Translate

mercoledì 15 dicembre 2010

Il futuro del (mini) idroelettrico parte dal Mississippi e fa a meno delle dighe

Con ogni probabilità le future generazioni di impianti idroelettrici potranno fare a meno delle dighe, poiché si limiteranno sfruttare il naturale scorrere dei corsi d'acqua minimizzando l'impatto ambientale.

Stiamo parlando di impianti mini-idroelettrici. A differenza dell'idroelettrico tradizionale, che richiede grandi salti d'acqua (spesso ottenuti artificialmente con le dighe) gli impianti mini-idroelettrici ad acqua fluente sfruttano salti d'acqua non superiori ai cinque metri e prevedono l'installazione di turbine direttamente nel letto di un fiume. Questo tipo di tecnologia, fino ad oggi poco sfruttata, sembra ormai essere sul punto di diffondersi in tutto il globo. Soprattutto dopo che la Federal Energy Regulatory Commission (FERC) americana ha approvato le indagini preliminari per valutare la proposta di Free Flow Power, una start-up, di installare centinaia turbine idrocinetiche nelle acque del fiume Mississippi.
Il progetto prevede di posizionare le turbine su piloni ancorati al fondale - o su strutture già presenti nel fiume - in 88 diversi siti, opportunamente distanziati lungo la parte del fiume che attraversa il sud-est della Louisiana. Ogni turbina avrebbe una potenza che oscilla tra i 10 e i 40 KiloWatt, un diametro di 3 metri e sarebbe sufficientemente sollevata dal letto fluviale da intercettare la corrente in maniera ottimale. Le previsioni dell'azienda promotrice sono piuttosto ottimistiche: si parla di ottenere, di qui ai prossimi tre anni, una quantità di energia pulita sufficiente ad alimentare tra 250.000 e 1 milione di abitazioni americane.
Ma nonostante l'approvazione della FERC - e nonostante i 7,4 milioni di dollari che lo U.S. Department of Energy ha stanziato per i test dei prototipi - affinchè Free Flow possa raggiungere il suo traguardo è prima necessario valutare che le turbine non penalizzino la navigabilità delle acque (in particolare le rotte commerciali), che non creino problemi per la pesca e che la velocità di rotazione delle lame (quella prevista è 3 metri al secondo) sia sufficientemente bassa da minimizzare l'incidenza sulla fauna ittica.
Il progetto del Mississippi non è l'unico progetto che punta su questa tecnologia per ottenere energia idroelettrica in grande scala. Lo scorso 10 ottobre il Crown Estate britannico ha approvato la costruzione di MeyGen, una tidal farm da 400 MW che sorgerebbe nell'area costiera del Pentland Firth, in Scozia, e che soddisferebbe il fabbisogno energetico di quasi 400.000 famiglie. Una tidal farm è l'equivalente sottomarino di una centrale eolica, solo che al posto delle pale utilizza turbine sottomarine a doppia elica, capaci di sfruttare i moti ondosi laddove le correnti sono più forti. Progetti simili sono in pianificazione in altri siti del Galles, dell'Inghilterra e della Nuova Zelanda.

 

http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2010-12-10/futuro-idroelettrico-parte-mississippi-232405.shtml?uuid=AYY4nfqC