Via libera ai finanziamenti elettorali in bitcoin sebbene entro limiti ben definiti. Lo ha stabilito la Federal Election Commission degli Stati Uniti con il voto unanime dei suoi sei membri. La decisione consentirà a ciascun donatore di versare un solo contributo per ciclo elettorale utilizzando la criptovaluta per una somma massima pro capite di 100 dollari. Lo riferisce la stampa americana.
La decisione, nota la CNN, costituisce una svolta per la Commissione che, interpellata su una questione simile l’autunno scorso, si era trovata in una situazione di stallo. “In assenza di leggi che ne proibiscano l’utilizzo, una manciata di candidati e alcuni gruppi politici hanno affermato di aver già accettato finanziamenti in bitcoin” rileva ancora l’emittente Usa sul suo sito. “Possono continuare a farlo, ma ora rischiano di subire un’indagine ed eventuali sanzioni dai comitati di controllo qualora le donazioni non dovessero rispettare i limiti imposti dalla decisione della Commissione elettorale”.
Gli Stati Uniti – ricorda BitLegal.net, il sito lanciato dagli americani Zachary Taylor, web designer, e Marc Nickel, avvocato della Silicon Valley, con l’obiettivo di monitorare lo status della criptovaluta nel mondo – hanno generalmente un atteggiamento permissivo nei confronti del bitcoin. Nell’agosto del 2013 una corte distrettuale del Texas ha definito il bitcoin “una valuta o comunque una qualche forma di denaro”, la Financial Crimes Enforcement Network (FinCen) ha parlato invece di “valuta virtuale” non assimilabile però alla moneta a corso legale. Le operazioni in Bitcoin sono comunque permesse anche se alcune norme specifiche variano da Stato a Stato.
9 Maggio 2014
Matteo Cavallito @ cavallito@valori.it