venerdì 31 dicembre 2010
Effetto di aspirina quotidianamente sul rischio a lungo termine di morte per cancro: l'analisi dei dati di singoli pazienti degli studi randomizzati
mercoledì 29 dicembre 2010
VUOI FARE UN PICNIC ? FALLO SU UN ALBERO !
martedì 28 dicembre 2010
2011 Odissea senza l'euro. Orfani della moneta unica Pil in caduta libera e spread alle stelle. I dati
L'inchiesta
L'obiezione è nota: difficile quantificare il non quantificabile. E tuttavia Mark Cliffe, capo globale della ricerca sui mercati finanziari di Ing, in un report ha tentato proprio di calcolare il prezzo di un'Europa senza euro. Certo, ricorda lui, «qualsiasi scelta in questo settore è più politica che economica»; i trattati, poi, non prevedono lo spoil system di una nazione; infine, «ogni simulazione inevitabilmente ha ampi margini d'errore».
Due scenari: in entrambi la ricchezza diminuisce
Ciò detto però, dare l'indicazione è utile. Al di là di essere pro o contro qualsiasi soluzione, sapere quali "forche caudine" vanno affrontate, prima di sfruttare la tanto "agognata" svalutazione competitiva, non è da poco. Così Cliffe ha disegnato due ipotetici scenari. Il primo prevede l'uscita da Eurolandia della sola Grecia; il secondo, il ritorno di tutti i membri dell'unione monetaria alle singole divise nazionali. «In entrambi casi -scrive l'economista- assisteremmo», ovviamente con valori molto differenti, «a una riduzione dell'attività economica». Per quali motivi? Bé, basta pensare ai problemi logistici e legali per la re-introduzione dei vecchi coni; agli sbalzi delle valute, ai "voli" transfrontalieri di capitali e alla nuova pressione sul sistema finanziario. Un cocktail che, giocoforza, schiaccerebbe commercio e investimenti. Non solo: il crollo nel business e nella fiducia dei consumatori porterebbe alla riduzione dei prezzi degli asset dentro, e fuori, Eurolandia. Inoltre, i governi potrebbero essere indotti a varare ulteriori manovre fiscali restrittive, schiacciando ancora di più la debole ripresa.
L'euro non c'è più: nel 2012 il Pil greco crolla del 9%
Se queste le considerazioni generali, quali i numeri che balzano fuori dai modelli individuati da Ing? Nello scenario peggiore (break up dell'euro), per il 2011 il Pil scenderebbe del 9,1% in Grecia, del 6,6% in Italia, del 4% in Francia e del 6,5 per cento in Spagna (-5% la media per l'Europa centrale). Anche la Germania, vera locomotiva d'Europa, dovrebbe ingranare la marcia indietro: il Prodotto interno lordo, secondo Cliffe, calerebbe del 3,8 per cento. Insomma, sarebbe recessione: il crollo della domanda interna non viene controbilanciato, per chi è in grado di farlo, dall'aumento dell'export. Il segno meno, peraltro, resiste anche nel 2012: Berlino (-1,8%), Parigi (-2,5%), Roma (-3,7%) e Madrid (-3%) vanterebbero una crescita negativa.
Balza il rendimento dei bond nella periferia d'Europa
Inevitabile, poi, il balzo dei rendimenti dei titoli di stato per i paesi con deficit e debito pubblico più elevato. Il rendimento del bond quinquennale spagnolo, secondo Ing, si spingerebbe al 6,6% nel 2011 (6,8% nel 2012); quello italiano al 5,88% (5,6%). In discesa, invece, il governativo francese (0,5% nel 2011) e, ovviamente, quello tedesco (0,75%). Insomma, com è facile prevedere, negli stati periferici vola il premio al rischio e, con lui, il costo del debito pubblico.
Quale rischio nelle svalutazioni
Mentre, al contrario, si svaluta la nuova moneta: è del 25% il deprezzamento della lira verso il marco e del 50% quello della peseta spagnola. «La divisa tedesca, insieme al marco svizzero e il franco francese, tornerebbero monete di riferimento del Vecchio continente», dice Gabriele Vedani, managing director di Forex capital market Italia. Una situazione di debolezza delle valute periferiche che, comunque, sosterebbe l'export di quei paesi...«Il meccanismo - sottolinea Vedani - non è così semplice. In questo scenario i paesi più deboli soffrono, tra le altre cose, l'iperinflazione e una forte volatilità dei cambi. Le svalutazioni, se non cooordinate e gestite bene, sono rischiose». Non è un po' un'esagerazione? «Assolutamente no. Ricordo il settembre del '92: fu decisa, in un week end, la svalutazione della lira contro il marco, per una variazione complessiva del 5 per cento. Ebbene, il tetto massimo di oscillazione era fissato a quota 756,4 lire. All'inizio delle contrattazioni del lunedì il cambio balzò a 803,7 per poi, successivamente, andare fino a 900 lire. Insomma, la pressione sulla moneta era tale che le banche centrali non erano più in grado di gestirla. Con l'attuale globalizzazione dei mercati simili movimenti sarebbero fin'anche aumentati, con le conseguenze che tutti possono immaginare».
Se Atene lascia addio all' "irreversibilità" dell'euro
Fin qui lo scenario più apocalittico. Che accade, invece, nell' ipotesi dell'abbandono greco? Tutti i numeri, seppur negativi, sono molto meno "pesanti": il Pil 2012 dell'Europa centrale salirebbe per esempio solo dell'1,3% (in recessione, invece, Grecia, Italia, Portogallo e Spagna) . Tuttavia, in questo caso, per Ing un altro aspetto è più rilevante. Quale? La fiducia dei mercati finanziari sulla sostenibilità dell'Unione. «Ammettendo la possibilità -scrive Cliffe -che i componenti dell'euro possono andarsene, il concetto di "irreversibilità" della divisa unica sparisce». Un sentimento che, nel 2011, farebbe scivolare la moneta europea verso quota 0,70/0,75 verso il dollaro. Mentre la nuova dracma di Atene si svaluterebbe fino all'80% verso l'euro.
La proposta: mantenere l'euro e ripristinare le valute locali
A questo scenario si lega con una certa forza l'ipotesi, più volte sostenuta, della nascita di un euro di serie A e uno serie B. «È una soluzione non così semplice -afferma Luca Fantacci, professore di storia economica alla Bocconi -. Bisogna imporre un cambio fisso tra le due monete, al limite concedendo una banda d'oscillazione. Ma assolutamente non si può pensare, almeno nel breve, ad un cambio libero perché la speculazione farebbe il bello e il cattivo tempo. Poi, bisogna ri-distribuire il potere di politica monetaria a una nuova banca centrale dei paesi dell'euro B. Ciò detto, però, credo che il problema dev'essere affrontato in maniera più strutturale».
Da unione monetaria a unione europea dei pagamenti
Vale a dire? «Una possibile soluzione potrebbe essere mantenere l'euro, ma ripristinare le valute nazionali. Questo consente, in primis, di non dover scegliere fra una misura sbagliata (l'euro attuale, che incorpora tassi arbitrariamente fissati più di dieci anni fa) e un'assenza di misura (il passaggio a un regime di cambi oscillanti). Poi, non lega la creazione di liquidità alle esigenze di finanziamento del debito pubblico, bensì alle esigenze di finanziamento del commercio privato. Così, si crea una camera di compensazione che trasforma l'Unione monetaria europea in un'Unione europea dei pagamenti».
Euro-sterlina, da guerra delle valute a ratto delle Zecche (di Leonardo Maisano)
Ref. http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2010-12-06/2011-odissea-senza-euro-181854.shtml?uuid=AYURQdpC
sabato 25 dicembre 2010
Cassinetta di Lugagnano il primo comune italiano a crescita zero
Così, nelle aree agricole a sud della Provincia di Milano, spesso si posano gli occhi dei grandi imprenditori immobiliari e degli speculatori. E nelle zone di maggior pregio, l’attenzione è ancora più grande. E’ infatti certamente più attraente un insediamento residenziale nei pressi di una riserva naturale, magari tutelata dall’Unesco, rispetto ad una villetta a schiera nella periferia già urbanizzata di Milano.
http://www.ecoblog.it/post/6957/cassinetta-di-lugagnano-il-primo-comune-italiano-a-crescita-zeroConsumo di suolo che talvolta diventa spreco: sono centinaia i capannoni vuoti e le case sfitte. Tutto suolo rubato all’agricoltura, senza nessun beneficio, né sull’occupazione né sulla qualità della vita dei cittadini.
lunedì 20 dicembre 2010
domenica 19 dicembre 2010
Finalmente la plastica senza petrolio
http://www.sciencemag.org/
Energia dal rumore? È possibile grazie alla scienza
È allo studio del Nips Lab di Perugia il modo in cui convertire quello che si definisce come “rumore”in energia elettrica. Sembra impossibile, ma in realtà le sperimentazioni sono molto avanzate e hanno già prodotto due brevetti che sono stati depositati.
«Bisogna partire dalla definizione di rumore – ha detto in un’intervista al Sole 24Ore Luca Giammaitoni, direttore del Nips – che in fisica va ben al di là di quella intuitiva, che riguarda l’acustica».
Rumore, in pratica, comprende tutto ciò che perturba un certo movimento teorico, che dà interferenze, irregolarità, distorsioni. L’esempio è il segnale di un cellulare che va e viene o lavibrazione di un’automobile a causa di una strada sconnessa.
La branca di studio è quella dell’Energy Harvesting e, in questo caso, l’obiettivo è quello di utilizzare l’energia recuperata soprattutto su scala micro e nano, ossia per dispositivi elettronici come i sensori che curano la salute o quelli che verificheranno lo stato di conservazione di un alimento o, ancora, i comandi che governeranno le case domotiche.
«Non siamo così lontani dall’obiettivo – ha detto Giammaitoni –. È quello che oggi accade in un piccolo sistema meccanico elementare come un orologio. È evidente che non si può pensare di alimentare tutti i sistemi elettronici di cui siamo sempre più circondati con le normali batterie, che inquinano, hanno una vita limitata e presentano altri limiti. In futuro al posto loro vi saranno sistemi per la conversione del rumore in elettricità alcuni dei quali esistono già a livello di prototipo».
In Italia il problema è legato ai finanziamenti, perché nel nostro Paese non è facile supportare progetti che richiedono lunghi periodi per essere realizzati. Per il momento, il laboratorio è riuscito a ottenere 3,5 milioni di euro dall’Europa.
«Grazie a Nanopower (il progetto di recupero di energia dal rumore) – ha concluso lo scienziato – ci aspettiamo di giungere prima a dispositivi in grado di raccogliere il rumore, di diverso tipo, presente e nell’ambiente e di veicolarlo in nano dispositivi che riescano a trasformarla in elettricità del tutto pulita e rinnovabile capace di alimentare la prossima generazione di sistemi Ict».
r i n n o v a -nrg CERCA INVENTORI
Se hai brevettato e realizzato un'applicazione , che coinvolga e riguardi un modo possibile per produrre energia alternativa ( il piu' possibile verde ), allora Noi stiamo cercando TE !
Cosa ti offriamo:
" r i n n o v a -nrg " è in stretto contatto con realtà industriali, anche importanti ed è organizzata attraverso una struttura di professionisti e contatti con i quali proporre modelli di Business Sostenibili ad industrie e pubbliche amministrazioni, definendo costi di investimento e possibili applicazioni. In questo senso " r i n n o v a -nrg ", si incarica di presentare il brevetto, magari mostrandolo laddove realizzato, oppure presentando il prototipo.
Se l'idea risulterà vincente e realizzabile, " r i n n o v a -nrg ", si incaricherà della fase di intermediazione tra " L'inventore " che presenta e prone l'idea e l'azienda da Noi individuata ed intenzionata a realizzare su larga scala o a produrre il brevetto.
Cosa Cerchiamo:
Cerchiamo inventori, che abbino brevettato la loro applicazione, magari avendola anche realizzata e prototipata. Valuteremo se la TUA idea rientra nella nostra " mission ", in caso affermativo, stabiliremo un contatto e ci impegneremo a proporre la tua idea, con l'obbiettivo di realizzarla.
Se credi di rientrare nella casistica delle persone/inventori che stiamo cercando, allora scrivi a:
sabato 18 dicembre 2010
Arsenico nell'acqua? È meno pericoloso dei filtri
venerdì 17 dicembre 2010
OSSIGENO PURO AL 99.77%
LA tecnologia implementata per la generazione d‘ossigeno d‘elevata purezza è definita Adsorbimento dell’Oscillazione di Pressione (PSA). La tecnologia funziona con setacci molecolari in grado di filtrare azoto ed altre molecole dall‘aria compressa fornita. L‘ossigeno rimanente viene immagazzinato in serbatoi tampone e serve come soluzione di ripiego per carichi di punta e per lavori di manutenzione (a seconda della richiesta,
i buffer di corrente realizzano periodi di backup di due o tre settimane, che possono essere facoltativamente ampliati). L’aria compressa prodotta da un compressore viene pulita in un separatore di olio e di acqua ed asciugata ad un punto di rugiada della pressione pari a ca. +3°C e depurata attraverso filtri integrati.
L’aria compressa così trattata è alimentata attraverso i setacci molecolari che poi provvedono a separare azoto e ossigeno. L’azoto residuo viene quindi rilasciato di nuovo nell’aria ambientale. I filtri molecolari passano alternativamente dalla modalità filtro alla modalità di rigenerazione, al fine di garantire un costante rifornimento di ossigeno ad elevata purezza (> 99,5% - certificata secondo la Farmacopea Austriaca e l‘UE).
Applicazione
L’ossigeno così prodotto viene alimentato nella rete ospedaliera di fornitura ossigeno con un amplificatore ad
una pressione di 10 bar oppure può essere trasferito in bombole d’ossigeno convenzionali utilizzando un com-
pressore a 200 bar ad alta pressione. La purezza pari ad almeno 99,5% o superiore è garantita in ogni momento della catena di produzione ed è costantemente moni- torata con sensori d‘ossigeno integrati. A seconda delle esigenze del cliente, soluzioni di backup con una forni- tura di almeno 3 settimane o più sono collegati a valle di tale sistema PSA e garantiscono la sicurezza dell’ap-provvigionamento di ossigeno medicale durante, ad es., il lavoro di manutenzione o in caso d’eventi imprevedibili.
Tecnica
L’aria ambientale viene aspirata attraverso un compresso-re e compressa a ca. 10 bar. L’aria compressa viene quindi raffreddata con un essiccatore a ciclo frigorifero a ca. +3°C ed essiccata per ridurre al minimo il contenuto d‘acqua. L‘aria pressurizzata viene quindi condotta attraverso un fil- tro che elimina ogni possibile contenuto d‘acqua ed altre impurità dell‘aria compressa. Dopo di che, l‘aria compressa così preparata viene inviata attraverso l’impianto di sepa- razione dell’aria. L’impianto di separazione dell’aria (Ad- sorbimento dell‘Oscillazione di Pressione PSA) produce l’ossigeno con la purezza richiesta e lo pulisce dall’H2O,CO, CO2 e CFC. L’ossigeno così ottenuto viene poi immesso nella rete ospedaliera di fornitura a ca. 10 bar oppure trasferito in bombole d’ossigeno fino a 200 bar (soluzione di backup e/o forniture mobile d’ossigeno per bombole portatili).
All'interno
Gli impianti interni sono costituiti da un‘intelaiatura che viene installata nei locali tecnici di un ospedale. La forni- tura d‘aria per questi impianti interni deve essere garantita e la temperatu- ra d‘esercizio deve essere compresa tra +5°C e +25°C max.
All'esterno
A seconda delle dimensioni, gli im- pianti esterni sono montati in conte- nitori convenzionali e possono essere installati fuori dall‘ospedale. Quest‘im- pianti provocano un livello di rumo- re pari a 65 dB. In base alla località climatica, quest‘impianti sono costruiti in modo da essere operativamente si- curi ed affidabili a temperature com- prese tra -40°C a +55°C max.
Acquisto d’impianti di fornitura d’ossigeno
Con l’acquisto di un impianto di fornitura d’ossigeno Oxytop® NGS garantisce affidabilità di funzionamento e si- curezza con utilizzo professionale adeguato e stipula di con- tratto di manutenzione. Gli intervalli di manutenzione sono stabiliti in base al numero di ore di funzionamento (circa 2 volte all’anno, dopo 4000 ore di funzionamento). Con il fun- zionamento corretto, l’intervallo di manutenzione aumenta a ca. 50.000 di funzionamento.
Impianti di fornitura d’ossigeno per ospedali
Il cliente non avrà alcun costo d’investimento di qualsiasi na- tura per la fornitura di ossigeno medicale da parte di NGS con la tecnologia Oxytop® Assistenza e manutenzione sono a compresi nella fornitura dell’impianto. Un contratto di for- nitura viene concordato con il cliente ad un prezzo fisso per
un periodo di cinque anni per il volume d’ossigeno richiesto per anno. Dopo di che, l’approvvigionamento d’ossigeno at- traverso l’impianto può essere concordato nuovamente per altri 5 anni ad un prezzo fisso, che è sicuramente inferiore di almeno il 15% rispetto al prezzo attuale dell’ossigeno.
INFORMAZIONI E VANTAGGI
» Generazione locale continua di ossigeno medicale, come richiesto (fornitura di rete fino a 10 bar)
» Alimentazione di riserva per un periodo maggiore in assenza di corrente (espandibile facoltativamente a
seconda delle esigenze)
» Non è necessaria alimentazione grazie alla fornitura di bombole od ossigeno liquido
» Risparmio considerevole sui costi grazie alla tecnologia avanzata
» Rapido ritorno sugli investimenti
» Design compatto (interno, esterno)
» Funzionamento e manutenzione semplici (possibile manutenzione a distanza)
» Numero minimo di materiali di consumo (sostituzione del materiale filtrante o dei componenti d’usura)
» Possibilità di riempire le bombole d’ossigeno necessarie fino a 200 bar in loco
» Flessibilità d’espansione dell’impianto per aumentare la produzione
» Certificato CE
» Autorizzazione per dispositivi medicali (AMB, AMG, Pharma Cope)
Compatibilità ambientale
» Nessuna formazione di CO2 dannoso per l’ambiente a causa del trasporto di ossigeno (liquido o bombole)
» Conseguente notevole riduzione di CO2 nel totale relativo al CO2 per tutte le procedure operative.
» Nessun danno ambientale pro- vocato dall’impianto attraverso l’immissione o l’emissione.
» Basso consumo energetico
RIFERIMENTO DIMOSTRAZIONE E CONTATTI
" r i n n o v a -nrg "
Contatti - mail: rinnova.nrg@gmail.com
Riferimento e sede: Verona
Turbina eolica panoramica
Biome, un’auto “verde” che produce ossigeno
Mercedes-Benz presenta al Salone di Los Angeles un nuovo concept di auto che, dalla creazione alla rottamazione, si ispira completamente alla natura. Realizzata con semi di piante, accumula l’energia solare e produce ossigeno...
Un’auto che respira, anzi, fa respirare. I designer dell'advanced design studios Mercedes-Benz di Carlsbad (California) hanno presentato un nuovo concept di auto che, ispirandosi direttamente alla natura, si integra perfettamente nell'ecosistema, dalla creazione al termine del ciclo di vita. Si chiama Mercedes-Benz Biome ed è un’auto realizzata con materiale totalmente organico da semi di diverse piante. Non solo, la vettura emette ossigeno puro e alla fine del ciclo di vita può essere ‘compostata’ o utilizzata come materiale da costruzione.La Biome è stata presentata nel corso del Salone dell’auto di Los Angeles ed è frutto di un concorso che puntava a progettare la visione di una vettura compatta due posti (più due), sicura e confortevole con prestazioni e design di qualità e peso massimo di circa 455 kg di peso a vuoto. “Con Biome mostriamo concretamente come dovrebbe essere il veicolo perfetto per la mobilità futura – afferma Hubert Lee, responsabile dell’advanced design studios di Carlsbad –. La vettura nasce e circola in perfetta simbiosi con la natura, nasce e cresce come le foglie di un albero”.
Mercedes-Benz Biome in BioFribe e alimentata dagli alberi
Biome è costruita in un innovativo materiale ultraleggero composto da semi di diverse piante e denominato BioFibre, molto più leggero del metallo o della plastica, ma più robusto dell'acciaio. Questo materiale è in grado di assorbire l'energia solare e di accumularla in un composto chimico liquido denominato BioNectar4534. Inoltre, Mercedes-Benz sottolinea di aver sviluppato una tecnologia per dotare gli alberi di speciali ricettori in grado di accumulare l'energia solare eccedente trasformandola in BioNectar4534. Come le piante, anche Mercedes-Benz Biome produce ossigeno e contribuisce quindi al miglioramento della qualità dell'aria.
http://businesspeople.it/Ambiente/Green-living/Biome-un-auto-verde-che-produce-ossigeno_12675
Dr Steve Beeby :Vibration Energy scavenging
Dr Steve Beeby
Scuola di Elettronica e Informatica
Università di Southampton
Southampton
SO17 1BJ
Regno Unito
: Posizione personale accademico in sistemi elettronici e dispositivi di gruppo
Estensione: 26.663
Telefono: +44 (0) 23 8059 6663
Fax: +44 (0) 23 8059 2901
E-mail: spb@ecs.soton.ac.uk
URI: http://id.ecs.soton.ac.uk/person/1705 [ navigare ]
Interessi: biometria , la raccolta di energia , MEMS , microfluidica , micromachining , microsistemi , termoelettrico , l'energia di vibrazione raccolta , reti di sensori wireless
Il segretario del gruppo per i sistemi elettronici e dispositivi Group è Lucyna I Palmer .
Biografia
Ho recentemente completato un prestigioso 5 anni EPSRC Advanced Research Fellowship e sono attualmente un docente all'interno EPSRC. Sono coordinatore del progetto su un progetto del 6PQ CE 'Vibration Energy scavenging', PI 'otoacustiche di emissione basati sistemi biometrici' e un Co-I in diverse altre sovvenzioni. Attualmente l'insegnamento magistrale e Pt 3 portate e supervisionare i progetti degli studenti diversi.
Qualifiche
Chartered Engineer
Chartered Fisico
Dottorato di Ricerca
BEng (Hons)
Partecipazione a Conferenze
Sesto workshop internazionale sulla micro e nanotecnologie per la generazione elettrica e le applicazioni di conversione dell'energia (PowerMEMS 2006).
17 ° Workshop Micromachining, la micromeccanica e Microsistemi (MME 06), Southampton, UK.
Simposio di progettazione, sperimentazione, integrazione e all'imballaggio delle MEMS / MOEMS, Stresa, Italia. Presidente della sessione (miniaturizzati Power Generators)
Eurosensors XIX, Barcellona, Spagna.
13 ° Conferenza Internazionale sui sensori a stato solido, attuatori e microsistemi, Seoul, Corea.
Il 4 ° workshop internazionale sulla micro e nanotecnologie per la generazione elettrica e le applicazioni di conversione dell'energia (PowerMEMS 2004), Kyoto, Giappone.
Prima conferenza internazionale sulla autenticazione biometrica (ICBA 2004), Hong Kong. 1 carta, presentazione orale degli studenti - vinto il Best Paper Award
17a Conferenza europea sui trasduttori allo stato solido (XVII Eurosensors) 21 settembre al 24 2003, Guimaraes, Portogallo.
16a Conferenza europea sui sensori a stato solido (XVI Eurosensors), Praga, Repubblica ceca
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Mini generators make energy from random ambient vibrations: ENERGIA DALLE VIBRAZIONI
The energy-harvesting devices, created at U-M's Engineering Research Center for Wireless Integrated Microsystems, are highly efficient at providing renewable electrical power from arbitrary, non-periodic vibrations. This type of vibration is a byproduct of traffic driving on bridges, machinery operating in factories and humans moving their limbs, for example.
The Parametric Frequency Increased Generators (PFIGs) were created by Khalil Najafi, chair of electrical and computer engineering, and Tzeno Galchev, a doctoral student in the same department.
Most similar devices have more limited abilities because they rely on regular, predictable energy sources, said Najafi, who is the Schlumberger Professor of Engineering and also a professor in the Department of Biomedical Engineering.
"The vast majority of environmental kinetic energy surrounding us everyday does not occur in periodic, repeatable patterns. Energy from traffic on a busy street or bridge or in a tunnel, and people walking up and down stairs, for example, cause vibrations that are non-periodic and occur at low frequencies," Najafi said. "Our parametric generators are more efficient in these environments."
The researchers have built three prototypes and a fourth is forthcoming. In two of the generators, the energy conversion is performed through electromagnetic induction, in which a coil is subjected to a varying magnetic field. This is a process similar to how large-scale generators in big power plants operate.
The latest and smallest device, which measures one cubic centimeter, uses apiezoelectric material, which is a type of material that produces charge when it is stressed. This version has applications in infrastructure health monitoring. The generators could one day power bridge sensors that would warn inspectors of cracks or corrosion before human eyes could discern problems.
The generators have demonstrated that they can produce up to 0.5 milliwatts (or 500 microwatts) from typical vibration amplitudes found on the human body. That's more than enough energy to run a wristwatch, which needs between one and 10 microwatts, or a pacemaker, which needs between 10 and 50. A milliwatt is 1,000 microwatts.
"The ultimate goal is to enable various applications like remote wireless sensors and surgically implanted medical devices," Galchev said. "These are long lifetime applications where it is very costly to replace depleted batteries or, worse, to have to wire the sensors to a power source."
Batteries are often an inefficient way to power the growing array of wireless sensors being created today, Najafi said. Energy scavenging can provide a better option.
"There is a fundamental question that needs to be answered about how to power wireless electronic devices, which are becoming ubiquitous and at the same time very efficient," Najafi said. "There is plenty of energy surrounding these systems in the form of vibrations, heat, solar, and wind."
These generators could also power wireless sensors deployed in buildings to make them more energy efficient, or throughout large public spaces to monitor for toxins or pollutants.