mercoledì 30 novembre 2011
NoiPescantina: AREA EX DANESE: cosa diceva il sindaco REGGIANI su...
L’Amministrazione Comunale di Pescantina intende procedere alla costruzione di posti auto interrati pertinenziali in diritto di superficie (durata 90 anni ) , nell’ area “Ex Danese” in via
Butturini , da assgenare ad impresa che opera nel settore mediante gara d’appalto .
L’ intervento, inserito nel programma triennale delle opere pubbliche 2007/2009 di questa Amministrazione Comunale , comprende anche la sistemazione dell’ex a r e a Danese a parco pubblico, con la realizzazione di un parcheggio pubblico. L’intervento rientra nel programma delle opere pubbliche triennale 2007-2009.
La sistemazione dell’area ex Danese porterà posti auto e soprattutto una grande area verde. I posti auto interrati in costruzione saranno del tipo “ b o x c h i u s o ” con porta basculante e posti in vendita al prezzo di 17mila 500 euro circa (Iva inclusa). Se i cittadini sono interessati all’ eventuale futuro acquisto di posti auto pertinenziali in diritto di superficie possono compilare i l modulo apposito e restituirlo all’ufficio protocollo del Comune di Pescantina .
I l Sindaco
Alessandro Reggiani
www.noipescantina.it
Butturini , da assgenare ad impresa che opera nel settore mediante gara d’appalto .
L’ intervento, inserito nel programma triennale delle opere pubbliche 2007/2009 di questa Amministrazione Comunale , comprende anche la sistemazione dell’ex a r e a Danese a parco pubblico, con la realizzazione di un parcheggio pubblico. L’intervento rientra nel programma delle opere pubbliche triennale 2007-2009.
La sistemazione dell’area ex Danese porterà posti auto e soprattutto una grande area verde. I posti auto interrati in costruzione saranno del tipo “ b o x c h i u s o ” con porta basculante e posti in vendita al prezzo di 17mila 500 euro circa (Iva inclusa). Se i cittadini sono interessati all’ eventuale futuro acquisto di posti auto pertinenziali in diritto di superficie possono compilare i l modulo apposito e restituirlo all’ufficio protocollo del Comune di Pescantina .
I l Sindaco
Alessandro Reggiani
www.noipescantina.it
martedì 29 novembre 2011
NoiPescantina: Petizione Pubblica. «PESCANTINA AREA EX DANESE: FA...
NoiPescantina: Petizione Pubblica. «PESCANTINA AREA EX DANESE: FA...:
Abbiamo avviato questa petizione :
«PESCANTINA AREA EX DANESE: FACCIAMO UN BOSCO»
Ci siamo dati tempo fino alla fine di questo anno ( 31 / 12 / 2011 ) , per raccogliere
le firme che serviranno a fare " pressione " sulla giunta di pescantina e sulle forze
politiche di maggioranza ed opposizione, affinchè prendano in incarico la questione
dell'area ex Danese e provvedano alla sua sistemazione a parco pubblico ,
valutando la possibilità di realizzare su questa area, un BOSCO, che funga da
" POLMONE VERDE " a zona fruibile, per tutti gli abitanti di pescantina .
Se vuoi partecipare a questa iniziativa, vai al link ( sotto ) e firma anche tu :
http://www.petizionepubblica.it/?pi=P2011N17289
Io sono d'accordo con questa petizione e spero che anche tu lo sia.
Firma qui la petizione ... e diffondila fra i tuoi contatti.
Grazie
NoiPescantina .
www.noipescantina.it
«PESCANTINA AREA EX DANESE: FACCIAMO UN BOSCO»
Ci siamo dati tempo fino alla fine di questo anno ( 31 / 12 / 2011 ) , per raccogliere
le firme che serviranno a fare " pressione " sulla giunta di pescantina e sulle forze
politiche di maggioranza ed opposizione, affinchè prendano in incarico la questione
dell'area ex Danese e provvedano alla sua sistemazione a parco pubblico ,
valutando la possibilità di realizzare su questa area, un BOSCO, che funga da
" POLMONE VERDE " a zona fruibile, per tutti gli abitanti di pescantina .
Se vuoi partecipare a questa iniziativa, vai al link ( sotto ) e firma anche tu :
http://www.petizionepubblica.it/?pi=P2011N17289
Io sono d'accordo con questa petizione e spero che anche tu lo sia.
Firma qui la petizione ... e diffondila fra i tuoi contatti.
Grazie
NoiPescantina .
www.noipescantina.it
lunedì 28 novembre 2011
Anche nel Mediterraneo si può sfruttare l'energia marina
L'energia marina può essere una concreta fonte di approvvigionamento per le aree costiere del Mediterraneo. Secondo quanto affermato da Gianmaria Sannino dell'Enea nel corso di un recente convegno, «teoricamente sarebbe possibile ricavare energia dall'escursione termica fra i vari strati dell'acqua e dall'elevazione delle maree, ma i nostri mari sono fonti precluse per la loro debolezza e per le loro caratteristiche».
Per quanto riguarda le onde, ha spiegato invece Sannino, «se è vero che in termini potenziali contengono minor energia di quelle degli oceani, questo è anche un vantaggio perché molta dell'energia ondosa che abbiamo nell'Atlantico o nel Pacifico è distruttiva, mentre nel Mediterraneo, anche se c'è meno energia media, è quasi tutta sfruttabile». Altro punto forte sono le correnti di marea, per cui uno dei luoghi più interessanti è, assieme allo stretto di Gibilterra, quello di Messina. «Queste correnti - ha illustrato il ricercatore dell'Enea - sono generate dalla morfologia dei fondali: ogni volta che esiste uno stretto, si formano correnti intense».
Un progetto che prevede la produzione di energia pulita e rinnovabile dal moto ondoso della Laguna, è stato avviato a Venezia. Più nel dettaglio, sono stati realizzati tre prototipi: due che saranno installati in mare aperto entro la prossima primavera, e un altro che è già posizionato in laguna, nel Canale della Giudecca, dallo scorso agosto. La tecnologia è costituita da un galleggiante e da un generatore, che sfruttano il principio di Archimede: nel tempo che intercorre tra due picchi dell'onda, il galleggiante si muove dalla massima altezza al livello zero del mare, per poi risalire al punto più alto. L'energia così prodotta, ad esempio, potrebbe innanzitutto essere impiegata sul posto, per l'illuminazione delle briccole in laguna e degli imbarcaderi Actv della città, ma si stima che la produzione possa contribuire al consumo energetico di scuole ed edifici pubblici. La fase di sperimentazione durerà circa un anno, durante il quale saranno perfezionati i dispositivi in modo da renderli più efficienti possibile e saranno raccolti i dati. Una volta ultimata la sperimentazione, sarà possibile calcolare la quantità di energia generata e quindi impiegarla nel modo più adeguato.
http://energia24club.it/articoli/0,1254,51_ART_144787,00.html
Per quanto riguarda le onde, ha spiegato invece Sannino, «se è vero che in termini potenziali contengono minor energia di quelle degli oceani, questo è anche un vantaggio perché molta dell'energia ondosa che abbiamo nell'Atlantico o nel Pacifico è distruttiva, mentre nel Mediterraneo, anche se c'è meno energia media, è quasi tutta sfruttabile». Altro punto forte sono le correnti di marea, per cui uno dei luoghi più interessanti è, assieme allo stretto di Gibilterra, quello di Messina. «Queste correnti - ha illustrato il ricercatore dell'Enea - sono generate dalla morfologia dei fondali: ogni volta che esiste uno stretto, si formano correnti intense».
Un progetto che prevede la produzione di energia pulita e rinnovabile dal moto ondoso della Laguna, è stato avviato a Venezia. Più nel dettaglio, sono stati realizzati tre prototipi: due che saranno installati in mare aperto entro la prossima primavera, e un altro che è già posizionato in laguna, nel Canale della Giudecca, dallo scorso agosto. La tecnologia è costituita da un galleggiante e da un generatore, che sfruttano il principio di Archimede: nel tempo che intercorre tra due picchi dell'onda, il galleggiante si muove dalla massima altezza al livello zero del mare, per poi risalire al punto più alto. L'energia così prodotta, ad esempio, potrebbe innanzitutto essere impiegata sul posto, per l'illuminazione delle briccole in laguna e degli imbarcaderi Actv della città, ma si stima che la produzione possa contribuire al consumo energetico di scuole ed edifici pubblici. La fase di sperimentazione durerà circa un anno, durante il quale saranno perfezionati i dispositivi in modo da renderli più efficienti possibile e saranno raccolti i dati. Una volta ultimata la sperimentazione, sarà possibile calcolare la quantità di energia generata e quindi impiegarla nel modo più adeguato.
http://energia24club.it/articoli/0,1254,51_ART_144787,00.html
Rubata centrale idrica nell'agrigentino
(ANSA) - VILLAFRANCA SICULA (AGRIGENTO), 28 NOV - La centrale di sollevamento che porta l'acqua dal fiume Verdura alla diga Castello non esiste piu'. Ignoti ladri, nottetempo, l'hanno completamente smontata portando via i motori, l'impianto elettrico composto di rame, le porte in ferro e il sistema informatico. La struttura, in territorio di Villafranca Sicula, era stata realizzata con fondi, circa 7 miliardi di lire, della Regione ed inaugurata una decina d'anni fa. Indagano i carabinieri.
Ecco come si cambiano facilmente i codici dei rifiuti delle discariche a rifiuti speciali.
Tratto da Report, guardate come è facile cambiare i codici rifiuti:
ANTONIO PERGOLIZZI – LEGAMBIENTE
La semplice falsificazione dei documenti che accompagnano i rifiuti, veri e propri rifiuti
spesso anche pericolosi, con un semplice cambio di codice diventano delle materie
prime e seconde, quindi materie che possono essere utilizzate come materie prime,
ma in realtà sono rifiuti.
EMILIO CASALINI – FUORI CAMPO
Cambiare i codici è facile e lo sapevano bene alla ditta di riciclo Levio Loris di Padova,
molto nota in Veneto per i camion colorati di rosa e gli spot televisivi.
....omissis...
UOMO AZIENDA CINESE
Devi stare tranquillo, il meccanismo è perfetto. Noi abbiamo una ditta in Germania
autorizzata al trattamento di questo tipo di rifiuti. Tu vendi a questa ditta e quindi sei
in regola, quindi è perfettamente legale perché siamo all’interno del mercato europeo.
Al resto, ci pensiamo noi.
EMILIO CASALINI
Ma voi come fate a portarlo fuori dall’Italia ?
UOMO AZIENDA CINESE
La società tedesca che compra i tuoi rifiuti è una nostra controllata, per cui non c’è
una vendita tra Europa e Cina, ma solo un trasferimento di materiale tra due
magazzini. Il trasporto verso la Germania è solo virtuale, perché dal tuo impianto
portiamo i rifiuti direttamente ad un porto italiano dove abbiamo degli amici, dato che
non c’è una vendita verso la Cina non servono autorizzazioni speciali ed è impossibile
che aprano i nostri container.
EMILIO CASALINI – FUORI CAMPO
Grazie alle triangolazioni virtuali tra paesi si aggirano le norme, ma se poi ti beccano il
gioco comunque vale la candela.
PIERO GRASSO – PROCURATORE NAZIONALE ANTIMAFIA
I rischi di responsabilità di sanzioni sono pressoché nulli nel momento in cui le attività
di gestione per esempio illecita di rifiuti o il traffico di rifiuti sono delle contravvenzioni
punite con delle pene, arresto o ammenda che si prescrivono in quattro anni. Nessun
processo riesce a concludersi in questo tempo.
APRIRE UN CONTO CORRENTE IN UNA BANCA NORVEGESE .
Dear Mr. RINNOVA,
Thank you for your request to become a customer of our bank.
Please note that non-residents of Norway are subject to a minimum deposit requirement. The minimum deposit is currently EUR 100.000.- (Must be exchanged to NOK, we do only offer savings account and fixed interest accounts in NOK)
To your information, we are only opening accounts for non-resident customers from EU and Canada.
If you are a Greek citizen, you may apply for an account in DNB Bank Luxemburg, the minimum deposit there is EUR 500 000. There you may contact Mr. Gran at gran@dnbgroup.lu
For further information about our products and prices, please see our website https://www.dnb.no/en/personal/price.html
Proceeding:
In accordance with the bank’s internal rules, as well as Norwegian and international anti-money laundering legislation (see enclosed information) we require the following documentation and information as a basis for accepting new customers:
· Application to open an account – see enclosed form.
· Confirmation from your main bank (in English) of your home address and customer relationship – see enclosed form
· Color copy of your passport (reisepass), certified as a true copy by an embassy/consulate, DNB office or another bank in an EEA country, Canada or the US. The name of and contact information for the person who certifies the copy must be clearly legible and it must be able to use the provided information for verification purposes.
· Copy of the enclosed letter specifying the type of account you would like and signed in confirmation of your acceptance of our terms and conditions – see enclosed form
Kindly return the above documents by post to:
DNB BANK ASA
Special products OAB
Kongensgate 20
N-0021 Oslo
Norway
According to current Norwegian regulations, all bank customers must have a Norwegian national identification number. The bank will apply for such a number on behalf of foreign customers. The application will be sent as soon as we have received the documents specified above. It generally takes about 4 – 5 weeks for the authorities to process the application
We will thereafter open the account as requested and send you the account documents and the online banking service contract. The code-generating device and PIN number for accessing the online banking service will be sent as soon as we receive the duly signed account and online banking service agreements. You will thereafter be able to operate the account via the online banking service.
Kindly send any queries in English to email address: Foreign.customers.savings@dnb.no,
The query will be handled by our department for foreign customers.
Please see the attached document that answers the most common questions we receive.
We would like to welcome you as a new customer of DNB!
Best Regards,
DNB Bank ASA
https://www.dnb.no/en/corporate/accounts-cards-payments/accounts.html
NoiPescantina: Una mozione contro i piani per Ca' Filissine
Pescantina. Si intensificano le iniziative del movimento Ambiente & vita contro l'ampliamento di Ca' Filissine. In occasione del Consiglio comunale, convocato domani alle 18, per discutere la mozione (presentata da Progetto Pescantina, Pescantina per il Futuro Pd, Per il Buon Governo, Lega), riguardante la revoca delle delibere di presa d'atto del progetto proposto da Daneco, il movimento con un volantino chiama a raccolta i cittadini con l'operazione «Guardiamoli in faccia».
«Invitiamo tutti a partecipare a questo Consiglio», spiega Matteo Pontara, «per poter vedere chi voterà la continuazione del progetto. Noi abbiamo sempre sostenuto che ciò che si va ad approvare non risponde alle conclusioni del Comitato tecnico e costituisce la premessa per la realizzazione di una mega discarica di cui Pescantina dovrà portare le conseguenze negli anni futuri».
www.noipescantina.it
«Invitiamo tutti a partecipare a questo Consiglio», spiega Matteo Pontara, «per poter vedere chi voterà la continuazione del progetto. Noi abbiamo sempre sostenuto che ciò che si va ad approvare non risponde alle conclusioni del Comitato tecnico e costituisce la premessa per la realizzazione di una mega discarica di cui Pescantina dovrà portare le conseguenze negli anni futuri».
www.noipescantina.it
domenica 27 novembre 2011
A Monza il Giro d'Italia a metano Eni e Mercedes per l'energia verde
onza - Eni ha presentato oggi all'Autodromo di Monza, in occasione del Monza Rally Show, il proprio impegno nella diffusione del gas metano nell'ambito dell'autotrazione. «Ecosostenibilità, tecnologia e innovazione sono le colonne portanti della nostra attività in questo ambito - ha commentato l'ingegner Marco Toletti di Eni -. Perché pensiamo che una delle risposte più efficaci ai molti problemi ambientali e d'inquinamento sia proprio il metano, in grado di ridurre del 30% l'effetto serra e del 90% il buco dell'ozono».
In Italia attualmente sono circa 850 gli impianti a metano (saranno mille entro la fine del 2012) e di questi circa 500 sono riforniti con gas naturale EniI. Un fenomeno in crescita quello della trazione a metano, come dimostra il dato sulle vendite di questo tipo di carburante per auto che, in controtendenza rispetto a diesel e benzina, negli ultimi anni è aumentato del 10% in Italia. «Contiamo in un grosso aiuto da parte delle istituzioni, sia nella concessione dei permessi necessari per installare i nuovi distributori, sia attraverso le deroghe ai veicoli a metano nelle giornate senz'auto, nei centri cittadini o nelle corsie preferenziali - ha proseguito Toletti -. La nostra battaglia è sostenuta anche da un numero sempre maggiore di case automobilistiche, che sfornano sempre nuovi modelli di auto a metano, mentre da parte nostra, ad Assago, stiamo sviluppando un nuovo tipo di combustibile misto idrogeno-metano».
Proprio il Rally di Monza ha rappresentato una delle tappe del primo Giro d'Italia a metano, iniziativa organizzata da Eni e Mercedes, che vede un equipaggio tutto femminile a bordo di una Mercedes Classe E Ngt a metano, effettuare un vero e proprio tour dello stivale per promuovere la diffusione di questo tipo di trazione. Dopo essere passato per Bari, Roma, Firenze, Bolzano e Monza, il giro terminerà la prossima settimana al Motor Show di Bologna. È stata presentata oggi anche la "Settimana del metano", iniziativa che tende a verificare sul campo i reali vantaggi dell'alimentazione a metano, sia dal punto di vista ecologico che economico, attraverso il monitoraggio dei consumi e delle emissioni, di dodici flotte aziendali che possono contare sia su veicoli a gas che diesel. I risultati ottenuti da questa attività saranno resi noti da Eni e Metauto Magazine in occasione del Motor Show di Bologna, il prossimo primo dicembre.
Italpress
In Italia attualmente sono circa 850 gli impianti a metano (saranno mille entro la fine del 2012) e di questi circa 500 sono riforniti con gas naturale EniI. Un fenomeno in crescita quello della trazione a metano, come dimostra il dato sulle vendite di questo tipo di carburante per auto che, in controtendenza rispetto a diesel e benzina, negli ultimi anni è aumentato del 10% in Italia. «Contiamo in un grosso aiuto da parte delle istituzioni, sia nella concessione dei permessi necessari per installare i nuovi distributori, sia attraverso le deroghe ai veicoli a metano nelle giornate senz'auto, nei centri cittadini o nelle corsie preferenziali - ha proseguito Toletti -. La nostra battaglia è sostenuta anche da un numero sempre maggiore di case automobilistiche, che sfornano sempre nuovi modelli di auto a metano, mentre da parte nostra, ad Assago, stiamo sviluppando un nuovo tipo di combustibile misto idrogeno-metano».
Proprio il Rally di Monza ha rappresentato una delle tappe del primo Giro d'Italia a metano, iniziativa organizzata da Eni e Mercedes, che vede un equipaggio tutto femminile a bordo di una Mercedes Classe E Ngt a metano, effettuare un vero e proprio tour dello stivale per promuovere la diffusione di questo tipo di trazione. Dopo essere passato per Bari, Roma, Firenze, Bolzano e Monza, il giro terminerà la prossima settimana al Motor Show di Bologna. È stata presentata oggi anche la "Settimana del metano", iniziativa che tende a verificare sul campo i reali vantaggi dell'alimentazione a metano, sia dal punto di vista ecologico che economico, attraverso il monitoraggio dei consumi e delle emissioni, di dodici flotte aziendali che possono contare sia su veicoli a gas che diesel. I risultati ottenuti da questa attività saranno resi noti da Eni e Metauto Magazine in occasione del Motor Show di Bologna, il prossimo primo dicembre.
Italpress
Verona, lo smog finisce sotto inchiesta L'Arpav denuncia: «Livelli record»
Aperto dalla magistratura un fascicolo d'inchiesta sull'«emergenza smog». Valori da bollino rosso: sfiorato il tetto massimo di Pm 10 nella città scaligera
Lo smog visto dal satellite (archivio)
VERONA - «Ci è stata prospettata una situazione talmente grave che a questo punto, da parte nostra, non potevamo non intervenire». Sono parole inequivocabili quelle con cui il procuratore Mario Giulio Schinaia annuncia la «necessità, da parte della magistratura, di attivarsi aprendo un fascicolo d’inchiesta sulla particolare gravità assunta in questi giorni a Verona da quella che è già stata ribattezzata "emergenza- smog"». Un’iniziativa, quella avviata al secondo piano dell’ex Mastino, che è scattata proprio nelle ultime ore e che dunque non vede ancora, per il momento, alcun nominativo iscritto nel fascicolo degli indagati. Ciò che non manca nell’indagine appena avviata dalla magistratura veronese, invece, è l’ipotesi di reato. Per l’«ormai dilagante allarme- inquinamento dell’aria», infatti, gli inquirenti contestano la presunta omissione in atti d’ufficio, ma si sta prendendo in considerazione anche l’articolo 674 del codice penale, secondo cui «chiunque provoca emissioni di gas, di vapori o di fumo, atti a cagionare effetti pericolosi, è - a norma di legge - punito con l'arresto fino a un mese o con l’ammenda».
Decisiva, in ogni caso, si è rivelata la «l’ultima preoccupante segnalazione appena giunta in procura». A indurre i pm scaligeri ad attivarsi contro il famigerato problema-polveri sottili, infatti, è stata una «comunicazione allarmante appena arrivata dall’Arpav»: nella missiva, che l’Agenzia Regionale per l’Ambiente ha inviato per conoscenza anche alle principali autorità provinciali, si denuncia che in terra scaligera «è stato raggiunto il centesimo sforamento del tetto massimo di Pm10 consentite dall’inizio dell’anno (a fronte di un limite massimo stabilito da Bruxelles in 35 superamenti nell’arco dei dodici mesi, ndr)». Numeri da «autentico bollino rosso». «Sotto il profilo ambientale e, più nello specifico, in materia di inquinamento - non esita a rimarcare Schinaia -, emerge una scarsa attenzione da parte della Pubblica amministrazione, spesso con il facile ed abusato alibi della mancanza di fondi». Il tutto, «a scapito delle prevenzione generale, dell’incolumità pubblica e del rispetto del territorio ». E così, adesso, è lo stesso procuratore scaligero ad aggiungere che «di fronte a quest’ultima segnalazione dell’Arpav sull’inquinamento dell’aria, è stato inevitabile da parte nostra aprire immediatamente un fascicolo d’inchiesta».
Già, ma con quali prospettive? «Non possiamo nascondere che l’allarme- inquinamento è ampiamente generalizzato e, nell’ambito della pianura padana, non risparmia praticamente nessuno». Difficile, quindi, intravedere in capo agli amministratori pubblici responsabilità talmente gravi da far rischiare loro un’iscrizione nel registro degli indagati: «Da parte nostra indagheremo nel modo più scrupoloso possibile e inviteremo gli enti locali a rendere conto delle iniziative antismog attuate. Soltanto se emergesse un totale disinteresse a intervenire, però, sarebbe individuabile un eventuale profilo di colpa da parte degli amministratori». Nulla da fare, invece, per quanto riguarda l’effettiva validità delle contromisure adottate: «Non siamo dei tecnici del settore, e dunque non sta alla magistratura pronunciarsi sull’adeguatezza o meno dei provvedimenti». In altre parole, non è compito della procura stabilire se contro le famigerate Pm10 risultino più efficaci targhe alterne o blocchi domenicali del traffico. Un’altra archiviazione all’orizzonte?
La. Ted.
Buone notizie dall'Islanda
L'Islanda si rifiutò nel 2008 di salvare le sue banche avviate al fallimento. Il debito era in gran parte verso investitori esteri. Per Olanda e Regno Unito ammontava a 4 miliardi di euro. Un referendumseparò la responsabilità privata delle banche da quella pubblica dello Stato. Le tasse dei cittadini non vennero in soccorso delle banche. La moneta islandese perse subito il 25% sull'euro e il Pil arretrò del 10%. Dopo solo due anni di recessione la sua economia è ripartita. Nel 2011 crescerà del 2,6%. La disoccupazione è del 7% e l'interesse che riconosce per i suoi titoli pubblici è nettamente inferiore a quella dei Pigs. Un caso di studio!
Torino, Politecnico: presentata Xam, l’auto in lino che percorre 100km con un litro di benzina
By alexporro
E’ capace di percorrere 100 km con un litro di benzina o etanolo, grazie al motore ibrido elettrico e termico, è interamente realizzato in fibra di lino, unisce un design giovane ed accattivante alle più moderne tecnologie e pesa pochissimo, appena 193 chilogrammi. Si chiama Xam – eXtreme automotive mobility – la nuova creatura del Team H2PolitO che conta 45 studenti provenienti dall’Italia e da sette paesi del mondo, iscritti a diversi corsi di laurea del Politecnico.
Un urban vehicle che si avvicina all’identikit dell’auto del futuro. Compatto, a emissioni e consumi ridotti, pienamente ecocompatibile senza rinunciare a tecnologia ed estetica.
Naturale continuazione del progetto Idra – il prototipo a celle di idrogeno – Xam è stato realizzato per partecipare alla Shell Eco Marathon – competizione per veicoli a bassi consumi svoltasi a Lausitz, in Germania – dove si è aggiudicato il Design Award.
I 45 studenti che compongono il team, coordinati dalla professoressa Massimiliana Ravello, hanno dedicato nove mesi alla realizzazione del veicolo, presentato ieri al Politecnico. .
Al team sono andati i complimenti dei presidenti della Camera di Commercio, Barberis e dell’Aci, Re – tra coloro che hanno sostenuto economicamente il progetto – del vicesindaco Dealessandri e dell’assessore provinciale al Lavoro, Chiama.
Il presidente Giorgio Napolitano, dopo la visita di marzo al Politecnico, ha voluto premiare gli studenti con la medaglia di rappresentanza della presidenza della Repubblica.
Un autentico spot per Torino città dell’auto è arrivato dal rettore Francesco Profumo. .
lunedì 21 novembre 2011
sabato 19 novembre 2011
SOSPETTO .
Il tentativo che ci proponiamo di compiere, onorevoli senatori, e che vi chiedo di sostenere è difficilissimo; altrimenti ho il sospetto che non mi troverei qui oggi. I margini di successo sono tanto più ridotti, come ha rilevato il Presidente della Repubblica, dopo anni di contrapposizione e di scontri nella politica nazionale. Se sapremo cogliere insieme questa opportunità per avviare un confronto costruttivo su scelte e obiettivi di fondo avremo occasione di riscattare il Paese e potremo ristabilire la fiducia nelle sue istituzioni. |
PEG:NEVE E TERREMOTI
PICCOLA ERA GLACIALE .
-Usa,i terremoti in diverse parti del Nord America sono significativamente aumentati oggi nello Stato di Washington è stata registrata una scossa di 4.5 mdella scala richter mentre anche in Oklahoma l'attività sismica è incrementata in modo considerevole.
Nel frattempo per il Montana sono attesi per i prossimi giorni fino a 2 metri di neve.
Si potrebbe proprio dire che per gli Usa quest'inverno è cominciato proprio in netto anticipo con quella bufera di neve a New York e con numerosi altri record di neve.
Il Dr. David Viner una volta disse "I bambini del futuro non sapranno cos'è la neve."
Ebbene pare che ancora una volta la natura continui a evidenziare la sua scarsa competenza in fatto di scienza.
"All'inizio ho notato che le previsioni erano per 12 a 18 pollici di neve per il Monte Rainier 2 giorni fa", ha detto Kenneth Lund "Ora per questo Giovedi la previsione è aumentata di altri 2-1 / 2 metri o giù di lì, e forse altri 17 pollici per la notte di Giovedi").
"Ed ha intenzione di continuare a venire. Aspettatevi altri 9 -13 pollici durante il giorno il Venerdì, e ancora altri 4-8 pollici di Venerdì sera."
-Sud AmericaSembra che le temperature della media di novembre quest'anno in Brasile,siano più basse rispetto a quelle dello scorso anno.
-Sempre in Brasile un meteorologo ha affermato ""Cosa succederà ai ragazzi quando si renderanno conto che, invece del riscaldamento,è che il raffreddamento è di gran lunga peggiore per l'umanità?"
Secondo il professor Luiz Carlos Molion, rappresentante dell'America Latina nel World Meteorological Organization, post-dottorato in meteorologia, e membro dell'Institute for Advanced Study di Berlino, la riduzione delle emissioni di carbonio non influisce sul clima.(personalmente condivido questo pensiero e non credo neanche che le emissioni di Co2 influiscano sul clima).
"L'anidride carbonica non controlla il clima globale", afferma Molion. "Il clima è molto complesso e non potrebbe mai essere dominato dalla CO2.
"La CO2 è dovuto all'aumento della temperatura, dice Molion. "Quando la temperatura aumenta gli oceani rilasciano più CO2."
"La quantità di carbonio emesso dagli esseri umani è molto piccola, trascurabile in confronto con i flussi naturali degli oceani, suolo e vegetazione."
La Natura lancia 200 miliardi di tonnellate di carbonio all'anno nell'atmosfera. L'uomo lancia solo sei miliardi di tonnellate. "
Molion, che ha studiato il clima dal 1970, dice che quando ha ricevuto il suo dottorato 35 anni fa negli Stati Uniti, il "consenso" del tempo era che il mondo era in un'era glaciale.
Sulla base di studi di paleoclimatologia (lo studio delle variazioni climatiche nel corso della storia della Terra), il professor Molion, che insegna presso l'Università Federale di Alagoas, garantisce che il cambiamento climatico è troppo complesso per essere influenzato da esseri umani.
L'anidride carbonica non controlla il clima globale, dice Molion. Questo è stato dimostrato da ricerche in paleoclimatologia, che cerca di ricostruire il clima del passato sulla base di carote di ghiaccio dalla stazione di Vostok in Antartide. Vostok cilindri di ghiaccio, che ripercorrono gli ultimi 4020 anni, mostrano chiaramente che ci sono stati periodi in cui abbiamo avuto temperature alte e basse emissioni di CO2 nell'atmosfera.
Abbiamo avuto un forte riscaldamento tra il 1925 e il 1946, eppure in quel momento l'uomo ha gettato in atmosfera meno del 10% della quantità di carbonio che va in atmosfera di oggi. In modo che il riscaldamento, che era addirittura superiore di oggi, infatti, può essere spiegata con fenomeni naturali. Il sole era più 'attivo' nella prima metà del ventesimo secolo. Inoltre, praticamente senza eruzioni vulcaniche avvenuta in quel periodo. Così, l'aria era più pulita e più entrato radiazione solare, causando il riscaldamento.
C'è stato un riscaldamento tra il 1977 e il 1999 che coincide con il riscaldamento dell'Oceano Pacifico tropicale. Gli oceani sono fattori determinanti per il clima, in particolare il Pacifico, perché copre il 35% della superficie terrestre. Quando si scalda il clima si riscalda anche: L'atmosfera, l'aria viene riscaldata dal basso, le temperature sono più elevate in prossimità della superficie.
Dal 1999, l'Oceano Pacifico si è raffreddato. Oggi, ci sono oltre 3.200 boe alla deriva e boe di monitoraggio degli oceani.
Non c'è modo di controllare di carbonio abbastanza da avere un impatto sul clima, dice Molion.
Quando diciamo, 'Facciamo la riduzione delle emissioni', vale a dire, 'Facciamo ridurre la generazione di energia elettrica, "smettiamo di crescere. Tutto si basa sull'energia elettrica. Questo riguarderà uno sviluppo sociale ed economico dei paesi.
Non voglio dire con questo che dovremmo andare in giro distruggendo l'ambiente, ci devono essere cambiamenti nelle abitudini di consumo, ma le emissioni di carbonio non sono IL percorso corretto.
Quando si guarda i libri di testo per i bambini, che dicono che l'uomo sta distruggendo lo strato di ozono, la Terra si sta riscaldando, il livello del mare si alzerà ... Questo è sbagliato! Cosa stiamo facendo? Istruzione o lavaggio del cervello?
A mio parere, guardando tutti gli indicatori climatici, avremo un clima di raffreddamento nei prossimi venti anni."(domanda ridicola per l'Ipcc:anche questo professore è un corrotto dell'industria del petrolio?Certo che no.)
Fonti:
http://www.emsc-csem.org/Earthquake/earthquake.php?id=245035#summary
http://www.meteoweb.eu/2011/11/terremoti-sempre-piu-frequenti-in-oklahoma-usa-forse-non-per-cause-naturali/98064/
http://translate.googleusercontent.com/translate_c?hl=it&prev=/search%3Fq%3DICE%2BAGE%2BNOW%2BINFO%26hl%3Dit%26gbv%3D2%26biw%3D1280%26bih%3D885%26prmd%3Dimvns&rurl=translate.google.it&sl=en&twu=1&u=http://iceagenow.info/2011/11/feet-snow-montana/&usg=ALkJrhh83XxwtCuNjpeF-vmCnFWLpmwyMA
http://forecast.weather.gov/MapClick.php?site=sew&textField1=46.86&textField2=-121 0,76 = 1 & SMAP
http://translate.googleusercontent.com/translate_c?hl=it&prev=/search%3Fq%3DICE%2BAGE%2BNOW%2BINFO%26hl%3Dit%26gbv%3D2%26biw%3D1280%26bih%3D885%26prmd%3Dimvns&rurl=translate.google.it&sl=en&twu=1&u=http://iceagenow.info/2011/11/brazil-colder-november-year-year/&usg=ALkJrhgAYIvYzPBqQFxvMxIMSOyMqnHbUQ
http://translate.googleusercontent.com/translate_c?hl=it&prev=/search%3Fq%3DICE%2BAGE%2BNOW%2BINFO%26hl%3Dit%26gbv%3D2%26biw%3D1280%26bih%3D885%26prmd%3Dimvns&rurl=translate.google.it&sl=en&twu=1&u=http://iceagenow.info/2011/11/world-headed-global-cooling-brazilian-meteorologist/&usg=ALkJrhhofwaAHFXCOXbWVmcvBLz65zP-WQ
http://www.meteoweb.eu/2011/11/linverno-al-centronord-e-gia-arrivato/98257/
Pubblicato da Alessandro Decet
Monti e il fronte del dissenso: complotto o transizione morbida?
Il Governo Monti non piace proprio a tutti. Grillo propone di uscire dall'Euro, Giuletto Chiesa si scaglia contro i poteri forti e Paolo Barnard parla di colpo di Stato: in gioco democrazia e sovranità nazionale.
A parte la Lega Nord, il mondo politico, pur con i dovuti distinguo, ha accordato piena ed incondizionata fiducia al Governo Monti (almeno per quanto riguarda le forze presenti in Parlamento). Parallelamente sembra però costituirsi nella società una vasto ed eterogeno schieramento che non vede di buon occhio la nuova esperienza di Governo. Composto da giornalisti, opinionisti, intellettuali ed esponenti della società civile, questo “fronte del dissenso” vede nel neonato Governo un rimedio quasi peggiore del male.
A partire da Beppe Grillo, passando per Paolo Barnard fino ad arrivare a Giulietto Chiesa, la critica che si muove è quella di una totale scomparsa della politica. Certo, gli accenti e le sfumature sono diversi, con Grillo che arriva addirittura ad ipotizzare la fuoriuscita dall’Euro e Giuletto Chiesa che si scaglia invece contro i poteri forti, ma la sostanza è più o meno la stessa: la crisi in questo Paese non è solo economica ma anche e soprattutto politica. In questione vi è la sostanziale perdita di sovranità nazionale da parte dell’Italia, un paese di fatto commissariato, che si dota di un Governo non per mezzo di procedure democratiche, ma in virtù di una richiesta di quello che Giuletto Chiesa definisce un ineffabile “potere esterno”.
In una recente intervista così si esprimeva il giornalista di Aqui Terme: siamo alle prese con “un potere finanziario che interviene direttamente sulle sorti del nostro Paese attraverso due persone che si chiamano Mario Monti e Mario Draghi. L’uno è il banchiere centrale europeo, l’altro il nuovo capo del governo di questo Paese. Entrambi sono uomini della Goldman Sachs”. I dati snocciolati da Giulietto Chiesa pongono molti interrogativi. L’ Italia sarebbe un paese estremamente sano dal punto di vista del debito privato, circa il 42% del PIL, mentre altri paesi (primo tra tutti la Gran Bretagna) arrivano a toccare punte del 103%. In sostanza in quanto a stabilità finanziaria l’Italia sarebbe la seconda economia europea subito dopo la Germania. Dunque l’interrogativo è il seguente: perchè la tempesta finanziaria si abbatte proprio sull’Italia, quali interessi si nascondono dietro questa complessa operazione di speculazione che sembra essere montata ad hoc?
Se sono i mercati internazionali a dover decidere per gli italiani, a questo punto le forme di partecipazione democratica sono praticamente svuotate di senso. Quando Beppe Grillo, ovviamente con tono provocatorio, immagina una possibile uscita dall’Euro, coglie un punto decisivo della questione. Un provvedimento economico come l’assunzione della moneta unica ha determinato sconvolgimenti clamorosi sul piano politico. Di fatto la cosiddetta “zona-euro” ha visto il duplicarsi delle proprie istituzioni politiche e alla capacità decisionale dei Governi degli Stati membri, si è andata man mano sostituendo una zona grigia fatta di commistioni di interessi economico-finanziari che è diventata il vero centro decisionale. E seppure resta evidente che abbandonare la moneta unica sarebbe una catastrofe dal punto di vista economico, Grillo ha pur sempre il merito di sottolineare l’inadeguatezza delle istituzioni politiche a fronteggiare la situazione.
Le parole di Grillo sono durisssime: “Se il Parlamento è composto da nominati da pochi segretari di partito, il professor Monti è stato eletto dallo spread. Se i mercati dovessero ricredersi sul suo conto, se si dimostrasse troppo tenero con i contribuenti, sarebbe sufficiente un nuovo colpo di spread per scatenare il terrore negli italiani. Et voilà un altro tecnico che più tecnico non si può giurerebbe da Napolitano”.
Non poche polemiche ha suscitato l’intervista rilasciata qualche sera fa da Paolo Barnard alla trasmissione televisiva “Matrix” in cui il giornalista arriva a parlare di Colpo di Stato. Anche qui, all’esagerazione retorica si affiancano elementi di verità. Il riferimento di Barnard al trattato di Lisbona mette in chiara luce il tema della perdita di sovranità nazionale. L’accusa di “alto tradimento” all’ex Governatore della Banca d’Italia Draghi, getta un’ombra oscura su tutto il nostro sistema di controllo dell’economia: siamo stati per anni meri esecutori di volontà e decisioni che venivano dall’esterno? Certo che se finanche l’ex Ministro Tremonti si è spinto a dichiarare, sulla questione del Bilancio di Stato che deve essere “visionato” in prima istanza dalla Commissione Europea, che il nostro Parlamento è stato completamente esautorato, vale la pena di porsi qualche interrogativo. Il quadro che ci offre Barnard è disarmante: l’Europa è schiacciata da un non meglio definibile, quanto inattacabile, regime tecnocratico-bancario; esso priva gli Stati membri della propria sovranità, rilegando le procedure democratiche a mero formalismo e decretando la completa estinzione della politica.
Resta il fatto che per la prima volta nella storia repubblicana, siamo di fronte ad un Governo che recide qualsiasi legame con la rappresentanza politica. Quando il Presidente del Consiglio Monti dichiara che la mancanza di politici all’interno della squadra di Governo rappresenta un elemento di stabilità e di “forza” per il proprio esecutivo dice senz’altro una verità per quella che è la situazione attuale ma resta comunque difficile negare che si tratta di una verità desolante: la fiera dichiarazione di un tecnico che pubblicamente annuncia la morte della politica.
Se non bastasse, come abbiamo avuto modo di vedere, si iniziano ad ipotizzare da più parti dubbi sul reale stato di crisi dell’economia italiana, che è evidentemente molto pesante, ma che probabilmente si sta sovraccaricando dal punto di vista mediatico per coprire situazioni ben più gravi. Forse, tutto sommato, l’Italia non è il problema dell’Europa ma una parte del problema Europa.
Per uscire da questa situazione non bastano l’impegno e la dedizione di una squadra di Ministri qualificati, rispettabili e di grande levatura. Occorre una svolta radicale nelle politiche economiche che hanno caratterizzato la scena europea ed italiana negli ultimi anni. Ripercorrere quelle scelte, per di più in una situazione di caratterizzata da un evidente vulnus democratico, sarebbe come infliggere un colpo letale al nostro Paese. Queste le preoccupazioni di quello che abbiamo definito il “fronte del dissenso”. Tra provocazioni e slanci retorici non mancano certamente interessanti spunti di riflessione.
giovedì 17 novembre 2011
Un’autostrada a idrogeno tra Modena e Monaco di Baviera
Il primo impianto a Bolzano e produrrà 250 metri cubi all'ora
Roma, 16 novembre 2011 - L’idrogeno sostituirà i carburanti e i combustibili fossili. Il progetto H2 Sudtirolo per la produzione, purificazione, compressione, stoccaggio temporaneo in serbatoi sotto pressione e distribuzione di idrogeno per veicoli, generato da fonti di energia rinnovabile quali fotovoltaico, eolico e idroelettrico, è pronto. Gli impianti per rifornire le auto a impatto zero saranno terminati nel 2012, e, nel 2015, sarà possibile viaggiare sull’autostrada Modena-Monaco di Baviera senza rischio di rimanere a secco, poiché ogni 100 chilometri, lungo i 650 chilometri di autostrada, saranno istallati distributori a idrogeno. A dare l’annuncio Thomas Klauser il direttore dell'Istituto per Innovazioni Tecnologiche, il centro di ricerca italo-tedesco che vede tra i soci la Provincia Autonoma di Bolzano Alto Adige e la società che gestisce l'Autostrada del Brennero.
Il primo impianto pilota sta nascendo a Bolzano e potrà produrre 250 metri cubi all'ora per una capacità annua di circa 2 milioni di metri cubi. “L’idrogeno dell’impianto sarà prodotto – ha sottolineato Thomas Klauser - tramite elettrolisi, gestita con energia elettrica rinnovabile, ricavata in parte dall’impianto fotovoltaico sul tetto degli edifici di produzione e gestione, e in parte con energia da impianti idroelettrici”.
La messa a regime, però, non è che un piccolo passo. Spiega infatti il direttore dell'Istituto che già nel 2012-2013 arriveranno in provincia di Bolzano le auto a idrogeno della prima flotta. “Si tratta – ha evidenziato Klauser - di un primo passo per coinvolgere la cittadinanza: le auto saranno a disposizione per il noleggio, in modo che questa fase permetta ai cittadini di prendere confidenza con questa tecnologia. È un passo molto importante, assieme all'apertura degli impianti di Bolzano sud al pubblico. Dall'analisi che abbiamo fatto – ha raccontato il direttore - ci siamo accorti che questo tipo di shift tecnologico non può funzionare se non si coinvolge fin da subito il pubblico: ci sono diversi esempi che lo dimostrano". Si andrà verso il 2014-2015, quando il progetto entrerà nella fase di regime pieno, con l'acquisto di mezzi pubblici a idrogeno, il potenziamento dei punti di rifornimento lungo l'autostrada e nella provincia, spingendo nella direzione del salto nelle abitudini degli altoatesini.
"Gli effetti positivi diretti del progetto sono quelli dovuti all'eliminazione dei gas inquinanti", ha spiega to Klauser.” Gli impianti di Bolzano sud sono dotati anche di un impianto fotovoltaico che garantirà l'energia necessaria al funzionamento degli edifici. Questa tecnologia non rimarrà confinata tra nord Italia, Austria e Germania, ma ha evidenziato Klauser "il progetto è una testa di ponte che vuole cercare di collegare isole dove già l'idrogeno è una realtà per la mobilità, come appunto la Baviera”.
In Italia le cose si stanno muovendo: la città di Milano sta per acquistare una piccola flotta di autobus a idrogeno e anche a Venezia le cose stanno spostandosi verso questa direzione". Oltre al corridoio Nord-Sud, si potrà avere a breve anche una seconda autostrada dell'idrogenoche collegherà Milano a Venezia: la nuova A4.
Il Green Corridor è nato nell’ambito del Brenner basis tunnel (Bbt), cioè dalla discussione su come applicare, concretamente, i concetti di eco-compatibilità ed eliminazione delle emissioni di CO2. L'Unione Europea sta osservando con interesse da tempo il progetto e ha già attivato la procedura per annoverare H2 Sudtirolo tra le best practice: un modello da seguire.
Laura Perna
sai cosa si nasconde in una scatoletta di tonno?
Ciao Andrea,
Quando compri una scatoletta di tonno, sai cosa finisce nel tuo piatto? Abbiamo condotto un monitoraggio in 173 punti vendita sulle etichette di oltre duemila scatolette dei marchi più diffusi in Italia. I risultati parlano chiaro:l’industria del tonno è poco trasparente.
Quando compri una scatoletta di tonno, sai cosa finisce nel tuo piatto? Abbiamo condotto un monitoraggio in 173 punti vendita sulle etichette di oltre duemila scatolette dei marchi più diffusi in Italia. I risultati parlano chiaro:l’industria del tonno è poco trasparente.
Nella metà dei casi non sappiamo che specie di tonno mangiamo. Pochi ci dicono da dove arriva: solo il 7 per cento delle scatolette indica l’area di pesca. Quasi nessuno specifica come è stato pescato: nel 97 per cento delle scatolette, infatti, il metodo di pesca non è indicato. Cosa vogliono nasconderci?
Eccessiva, indiscriminata e troppo spesso illegale, la pesca del tonno minaccia l’intero ecosistema marino. Cinque delle otto specie di tonno di interesse commerciale sono minacciate, compreso il tonno pinna gialla. Spesso nelle scatolette finisce tonno pescato con metodi distruttivi, come i palamiti e le reti a circuizione con “sistemi di aggregazione per pesci” (FAD), che causano ogni anno la morte di migliaia di esemplari giovani di tonno, squali, mante e tartarughe marine.
Senza saperlo i consumatori italiani sono complici della distruzione dei mari: nel nostro Paese non esiste ancora una scatoletta di tonno 100 per cento sostenibile.
Ma le scelte di singole persone come te possono spingere marchi come MareAperto STAR, Nostromo, Riomare e Mareblu a cambiare. Con un sondaggio stiamo raccogliendo le opinioni dei consumatori. Partecipa anche tu. Di' la tua su www.tonnointrappola.it
Il nostro Pianeta è a rischio, esistono soluzioni ma dipende da te. Aiutaci a dar voce al Pianeta!
Grazie!
Giorgia Monti Responsabile campagna Mare Greenpeace Italia |
http://www.greenpeace.it/tonnointrappola/sondaggio/?utm_source=email&utm_medium=email&utm_campaign=email
Ecco la fusione fredda di: Raymond Zreick
Il 28 ottobre scorso Andrea Rossi ha mantenuto la prima delle sue promesse. In un container alla periferia di Bologna l'ingegnere inventore della nuova fusione fredda italiana ha presentato una mini centrale termica da un megawatt, apparentemente funzionante e già venduta. È composta da 107 E-Cat, sigla che sta per "Energy Catalyzer", cioè catalizzatore di energia, il misterioso apparato che è il cuore della sua macchina e che consente di produrre, secondo Rossi, fino a 27 kW termici attraverso una reazione di fusione nucleare (diversa quindi dalla fissione delle tradizionali centrali nucleari) tra nichel e idrogeno, senza radiazioni e senza scorie.
È la soluzione dei tanti problemi energetici del pianeta, come qualcuno pensa? Le prove non sono ancora sufficienti. Anche se la cosiddetta LENR, sigla che sta per reazioni nucleari a debole energia, il fenomeno su cui è basata, ha ormai molti riscontri: in fenomeni come la cavitazione, ad esempio, il plasma elettrolitico o la sonoluminescenza.
È la soluzione dei tanti problemi energetici del pianeta, come qualcuno pensa? Le prove non sono ancora sufficienti. Anche se la cosiddetta LENR, sigla che sta per reazioni nucleari a debole energia, il fenomeno su cui è basata, ha ormai molti riscontri: in fenomeni come la cavitazione, ad esempio, il plasma elettrolitico o la sonoluminescenza.
1 MW Energy Catalyzer: la mini centrale ha operato senza nessun input energetico (il cosiddetto autosostentamento) dalle 12:30 alle 18:00, rendendo disponibili in quest'arco di tempo 2.635 kWh, ossia circa 479 kWh/h. L'impianto è stato fatto funzionare a mezza potenza. (Dati: Andrea Rossi.)
BOLOGNA, ITALIA
La dimostrazione era organizzata a beneficio di un non meglio identificato "customer", un cliente, per l'occasione rappresentato daDomenico Fioravanti, ingegnere e colonnello del Genio in pensione. Alla fine della giornata di test, Rossi ha affermato che il cliente si è dichiarato soddisfatto dei risultati e di avere concluso l'accordo per la vendita dell'impianto. E ha ipotizzato che il prezzo di mercato per un impianto di quel genere potrebbe essere di 2.000 dollari al kW (2.000.000 di dollari per 1 MW), «in attesa che economie di scala e ottimizzazione della produzione lo facciano scendere a qualche centinaio di dollari per chilowatt».
Se l'accordo venisse confermato Rossi potrebbe avere le risorse per sbloccare il contratto col Dipartimento di Fisica dell'Università di Bologna, che per avviare lo studio di ciò che avviene a livello atomico all'interno dell'E-Cat aveva chiesto 500.000 euro. Sarebbe anche una boccata di ossigeno per l'inventore, che, dopo la rottura del sodalizio con la società greca Defkalion per la commercializzazione dell'E-Cat nei Balcani, non aveva nascosto di trovarsi in difficoltà.
Lo sviluppo della tecnologia e la ricerca sulla fisica dell'E-Cat potrebbero dunque restare in Italia e beneficiare anche di una collaborazione scientifica con l'Università di Uppsala (Svezia), mentre «la produzione sarà negli Usa», dichiara Rossi, «dove la Leonardo Corporation [la società di Rossi, n.d.r.] farà da capofila anche alla struttura commerciale.»
Se l'accordo venisse confermato Rossi potrebbe avere le risorse per sbloccare il contratto col Dipartimento di Fisica dell'Università di Bologna, che per avviare lo studio di ciò che avviene a livello atomico all'interno dell'E-Cat aveva chiesto 500.000 euro. Sarebbe anche una boccata di ossigeno per l'inventore, che, dopo la rottura del sodalizio con la società greca Defkalion per la commercializzazione dell'E-Cat nei Balcani, non aveva nascosto di trovarsi in difficoltà.
Lo sviluppo della tecnologia e la ricerca sulla fisica dell'E-Cat potrebbero dunque restare in Italia e beneficiare anche di una collaborazione scientifica con l'Università di Uppsala (Svezia), mentre «la produzione sarà negli Usa», dichiara Rossi, «dove la Leonardo Corporation [la società di Rossi, n.d.r.] farà da capofila anche alla struttura commerciale.»
ALLORA... FUNZIONA?
Non c'è indizio di trucchi, ma il fatto che ciò non sia evidente non è sufficiente a escludere errori di interpretazione.
«La cosa veramente straordinaria», confida un fisico invitato al test in rappresentanza di una società interessata ma che per questo chiede l'anonimato, «è che dopo tanti test, compreso quello di oggi, ancora nessuno possa dire con certezza come funziona l'apparecchio di Rossi.» A nessuno però (con motivazioni legate alla brevettazione) è stato permesso di ispezionare la macchina o visionare direttamente l'andamento delle operazioni: il protocollo della prova e i risultati sono stati semplicemente "comunicati".
«Dal poco che ho visto oggi», prosegue il fisico, «non c'è indizio di trucchi, ma il fatto che ciò non sia evidente non è sufficiente a escludere quanto meno un errore di interpretazione su quello che realmente fa l'E-Cat. Dopo tutto parliamo di fenomeni dei quali la scienza sa poco.»
La prova del 28 ottobre, insomma, non ha provato nulla di nuovo rispetto alle precedenti. Se i risultati esposti a fine giornata non sono frutto di errori o di errate interpretazioni dei fenomeni fisici... allora l'E-Cat funziona e noi siamo testimoni di una nuova rivoluzione scientifica. Ma per adesso è ancora solo una questione di fiducia.
«Dal poco che ho visto oggi», prosegue il fisico, «non c'è indizio di trucchi, ma il fatto che ciò non sia evidente non è sufficiente a escludere quanto meno un errore di interpretazione su quello che realmente fa l'E-Cat. Dopo tutto parliamo di fenomeni dei quali la scienza sa poco.»
La prova del 28 ottobre, insomma, non ha provato nulla di nuovo rispetto alle precedenti. Se i risultati esposti a fine giornata non sono frutto di errori o di errate interpretazioni dei fenomeni fisici... allora l'E-Cat funziona e noi siamo testimoni di una nuova rivoluzione scientifica. Ma per adesso è ancora solo una questione di fiducia.
La macchina delle macchine
Mumford l’ha definita “the key machine”. A ragione. Proviamo a pensare cos’era il mondo prima dell’invenzione dell’orologio meccanico. Tre erano i dispositivi noti per la “misura” del tempo: meridiane, clessidre, ed orologi ad acqua. Le meridiane funzionavano solo di giorno, e solo se non era nuvoloso. Naturalmente, davano un’ora differente a seconda della stagione. Le clessidre abbisognavano di qualcuno che le ruotasse continuamente, e, comunque, risentivano di umidità ed altri fattori che ne alteravano grandemente la precisione. Gli orologi ad acqua erano inservibili in climi freddi. Complessi. E perdevano precisione con l’andare del tempo. Dunque, finirono col diventare delle eccentricità e strumenti di potere per corti orientali, come quella cinese.
Ma nell’Europa medievale nacque un nuovo interesse per la misura affidabile del tempo. La Chiesa ne aveva bisogno: erano ben 7 i riti giornalieri da compiere. Uno, il mattinale, in realtà era un rito notturno. Ci voleva una “sveglia” che funzionasse prima dell’alba. Di più. C’erano le “servitù” cittadine da organizzare (e non solo), che richiedevano una corretta misura del tempo.
Si finì per avere la necessità di definire un’ora per la sveglia, una per andare a lavorare, una per l’apertura del mercato e così via. Tutto ciò poteva essere possibile se e solo se si disponeva di una misura del tempo autorevole. Altrimenti, e ci sono una infinità di esempi riportati negli annali, discordie, conflitti, litigi. L’orologio meccanico fu la soluzione.
Ma, si potrebbe dubitarne? Uno dei suoi primi nemici fu la Chiesa stessa, pur bisognosa di uno strumento misuratore del tempo che fosse affidabile. Qual era il problema? La misura del tempo fatta dalla Chiesa era quella cosiddetta “naturale”. Giorno e notte vengono divisi in parti eguali. Ma è del tutto ovvio che, salvo agli equinozi, le ore notturne e quelle diurne finivano per avere una durata diversa.
L’orologio meccanico rendeva “democratiche” le ore: erano tutte eguali. Bene: la Chiesa ci mise più di un secolo ad adeguarsi. Ma la Chiesa non era sola in questo atteggiamento. I Cinesi, pur inventori dell’orologio ad acqua, lo riservarono all’imperatore e ai suoi astrologi. Consideravano il tempo un segreto di stato, da non rivelare ai sudditi. Finì, ovviamente, come era prevedibile: ogni Imperatore cinese aveva il suo proprio calendario, giacché ognuno d’essi diventava proprietario del proprio tempo.
Qual è, in termini moderni, l’importanza dell’orologio meccanico, al di là della sua maggiore precisione e democraticità?
Tanto per incominciare: fu il primo esempio di misura digitale e non analogica di una grandezza “naturale”.
Secondo: fu una palestra di libertà. Invece di un tempo che scendeva dall’alto, elargito con sufficienza dall’Autorità, ciascuno poteva organizzare la propria vita come meglio gli pareva, e coordinarla con il resto dell’umanità. Ordine e controllo nelle mani del popolo minuto: una minaccia per il Potere costituito di quei tempi. Altro che presa della Bastiglia.
Terzo: si poteva finalmente accedere (ci volle del tempo) ad una nozione cruciale: la produttività. Per la prima volta, ciò che veniva prodotto poteva essere rapportato ad una unità di tempo affidabile. Utile solo per il furto del plusvalore? Non soltanto, e non principalmente. Si passa da una situazione di lavoro senza riferimenti (un’attività segue l’altra, fino a che la luce disponibile lo permette), ad una in cui si misura la durata (costante) dello sforzo, e alla durata si collegherà poi la produzione. In termini moderni: si possono calcolare con precisione i costi, e dunque con precisione si può stabilire un prezzo per un oggetto o un servizio. Poco? Non direi: tutti siamo abituati a pensare in termini di costi/benefici. Senza un orologio, si potrebbe farlo?
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