Obama, il web e Grillo
Ma Grillo, no.
Il Presidente degli Stati Uniti d'America, BarackObama, ha rilanciato la propria candidatura alla rielezione alla Casa Bianca attraverso Facebook.
Alcuni giorni fa Obama accompaganto dal fondatore del social network più diffuso del mondo, MarkZuckberg, ha risposto alle domande di elettori e curiosi direttamente dalla sede californiana di Facebook a Palo Alto.
Un evento trasmesso via web da Facebook e seguito da milioni di blogger ed internauti.
Sembrerebbe anche la solita americanata se non fosse per il fatto che è stato proprio grazie alla Rete che Obama è riuscito a realizzare il sogno americano di diventare il primo presidente di colore made in U.S.A.
Già. La Rete. Internet.
La più grande rivoluzione tecnolgica degli ultimi anni capace di avvicinare e mettere in comunicazione tra loro gli antipodi del mondo.
Una invenzione che ha sconvolto un epoca che passa alla storia come l'era della comunicazione, dell'e-commerce, dei social network.
Barack Obama è anche lui un prodotto della rete.
La sua prima (vittoriosa) campagna elettrorale l'ha realizzata grazie al fondamentale apporto di Internet, condividendo i punti del suo programma con gli elettori, ascoltando i commenti, comunicando attraverso le webcam.
Così facendo ha parlato ad un pubblico giovane ed istruito attraverso un canale che arriva a tutti in maniera molto diffusa.
Puntando sulla innovazione, sulla condivisione dei suoi progetti politici e sulla voglia di cambiamento invalsa nell'elettorato americano dopo gli anni non luminosissimi di George W. Bush ha clamorosamente vinto.
E in Italia?
Siamo in leggera controtendenza.
Un popolo che si abbevera di televisione (gestita da chi non c'è nemmeno bisogno di dirlo) conosce poco la Rete.
La nostra classe politica è vecchia e pratica poco internet e blog.
Se non attraverso propri uomini staff e da ufficio stampa che, sempre prodighi e solerti, si impegnano a curare stantii profili facebook, aggiornati a forza di comunicati stampa dai consueti toni più o meno propagandistici.
L'unico politico che utilizza Internet con convinzione e passione ammirevole è quello che la stampa generalista ha ribattezzato come l'antipolitico per eccellenza: Beppe Grillo.
Grillo ha un blog che è il primo sito di informazione italiano dopo quello di Repubblica e del Corriere della Sera ed è tra i primi 10 blog al mondo per numero di visitatori.
Attivo dal 2005 ha lanciato due V-Day, con migliaia di persone in piazza a seguirlo, ha organizzato la Woodstock a 5 stelle a Cesena dove per due giorni di seguito e con una presenza di pubblico oceanica ha parlato di informazione, energia pulita, finanza ed ecologia alternando interventi musicali a premi nobel, scienziati ed attivisti impegnati in ogni ramo del sociale.
Ha raccolto migliaia di firme per cacciare i politici condannati in via definitiva dal Parlamento, ha promosso svariate iniziative politiche a favore dell'acqua pubblica, di internet libero, della raccolta differenziata dei rifiuti. Anzi di una fattibile società a rifiuti zero.
Ebbene questo "antipolitico" ha un riscontro popolare praticamente unico in tutto il panorama nazionale.
E' vero. Non è un politico come forse lo possiamo intendere tramite i dettami soggettivi che ognuno di noi può avere pensando alla figura del politico.
E' un comico. Fondamentalemente si.
Ma etichettare il Grillo di oggi semplicemente come un comico sarebbe a dir poco riduttivo.
Grillo non ha appartenenze politiche. E' un cane sciolto. E' un uomo che usa il cervello. Può anche sbagliare, come tutti, ma lo fa fuori dalle paludi del politichese e delle logiche di potere da segreteria di partito.
Ha fondato un movimento (il moVimento a 5 stelle) che è un non - partito, non ha tessere, non ha statuti, si confronta in rete e alle ultime elezioni, senza finanziamenti pubblici ha portato a casa 500.000 voti nelle 5 regioni in cui si è presentato, rinunciando ad un milione e trecentomila euro di "rimborsi" elettorali.
Grillo usa Internet meglio di tutti in Italia.
Censurato da anni dalla televisione come comico anti-sistema, Grillo, come Obama, ha cavalcato le potenzailità di Internet e della Rete perfettamente, ridicolizzando la censura mediatica del piccolo schermo ed attraverso il suo carisma ha trovato nella Rete un efficace detonatore della propria dimensione comunicativa.
Ci sono stati i primi attivisti del MoVimento 5 Stelle eletti in qualche consiglio regionale e comunale. Ma Grillo in prima persona non si candiderà mai.
Ha ancora diversi processi in corso ed il senso stesso delle sue battaglie andrebbe in fumo se mettesse la propria candidatura ad un ruolo politico di primo piano.
Ad ogni modo fa riflettere come in qualsiasi altro Paese un fenomeno mediatico (e di contenuti) del genere avrebbe riflessi in Parlamento.
Come è accaduto per gli States con Barack Obama.
In Italia no.
O quanto meno non ancora.
Obama è un politico tradizionale, educato e di gradevole aspetto.
Grillo è un eversivo della politica, parla un linguaggio da comico che non disdegna la volgarità ed è contro il sistema, mandando affanculo chiunque e quando vuole farlo.
Ma ha idee e programmi innovativi, che se entrassero nelle camere di bottoni una volta tanto realizzerebbero qualche bisogno del comune cittadino elettore e a discapito di un sistema politico e di potere che ormai vive di vita propria.
E che del cittadino ha bisogno solo in occasione delle consultazioni elettorali.
Il problema è che tra Grillo e la camera dei bottoni c'è una selva di affarismi da oltrepassare.
E d'altra parte il paragone Obama - Grillo decisamente non regge.
Non fosse altro che diversamente da noi, negli USA la parola democrazia significa ancora qualcosa