VENEZIA — Prima il Veneto. Ma non nei fondi alla montagna. Perché in quel caso vengono prima (ma ben prima) la Campania e la Calabria. Le comunità montane del Veneto pensavano che più in basso di così, ossia dell’azzeramento dei fondi patito lo scorso anno, non si potesse andare. E invece nel 2011 dovranno rassegnarsi al peggio: perché se è vero che qualche soldo è stato recuperato dal governo (spiccioli, in realtà), è però altrettanto vero che questi verranno ripartiti con un’ennesima sperequazione tra il Nord ed il Sud. A favore di quest’ultimo, beninteso. Oltre al danno, insomma, stavolta c’è pure la beffa. S’infuria il presidente della Comunità montana agordina, Luca Lucchetta: «E’ uno schiaffo. La Finanziaria 2010 (che su questo punto non tiene conto delle Regioni a statuto speciale, ndr.), assegna al Veneto soltanto il 2,66% dei fondi complessivi, ossia 4 4 0 . 0 3 6 , 4 3 e u r o s u 16.539.498,92 euro, mentre alla Campania vanno 4.791.232,67 euro, pari al 28,97% del fondo ed alla Calabria 2.895.760,89 euro pari al 17,51%».
Quindi, ben più giù, s’incontrano la Lombardia (7,38%), la Basilicata (7,12%) e il Piemonte (6,45%). Giusto per fare qualche esempio, questo significa che ai 16 Comuni dell’Agordino verranno trasferiti da Roma 11.961,8 euro, a San Gregorio delle Alpi 1011,96 euro, a Colle Santa Lucia 399 euro. Che cosa si riesca a fare, con cifre di questo tipo, non si sa: difficile asfaltare una strada, illusorio mettere in piedi un servizio bus decente, non bastano neppure per pagare chi d’inverno mette mano alla pala. Viene da chiedersi su che base il governo abbia messo mano al portafogli. E’ presto detto: i 16 milioni suddivisi tra le Regioni equivalgono al 30% delle risorse finora attribuite alle Comunità e che da quest’anno verranno invece assegnate ai Comuni montani, ossia a quelli in cui almeno il 75% del territorio sia al di sopra dei 600 metri, in proporzione alla popolazione residente (ed è qui che il Sud mette la freccia e si butta in sorpasso), con alcuni correttivi. Attacca Sergio Reolon, consigliere regionale bellunese del Pd: «Al disinteresse cronico di questo governo nazionale nei confronti della montagna si è aggiunta l’incapacità di Zaia e della Lega di andare oltre le chiacchiere e di portare a casa soldi veri per il territorio. La cosa gravissima è che i contributi, così calcolati, risultano consolidati anche per i prossimi anni». Reolon chiede in un’interrogazione alla giunta di procedere ad una revisione del riparto ed avanza l’ipotesi «che sia la stessa Regione ad integrare con le proprie risorse questa penuria di stanziamenti» mentre gli assessori regionali Marino Finozzi (Montagna) e Roberto Ciambetti (Bilancio) promettono di approfondire la questione, perché pare che questi dati non abbiano alcun riscontro negli uffici della Regione. Intanto l presidente della Provincia di Belluno, Gian Paolo Bottacin si dice sorpreso che «coloro che ora si lamentano si siano accorti solamente adesso di come funziona la distribuzione dei fondi. Lo Stato elargisce denaro sulla base della cosiddetta "spesa storica", un meccanismo arrugginito che da tempo deve essere scardinato».
Ma.Bo.
16 febbraio 2011
16 febbraio 2011