di Peter Gomez | 16 aprile 2012
Sbaglia chi definisce populista il Movimento 5 stelle fondato da Beppe Grillo. Certo, alcune sparate del comico genovese ricordano quelle di Umberto Bossi. I suoi toni e e le sue parole possono, legittimamente, non piacere.
Ma molti temi da lui proposti sono importanti, meritevoli di essere
discussi o semplicemente condivisibili. E sopratutto dietro a Grillo
esiste un popolo di militanti tra i quali non è poi così raro scorgere il meglio del Paese.
Chi ha partecipato agli incontri organizzati dai meetup sa che questi gruppi sono composti da cittadini informati solitamente
ad alto tasso di scolarizzazione, impegnati nel sociale o in iniziative
legate alle condizioni del territorio: inquinamento, energia, modelli
di sviluppo, spesa pubblica nei comuni e nelle regioni.
Ovviamente, se davvero alle prossime amministrative il Movimento
raccoglierà quel successo vaticinato dagli ultimi sondaggi, questo sarà
dovuto anche al voto di protesta. Ma la cosa non basta
per bollare i 5 Stelle come espressione dell’anti-politica, come fanno
gli spaventati Pierluigi Bersani e Niki Vendola o, su quasi tutti i
giornali, i grandi commentatori del secolo scorso.
Gli osservatori attenti e in buona fede, infatti, non possono negare che
l’attività degli attivisti e dei rappresentanti dei cittadini fin qui
eletti nei comuni e nelle regioni, dimostra proprio il contrario.
Le scelta di rinunciare ai finanziamenti pubblici, di mettere un tetto
al numero di candidature consecutive, la presenza di programmi precisi,
sono un fatto politico. Così come sono state politica, con la P maiuscola, le raccolte di firme per le leggi d’iniziativa popolare che il parlamento ha scandalosamente ignorato.
Solo negli anni a venire sapremo se il Movimento 5 stelle sarà parte (e
quale parte) di quel grande cambiamento di cui ha bisogno il Paese. Che Grillo dica di non aspirare a nessuna carica pubblica è
un buona cosa. Meno buono è invece il suo atteggiamento nei confronti
di chi la pensa diversamente da lui o esercita il diritto di cronaca e
di critica.
Ma al di là dei giudizi sulle singole iniziative e prese di posizione,
resta un fatto. Il Movimento 5 stelle è vivo e vuole crescere. E questo
oggi, in un mondo popolato da partiti e leader ormai (politicamente) morti, è già tanto.
Se poi sia abbastanza non dipenderà da Grillo. Ma dalla qualità, le capacità e la volontà, dei cittadini che corrono con lui.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04/16/movimento-stelle-anti-politica/204691/