria (SSN-757).

http://www.damtp.cam.ac.uk

RALLENTAMENTO DELLA CORRENTE DEL GOLFO E NUOVA ERA GLACIALE

Scritto da Dott. Marco Molinaro

La temperatura media dell’atmosfera è in costante aumento e ormai da molti anni si discutono le ragioni di questo riscaldamento globale e in che natura possa essere causato dall’inquinamento antropico. Il timore è che possa avere conseguenze inattese sulla formazione di acque profonde nel Nord Atlantico. Temperature più elevate nell’atmosfera sposteranno il fronte dei ghiacciai polari verso Nord e più all’interno della terraferma. Il fronte di ghiaccio, allontanandosi dai tratti di mare profondi tra la Groenlandia e la Norvegia ed entrando in acque più basse, può determinare una sostanziale riduzione della forza della pompa salina. Se la pompa salina perde potenza, diminuirà in proporzione anche la fornitura di acqua calda e salata verso il Nord Atlantico per opera della Corrente del Golfo. La salinità dell’acqua diminuirebbe ed anche la potenza della pompa salina diminuirebbe ulteriormente. Tale processo potrebbe determinare una glaciazione rapida e permanente delle acque a Nord dell’Islanda e delle Isole Færøer.

A questo punto la pompa salina e la Corrente del Golfo non potrebbero più portare calore nelle acque a Nord dell’Islanda. Le temperature in queste aree diminuirebbero fino ad un livello più basso rispetto a quello attuale determinando nel Nord Europa un regime climatico significativamente più freddo, forse vicino a quello dell’ultima Era Glaciale. Via via che il riscaldamento globale farà aumentare la temperatura del pianeta, il timore è che l’afflusso di grandi quantità di acqua dolce, liberata dal disgelo della coltre glaciale della Groenlandia e di altre regioni boreali, blocchi il cosiddetto “nastro trasportatore” o provochi un suo significativo rallentamento. Ciò potrebbe portare ad un raffreddamento della regione del Nord Europa. Anche se le temperature globali continuassero ad aumentare, il nastro trasportatore potrebbe rallentare o fermarsi.

Quando nel Nord Atlantico affluisce troppa acqua dolce che diluisce le correnti ad alta salinità provenienti da Sud, le acque superficiali non diventano abbastanza dense da sprofondare. I venti dominanti in questo modo portano aria fredda verso l’Europa creando condizioni di freddo che possono durare per decenni fino a quando le acque delle basse latitudini non diventano abbastanza saline da sopraffare quelle più dolci a Nord, facendo ripartire il nastro trasportatore con una gigantesca spinta.Se il nastro trasportatore si fermasse avremmo inverni rigidissimi in Europa e nell’America del Nord, mentre avremmo forti siccità in molte parti dell’Emisfero Australe, poiché non vi sarebbero più i monsoni provocati dalle correnti calde risalenti verso Nord.

L’inizio di una nuova Era Glaciale non è prevedibile con i modelli climatici attuali. Va ricordato che, in base alle ipotesi più pessimistiche, il clima potrebbe mutare in modo drastico ed imprevedibile in pochi anni. Una conferma scientifica sul rallentamento della Corrente del Golfo, il motore termico che scalda l’Europa nord occidentale, è data dagli studi condotti dal Prof. Wadhams, docente di fisica degli oceani dell’Università di Cambridge, il quale è sceso sotto la calotta artica a bordo di un sommergibile della Marina Britannica e ha scoperto che i mutamenti della circolazione oceanica ipotizzati in un futuro imprecisato sono già in atto. In passato, ha dichiarato Wadhams al Sunday Times, noi abbiamo trovato una sorta di grandi camini del mare, colonne di acqua densa fredda che scendevano dalla superficie al fondo marino, 3000 metri in profondità.

Ora sembrano essere quasi scomparsi. “Sono rimasti solo due di questi 12 camini termici e anche questi due sono così deboli che l’acqua fredda non riesce a raggiungere il fondo dell’oceano. Se la Corrente del Golfo, che trasporta 27.000 volte più calore di quello prodotto artificialmente in Gran Bretagna, si dovesse arrestare, la temperatura scenderebbe di 8-9 gradi”. Una prospettiva drammatica legata al maggior afflusso di acqua dolce che deriva dallo scioglimento dei Ghiacciai Artici (www.noaa.gov.us).Ora, se l’area di espansione dell’acqua, derivante dallo scioglimento dei ghiacciai si allargasse, il tapis roulant termico si arresterebbe: la Corrente del Golfo si fermerebbe prima di arrivare in Europa.

Dove, esattamente, nessuno può dirlo. Nel peggiore dei casi potrebbe arrestarsi molto prima di raggiungere l’Europa nord atlantica, ad una latitudine nord vicina al 40° parallelo, che in questo caso subirebbe un crollo delle temperature. È un segnale nuovo ed allarmante, perché trattasi di un fenomeno non lineare, cioè che procede a salti, con accelerazioni brusche. Il pericolo principale è dato dall’aumento delle superfici ghiacciate che produrrebbero un aumento dell’effetto albedo con effetto moltiplicativo del freddo perché il ghiaccio riflette la luce e rispedisce verso l’atmosfera una quota maggiore di calore. In conclusione il rallentamento della circolazione termoalina del Nord Atlantico è al momento pari al 45% (www.noaa.gov.us). Si tratta di un cambiamento momentaneo che rientrerà nella norma o peggiorerà? Ciò dipenderà dal trend di riscaldamento del pianeta.

ref. http://www.meteoscienze.it/a-lezione-di-cambiamenti-climatici/212-rallentamento-della-corrente-del-golfo-e-nuova-era-glaciale

giovedì 3 dicembre 2009

ROMA, FORI IMPERIALI: BERLUSCONI SI SCIOGLIE AL SOLE

Cari cyberattivisti,
un vero leader non si scioglie al sole! Eppure questo è quanto sta accadendo in questo momento a Silvio Berlusconi. Greenpeace ha posizionato stamattina una statua di ghiaccio, raffigurante il Presidente del Consiglio, al fianco delle statue dei grandi imperatori del passato nei Fori Imperiali a Roma.
La statua è un omaggio a Silvio Berlusconi, per la decisione di partecipare ai lavori del vertice delle Nazioni Unite sul clima di Copenhagen. Ma il suo ghiaccio si scioglie al sole – come quello dei poli a causa del riscaldamento globale – per effetto dell’inconsistenza della posizione italiana su un tema così importante come quello dei cambiamenti climatici.

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La statua di ghiaccio dovrebbe sciogliersi in circa quattro giorni, esattamente all’apertura del vertice di Copenhagen, il prossimo 7 dicembre. Andare a Copenhagen è sicuramente una decisione positiva da parte di Berlusconi: tuttavia, oltre a partecipare alle ‘vetrine’ internazionali, occorrerebbe perseguire politiche coerenti qui in Italia, politiche che al momento non vediamo. Sul clima, Berlusconi rischia di essere dunque un leader che si scioglie.
Per l’occasione Greenpeace diffonde oggi il rapporto“Energy [R]evolution – Uno scenario energetico sostenibile per l’Italia”, il primo studio che mostra i potenziali di crescita delle fonti rinnovabili in Italia.
Secondo il rapporto, le fonti rinnovabili saranno in grado di coprire circa il 60% della domanda di energia primaria del Paese, riducendo le emissioni di gas serra del 71% al 2050, rispetto ai livelli del 1990. L’Italia continua, invece, in una folle politica di ritorno al nucleare e al carbone che impedirà di centrare gli obiettivi internazionali ed europei di riduzione delle emissioni di gas serra. Cosa che esporrà il Paese a nuove sanzioni, con costi per lo Stato e per i contribuenti.

Francesco Tedesco
Campagna Energia e Clima

New York, la metropoli verde che inquina meno della campagna.

NEW YORK – Per Thomas Jefferson, uno dei padri fondatori della nazione, le grandi città erano da considerarsi “pestilenziali per la morale, la salute e le libertà dell’uomo.” Da John Muir, ispiratore del moderno movimento ambientalista a Sierra Club, gli ecologisti hanno demonizzato le grandi metropoli, responsabili secondo loro di tutti i mali del pianeta, in nome di un sano e responsabile ritorno al mondo più pulito e bucolico delle campagne.

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  Ma un nuovo libro appena uscito in America capovolge del tutto questa testi, sostenendo che New York – ma anche altre grandi città non auto-dipendenti come Hong Kong, San Francisco e Singapore  - è un modello ambientalista perché inquina assai meno dei suoi corrispettivi agresti. In Green Metropolis: Why Living Smaller, Living Closer, and Driving Less Are the Keys to Sustainability (Riverhead Books) l’autore David Owen, esperto di ecologia del prestigioso settimanale The New Yorker, prende in esame numerose comunità da una costa all’altra degli Stati Uniti, prima di sostenere che “la palma d’oro in efficienza ambientalista spetta alla Grande Mela”.

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“L'affollatissima Manhattan è intrinsecamente più verde delle comunità a bassa densità di popolazione”, teorizza Owen, “perché la maggior parte dei suoi abitanti camminano, vanno in bicicletta e usano i mezzi di trasporto pubblico invece delle 4x4 ultra inquinanti”. Non solo.

“I newyorchesi condividono le infrastrutture e i servizi in maniera ben più efficiente”, incalza Owen, “vivono in case più piccole e quindi usano meno energia per riscaldarle e raffreddarle”. E mentre gli abitanti di periferia e campagna tendono ad accumulare mostruosi elettrodomestici e gadget divora - benzina (dai tagliaerba agli spalaneve) tutto ciò non serve al popolo della cosiddetta “metropoli verde”.

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Cifre alla mano, Owen dimostra come il consumo pro-capite  di elettricità è più che dimezzato tra i newyorchesi, ciascuno dei quali genera meno del 30% della media nazionale di gas serra inquinanti. Ma il dato forse più sorprendente riguarda il consumo di benzina che nella Big Apple è fermo alla media nazionale del 1920, quando l’auto più diffusa degli States era la Ford Model T (visto che avere una macchina a Manhattan costa troppo, pochissimi oggi possono permettersela).

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Il libro ha scatenato non poche polemiche anche perché l’autore – che nel 1984 ha lasciato New York per fuggire con moglie e figlio in un sobborgo del Connecticut – sembra ignorare il recente studio effettuato dall’EPA, il ministero dell’ambiente americano, secondo cui i cittadini newyorchesi sono molto più a rischio di ammalarsi di cancro rispetto agli abitanti degli altri stati dell’Unione, proprio a causa dell’elevato tasso di inquinamento nei cieli sopra New York.

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REF ROUTE66.CORRIERE.IT

PITTSBURGH

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Bush ha insabbiato l’effetto serra

NEW YORK – A quasi un anno dalla sua uscita di scena, un nuovo scheletro emerge dall’armadio dell’ amministrazione Bush. A riesumarlo ci ha pensato ieri il Ministero dell’ambiente (Epa) del suo successore Barack Obama, che ha dissotterrato il controverso documento insabbiato due anni fa dalla Casa Bianca a causa delle sue devastanti conclusioni sull’effetto serra.

Nel suo allegato di ben 28 pagine, la famigerata e-mail rivela come, già nel dicembre 2007, l’agenzia federale avesse messo in guardia il governo Bush sul grave pericolo per la salute pubblica e del pianeta rappresentato da sei agenti inquinanti responsabili dell’effetto serra. Nello stesso documento l’Epa chiedeva a Bush di varare “immediate misure” per limitare l’emissione di questi gas nocivi, prodotti soprattutto da auto e combustibili fossili.

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Ma il monito fu respinto dall'ex presidente George W. Bush, che non ha mai nascosto la propria avversione per il Clean Air Act, la legge federale, più volte emendata, che a partire dal 1963 obbliga i governi statali e locali ad implementare misure per ridurre le emissioni inquinanti. L’Amministrazione Bush e l’allora capo dell’Epa Stephen Johnson si rifiutarono di distribuire il documento ai deputati democratici, come da prassi, insabbiandolo.

Due anni più tardi l’Epa è stata costretta a rendere noto il dossier in seguito alle richieste di numerosi cittadini che si sono appellati al Freedom of Information Act, la legge sulla libertà di informazione emanata negli Stati Uniti il 4 luglio 1966 dal presidente Lyndon B. Johnson, la quale impone alle amministrazioni pubbliche una serie di regole per permettere a chiunque di sapere come opera il governo federale, compreso l’accesso totale o parziale a documenti classificati.global-warming.jpgCon una decisione a sorpresa che ha ribaltato, nero su bianco, otto anni di politiche anti-ambientaliste di Bush, lo scorso aprile l’Epa ha emesso uno storico documento che, per la prima volta, da il via al governo federale per regolare i gas inquinanti responsabili del surriscaldamento del pianeta. “Il biossido di carbonio e gli altri gas serra prodotti dalle attività dell'uomo rappresentano una grave minaccia per la salute delle persone e perciò debbono essere inclusi nella famigerata lista nera degli agenti inquinanti sancita dal Clean Air Act» ha dichiarato il capo dell’Epa di Barack Obama Lisa P. Jackson.

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Ref http://route66.corriere.it

La bistecca che distrugge il pianeta

NEW YORK – L’impatto ambientale del consumo di carne è molto più devastante di quanto non si sia pensato fino ad ora. Lo affermano gli scienziati americani Robert Goodland e Jeff Anhang, co-autori di Livestock and Climate Change, uno studio pubblicato sull’ultimo numero dell’autorevole World Watch magazine dove affermano che oltre metà dei gas serra (o GHG) prodotti oggi dall’uomo sono emessi dagli allevamenti industriali di bestiame.

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  Già nel suo dossier del 2006 Livestock's long shadow (La lunga ombra del bestiame) la Fao aveva attestato come il settore della produzione di carne sia causa del 18% delle emissioni totali di gas serra dovute alle attività umane: una percentuale simile a quella dell'industria e molto maggiore di quella dell'intero settore di trasporti (che ammonta a un 13,5%).

Ma secondo le più recenti rilevazioni effettuate da Goodland e Anhang il bestiame e i suoi sottoprodotti immettono nell’atmosfera oltre 32.6 miliardi di tonnellate di biossido di carbonio all’anno, ovvero il 51 % delle emissioni di GHG prodotte annualmente nell’intero pianeta.

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La carne presente nella nostra dieta è responsabile, insomma, dell'immissione in atmosfera di una quantità di gas serra - anidride carbonica (CO2), metano, ossido di azoto e simili – ben maggiore di quella immessa dai mezzi di trasporto o dalle industrie. Il motivo? Per la produzione di 225 grammi di patate si emette una quantità di CO2 pari a quella generata dal guidare un'auto per 300 metri. Per la stessa quantità di asparagi, è come guidare la stessa auto per 440 metri. Per la carne di pollo, molto di più: 1,17 km, per il maiale 4,1 km, per il manzo 15,8 chilometri.

La conclusione dei due ricercatori è drastica quanto inevitabile: “Per invertire il devastante trend che sta inesorabilmente modificando il clima del pianeta Terra basterebbe sostituire i prodotti animali con quelli a base di soia o di altre colture vegetali. “Questo approccio avrebbe effetti molto più rapidi sulle emissioni di GHG e sull’effetto serra di qualsiasi altra iniziativa per rimpiazzare i combustibili fossili con energia rinnovabile”, affermano i due esperti.

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Non si tratta, insomma, dell’ennesima moda alimentare o imperativo etico-religioso ma di una condicio sine qua non per assicurarsi che il nostro meraviglioso pianeta esista ancora per i figli dei nostri figli. Prima che sia troppo tardi.

Ref route66

Nella spazzatura degli americani le calorie per sfamare il pianeta

NEW YORK - Mentre oltre un miliardo di persone nei paesi in via di sviluppo muoiono di fame, il cibo gettato nei mondezzai dagli americani è aumentato del 50% dal 1974 ad oggi, raggiungendo uno spreco di oltre 1400 calorie pro capite al giorno. Pari complessivamente a 150 milioni di miliardi di calorie l'anno.

E' la scioccante rivelazione che emerge da uno studio realizzato da Kevin Hall del National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases di Bethesda, in Maryland, pubblicato oggi sulla rivista PLoS ONE.

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Oltre ad incidere sui bilanci famigliari del Paese in un periodo di grave crisi economica, gli sprechi alimentari degli americani hanno un impatto a dir poco devastante sull'ambiente. Buttare via significa infatti inquinare. Più si butta e più si inquina. Come? "Quando gettiamo via gli avanzi nella spazzatura, finiamo di fatto per sprecare l'acqua e il petrolio serviti per la produzione e il trasporto di quei cibi", teorizza il rapporto, "oltre ad aumentare le emissioni di CO2 e metano per via della decomposizione degli alimenti".

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Secondo Hall, le calorie buttate quotidianamente nella pattumiera da ogni singolo americano equivalgono a quasi i tre quarti del fabbisogno giornaliero di un altro essere umano, che è intorno a 2000 calorie. Ogni americano, in sostanza, getta via una quantità di cibo sufficiente a sfamare un altro individuo.

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Attenti però a biasimare soltanto gli Usa. Secondo le ultime rilevazioni dell'associazione dei consumatori Adoc, ogni famiglia italiana getta nel cassonetto ogni anno una media di 515 euro in cibo: il 9% della spesa totale effettuata, con un picco di sprechi proprio nel periodo natalizio. Sarebbe bene ricordarselo, quando si va a fare la spesa di fine anno.

Ref.http://route66.corriere.it/

Nel 2009 diminuiscono del 50% i costi del solare fotovoltaico

Secondo uno studio realizzato da New Energy Finance, nel 2009 il solare fotovoltaico farà registrare una discesa dei costi del 50% rispetto al 2008.

Una riduzione che riguarderà tutto il settore delle energie rinnovabili, nell'ambito del quale i costi scenderanno in media del 10%, senza naturalmente calcolare gli eventuali incentivi statali.

Secondo la compagnia di ricerca i costi dei dispositivi e dell'attrezzatura hanno fatto registrare per tutto il 2009 una discesa continua che però è stata controbilanciata dell'incremento dei costi finanziari, ma nonostante ciò le previsioni sono positive perché ci si aspetta che i costi dell'attrezzatura continuino a scendere mentre il mercato finanziario quasi sicuramente si riprenderà da questo picco negativo.

Per ciò che riguarda il solare fotovoltaico la discesa dei costi segue una tendenza che va avanti ormai da dieci anni. In particolare l'abbassamento dei costi ha colpito la tecnologia a film sottile che risulta essere circa il 25% più economica (3 dollari per watt) rispetto alla tecnologia al silicio cristallino. I progetti fotovoltaici con sistemi d'inseguimento solare sono invece quelli che hanno visto la minore riduzione poiché i costi degli inseguitori sono aumentati rispetto a quelli dei pannelli solari.

L'energia eolica ha registrato una riduzione del 18-20% dei costi delle turbine rispetto ai prezzi del 2008, uno dei più bassi da molti anni a questa parte, anche se fino ad oggi questa riduzione è stata controbilanciata per buona parte dalla crescita dei costi finanziari. Negli impianti offshore, invece, i costi continuano a crescere poiché i progetti si muovono sempre di più verso acque profonde, dovendo affrontare così costruzioni più complesse e maggiori investimenti di capitale. Appena il mercato dei capitali inizierà riprendersi, sostengono gli analisti di New Energy Finance, i costi sia dell'eolico onshore che di quello offshore inizieranno di nuovo a scendere.

E infine il geotermico che, nonostante risenta molto delle fluttuazioni del mercato finanziario - che regola la bilancia dei pagamenti relativa ai costi di perforazione -, finora ha fatto registrare una riduzione dell'8-10%, che non dovrebbe subire ulteriori variazioni da qui alla fine dell'anno.

Ref.http://www.nextville.it/news/212

martedì 1 dicembre 2009

40 progetti italiani finanziati da LIFE+ 2008 per 207 milioni di euro

Dallo "studio sull'esposizione a inquinanti di donne in età riproduttiva" alla "promozione di un approccio volto a definire azioni di mitigazione dei gas serra". Dalla "promozione di metodi alternativi ai test che richiedono l'utilizzo di animali per le sostanze chimiche previste dal regolamento REACH" alla " tutela e gestione del lupo nelle montagne appenniniche", passando per il "monitoraggio e mappatura del livello di rischio generato da piante transgeniche in Toscana tramite GIS (Geographical Information System)".

Questi sono solo alcuni dei progetti italiani selezionati dalla Commissione europea nell'ambito del programma per l'ambiente LIFE+ che rappresenta il principale strumento finanziario comunitario volto a fornire un sostegno specifico a progetti che sperimentano tecnologie, metodi e strumenti innovativi nel campo delle politiche ambientali e a progetti di conservazione della natura in tutta l'Unione europea.

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Le proposte europee che sono state selezionate e finanziate per il 2008 sono 196 e rappresentano un investimento complessivo di circa 431 Milioni di Euro, dei quali 207 Milioni sono a carico dell'Unione Europea.

I progetti italiani ammessi al cofinanziamento sono in totale 40 ripartiti tra le tre distinte componenti in cui si articola il Programma: 24 per la componente Politica ambientale & Governance, 2 per la componente Informazione & Comunicazione e 14 per la componente Natura & Biodiversità.

L'importo complessivo dei cofinanziamenti comunitari assegnato ai progetti italiani è pari a 38,7 Milioni di Euro a fronte di un'allocazione nazionale indicativa di partenza che per il 2008 era pari a 18 Milioni di euro. L'Italia si conferma quindi anche quest'anno il Paese Membro che ha ottenuto il più alto numero di progetti finanziati e la quota più cospicua di cofinanziamenti.

I 24 progetti selezionati della componente Politica ambientale e Governance applicano tecnologie innovative per risolvere problemi ambientali in diversi settori. Quest'anno le proposte riguardanti i settori di azione dei cambiamenti climatici e dei rifiuti risultano prevalenti, sia in termini di numero, sia di risorse finanziarie assegnate.

I restanti progetti riguardano una pluralità di temi tra cui ambiente e salute, sostanze chimiche, inquinamento acustico, l'uso sostenibile del suolo, la qualità delle acque e l'innovazione. Di questi oltre la metà hanno come beneficiari enti pubblici e sono geograficamente localizzati nel centro nord del Paese.

Nell'ambito della componente Natura e Biodiversità la maggior parte dei progetti selezionati (11) si prefigge di migliorare lo stato di conservazione delle specie e habitat di cui alle Direttive Habitat e Uccelli e di arrestare la perdita di biodiversità (3 progetti) in Italia. I beneficiari di questa componente sono rappresentati quasi esclusivamente da organismi pubblici preposti alla conservazione e alla tutela della natura ubicati geograficamente nelle regioni centro meridionali d'Italia.

Infine i 2 progetti ammessi al cofinanziamento comunitario per la componente Informazione e Comunicazione si propongono di realizzare campagne di sensibilizzazione su alcuni temi come la gestione sostenibile delle acque nelle aree urbane e il ciclo di vita dei prodotti sull'intero territorio nazionale.

Ref. http://www.chimici.info/40-progetti-italiani-finanziati-da-LIFE-2008-per-207-milioni-di-euro_news_x_3697.html

A1N1: ultimo rapporto mese Novembre sulla situazione mondiale.

Somalia reported its 1st cases of H1N1, while Lithuania, Switzerland, Macedonia, Maldives, Madagascar, Romania, Estonia, and Denmark reported their 1st deaths.
The World Health Organization (WHO) tallied over 525,000 H1N1 cases and about 6,750 deaths worldwide.
As the US Centers for Disease Control (CDC) reported decreased flu activity in all regions of the US, the WHO noted the eastward spread of H1N1 across Europe and Asia.


Four H1N1 related deaths have been reported among pilgrims for the Hajj which starts on the 26th.
As immunization campaigns continue in over 40 countries, the WHO reiterated the safety of the H1N1 vaccine, adding that investigation into 40 post-vaccine deaths (among the over 65 million doses given in 16 countries alone) has found no association between the vaccine and the documented fatalities.


In a development not unexpected among experts, Tamiflu-resistant H1N1 clusters emerged among hospitalized patients with severe underlying medical conditions in Wales and North Carolina.
Norwegian scientists announced detection of a mutated H1N1 virus that may allow infection deeper into the airways leading to more severe disease. Hong Kong then reported the same mutation, and Finland saw it in July. The WHO subsequently stated that a similar mutation had been observed in six other countries as early as April. Despite the mutations, the H1N1 vaccine is still effective.
A single batch of H1N1 vaccine in Canada has been pulled after a higher than usual rate of severe allergic reactions.


CDC has confirmed a rare second H1N1 infection in the same individual in West Virginia.
In a study of US Army personnel, those who received the 2008 seasonal flu vaccine were 45% less likely to contract H1N1 and 62% less likely to be hospitalized if infected.

Ref.http://healthmapblog.blogspot.com/2009/11/h1n1-swine-flu-weekly-highlights_25.html

Nuova Commissione ed energia: Barroso risponde alle domande dei deputati: energia

Per il secondo turno di question time al Presidente della Commissione, i leader dei gruppi politici hanno formulato domande riguardanti l'energia e la composizione della nuova Commissione. Barroso ha informato l'Aula di "aver ricevuto solo oggi i nomi definitivi di tutti i 27 commissari designati", aggiungendo che nove di loro sono donne.

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Joseph DAUL (PPE, FR) ha chiesto al Presidente della Commissione se crede che nel corso del prossimo inverno si sperimenterà nuovamente una crisi del gas e se ritiene vi siano misure per proteggere i cittadini. Barroso ha risposto che il sistema di allarme rapido concordato con la Russia dovrebbe essere in grado di identificare per tempo i problemi.

Per quanto riguarda la struttura della nuova Commissione, Guy VERHOFSTADT (ALDE, BE) ha dichiarato di "non essere convinto" della suddivisione del portafoglio Ambiente e si è detto preoccupato dell'attuale ripartizione delle competenze in materia di Giustizia e affari interni, poiché non è d'accordo sul collegamento della sicurezza con l'immigrazione. Barroso ha sottolineato che "i cambiamenti climatici sono un tema orizzontale e che lo scopo è di prenderli in considerazione in tutte le politiche.

Il co-presidente tedesco del Gruppo Verdi/ALE, Daniel COHN-BENDIT, ha invece chiesto se la decisione sulla composizione della nuova Commissione spetterà a Barroso oppure se saranno gli Stati membri a imporre le loro preferenze. Il Presidente ha risposto che spetta a lui decidere l'organizzazione della Commissione e la distribuzione dei portafogli e che intende avvalersi di tale prerogativa.

Per Michał Tomasz KAMIŃSKI (ECR, PL) l'Unione deve rafforzare il suo mercato interno e le normative sulla concorrenza. Ha quindi chiesto a Barroso cosa intende fare al riguardo. Il Presidente ha dichiarato che la Commissione aveva lanciato una consultazione pubblica sul mercato interno e ha confermato che Mario Monti sarà incaricato della relazione finale.

Rolandas PAKSAS (EFD, LT) ha chiesto a Barroso in merito all'energia nucleare in Lituania. Barroso ha detto di aver avuto un incontro con Medvedev sul tema della fornitura di energia in Lituania e che la Commissione si sta adoperando attivamente su questo tema con le autorità lituane e altri partner.

Ref. http://www.europarl.europa.eu/news/expert/infopress_page/008-65043-327-11-48-901-20091123IPR65040-23-11-2009-2009-false/default_it.htm

Microeolico scambio sul posto :regole

Per impianti che entrino in esercizio a decorrere dal 1° gennaio 2008, i Produttori possono richiedere l’incentivazione mediante Certificati Verdi (CV) o, per gli impianti di potenza nominale media annua non superiore ad 1 MW (200 kW per la fonte eolica) e su richiesta esplicita del Produttore, mediante la corresponsione di una Tariffa Omnicomprensiva (TO), pari a 0,30 centesimi di euro per ogni Kwh prodotto ed  IMMESSO IN RETE, per un periodo di 15 anni.

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Possono accedere ai meccanismi di incentivazione esclusivamente gli impianti collegati alla rete elettrica aventi una potenza nominale media annua non inferiore a 1 kW.

Su richiesta del Produttore, in alternativa ai CV, l’incentivazione può essere riconosciuta dal GSE mediante la corresponsione di una Tariffa Onnicomprensiva (TO) nel caso di  impianti di potenza nominale media annua non superiore a 0,2 MW, per gli impianti eolici, o non superiore ad 1 MW per gli altri impianti, con l’esclusione degli impianti termoelettrici ibridi

Gli impianti alimentati da fonti rinnovabili di potenza nominale media annua non superiore a 20 kW e gli impianti alimentati da fonti rinnovabili, entrati in esercizio in data successiva al 31 dicembre 2007, di potenza nominale media annua superiore a 20 kW e non superiore a 200 kW, possono accedere al meccanismo dello scambio sul posto, fatti salvi i diritti di officina elettrica.

Gli impianti che immettono la propria produzione di energia nel sistema elettrico secondo le modalità di cui all’articolo 13 del D.lgs. 387/03 ai fini dell’ottenimento della tariffa fissa onnicomprensiva, NON HANNO ACCESSO al meccanismo dello scambio sul posto. È comunque consentito il passaggio dal sistema dello scambio sul posto al sistema della tariffa fissa onnicomprensiva, previa richiesta di qualifica dell’impianto interessato.
In tal caso il periodo di incentivazione è conseguentemente ridotto del periodo intercorrente tra la data di entrata in esercizio e la data di entrata in esercizio commerciale, comunicata dal produttore al GSE in seguito all’accoglimento della suddetta richiesta di qualifica.

Pertanto  si può scegliere in modo ESCLUSIVO o di avere la TO e quindi di fatto considerare l’installazione come un investimento nel tempo oppure di accedere allo scambio sul posto per avere il ristoro economico sulla bolletta.

Ing. Cestone Luigi