L’idea è nata dalla evidente necessità di potenziare, come auspicato a tutti i livelli, la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e dalla convinzione che la prossima sfida sarà permettere a livello capillare tale produzione grazie alle cosiddette soluzioni RDEG (renewable distributed energy generation). Secondo una risoluzione della UE del novembre del 2009 che sarà recepita nella prossima Direttiva sulle Performance Energetica degli Edifici – Energy Performance Building Directive (EPBD), a partire dal 2021 tutti i nuovi edifici dovranno essere “passivi”: vale a dire che potranno consumare la quantità di energia che sapranno autoprodurre.
In questo contesto è emersa fondamentale la potenzialità sinora scarsamente utilizzata delle turbine eoliche integrate negli edifici – building-integrated wind turbine (BIWT). La constatazione che il micro-eolico (impianti di potenza fino a 5 kW di picco) fosse poco presente in ambito urbano e relegato in zone rurali a causa delle caratteristiche estetiche dettate da scelte tecnologiche convenzionali, ha spinto i soci a ripensare il paradigma tradizionale della tecnologia eolica: “non vogliamo installare sui nostri tetti turbine che hanno un palo più o meno lungo con un unico punto di ancoraggio e che inquinano esteticamente lo skyline” dice Giovanni Teglia. La soluzione è stata ruotare di 90° la turbina ed installarla sul tetto assicurando le due estremità alla copertura: la Venturbine è la prima ed unica soluzione BIWT realmente sviluppata in modo specifico per essere integrata nell’ambito urbano.