Il Fiscal compact? Non fa più paura, grazie alla MAFIA, MIGNOTTE ... !
da Milano Fianaza
Il Fiscal compact? Non fa più paura. La prospettiva di manovre da
almeno 50 miliardi di euro l’anno per i prossimi vent’anni al fine di
rispettarlo? Uscita dal radar. Il motivo è molto semplice: cambia il
Sistema dei conti nazionali (Sec), l’impianto che definisce la
metodologia armonizzata per la produzione di dati di contabilità
nazionale all’interno dell’Unione europea. E il cambiamento è a tutto
vantaggio dell’Italia. La novità
più stupefacente riguarda le attività illegali come traffico di droga,
prostituzione e contrabbando, che saranno inserite nel nuovo calcolo dei
conti che sarà adottato da tutti i Paesi europei, compresa l’Italia dal
2014. Sembra uno scherzo ma non lo è. E grazie a questo ai cittadini
italiani dovrebbero essere risparmiate nuove terribili stangate.
E chissà, forse l’Italia diventerà la prima economia europea. Le ultime
stime dedicate risalgono al 2008, e indicano come il valore aggiunto
prodotto nell’area del sommerso sia compreso tra un minimo di 255 e un
massimo 275 miliardi di euro. Il peso dell’economia sommersa è quindi
stimato tra il 16,3% e il 17,5% del pil.
Il 2014, spiega l’Istat, “è un anno di importanti cambiamenti per il
Sistema dei conti nazionali (Sec), l’impianto che definisce la
metodologia armonizzata per la produzione di dati di contabilita’
nazionale all’interno dell’Unione europea”. L’introduzione del nuovo Sec
prevede una misura di riferimento che riguarda un anno scelto come
riferimento, nel caso specifico il 2011. Per tale anno i livelli di
tutte le grandezze contenute nei conti vengono verificate e ridefinite e
quetso vale, tra l’altro, per il valore del pil nominale, che viene
quindi valutato ex novo.
Nella nuova versione dei conti, le spese in Ricerca e Sviluppo sono
considerate come spese di investimento in quanto contribuiscono
all’accumulazione, tramite capitale intangibile, di capacità produttiva;
in precedenza esse erano una componente dei costi intermedi. Questo
cambiamento del metodo di contabilizzazione determina un impatto
positivo sulla domanda aggregata e, quindi, sul pil pari alla parte di
spesa effettuata dalle imprese di mercato. Anche la componente relativa
alla spesa delle Amministrazioni Pubbliche, benché già contabilizzata
quale domanda finale in quanto parte dei consumi intermedi e quindi
della produzione di servizi ad uso della collettività, avrà comunque un
effetto positivo sul valore aggiunto, pari all’ammortamento dello stock
di capitale di R&S che contribuisce, per definizione, a tale
aggregato.
Anche nel caso delle spese per armamenti, si opera una
riclassificazione da spese per consumi intermedi a spese per
investimento. Ciò vale per le tipologie di beni che soddisfano la
definizione generale di attività di investimento, ovvero che vengono
utilizzati ripetutamente per oltre un anno (ad esempio veicoli e altri
apparecchi quali navi da guerra, aerei militari, carri armati,
lanciamissili). L’impatto di tale modifica sarà limitato, in quanto la
spesa per armamenti era registrata nei consumi finali (collettivi) delle
amministrazioni pubbliche e, pertanto, contribuiva già al Pil. Vi è
però un effetto differenziale, dovuto al fatto che l’introduzione nei
conti di un capitale fisico in armamenti implica la contabilizzazione
dei relativi ammortamenti che, per il settore non market, genera un
effetto positivo sul valore aggiunto.
La stima degli scambi con l’estero si modifica per il nuovo
trattamento della componente dei beni sottoposti a lavorazione
(“processing”). Il valore del servizio di lavorazione relativo alla
merce spedita all’estero o ricevuta dall’estero per subire
trasformazioni (senza che vi sia un cambio di proprietà) sarà
contabilizzato in una apposita voce dello scambio di servizi.
All’opposto, non sarà contabilizzato il valore dei beni sottostanti, che
secondo la versione precedente del Sec era invece incluso nei relativi
flussi di importazioni e esportazioni di beni. Questo cambiamento della
metodologia non modifica il saldo netto dei flussi con l’estero, ma ha
effetto sui livelli delle due componenti dell’interscambio