PESCARA. Un progetto da 4,5 mln di euro finanziato dall’Unione Europea per studiare la possibilità di istallare parchi eolici off-shore.
Studiare, analizzare, valutare il vento con la sistemazione di un anemometro (strumento per la misurazione del vento) in tutte le regioni (italiane e non) che affacciano sull’Adriatico. Questo lo scopo del progetto “Powered” (uno tra i più corposi finanziati nell'area mediterranea), che vede l’Abruzzo capofila di un partenariato più ampio, presentato questa mattina dai massimi rappresentanti politici abruzzesi. Nonostante la sala fosse semivuota, si sono alternati nella lunga discussione, moderati dal giornalista Rai, Antimo Amore, il sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia, il presidente della Provincia, Guerino Testa, e il neo assessore all’Energia, Mauro Di Dalmazio. A conclusione dei lavori è intervenuto anche il presidente della Regione, Gianni Chiodi, accolto all’entrata dell’Auditorium Petruzzi dalla protesta dei lavoratori dell’Airone Techinc ai quali ha assicurato «che farà di tutto anche se si tratta di un’azienda privata». Al grido di «abbandoniamo campanilismi ed ideologismi», si è fatta strada la «necessità di provvedere al fabbisogno energetico della regione e non solo».
Sull’onda emotiva del disastro nucleare del Giappone (vicenda ricordata innumerevoli volte in poche ore), la ricerca di energie alternative attecchisce ed inebria il pubblico. Meno seducenti, invece, sembrano essere i temi dell’efficienza e del risparmio energetico: per tre ore nessun politico abruzzese ne ha parlato, lo spunto (rimasto tale) è stato dato da un rappresentante della Regione Emilia Romagna (non partner del progetto). «Avremo un approccio laico e libero all’analisi che ne verrà fuori», ha detto il project manager Ercole Cauti, «non siamo una combriccola che vuole mettere le turbine per forza». Se il vento non sarà “favorevole”? «Evidentemente se ci siamo buttati a capofitto, qualcosa si può fare», ha risposto a PrimaDaNoi.it il responsabile del progetto, il dirigente regionale del settore Energia, nonché degli “Affari della presidenza”, Antonio Sorgi. Sedici partner pubblici e privati, più tantissimi sponsor e altrettante dichiarazioni d’interesse da parte di grandi aziende nazionali. «Ha riscosso facile successo sia al Comitato di sorveglianza del mare adriatico», ha detto Sorgi nel suo intervento, «sia al Ministero dell’Ambiente e dunque poi è stato facile gli sponsor: ci sono pervenute dichiarazioni di interesse da parte di Terna, Cpl Concordia, Vestas, General electric ed Enel». «VERSO LA MACROREGIONE» L’adesione degli sponsor (paganti), a detta della Regione, permetterà di raddoppiare gli anemometri per ogni regione. La rete realizzata servirà a capire se sarà conveniente e redditizio un investimento in turbine eoliche off-shore. Una volta installata la rete, che assorbirà il 49% del finanziamento totale, non verrà smantellata ma ceduta gratuitamente all’Aeronautica militare in virtù di un accordo. I partner attuali sono: il Ministero dell’Economia del Montenegro, Veneto Agricoltura, la Provincia di Ravenna, le Regioni Marche, Molise e Puglia, l’Università Politecnica delle Marche, il consorzio Cetma, Ministero dell’Ambiente italiano, Ministero dell’Economia albanese, il Comune croato di Komiza e Micoperi Marine contractors. Alla base di una così ampia e trasversale partecipazione di enti pubblici, c’è una strategia più volte ripetuta, ma non ancora spiegata nel dettaglio: «creare una macroregione adriatico-ionica». E il progetto Powered sarebbe il punto di partenza per «iniziare a riempire di contenuti» questa immaginaria macroregione. CONTROLLI E TAVOLI TECNICI Lo studio per lo «sviluppo di energie rinnovabili», che prevede 6 diverse fasi, inizierà nel 2011 per concludersi nel 2014. Previsti numerosi controlli nell’attività: uno ogni anno. Non mancano rendicontazioni e monitoraggi. Pensati per l’occasione, oltre ad una nutrita pianta organica, anche un tavolo per gli osservatori (associazioni di categoria e ambientaliste), uno dei sindaci e l’ultimo per gli sponsor. Qualcuno però già si pone delle domande sull’impatto ambientale confezionando delle proprie risposte. «Non credo ci sia il rischio di un impatto visivo e acustico conseguente alla presenza delle turbine», ha affermato Guerino Testa, «saranno invece utili come ci insegnano le esperienze dei paesi del nord che vantano grandi parchi eolici». «Occorreranno tempi certi», ha fatto notare Renato Ricci del comitato scientifico, «per la chiusura dell’analisi altrimenti non serve a nulla». VANTAGGI E SVANTAGGI DELL’OFF-SHORE Perché sul mare? «Perché il vento è più uniformemente distribuito e le pale possono essere più basse», ha spiegato Ricci, «anche se costano il doppio di quelle a terrà (1,5 mln contro 3 mln di euro)». Che problemi già si intravedono? «I problemi saranno tutti nella rete di trasmissione dell’energia», ha illustrato Ricci, «che in questo momento è carente: non riesce a portare anche l’energia derivante da fonti rinnovabili». Nessun collegamento, a detta di alcuni, tra questo progetto (di analisi) e il cavodotto che costruirà Terna tra l’Italia e il Montenegro (Tivat-Pescara) per la trasmissione di energia dai Balcani. Per l’assessore di Di Dalmazio il progetto Powered «è una grande opportunità ed il segno che l’Abruzzo vuole avere un ruolo nella pianificazione dell’approvvigionamento energetico». «A me il petrolio non piace», ha confessato il presidente della Regione Gianni Chiodi, «non mi piace il nucleare… ma non ne possiamo fare a meno, per ora». Manuela Rosa 01/04/2011 8.16
Studiare, analizzare, valutare il vento con la sistemazione di un anemometro (strumento per la misurazione del vento) in tutte le regioni (italiane e non) che affacciano sull’Adriatico. Questo lo scopo del progetto “Powered” (uno tra i più corposi finanziati nell'area mediterranea), che vede l’Abruzzo capofila di un partenariato più ampio, presentato questa mattina dai massimi rappresentanti politici abruzzesi. Nonostante la sala fosse semivuota, si sono alternati nella lunga discussione, moderati dal giornalista Rai, Antimo Amore, il sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia, il presidente della Provincia, Guerino Testa, e il neo assessore all’Energia, Mauro Di Dalmazio. A conclusione dei lavori è intervenuto anche il presidente della Regione, Gianni Chiodi, accolto all’entrata dell’Auditorium Petruzzi dalla protesta dei lavoratori dell’Airone Techinc ai quali ha assicurato «che farà di tutto anche se si tratta di un’azienda privata». Al grido di «abbandoniamo campanilismi ed ideologismi», si è fatta strada la «necessità di provvedere al fabbisogno energetico della regione e non solo».
Sull’onda emotiva del disastro nucleare del Giappone (vicenda ricordata innumerevoli volte in poche ore), la ricerca di energie alternative attecchisce ed inebria il pubblico. Meno seducenti, invece, sembrano essere i temi dell’efficienza e del risparmio energetico: per tre ore nessun politico abruzzese ne ha parlato, lo spunto (rimasto tale) è stato dato da un rappresentante della Regione Emilia Romagna (non partner del progetto). «Avremo un approccio laico e libero all’analisi che ne verrà fuori», ha detto il project manager Ercole Cauti, «non siamo una combriccola che vuole mettere le turbine per forza». Se il vento non sarà “favorevole”? «Evidentemente se ci siamo buttati a capofitto, qualcosa si può fare», ha risposto a PrimaDaNoi.it il responsabile del progetto, il dirigente regionale del settore Energia, nonché degli “Affari della presidenza”, Antonio Sorgi. Sedici partner pubblici e privati, più tantissimi sponsor e altrettante dichiarazioni d’interesse da parte di grandi aziende nazionali. «Ha riscosso facile successo sia al Comitato di sorveglianza del mare adriatico», ha detto Sorgi nel suo intervento, «sia al Ministero dell’Ambiente e dunque poi è stato facile gli sponsor: ci sono pervenute dichiarazioni di interesse da parte di Terna, Cpl Concordia, Vestas, General electric ed Enel». «VERSO LA MACROREGIONE» L’adesione degli sponsor (paganti), a detta della Regione, permetterà di raddoppiare gli anemometri per ogni regione. La rete realizzata servirà a capire se sarà conveniente e redditizio un investimento in turbine eoliche off-shore. Una volta installata la rete, che assorbirà il 49% del finanziamento totale, non verrà smantellata ma ceduta gratuitamente all’Aeronautica militare in virtù di un accordo. I partner attuali sono: il Ministero dell’Economia del Montenegro, Veneto Agricoltura, la Provincia di Ravenna, le Regioni Marche, Molise e Puglia, l’Università Politecnica delle Marche, il consorzio Cetma, Ministero dell’Ambiente italiano, Ministero dell’Economia albanese, il Comune croato di Komiza e Micoperi Marine contractors. Alla base di una così ampia e trasversale partecipazione di enti pubblici, c’è una strategia più volte ripetuta, ma non ancora spiegata nel dettaglio: «creare una macroregione adriatico-ionica». E il progetto Powered sarebbe il punto di partenza per «iniziare a riempire di contenuti» questa immaginaria macroregione. CONTROLLI E TAVOLI TECNICI Lo studio per lo «sviluppo di energie rinnovabili», che prevede 6 diverse fasi, inizierà nel 2011 per concludersi nel 2014. Previsti numerosi controlli nell’attività: uno ogni anno. Non mancano rendicontazioni e monitoraggi. Pensati per l’occasione, oltre ad una nutrita pianta organica, anche un tavolo per gli osservatori (associazioni di categoria e ambientaliste), uno dei sindaci e l’ultimo per gli sponsor. Qualcuno però già si pone delle domande sull’impatto ambientale confezionando delle proprie risposte. «Non credo ci sia il rischio di un impatto visivo e acustico conseguente alla presenza delle turbine», ha affermato Guerino Testa, «saranno invece utili come ci insegnano le esperienze dei paesi del nord che vantano grandi parchi eolici». «Occorreranno tempi certi», ha fatto notare Renato Ricci del comitato scientifico, «per la chiusura dell’analisi altrimenti non serve a nulla». VANTAGGI E SVANTAGGI DELL’OFF-SHORE Perché sul mare? «Perché il vento è più uniformemente distribuito e le pale possono essere più basse», ha spiegato Ricci, «anche se costano il doppio di quelle a terrà (1,5 mln contro 3 mln di euro)». Che problemi già si intravedono? «I problemi saranno tutti nella rete di trasmissione dell’energia», ha illustrato Ricci, «che in questo momento è carente: non riesce a portare anche l’energia derivante da fonti rinnovabili». Nessun collegamento, a detta di alcuni, tra questo progetto (di analisi) e il cavodotto che costruirà Terna tra l’Italia e il Montenegro (Tivat-Pescara) per la trasmissione di energia dai Balcani. Per l’assessore di Di Dalmazio il progetto Powered «è una grande opportunità ed il segno che l’Abruzzo vuole avere un ruolo nella pianificazione dell’approvvigionamento energetico». «A me il petrolio non piace», ha confessato il presidente della Regione Gianni Chiodi, «non mi piace il nucleare… ma non ne possiamo fare a meno, per ora». Manuela Rosa 01/04/2011 8.16