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martedì 5 aprile 2011

L'auto elettrica? Se caricata a carbone diventa inquinante come un diesel


Ripensamento sul nucleare e sogno delle emissioni zero

Lo tsunami giapponese ha, forse, allontanato per diversi anni il sogno risanatore dell'auto elettrica. Fino a ieri il problema principale era studiare batterie capaci di aumentare l'autonomia, senza incidere pesantemente sul costo della vettura. Oggi, dopo il disastro delle centrale nucleari nipponiche e il conseguente congelamento del processo di aggiornamento di tutte le centrali esistenti al mondo, bisogna ripensare tutto. Perché se si torna la carbone per produrre elettricità le auto con la pila rischiano di inquinare più di quelle a benzina. Oggi sul pianeta circolano 700 milioni di veicoli (nel 2020 saranno 1,4 miliardi, nel 2050 circa 3 miliardi), responsabili del 13% delle emissioni di CO2, il gas all'origine dell'effetto serra. Queste automobili generano un problema di rifornimento di carburante fossile, a cui seguirà, inevitabilmente, una crescita del prezzo alla pompa. Fenomeno aggravato dal ricorso dei governi a colpire il carburante, per ricavare benefici fiscali. Le case costruttrici devono elaborare nuove soluzioni capaci di ridurre almeno di quattro volte le emissioni, quindi i consumi, prima del 2050.


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