MILANO - La gravità sulla Terra non è sempre uguale in tutti i punti del globo. Detta così può sembrare un’affermazione che interessa soltanto pochi scienziati specialisti di geodesia. Invece la misura di questo dato è determinante anche per decifrare il cambiamento climatico. Adesso un satellite dell’agenzia spaziale europea Esa ha realizzato la più precisa mappa gravitazionale della Terra che mai i ricercatori siano riusciti a disegnare con strumenti tradizionali. La sua presentazione è avvenuta al congresso degli studiosi della materia riuniti a Bergen, in Norvegia, e organizzato nell’ambito del programma Living Planet dell’Esa.
IL PROGETTO GOCE - La mappa è frutto di un progetto ambizioso che mirava alla costruzione di un satellite, Goce, il quale volando a bassa quota poteva misurare ad alta risoluzione la forza gravitazionale. Questa non è sempre uguale perché dipende dalla concentrazione delle masse interne la cui distribuzione esatta ovviamente non si conosce. Ma far volare un satellite a bassa quota, come era necessario per l’obiettivo da raggiungere, è un azzardo perché viene frenato dalle particelle atmosferiche e quindi decade rapidamente. Così per far viaggiare Goce ad appena 254,9 chilometri di quota è stato dotato di un avanzatissimo motore ionico che con piccoli ma costanti impulsi neutralizza la resistenza all’avanzamento e garantisce la quota di volo. Il secondo ostacolo da superare è stata la costruzione dello strumento così sensibile da cogliere anche le minime variazioni della forza che ci tiene legati a terra. In questo modo i ricercatori sono riusciti a mettere insieme la forma più corretta del «geoide» che è appunto la forma della Terra secondo un’altezza di riferimento media riferita alla forza di gravità. Sia lo strumento che la costruzione del satellite è avvenuta in buona parte nelle camere bianche di Thales Alenia Space di Torino. «Questo risultato è molto prezioso – spiega il professor Reiner Rummel dell’Università di Monaco di Baviera che guida gli scienziati impegnati nella ricognizione – perché finalmente abbiamo una descrizione precisa di grandi aeree del nostro pianeta riguardanti il Sudamerica, l’Africa, Himalaya, il Sud Est dell’Asia e l’Antartide. Di queste zone si possedevano in alcuni casi povere descrizioni».
CAMBIAMENTO CLIMATICO -Ma scendendo nella pratica forse l’aspetto che più fa capire l’importanza di Goce lanciato in orbita nel 2009 è connesso al «climate change» perché i suoi dati sono essenziali per misurare la circolazione delle correnti oceaniche, le variazioni dei mari e la dinamica dei ghiacciai, cioè tutti elementi che entrano nel gioco dell’ancora complicato processo di cambiamento climatico. Le informazioni raccolte da Goce permettono la complilazione di modelli teorici essenziali per spiegare i mutamenti del pianeta sul quale viviamo. Esse sono poi integrate con altre fornite da vari satelliti riguardanti l’ambiente (dall’acqua, all’umidità dei suoli, all’atmosfera) che l’Esa ha lanciato proprio nell’ambito del programma Living Planet al fine di decifrare una realtà ambientale in gran parte da scoprire ma determinate per capire come affrontare i risolvere i problemi e la tutela del pianeta stesso.