Il Catalizzatore d'energia, inventato dai professori Rossi e Focardi, ha passato anche la prova della Swedish Skeptics Society
Mentre i nostri politici continuano a litigare sul nucleare si, nucleare no, Conto Energia si, Conto Energia no, uno shift di paradigma sta forse avvenendo proprio sotto i nostri occhi, e nessuno sembra essersi reso conto che queste discussioni sul futuro energetico del Paese potrebbero presto risultare del tutto obsolete. Il “Catalizzatore d'energia”, progettato dall'ingegner Andrea Rossi e da Sergio Focardi, professore emerito dell'Alma Mater, una macchina a fusione nucleare fredda, in grado di fornire 20 W per ogni Watt consumato, sembra funzionare per davvero.
La fusione fredda è sempre stata considerata un fiasco, sin da quando i professori, Martin Fleischmann e Stanley Pons, la proposero nel 1989. Da allora, la possibilità di avere un processo di fusione a temperatura ambiente è stata ignorata dall’ambiente accademico ed è stata accuratamente evitata persino la discussione sul tema, o la semplice attività di ricerca. Ma oggi, a distanza di due decenni, il piccolo reattore - più piccolo di una lavatrice, costruito dai due ricercatori italiani, sembra ribaltare i pronostici riguardo questa tecnologia.
Settimana scorsa è stato sottoposto all'esame della commissione della Swedish Skeptics Society, e benché il processo che avviene al suo interno non sia del tutto chiaro (probabilmente si tratta di un tipo di reazione nucleare ancora sconosciuta alla scienza), il capo della commissione non ha potuto fare altro che confermare il funzionamento della macchina: in 50 centimetri cubi, con qualsiasi tipo di carburante, l'invenzione del dottor Rossi produce sempre 25 Kwh. La commissione ha avuto la possibilità di esaminare l'intera apparecchiatura, escluso il contenuto del piccolo reattore, che resta sotto brevetto.
Al momento, più di un centinaio di questi reattori sono in funzione in quattro diversi Paesi, sotto l'occhio vigile di esperti che ne stanno monitorando il funzionamento. Rossi conferma anche che ha in fase di progettazione un reattore di dimensioni maggiori, composto da centinaia di reattori più piccoli e connessi in serie o in parallelo. Questa installazione sarà in funzione entro fine ottobre e, a regime, dovrebbe fornire 1 MW di potenza che servirà a vaporizzare dell'acqua in modo da attivare una turbina, proprio come avviene in un reattore nucleare, ma con un generatore che non sarà più grande di 2 metri per 3. Questo significa costi ridotti in maniera significativa per le materie prime e per la manutenzione, oltre a garantire maggiore sostenibilità ambientale e sicurezza per i cittadini.
Mentre i nostri politici continuano a litigare sul nucleare si, nucleare no, Conto Energia si, Conto Energia no, uno shift di paradigma sta forse avvenendo proprio sotto i nostri occhi, e nessuno sembra essersi reso conto che queste discussioni sul futuro energetico del Paese potrebbero presto risultare del tutto obsolete. Il “Catalizzatore d'energia”, progettato dall'ingegner Andrea Rossi e da Sergio Focardi, professore emerito dell'Alma Mater, una macchina a fusione nucleare fredda, in grado di fornire 20 W per ogni Watt consumato, sembra funzionare per davvero.
La fusione fredda è sempre stata considerata un fiasco, sin da quando i professori, Martin Fleischmann e Stanley Pons, la proposero nel 1989. Da allora, la possibilità di avere un processo di fusione a temperatura ambiente è stata ignorata dall’ambiente accademico ed è stata accuratamente evitata persino la discussione sul tema, o la semplice attività di ricerca. Ma oggi, a distanza di due decenni, il piccolo reattore - più piccolo di una lavatrice, costruito dai due ricercatori italiani, sembra ribaltare i pronostici riguardo questa tecnologia.
Settimana scorsa è stato sottoposto all'esame della commissione della Swedish Skeptics Society, e benché il processo che avviene al suo interno non sia del tutto chiaro (probabilmente si tratta di un tipo di reazione nucleare ancora sconosciuta alla scienza), il capo della commissione non ha potuto fare altro che confermare il funzionamento della macchina: in 50 centimetri cubi, con qualsiasi tipo di carburante, l'invenzione del dottor Rossi produce sempre 25 Kwh. La commissione ha avuto la possibilità di esaminare l'intera apparecchiatura, escluso il contenuto del piccolo reattore, che resta sotto brevetto.
Al momento, più di un centinaio di questi reattori sono in funzione in quattro diversi Paesi, sotto l'occhio vigile di esperti che ne stanno monitorando il funzionamento. Rossi conferma anche che ha in fase di progettazione un reattore di dimensioni maggiori, composto da centinaia di reattori più piccoli e connessi in serie o in parallelo. Questa installazione sarà in funzione entro fine ottobre e, a regime, dovrebbe fornire 1 MW di potenza che servirà a vaporizzare dell'acqua in modo da attivare una turbina, proprio come avviene in un reattore nucleare, ma con un generatore che non sarà più grande di 2 metri per 3. Questo significa costi ridotti in maniera significativa per le materie prime e per la manutenzione, oltre a garantire maggiore sostenibilità ambientale e sicurezza per i cittadini.