Ecco i principali punti di riferimento informatici per seguire l'intrigante e intricata vicenda di Wikileaks: la storia dell'organizzazione è ben riepilogata dalla Wikipedia in inglese (in particolare nella bibliografia di riferimento). Non perdetevi questovideo del 2008 in cui Julian Assange spiega l'idea alla base di Wikileaks e che, rivisto oggi, ha un sapore straordinario.
La localizzazione dei server di Wikileaks in Svezia (presso Bahnhof, con foto spettacolari) e a Roubaix, in Francia (presso OVH), è documentata daNetcraft.com (anche qui per Wikileaks.ch); ecco l'indirizzo IP diretto (88.80.13.160) per raggiungere Wikileaks in caso di problemi con il nome di dominio (c'è anche 213.251.145). Presso Wikileaks.info trovate un elenco dei siti "mirror", ossia che ospitano copie del contenuto di Wikileaks.org o portano al sito principale.
Intanto ZDNet racconta la storia incredibile dell'analista di intelligence militare statunitense Bradley Manning, indicato (senza conferme) come fonte della colossale fuga di segreti (ne parlo anche su Panorama). I dettagli sono nelpodcast del DIsinformatico del 3 dicembre.
Ironica la provocazione verso le autorità americane: Wikileaks è stata ospitata sui server della celebre società statunitense Amazon, che poi l'ha rimossa per violazione del contratto, non per pressioni esterne (o almeno così dice).
L'inaccessibilità di Wikileaks.org è dovuta al fatto che EveryDNS.net, il fornitore statunitense presso il quale era registrato il nome di dominio (senza ospitare fisicamente il sito), ha rescisso unilateralmente il contratto con Wikileaks, dicendoche gli attacchi informatici contro il sito controverso mettevano a rischio la sua infrastruttura.
Per seguire questa lotta fra guardie e ladri (o fra Davide e Golia, se preferite), potete seguire le dichiarazioni di Wikileaks tramite Twitter.
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Altre fonti:TheLocal, Ars Technica, Gizmodo France.
FONTE IL DISINFORMATICO