Entro il 2015 la prima centrale operativa al mondo con tecnologia italiana a sali fusi
Sarà operativa in Sicilia entro il 2015 la prima centrale al mondo con tecnologia italiana a sali fusi. Si avvera così il sogno di Carlo Rubbia, il premio Nobel per la fisica che, quando ricoprì la carica di presidente dell’Enea, lanciò l’energia solare termodinamica come una delle soluzioni energetiche del futuro. La centrale a solare termodinamico e integrata a biomasse che realizzata da Enel Green Power fornirà elettricità sufficiente agli usi domestici di circa 40 mila famiglie.
DOPO LA SPERIMENTAZIONE - L’impianto in provincia di Catania - con un investimento di 200 milioni di euro - avrà una potenza di 30 megawatt (MW) ed è già in fase di autorizzazione; produrrà il 60% di una centrale di pari potenza a fonti fossili (una quantità di energia doppia rispetto a quella prodotta dal solare fotovoltaico). Lo ha annunciato Enel Green Power mercoledì 19 settembre nel corso di un convegno a Palermo, dopo la fase sperimentale e pionieristica dell’Enea e dell’Enel a Priolo, dove è stata collaudata e affinata la tecnologia a sali fusi (molto più efficiente e meno inquinante di quella basata sul riscaldamento di oli).
OCCUPAZIONE - Secondo le stime di Anest (Associazione nazionale per l’energia solare termodinamica), il numero di personale direttamente occupato in una centrale di queste dimensioni può arrivare fino a 150 persone. Nel corso del convegno siciliano, è stato sottoscritto un documento di impegno sullo sviluppo del solare termodinamico in Sicilia - nel rispetto dell’ambiente e della vocazione dei territori - sottoscritto dal ministro dell’Ambiente Corrado Clini, da rappresentati politici, della Confindustria e dei sindacati. «Il solare termodinamico può arrivare a competere entro il 2020 con il costo del kilowattora prodotto dal petrolio», ha dichiarato Gianluigi Angelantoni, presidente di Anest.