Proprio nel giorno in cui si festeggia “Bitcoin Pizza Day”, il prezzo di un singolo bitcoin (moneta crittografica basata su un innovativo registro di proprietà decentralizzato, lanciato nel 2009 e diffuso oramai su vasta scala) è arrivato a sfiorare nuovamente i 530 dollari sui principali mercati, dopo oltre un mese di relativa stabilità intorno ai 450 dollari.
Le cause di questo rialzo, che secondo alcuni analisti potrebbe rappresentare l’inizio di un ulteriore trend positivo per questo asset digitale (rivalutatosi già di oltre 100 volte negli ultimi due anni), possono essere collegate con diverse notizie positive che hanno caratterizzato il mondo delle “cryptocurrencies” negli ultimi giorni.
Le notizie dalla Cina, per esempio: uno dei principali driver del calo del prezzo del bitcoin nei primi mesi del 2014 era stato rappresentato dalle negative provenienti dal paese asiatico (fino alla fine del 2013 uno dei più importanti mercati per la crittomoneta, è stato in seguito scosso e indebolito da alcune prese di posizione governative, che sembravano andare nella direzione di stringenti limitazioni), la scorsa settimana, tuttavia , queste notizie sono state contestualizzate e ridimensionate: il Global Bitcoin Summit di Pechino, per esempio, si è svolto come previsto senza alcuna interferenza politica, facendo da cornice al debutto di una vasta gamma di nuove start-up cinesi basate sulla tecnologia Bitcoin, e mostrando una community sempre più ampia e organizzata.
Hanno sicuramente contribuito a una ripresa dell’ottimismo sulla diffusione di questa tecnologia anche le parole del CEO di eBay, John Donahoe, che al meeting annuale degli azionisti ha ribadito il concreto interessa da parte dell’azienda per l’ipotesi di integrazione con la piattaforma Bitcoin.
Alcuni titoli giornalistici hanno ingigantito queste dichiarazioni, la cui importanza non deve comunque essere sottovalutata: “Pensiamo – ha detto Donahoe – che Bitcoin giocherà un ruolo estremamente importante in futuro. Stiamo attivamente valutando come questo potrà esattamente accadere, come possiamo trarne il massimo vantaggio ed integrarlo con PayPal.”
Ma uno dei motivi di questo rinnovato interesse nella tecnologia Bitcoin (e quindi verso l’omonima valuta digitale) è senz’altro anche la risonanza mediatica della conferenza internazionale Bitcoin2014, iniziata giovedì scorso e conclusasi sabato, nella pittoresca cornice di Amsterdam.
La conferenza ha visto la partecipazione di più di un migliaio tra visitatori e operatori, un numero considerevole se si considera l’elevata fee di iscrizione. Presente anche una piccola ma decisamente agguerrita delegazione italiana, con i fondatori di importanti business come Greenaddress.it (uno dei più avanzati portafogli bitcoin a livello globale), BitBoat e TheRockTrading (rispettivamente un marketplace per acquistare e vendere Bitcoin e un sito di exchange e trading specializzato in valute e titoli virtuali), e l’ideatore di un paper su una possibile “politica monetaria automatica” da implementare sulla tecnologia delle crittovalute per stabilizzarne i prezzi.
Numerose anche le “rivelazioni” che hanno aperto nuovi scenari sul futuro de settore.
Per esempio Patrick Byrne, CEO di Overstock (uno dei maggiori retailer online mondiali, con un fatturato di 1,3 miliardi di dollari, che da diversi mesi accetta pagamenti in bitcoin), dopo aver aperto la conferenza con un appassionato discorso sui rapporti tra protocollo Bitcoin e storia del pensiero liberale, ha lasciato intendere che la sua società, in procinto di quotarsi sul NASDAQ, sta seriamente considerando la possibilità di quotarsi simultaneamente anche su uno stock exchange interamente basato sulla tecnologia delle crittovalute (“on a block chain kind of a stock exchange”, nelle sue stesse parole).
Di un’altra attesa rivelazione è stato protagonista l’imprenditore Jeremy Allaire, che ha presentato caratteristiche e sugli ambiziosissimi piani della startup Circle, che mira a rendere questa tecnologia davvero “per tutti”.
Diverse anche le novità di impatto minore ma di sicura rilevanza per la nascente industria delle “crypto”: Tony Gallippi, CEO del sistema di gestione di pagamenti bitcoin-based BitPay, ha svelato in cifre l’incredibile successo dell’azienda (oltre 30.000 operatori commerciali già si appoggiano a questo servizio); mentre Zach Harvey, CEO della celebre azienda produttrice di vending machine per bitcoin Lamassu, ha introdotto un modulo supplementare che consente di prelevare valuta nazionale trasferendo bitcoin, in aggiunta alla funzione inversa, trasformando le macchine della compagnia in veri e propri “Bitcoin ATM”.
Lo sviluppatore Gavin Andresen, infine, ha dato conto di alcune proposte di modifica al protocollo, rassicurando gli appassionati sugli sforzi in atto per prevenire e risolvere diverse problematiche che potrebbero insorgere (ad esempio in relazione all’aumento delle commissioni di transazioni, in uno scenario futuro in cui “minare” bitcoin diverrà sempre più difficile).
Non sono mancate le occasioni per presentare ai convenuti i più recenti sviluppi nei progetti paralleli a Bitcoin, che hanno preso le mosse dalla prima e più famosa crittovaluta per poi spingersi su progetti anche molto differenti: hanno riscosso molto interesse lo stend di Nxt (dove si poteva provare il nuovo client, che integra un sistema di messaggistica criptata e una piattaforma di trading decentrato di titoli virtuali) e quello di Ripple (dove era possibile sperimentare l’acquisto di deliziosi stroopwaffel tramite lo scambio di appositi “IOU” emessi sulla piattaforma).