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martedì 17 maggio 2011

l progetto di HidroAysén: il caso del Cile


Le questioni energetiche nel nostro Paese sono da tempo ancorate al discusso tema delnucleare, divenuto, alla luce dell’imminentereferendum e degli incidenti giapponesi, di grande attualità. Eppure, occorre rimarcare come in questo vortice di discussioni, si stia probabilmente perdendo di vista il problema più importante ovvero quello della messa a punto di un vero piano energetico nazionaleche possa trovare soluzioni sostenibili nel breve-lungo periodo. Il problema è comunque spinoso; oltre alla radicata miopia della classe politica nostrana bisogna infatti fare i conti con tutta una serie di problemi che mescolano inevitabilmente una marea di interessi. A tal proposito vorrei segnalarvi un caso, quello delCile, che dimostra come le scelte in questo campo non siano mai scontate.
Nel Paese sudamericano infatti è stato recentemente approvato un progetto per un mega impianto idroelettrico (chiamato HidroAysén), la cui costruzione ha scatenato un incredibile vespaio di polemiche fra la popolazione locale. Il progetto, nello specifico, prevede la realizzazione nella regione dell’Aysen, nella Patagonia cilena, di un complesso idroelettrico costituito da 5 centrali lungo il corso dei fiumi Baker e Pascua, per una potenza complessiva di 2.750 MW. Si tratta di un piano che assume una rilevanza strategica per il futuro energetico del Paese sudamericano, dato che il governo, visto il rapido sviluppo economico del Paese negli ultimi anni, si trova oggi nella necessità di soddisfare una domanda elettrica in rapida crescita in una situazione di forte dipendenza (per circa il 70%) dalle importazioni di fonti fossili.
Per far fronte a questa esigenza, il governo cileno ha programmato la realizzazione nei prossimi dieci anni di una capacità aggiuntiva di 10.000 MW. Il progetto di HidroAysén dovrebbe quindi coprire oltre un quarto di questa nuova potenza, garantendo da solo la copertura del 35% dell’attuale domanda elettrica. Il progetto però è attualmente oggetto di forti opposizioni ambientaliste e il Cile sulla questione è spaccato in due: infatti c’è chi da un lato sostiene la necessita di un investimento di tale rilevanza per lo sviluppo del proprio Paese, chi invece non ritiene debba essere sacrificato un corso d’acqua di così grande importanza in nome del mero sviluppo economico.