MILANO - Integrazione. Sarà questa, in futuro, la parola d’ordine delle smart city. Luoghi regolati da intelligenze artificiali, con sistemi energetici integrati che renderanno gli edifici in grado di generare autonomamente servizi ed energia pulita. Tra questi, le prime costruzioni a portare la firma tricolore le torri energetiche ambientali multifunzionali (Team) brevettate dal gruppo di lavoro di Franco Cotana, direttore del Centro di ricerca sullebiomasse e docente all’Università degli studi di Perugia.
ALTE 30 METRI - Un esempio di architettura intelligente, che si è già fatta notare per la sua funzionalità d’avanguardia negli Emirati Arabi. Un progetto che prevede di inserire nelle aree industriali una serie di torri alte 30 metri in connessione reciproca e comunicanti come nodi di una rete, capaci di fornire non solo servizi energetici, ma anche ambientali e informativi alle utenze produttive. Un’idea nata da un progetto meno ambizioso di Cotana e del suo gruppo, già in fase di realizzazione nell’area industriale di Perugia S.Andrea e finanziato dal ministero dell’Ambiente, che vedrà la costruzione dei primi due prototipi di sistemi energetici integrati. «La torre energetica multifunzionale», spiega lo scienziato italiano, membro della New York Academy of Sciences, «è il risultato dell’integrazione di differenti tecnologie che producono energie rinnovabili, concentrate tutte in un’unica struttura, capace di alimentare le utenze energetiche limitrofe, sia dal punto di vista elettrico che da quello termico».
Le torri Team inserite in un paesaggio (Crb dipartimento di ingegneria industriale, Università degli studi di Perugia)
GIGANTI ENERGETICI - Tantissimi, del resto, i campi d’applicazione e le possibilità di utilizzo offerte dalle torri energetiche. Dalla biodigestione anaerobica della frazione organica dei rifiuti, ossia lo smaltimento del cosiddetto «umido», all’energia prodotta dall'impianto fotovoltaico e dal minieolico. Dalla trasmissione del calore nelle sonde geotermiche all’accumulo energetico termico e gravitazionale. Con reti di tubazioni per il trasporto delle merci, raccolta delle acque piovane e fitodepurazione. Il tutto, arricchito da sistemi di trigenerazione, illuminazione a Led, colonnine di ricarica per le macchine elettriche, trasmissioni wireless e ripetitori per la telefonia mobile. Ma anche di sistemi anti-intrusione e di videosorveglianza collegati tra loro. E di sistemi antincendio, monitoraggio ambientale e del traffico. «Le prime torri energetiche a essere costruite», anticipa Cotana, «dovrebbero trovare posto nelle aree produttive di Terni e Assisi».
SMART CITY - Colossi dalla struttura antisismica, che potrebbero rivelarsi utili persino nelle aree civili. «In futuro», aggiunge lo scienziato, «si potrebbe pensare di collocare le torri anche al di fuori dei contesti industriali, magari rendendole abitative. Nuovi edifici in grado di fornire energia ad altri che per vari motivi non ne hanno a sufficienza. Soprattutto nei luoghi, ad esempio quelli vincolati dalle Belle arti, dove persistono problemi con la rete elettrica e nei sistemi di comunicazione. Per ora», conclude il professore, «stiamo sperimentando diverse soluzioni anche nel contesto agricolo. Senza costruire torri nuove, ma sfruttando costruzioni preesistenti in stato di abbandono, ad esempio colombaie ed ex essiccatori di tabacco, integrandole per apportare energia alle zone limitrofe con sistemi energetici innovativi».
ALLA CONQUISTA DEGLI EMIRATI ARABI - Tra i primi Paesi a interessarsi alle torri energetiche multifunzionali dell’Università di Perugia, i Paesi del Golfo. Grazie all’interessamento di uno studio d’architettura di Terni, che da diversi anni propone soluzione strategiche di matrice italiana negli Emirati. E che adesso sta promuovendo, con successo, le torri energetiche del professor Cotana. «I sistemi energetici integrati messi a punto dall'Università di Perugia», svela Marco Bernardini, architetto e ammistratore unico di Systech Engineering, «hanno destato un grande interesse nel Golfo non solo per le aree industriali, ma anche per gli edifici sportivi. Tra i prossimi interlocutori del Medio Oriente, andremo in Qatar a proporre le torri multifunzionali al comitato olimpico, in vista dei mondiali di calcio del 2022. Infatti, grazie a questi sistemi, i nuovi stadi potrebbero avere oltre a una funzione architettonica anche un ruolo energetico. E restare in maniera permanente come centrali. In più», conclude l'architetto, «grazie all'accumulo dell'acqua sarebbe possibile rinfrescare e irrigare i manti erbosi dei i campi sportivi».