di Giuseppe Caravita A Culham, sedici chilometri a sud di Oxford, il 9 novembre 1991, il grande anello del Jet (Joint european Thorus) si illuminò della sua caratteristica luce violetta. Per 1,8 secondi ne scaturirono 1,7 megawatt termici, prodotti dalla fusione di nuclei di deuterio e trizio a oltre 150 milioni di gradi. Poi, il 31 ottobre 1997, fu la replica in grande: oltre 16 megawatt in una scarica di un secondo e mezzo. E pochi mesi dopo la dimostrazione definitiva: 4 megawatt ottenuti però stabilmente, per oltre 4 secondi, dentro il Tokamak europeo. Questi tre eventi, nella loro sostanza scientifica, sono i genitori di Iter, il fratello maggiore, molto simile ma fisicamente doppio del Jet. Una delle maggiori scommesse in corso dell'umanità. Ottenere stabilmente l'energia da fusione entro il 2020 con il Tokamak, una macchina originariamente inventata dai fisici russi negli anni 60, e poi replicata dagli scienziati in tutto il mondo e infine rive...