Marsili Project, un progetto tutto italiano, per sviluppare la prima centrale geotermica offshore al mondo. Una sfida scientifica e tecnologica promossa da Eurobuilding S.p.A. con una squadra costituita dai più importanti Organismi di Ricerca del settore.
Il centro della produzione geotermoelettrica italiana è la Toscana, dove si producono annualmente circa 5,5 TWh di energia elettrica (pari al 20% della produzione elettrica regionale e all’1,6% della produzione nazionale) nei campi di Larderello e del Monte Amiata. Numerosi studi e ricerche sono stati condotti negli anni 70-80 da una joint-venture ENEL-AGIP per l’esplorazione e lo sfruttamento di aree potenzialmente idonee localizzate nei distretti vulcanici del Lazio, della Campania e della Sicilia, ma problemi di natura geologica e fattori socio-economici hanno di fatto bloccato ogni tentativo di sfruttamento. Nell’offshore tirrenico, al largo delle aree sopra menzionate, sono presenti numerosissimi vulcani – tra i più grandi d’Europa – in corrispondenza dei quali si sono formati campi geotermici sottomarini con enormi potenzialità (anche maggiori rispetto alle aree onshore) e tecnicamente sfruttabili. Il campo geotermico che offre le migliori opportunità di sfruttamento in termini di caratteristiche geologico-vulcanilogiche e di reale fattibilità tecnica è il vulcano Marsili, localizzato al centro della piana batiale del Tirreno meridionale, al largo delle coste di Calabria e Sicilia.
Da 5 anni la Società EUROBUILDING SpA, avvalendosi di un gruppo di esperti nazionali e internazionali nel campo della geotermia e della geologia marina (afferenti all’università di Chieti ed ai più prestigiosi centri di ricerca nazionali: INGV, CNR), ha condotto una serie di ricerche per la definizione delle caratteristiche del campo geotermico del vulcano Marsili, ottenendo risultati di portata mondiale che testimoniano la presenza di circolazione di enormi volumi di fluidi ad alta temperatura; l’obiettivo strategico per i prossimi anni è la captazione di tali fluidi per la produzione di energia elettrica tramite piattaforme multifunzionali offshore.
Tale obiettivo sarà perseguito attraverso la definizione di una campagna oceanografica, da realizzarsi entro il 2011, propedeutica alla realizzazione del primo pozzo geotermico offshore mari realizzato, previsto per il 2012. La produzione di energia elettrica, con il supporto di una piattaforma multifunzionale offshore, dotata di tutte le strutture necessarie alla perforazione e alle unità di produzione di energia elettrica, sarà possibile entro il 2015.
In una struttura delle dimensioni del vulcano Marsili si attendono decine di milioni di m3 di fluidi geotermici da avviare a produzione elettrica, con una ricarica praticamente continua (questo elemento è molto importante perché permette di sfruttare tutte le potenzialità del campo geotermico senza problemi di abbassamento del livello dei fluidi che, invece, si incontrano nei campi onshore). In questo modo sarà possibile installare una capacità produttiva di almeno 800 MWe, tale da raddoppiare l’attuale potenza elettrica nazionale proveniente da fonte geotermica. L’investimento complessivo per opere e infrastrutture connesse a tale obiettivo è stimato in circa 2 miliardi di euro. L’incidenza maggiore sui costi è quella delle piattaforme di sostegno agli impianti di produzione (41%), che dovranno essere appositamente progettate. Le soluzioni tecnologiche percorribili sono diverse (assenza della torre di raffreddamento, posizionamento in acqua del condensatore, possibilità di utilizzo di un fluido scambiatore, …) e possono comportare variazioni dei costi di investimento: proprio per tale ragione si sta già operando con esperti e compagnie specialiste del settore per trovare la migliore soluzione in termini di tecnologie e costi economici.
Le infrastrutture di trasporto dell’energia elettrica saranno gli usuali cavi sottomarini per il trasporto dell’elettricità in alta tensione e avranno un costo complessivo di circa 300 milioni di euro – per supportare gli 800 MWe dell’obiettivo strategico – per un collegamento con la terraferma di circa 150 Km.
Il primo obiettivo a breve/medio termine è l’installazione di una prima unità produttiva entro il 2015, con una potenza di almeno 200 MWe. In questa prima fase si prevede un investimento di 400 milioni di euro, di cui 100 milioni per i pozzi geotermici e l’impianto di produzione e 300 milioni per la piattaforma.
Si propone di seguito una breve descrizione dei principali elementi di programmazione tecnico-economica del primo progetto mondiale di valorizzazione di un campo geotermico sottomarino per la produzione di energia elettrica, localizzato in corrispondenza del vulcano sottomarino Marsili nell’offshore tirrenico dell’Italia meridionale.
Il principio fondante della geotermia è l’individuazione nel sottosuolo di un sistema di circolazione di acque surriscaldate (vapore) per opera di una sorgente di calore in profondità (generalmente corpi magmatici in corrispondenza di aree vulcaniche); queste, una volta captate tramite apposite perforazioni, hanno un potenziale calorifero che può essere sfruttato per la produzione di energia elettrica (circolazione dei fluidi in un sistema di generazione composto da turbina, generatore, sistema di raffreddamento e trasformatore).
Il principio fondante della geotermia è l’individuazione nel sottosuolo di un sistema di circolazione di acque surriscaldate (vapore) per opera di una sorgente di calore in profondità (generalmente corpi magmatici in corrispondenza di aree vulcaniche); queste, una volta captate tramite apposite perforazioni, hanno un potenziale calorifero che può essere sfruttato per la produzione di energia elettrica (circolazione dei fluidi in un sistema di generazione composto da turbina, generatore, sistema di raffreddamento e trasformatore).
Il centro della produzione geotermoelettrica italiana è la Toscana, dove si producono annualmente circa 5,5 TWh di energia elettrica (pari al 20% della produzione elettrica regionale e all’1,6% della produzione nazionale) nei campi di Larderello e del Monte Amiata. Numerosi studi e ricerche sono stati condotti negli anni 70-80 da una joint-venture ENEL-AGIP per l’esplorazione e lo sfruttamento di aree potenzialmente idonee localizzate nei distretti vulcanici del Lazio, della Campania e della Sicilia, ma problemi di natura geologica e fattori socio-economici hanno di fatto bloccato ogni tentativo di sfruttamento. Nell’offshore tirrenico, al largo delle aree sopra menzionate, sono presenti numerosissimi vulcani – tra i più grandi d’Europa – in corrispondenza dei quali si sono formati campi geotermici sottomarini con enormi potenzialità (anche maggiori rispetto alle aree onshore) e tecnicamente sfruttabili. Il campo geotermico che offre le migliori opportunità di sfruttamento in termini di caratteristiche geologico-vulcanilogiche e di reale fattibilità tecnica è il vulcano Marsili, localizzato al centro della piana batiale del Tirreno meridionale, al largo delle coste di Calabria e Sicilia.
Da 5 anni la Società EUROBUILDING SpA, avvalendosi di un gruppo di esperti nazionali e internazionali nel campo della geotermia e della geologia marina (afferenti all’università di Chieti ed ai più prestigiosi centri di ricerca nazionali: INGV, CNR), ha condotto una serie di ricerche per la definizione delle caratteristiche del campo geotermico del vulcano Marsili, ottenendo risultati di portata mondiale che testimoniano la presenza di circolazione di enormi volumi di fluidi ad alta temperatura; l’obiettivo strategico per i prossimi anni è la captazione di tali fluidi per la produzione di energia elettrica tramite piattaforme multifunzionali offshore.
Tale obiettivo sarà perseguito attraverso la definizione di una campagna oceanografica, da realizzarsi entro il 2011, propedeutica alla realizzazione del primo pozzo geotermico offshore mari realizzato, previsto per il 2012. La produzione di energia elettrica, con il supporto di una piattaforma multifunzionale offshore, dotata di tutte le strutture necessarie alla perforazione e alle unità di produzione di energia elettrica, sarà possibile entro il 2015.
In una struttura delle dimensioni del vulcano Marsili si attendono decine di milioni di m3 di fluidi geotermici da avviare a produzione elettrica, con una ricarica praticamente continua (questo elemento è molto importante perché permette di sfruttare tutte le potenzialità del campo geotermico senza problemi di abbassamento del livello dei fluidi che, invece, si incontrano nei campi onshore). In questo modo sarà possibile installare una capacità produttiva di almeno 800 MWe, tale da raddoppiare l’attuale potenza elettrica nazionale proveniente da fonte geotermica. L’investimento complessivo per opere e infrastrutture connesse a tale obiettivo è stimato in circa 2 miliardi di euro. L’incidenza maggiore sui costi è quella delle piattaforme di sostegno agli impianti di produzione (41%), che dovranno essere appositamente progettate. Le soluzioni tecnologiche percorribili sono diverse (assenza della torre di raffreddamento, posizionamento in acqua del condensatore, possibilità di utilizzo di un fluido scambiatore, …) e possono comportare variazioni dei costi di investimento: proprio per tale ragione si sta già operando con esperti e compagnie specialiste del settore per trovare la migliore soluzione in termini di tecnologie e costi economici.
Le infrastrutture di trasporto dell’energia elettrica saranno gli usuali cavi sottomarini per il trasporto dell’elettricità in alta tensione e avranno un costo complessivo di circa 300 milioni di euro – per supportare gli 800 MWe dell’obiettivo strategico – per un collegamento con la terraferma di circa 150 Km.
Il primo obiettivo a breve/medio termine è l’installazione di una prima unità produttiva entro il 2015, con una potenza di almeno 200 MWe. In questa prima fase si prevede un investimento di 400 milioni di euro, di cui 100 milioni per i pozzi geotermici e l’impianto di produzione e 300 milioni per la piattaforma.