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martedì 8 febbraio 2011

Chi tocca Cà del Bue brucerà all'inferno!

Gent.mo Dott. Salvagnin, gentile Redazione di VR Fedele, ho letto sull'ultimo numero di VR Fedele (30 gennaio 2011) il servizio "Chi tocca Cà del Bue brucerà all'inferno!". Anch'io trovo decisamente "accesi" e fuori misura i toni di alcune delle lettere citate. Penso sia molto più utile ed efficace esprimere le proprie idee senza invettive o condanne sommarie al fuoco eterno, tanto più quando si ha a che fare con uno che si chiama Paternoster! Conviene dunque moderare i toni, altrimenti ci si espone al ridicolo e si rischia di far passare in secondo piano le pur legittime preoccupazioni e perplessità di moltissimi cittadini e associazioni ambientaliste. Fatta questa doverosa premessa, vi chiedo di concedermi un piccolo spazio per provare ad esporre le ragioni per cui, a mio modesto parere, è giusto opporsi all'incenerimento dei rifiuti e scegliere invece il "modello Vedelago". L'incenerimento dei rifiuti è un errore, uno spreco di risorse e un pericolo per la salute e per l'ambiente. Paternoster è andato fino in Israele tornando deluso dal trattamento dei rifiuti a freddo. Si faccia allora un giro dalle parti di Treviso dalla Dr.ssa Carla Poli, che sarà felice di fargli visitare il suo Centro Riciclo di Vedelago (www.centroriciclo.com) e di mostrargli come il trattamento meccanico-biologico consenta già oggi e in Italia, senza andare tanto lontano, di riciclare fino al 99% dei materiali. Come afferma la Dr.ssa Poli, i rifiuti non esistono, esistono solo materiali da recuperare. Da recuperare e non da respirare dopo averli inceneriti e dispersi nell'atmosfera, perchè tanto bene alla salute non fanno. Anche se le emissioni sono entro i limiti di legge... perchè anche la legge ha i suoi limiti! Esemplare, al riguardo, la storia dell'amianto: benché sin dal 1962 fosse noto in tutto il mondo che le fibre di amianto provocano una grave forma di cancro, il mesotelioma pleurico (oltre alla classica asbestosi), le aziende Eternit e Fibronit continuarono a produrre manufatti sino al 1992, tentando di mantenere i propri operai in uno stato di totale ignoranza circa i danni a lungo termine che le fibre di amianto provocano, al fine di prolungare l'attività dello stabilimento e quindi i loro profitti. Con il materiale Eternit furono realizzate tettoie ma anche fioriere e sedie da spiaggia! Ci sono dunque voluti 30 anni e migliaia di morti perchè il Legislatore facesse chiudere le fabbriche. Migliaia di morti "a norma di legge", i cui responsabili sino ad oggi non sono stati praticamente perseguiti. Se vogliamo evitare il rischio che la storia si ripeta, è meglio applicare sempre il principio di precauzione, a maggior ragione perchè oggi la nostra città ha il poco invidiabile primato regionale nell'inquinamento atmosferico. L'impianto di Vedelago a Treviso è un centro di eccellenza riconosciuto a livello europeo, eppure non gode di nessun incentivo statale, a differenza degli inceneritori. Non servono nuovi inceneritori, non ha senso attivare l'inceneritore di Cà del Bue. Servono 100 centri come quello di Vedelago, uno per ogni provincia italiana! E occorre anche rivedere il nostro modello economico e di vita, ridurre a monte la produzione di rifiuti, limitare l'utilizzo della plastica, tassare gli imballaggi inutili e ingombranti e attuare una seria raccolta differenziata. Con le discariche e gli inceneritori, ci guadagnano solo le eco-mafie e i soliti imprenditori. Con il riciclaggio dei rifiuti si possono creare nuovi posti di lavoro e si può anche guadagnare, ma nel rispetto della salute, della collettività e dell'ambiente. Dunque NO allo spreco di risorse e NO agli inceneritori, SI' alle tre R: ridurre, riutilizzare, riciclare e SI' al sistema "Rifiuti Zero". === Cordiali saluti, Dr. Luca Salvi MDF Verona www.decrescitafelice.it