di Felice Lucia
Le prospettive del settore idroelettrico sono radicalmente differenti se si considerano i piccoli o i grandi impianti. Per questi ultimi, di fatto, la crescita attesa nel medio termine è molto modesta, in ragione sia dello scarso potenziale di sviluppo ulteriore delle grandi derivazioni idroelettriche nel Nord Italia, sia dell’elevato impatto ambientale che eventuali investimenti in sbarramenti o dighe comporterebbero, e delle conseguenti limitazioni normative. Più favorevole appare, invece, lo scenario di sviluppo degli investimenti in piccoli impianti.
Come evidenziato dalla European Small-Hydro Association (ESHA), l’Italia detiene il primato europeo per capacità installata in impianti idroelettrici al di sotto dei 10 MW. Il potenziale di ulteriore sviluppo del piccolo idroelettrico è tuttavia, secondo le stime dall’ESHA, ancora molto elevato. Lo sviluppo di questo segmento di mercato è favorito da un lato dalle caratteristiche “tecniche” degli impianti, basati da una tecnologia matura ed affidabile che permette di sfruttare anche “salti” di pochi metri e condotte artificiali, e dall’altro dalle favorevoli caratteristiche idro-geologiche dell’Italia.
In particolare, rispetto alle altre fonti rinnovabili il mini-idroelettrico è caratterizzato da una migliore sostenibilità dal punto di vista del bilancio energetico, una maggiore disponibilità, con conseguenti costi per l’installazione e per la produzione di energia inferiori rispetto alle altre fonti rinnovabili.
In base alle stime effettuate nel 2011 dal Dipartimento di Energia del Politecnico di Milano, tali differenze possono riassumersi nelle seguenti:
- sotto il profilo della sostenibilità, l’indice EROEI (Energy Returned on Energy Invested) - cioè il rapporto tra l’energia necessaria a produrre e smantellare un determinato impianto e l’energia prodotta da quest’ultimo nell’arco della sua vita utile - è decisamente più elevato nel caso del mini-idroelettrico rispetto alle altre fonti analizzate;
- per quanto riguarda la disponibilità annua, in Italia un impianto mini-idroelettrico potenzialmente funziona per gran parte dell’anno (ad esclusione dei soli periodi di gelo nelle zone montane e dei periodi di particolare siccità, nonché delle ore necessarie per la manutenzione e pulizia dell’impianto), mentre fotovoltaico ed eolico sono vincolati alla presenza rispettivamente di luce e di vento;
- relativamente ai costi di installazione, a tecnologie attuali, l’idroelettrico si rivela molto competitivo, soprattutto rispetto al fotovoltaico e alle biomasse.
Esistono tuttavia importanti ostacoli per il settore, dettati principalmente dalla normativa attualmente vigente sulla realizzazione di centrali idroelettriche e dal nuovo quadro degli incentivi definito dal decreto ministeriale del 6 luglio 2012. Come rilevato dall’ESHA, i limiti introdotti dagli assetti normativi riducono considerevolmente il potenziale di sviluppo del mini-idroelettrico in Italia.