E' stato illustrato il progetto SCEC che è nel programma dell'Amministrazione comunale. Non si tratta di una moneta locale ma di sconti incondizionati fino al 30%.
Ieri sera all’Auditorium Toscanini il M5S e l’associazione no profit Arcipelago SCEC hanno presentato ad attivisti e simpatizzanti il progetto di introduzione nell’economia locale dei "Buoni Locali di Solidarietà".
Si tratta di immettere negli scambi commerciali di Parma il buono SCEC che ha la validità legale di uno sconto incondizionato da affiancare all’euro per far sì che la ricchezza rimanga sul territorio che la produce. Non si tratta pertanto di un moneta locale, che sarebbe peraltro vietata per legge. L’obiettivo è quello di sostenere l’economia locale e il piccolo commercio in particolare contro la grande distribuzione. Quest’ultima sarebbe infatti esclusa dal Circuito.
I promotori dell’iniziativa sono stati il consigliere comunale Mirco Zioni e l’assessore al commercio Cristiano Casa. Presenti in sala numerosi altri consiglieri comunali di maggioranza, oltre che l’assessore al sociale Laura Rossi.
L’introduzione dello SCEC è nel programma elettorale e nelle linee programmatiche dell’Amministrazione comunale di Parma.
Queste le principali domande e risposte emerse durante il dibattito.
Che cosa sono i Buoni Locali di Solidarietà SCEC?
Un patto stretto fra persone, imprese commerciali, artigiane, agricole, professionisti ed Enti Locali, al fine di promuovere localmente lo scambio di beni e servizi accettando in cambio una percentuale del prezzo in Buoni (minimo 5%).
Che rapporto hanno con l’euro? Sono convertibili?
Il Buono Locale ha un rapporto 1:1 con l’euro (1 SCEC = 1 Euro), non è convertibile e si utilizza insieme agli euro.
Come si utilizzano?
Presso commercianti, artigiani, professionisti, aziende iscritte ad Arcipelago che li accettano in una percentuale dal 5 al 30% come riduzione del prezzo in Euro. La percentuale di sconto è decisa dall’esercizio commerciale.
Come si ottengono?
Iscrivendosi gratuitamente all’Associazione SCEC si ricevono 100 Buoni Locali SCEC.
Quale è lo scopo di questi Buoni Locali di Solidarietà?
Quello di ridare slancio ai territori poiché ancorando la spesa al circuito locale favoriscono gli investimenti nell’economia reale e, quindi, generano benessere nello stesso territorio.
Qual è il vantaggio dei consumatori e quello dei commercianti?
Per i consumatori è una reale diminuzione dei prezzi ed un equivalente aumento del proprio potere d’acquisto. Per gli operatori economici è un’opportunità per aumentare il giro di affari incrementando il numero e la fedeltà dei clienti.
Si può comprare un bene o un servizio al 100% con i Buoni Locali di Solidarietà?
Non da chi ha partita Iva per ovvi motivi fiscali. I privati, invece, che ad esempio si scambino un bene, (un tavolo piuttosto che un computer) possono decidere di accettare fino al 100% di Buoni Locali; i quali possono essere utilizzati al 100% anche per altre innumerevoli applicazioni che abbiano per oggetto scambi di tempo per mutuo aiuto ai singoli o alla comunità locale (vedi legge 8/3/2000 n. 53)
Per l’operatore economico i Buoni Locali di Solidarietà sono una privazione?
Assolutamente no. Perché a sua volta potrà utilizzare i Buoni Locali ricevuti nel circuito, sia come consumatore, sia servendosi da fornitori aderenti all’Associazione.
E tutto questo quanto viene a costare?
Questo è un progetto fatto dalla gente per la gente e non ha alcuno scopo di lucro. I soli costi a carico degli associati saranno il rimborso delle spese di stampa dei Buoni Locali ŠCEC e altri piccoli costi per la gestione degli strumenti informatici. La quota associativa è quindi invero simbolica, 10,00 Euro + 10,00 SCEC annui per i Soci Ordinari ed una donazione libera per i Soci Fruitori ad ogni distribuzione.
I Buoni Locali possono essere falsificati?
La falsificazione dei Buoni in un primo momento è un falso problema. Essi circolano a fianco dell’Euro, per cui chi volesse falsificarli avrebbe solo un beneficio minimo dovendo versare una ben più sostanziosa percentuale in Euro. L’Associazione ha però già previsto sistemi di antifalsificazione, alcuni già negli ŠCEC oggi circolanti.
Andrea Marsiletti