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domenica 30 giugno 2013

Basso Consumo

Interessante breve inchiesta di Scenari che affronta vari temi.
Si va dal crollo dei consumi al gettito fiscale, dai prodotti geneticamente modificati della Monsanto all'amburgher più vecchio del mondo, dalla rinuncia alle vacanze da parte di molti italiani ai rincari dei traghetti in Sardegna e dal tema dell'acqua alla povertà.
Un video da vedere


Fonte
http://scenari.blog.rainews24.it/?p=813

venerdì 28 giugno 2013

La Francia non la ritiene prioritaria. Addio alla Tav Torino-Lione


Addio alla Tav Torino-Lione. Non importa se l’Italia continua a sognare i mega appalti e la grande opera, non importa se taglia la sanità ma non i soldi per scavare un inutile buco di 50 chilometri sotto le Alpi: lo ha ormai deciso la Francia, dove giovedì saranno ufficializzate le conclusioni della commissione Mobilité 21, incaricata dal Governo di individuare le priorità fra i 70 progetti di grandi infrastrutture legate ai trasporti.
Le anticipazioni sono riassunte dal prestigioso Le Figaro nella cartina sotto il titolo: in grigio le linee ferroviarie ad alta velocità (LGV) già esistenti o già in costruzione; in giallo le linee ferroviarie (non necessariamente ad alta velocità) da realizzare entro il 2030; in rosso quelle a cui pensare fra il 2030 e il 2050. La Lione-Torino è in rosso.
A Le Figaro risulta che prima del 2030 verrà avviata una sola nuova linea ferroviaria ad alta velocità, la Bordeaux-Tolosa, ed una seconda linea ad alta velocità potrebbe essere ripescata e considerata come prioritaria ma solo a determinate e non meglio definite condizioni.
Se anche il salvagente venisse lanciato proprio alla Torino-Lione, si tratterebbe quindi di una priorità condizionata e non assoluta.
Fino a giovedì i giochi sono ancora teoricamente aperti, certo. Potranno esserci dei cambiamenti nella mappa: Le Figaro lo dice esplicitamente.
Ma l’entità del giallo è commisurata ai (pochi) soldi disponibili nelle casse francesi e la commissione incaricata della spending review raccomanda di privilegiare le necessità dei pendolari: vedete in giallo le “tangenziali su rotaia” da costruire attorno a Lione, a Marsiglia e nell’area di Parigi. Con la speranza che l’Italia prenda atto. E prenda esempio, soprattutto.
Sottolineo ancora una volta le cose fondamentali che di solito i maggiori media non dicono: in Italia non è ancora neanche completata la progettazione della Tav Torino-Lione e non è aperto nessun cantiere (è solo iniziato lo scavo di un tunnel geognostico per raccogliere dati utili a perfezionare il progetto, nella prospettiva di usare quello stesso tunnel come uscita di sicurezza del traforo principale); esiste già una linea ferroviaria fra Lione e Torino, è fresca di ammodernamento ed è ampiamente sotto utilizzata.
E soprattutto ricordate una cosa. I No Tav hanno fatto un favore all’Italia impedendole di sperperare inutilmente una montagna di soldi pubblici, dal momento che per ogni euro proveniente da Bruxelles l’Italia ne avrebbe sborsati altri 25. Estratti dalle nostre tasche, casomai ci fosse bisogno di specificare.
Fonte

Verona, gli affari immobiliari del vice di Tosi

Se a Verona dici “Vito Giacino”, dici “Flavio Tosi”. Il vicesindaco, avvocato, classe 1972, è infatti colui di cui l’imperatore leghista si fida di più nonché il suo probabile successore sulla poltrona più importante. Una fedeltà sigillata dall’addio al Pdl, dove era uno dei big regionali, per seguire Flavio nella trionfale avventura civica alla riconquista del palazzo comunale. Dalla scorsa amministrazione ha in mano alcune deleghe chiave della giunta: pianificazione urbanistica, edilizia privata ed edilizia economica popolare. Giacino è l’uomo forte dell’amministrazione che ha dato il via libera a molte opere pubbliche, tra cui la sistemazione del Ponte San Francesco per quasi 3 milioni, realizzate dalla So.ve.co Spa, holding imprenditoriale che dovrebbe realizzare, con altre imprese, anche il maxi-traforo delle Torricelle, osteggiato dalle associazioni veronesi.
Giacino e sua moglie, Alessandra Lodi, classe ‘79 e avvocato anch’ella, devono fidarsi molto della So.ve.co. Alessandra ha acquistato il 3 agosto 2011 da una ditta della costellazione aziendale, la Chievo 2000 Srl, una piccola unità immobiliare (foglio 124 particella 37 sub 65) in via Isonzo n. 11, che ha poi fatto confluire nel mega-attico al sesto piano in uno dei più quotati quartieri di Verona, Borgo Trento. Il 30 aprile 2010 la signora Lodi in Giacino ha presentato una denuncia di inizio attività per interventi edilizi (variante al progetto, demolizione e ricostruzione della copertura) proprio per quell’appartamento, comunicando che i lavori sarebbero stati coordinati dal progettista Alessandro Dalle Molle.
E, da qui in poi, le carte depositate in Comune raccontano un lungo rapporto lavorativo: il 2 luglio 2010 e il 9 settembre 2010 Alessandra Lodi presenta due Dia per gli ampliamenti e le ristrutturazioni permesse dal Piano Casa e per un impianto fotovoltaico; e il 12 novembre una variante in corso d’opera essenziale. L’8 giugno 2011 è la volta di una segnalazione certificata di inizio attività per altri lavori di ristrutturazione edilizia cosiddetta “leggera”. Il 23 novembre 2011, infine, altra Scia per un altro intervento di ristrutturazione edilizia. A realizzare tutti i lavori in via Isonzo 11 è sempre So.ve.co, la stessa impresa che vince le gare d’appalto e realizza i lavori del comune viceamministrato dal marito.
Dal punto di vista etico è opportuno che un amministratore pubblico di primo livello acquisti beni e servizi da uno dei maggiori beneficiari di appalti pubblici della città? L’abbiamo chiesto direttamente a Vito Giacino: “Per l’acquisto dell’unità, si trattava davvero di una parte insignificante, anche economicamente, e a essere sincero non sapevo nemmeno che la Chievo fosse partecipata dalla So.ve.co. Per le ristrutturazioni invece si trattava di lavori molto complessi e delicati, e ci siamo affidati all’azienda più rinomata e che ci ha fatto un buon prezzo, sempre di mercato ovviamente. Per puro scrupolo – aggiunge il vicesindaco – il 24 febbraio 2012 ho consegnato al segretario comunale tutta la documentazione, comprese le fatture dei lavori e dell’acquisto. Mai avuto a che fare con So.ve.co. durante il mio mandato”.
Sul totale dei lavori Giacino ha preferito non divulgare cifre che definisce “strettamente personali”, ma le fatture che ci ha mostrato velocemente si aggirano sul milione di euro. Un’altra grana per il vice di Tosi è una lettera anonima inviata a tutti i capigruppo del Consiglio comunale e che alcuni di questi hanno girato alla Procura di Verona e che si trova dunque agli atti. Il “corvo” accusa Giacino di “obbligare” le imprese che vogliono lavorare nel settore urbanistico ed edilizio ad affidare consulenze alla moglie.
Un’ombra il corvo la getta anche sul famoso attico di via Isonzo 11: “La progettazione è stata affidata ad alcuni professionisti, ing. Dalle Molle (commissione edilizia), ing. Casagrande (marito della dirigente Salerno e tecnico Soveco Costruzioni”.
Fonte
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06/28/verona-affari-immobiliari-del-vice-di-tosi/640612/ 

martedì 25 giugno 2013

La lobby del gioco d’azzardo ha il suo Sottosegretario Alberto Giorgetti, Sottosegretario di Stato con delega ai giochi -

Un proverbio francese recita che il gioco è figlio dell’avarizia e il padre della disperazione. E si deve trattare di un figlio e padre di molti cittadini italiani, se si considerano i numeri dell’indotto dell’industria dell’azzardo in Italia, ricordati di recente nel corso del Noslot day, lo scorso 13 giugno. Le slot machines italiane, secondo i dati diffusi da 'Vita.it', il portale del non profit italiano, da sempre attivo contro le ludopatie e ogni altra forma di dipendenza con conseguenze sociali, sono distribuite secondo una modalità multicanaleatta ad ottimizzarne la diffusione209.000 si trovano nei bar65.000 nelle sale giochi38.000 nei negozi di tabaccai e nelle ricevitorie. Per non parlare delle videolottery, macchinari più complessi, distribuiti per legge all’interno di apposite sale da gioco: 45.000 apparecchiature diffuse in 4.500 sale, in cui trovano alloggio anche altre 19.000 slot machines. Insomma, una stima di Vita circa la diffusione di new slot e videolottery indica una spesa italiana pari quasi a 150 milioni di euro nel solo anno 2012. Per quanto riguarda la distribuzione interna al comparto di quote di giocatori, una recente indagine del CONAGGA, il coordinamento nazionale dei gruppi per i giocatori d’azzardo, ripresa anche dal 'Corriere della Sera', riporta che le slot machine rappresenterebbero il 55,6% del mercato dei giochi, a fonte del 16,3% dei giochi on line, dell’11,4% delle lotterie. Seguono il  lotto (7,2%), le scommesse sportive (4.,2%) e altri più tradizionali giochi (tris, totocalcio, bingo). Ma chi si spartisce i ricavi di questo business, che nel 2012 è cresciuto del 13,5% rispetto all’anno precedente, segnalando una tendenza positiva nonostante la crisi economica? Sono 143 gli operatori che producono, vendono e affittano macchinari per il gioco in Italia.
A fronte dei grandi soggetti imprenditoriali internazionali come la statunitense Bally Technology e l’australiana Aristocrat, veri e propri giganti mondiali dei casino games, si evidenzia il ruolo di attori rilevanti nel mercato italiano quali la lecchese Zest Gaming, la bolognese Sogema, attiva dal 1980, e il gruppo leccese Palese Group. Queste imprese sono senza dubbio dotate di ricavi interessantigrazie anche allo speciale regime di tassazione che prevede il versamento del 12,7%di prelievo erariale unico, oltre ad un contributo dello 0,80% all’ Amministrazione Autonoma Monopoli di Stato e ad una percentuale variabile di tassa di concessione per l’utilizzo della Rete, ma sono anche caratterizzate da una certa facilitazione amministrativa, rispetto ad altri settori d’impresa.
Ai sensi della  Legge 27 Dicembre 2002, n. 289, è stata infatti prevista la ridefinizione del regime di autorizzazione relativo alla produzione, delle slot machines attraverso il rilascio da parte di AAMS di due nulla osta e di un attestato di conformità ai produttori. Inoltre, nel 2004, AAMS ha affidato l’attivazione e la conduzione della rete telematica del gioco a soggetti individuati come concessionari grazie ad una procedura di selezione. Un numero limitato di soggetti imprenditoriali che producono macchinari e che gestiscono in via pressoché oligopolistica la rete informatica dedicata ai giochi, acquisendo ricavi tassati peraltro in maniera ridotta -specie se si fa il paragone con la percentuale di tassazione sul reddito da lavoro dipendente- facilmente si organizzano per agire come lobby e mantenere lo status quo favorevole del settore.
In questo senso è possibile segnalare che le principali imprese italiane che producono le new slot, regolamentate dall’articolo 110, comma 6 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, si sono riunite in una associazione di categorial’ ACMI, Associazione Nazionale Costruttori di Macchine da Intrattenimento. In grado di riunire l’80% delle realtà imprenditoriali del settore new slot, la realtà associativa, munita di apposito codice etico, si è dedicata ad una serie di confronti per la rappresentanza degli interessi dei produttori di slot machines verso l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che ha il compito istituzionale di regolare il comparto del gioco pubblico in Italia attraverso una verifica costante dell’operato dei concessionari e una mirata azione di contrasto all’irregolarità e della SOGEI, la Società di Information & Communication Technology del Ministero dell'Economia e delle Finanze, che gestisce soluzioni informatiche per il controllo dei giochi pubblici.
Ma l’attività di lobbying non è stata rivolta da parte dei soggetti attivi nella impresa del gioco nei confronti delle autorità con compiti di natura amministrativa, regolativa e di vigilanza. La questione delle relazioni tra imprese del settore new slot e soggetti decisionali ha riguardato anche la sfera politica, che ha visto di recente la designazione a Sottosegretario di Stato con delega ai giochi di Alberto Giorgetti, parlamentare veneto del PDL, già nel medesimo ruolo durante il Governo Berlusconi dal 2008 al 2011. La contiguità di Giorgetti con alcuni importanti gruppi imprenditoriali del settore del slot è stata recentemente ricordata nel corso di un intervento di contestazione e dell’annuncio di una interrogazione parlamentare -svolto da Giovanni Endrizzi, Senatore del Movimento Cinque Stelle -  circa la recente attribuzione della delega ai giochi al neo-sottosegretario all’Economia.
Del resto, le parole pronunciate da Giorgetti in occasione dell' Enada, la fiera internazionale sugli apparecchi da gioco svoltasi a Rimini dal 12 al 15 marzo scorso, non lasciavano molti dubbi sull’atteggiamento del Deputato nei confronti del comparto. Giorgetti, in una testimonianza riportata su youtube, ha affermato che: «non è immaginabile che un settore sostanzialmente in regime di monopolio debba affrontare una campagna complessiva di denigrazione senza precedenti… a causa di numeri della ludopatia palesemente sovradimensionati rispetto all'impatto reale». Altre dichiarazioni di Giorgetti all’ENADA avevano riguardato «la difesa in ogni sede del modello italiano di gioco lecito», così come esso era emerso nella configurazione del TULPS dal 2003 in poi, e la valutazione delle attività del settore imprenditoriale nei termini di  «un lavoro straordinario da parte delle aziende per portare avanti un percorso di innovazione tecnologica». Sembra emergere con una certa evidenza dalle dichiarazioni rilasciate in quel contesto, che la concordia del neo-Sottosegretario con i principali stakeholders del settore imprenditoriale sembra davvero completa.
Cosa dunque, potrebbe arginare il potere delle lobby del gioco? La diffusione sempre più capillare delle ludopatie si pone come un problema sociale crescente e foriero di conseguenze non solo economiche, ma anche etiche e politiche. Tali forme di dipendenza dal gioco vengono chiamate in causa soprattutto quando emergono in cronaca casi gravi, come quello dei genitori romani che hanno lasciato in auto il figlio di due mesi per giocare alle slot lo scorso maggio. Sui numeri delle ludopatie è una recente analisi del CNR, principale ente di ricerca italiano, a fare luce e a fornire dati. Secondo quanto evidenziato dallo studio dell’ Istituto di fisiologia clinica del CNR di Pisa, su 19 milioni di giocatori in Italia, tre milioni di soggetti sarebbero a rischio di ludo-dipendenza, con una punta di un milione di soggetti che registrano forme di attaccamento patologico all’azzardo. C’è da credere, tuttavia, che la battaglia per ottenere maggiori garanzie di consapevolezza e di tutela per i ludopatici, operata da gruppi di volontari del Terzo Settore, sarà lunga e piena di insidie e che il contestuale cammino delle lobby del gioco verso nuovi traguardi di mercato sarà intrapreso dai soggetti del settore con una sempre maggiore determinazione, in un contesto in cui l’impresa del gioco viene sempre più spesso dipinta come un settore importante e di traino dell’economia nazionale.  
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FARE AL MEGLIO DEL NOSTRO MINIMO !


Lo Stato può confiscare il nostro patrimonio, può toglierci le libertà ma non può costringerci a fare del nostro meglio per produrre ricchezza.
Fare al meglio del nostro minimo significa sopravvivere e contemporaneamente condannare questo Stato alla morte per fame, portare l’Italia al cambiamento per mancanza di mezzi, per mancanza delle tasse su un reddito che non viene più prodotto e per i minori consumi.
Fare al meglio del nostro minimo significa pianificare il proprio lavoro e la vita della propria famiglia dando maggiore valore e qualità al tempo al di fuori della produzione del reddito. 
Non è facile ma è possibile, si può passare un periodo della vita in un parziale ritiro volontario che implica anche a dure rinunce se si ha un obbiettivo adeguato.
Sopravvivere e fare una piccola, silenziosa, micidiale rivoluzione, non è un obbiettivo da poco.

Rischiocalcolato.it

lunedì 24 giugno 2013

Ai Poli il ghiaccio fonde: a qualcuno interessa?

Il ghiaccio fonde sia in Artide sia in Antartide: quali le conseguenze per il Pianeta?

 


Tra fine maggio e inizio di giugno vi abbiamo raccontato dei record di temperature elevate raggiunti in Lapponia, Norvegia e Finlandia, mentre nel centro Europa assistevamo a alluvioni e a inondazioni eccezionali. Li abbiamo definiti eventi climatici estremi, ma più realisticamente sono eventi legati ai cambiamenti climatici.
Qualche giorno prima la Russia aveva annunciato di aver disposto l’evacuazione d’urgenza della stazione polare di Severny Polious 40, quarantesima stazione polare russa installata sui ghiacci del Polo Nord nell’ottobre del 2012 con l’obiettivo di sorvegliare l’ambiente dell’Oceano Artico e di effettuare osservazioni meteorologiche. L’evacuazione si è resa necessaria a causa della fusione anomala dei ghiacci:
Uno sviluppo abnorme dei processi naturali nel Bacino Artico che ha prodotto la distruzione dei campi di ghiacio intorno la stazione.
Come appunto ha scritto il comunicato del Ministero russo delle Risorse naturali e dell’Ecologia.
I ghiacci fondono anche al Polo Sud e il fenomeno si rivela principalmente attraverso il distacco di iceberg. Per la prima volta la NASA ha condotto uno studio su tutte le piattaforme di ghiaccio dell’Antartide e pubblicato su Science, mettendo a confronto misure e immagini ottenute a partire da satelliti e aerei. Gli scienziati hanno analizzato il tasso di fusione della base della massa di ghiaccio e le estensioni galleggianti sul mare che coprono una superficie di 1,5 milioni di chilometri quadrati. Sapevamo già che 190 milioni di tonnellate di ghiaccio ogni giorno si fondono in Antartide. L’ultimo studio della NASA, pubblicato sulla rivista Science il 14 giugno, mostra che la fusione delle diverse piattaforme è stata pari al 55% della perdita di massa totale del 2003 al 2008. Non si era arrivati a immaginare una stima simile.
Le conseguenze di questa scoperta scientifica sono numerose: in Antartide si trova circa il 60% di acqua dolce del pianeta e le piattaforme studiate sono delle barriere naturali che in maniera naturale frenano il lento scivolamento dei ghiacciai verso il mare. Ma sciogliendosi a causa del caldo perdono la loro efficacia e tutta l’acqua dolce finisce nell’Oceano. Lo studio della NASA ha permesso di affinare i modelli relativi alla circolazione oceanica fornendo una più completa stima del volume di acqua dolce che proviene dalla fusione di queste piattaforme e che va a influisce sul riscaldamento marino. Peraltro lo sudio contribuisce anche a meglio comprendere il meccanismo di fusione dei ghiacci, il che dovrebbe aiutare a comprendere meglio i tempi e gli impatti del riscaldamento globale.
A qualcuno interessa? 

Fonte:
http://www.ecoblog.it/post/100401/ai-poli-il-ghiaccio-fonde-a-qualcuno-interessa

Via
http://maplanete.blogs.sudouest.fr/archive/2013/06/15/climat-le-rechauffement-des-oceans-fait-fondre-les-glaces-de.html

 

 

 

 

Warning of new financial crisis, as bond yields spike


June 24, 2013 – ECONOMY The Bank for International Settlements (BIS) has warned spiking bond yields across the world threaten trillions of dollars in losses for investors and a fresh crisis for banks unless they are braced for the shock. Swiss-based BIS said losses on US treasuries will reach $1trn if average yields rise by 300 basis points, reports the Telegraph. It warned losses could range from 15% to 35% of GDP in the UK, France, Italy and Japan and even greater damage in a number of other countries. “Such a big upward move can happen relatively fast,” BIS said, referencing the 1994 crash. “Someone must ultimately hold the interest rate risk. As foreign and domestic banks would be among those experiencing the losses, interest rate increases pose risks to the stability of the financial system if not executed with great care.” However, BIS said authorities must still proceed with monetary tightening regardless of these bond worries, warning QE and zero interest rates are already doing more harm than good, according to the Telegraph. The warning from BIS comes after the US Federal Reserve set off the most dramatic spike in US borrowing costs for over a decade by hinting at an early exit from quantitative easing. Yields on 10-year treasuries have jumped 80 basis points since the Fed began to talk about tapering the programme two months ago, closing at 2.51% on Friday. –

New virus found in brain infection patients in Vietnam

June 24, 2013 – VIETNAM -Researchers have discovered a new virus in patients in Vietnam suffering from severe brain infections, a team of scientists reported today in mBio, the journal of the American Society for Microbiology.  The virus was detected in 28 of 644 patients who had severe brain infections and none of 122 patients who had non-infectious brain disorders, according to researchers at the Oxford University Clinical Research Unit, Wellcome Trust South East Asia Major Overseas Program and the Academic Medical Center, University of Amsterdam. It’s tentatively called CyCV-VN and is part of a group of viruses known as Circoviridae known to circulate in animals such as birds and pigs, they said. “We don’t yet know whether this virus is responsible for causing the serious brain infections we see in these patients, but finding an infectious agent like this in a normally sterile environment like the fluid around the brain is extremely important,” Rogier van Doorn, head of emerging infections at the Wellcome Trust Vietnam Research Program and Oxford University Clinical Research Unit Hospital for Tropical Diseases in Vietnam, said in a statement. Brain infections can be fatal and may leave people who survive them with severe disabilities, the researchers said. Bacteria, parasites, fungi and viruses can cause the infections, though doctors can’t pinpoint the cause of more than half of them. The study was funded by the Wellcome Trust, the European Union and the Li Ka-Shing Foundation-University of Oxford Global Health Program.  
http://www.businessweek.com/news/2013-06-18/new-virus-found-in-vietnam-brain-infection-patients-study-says

martedì 18 giugno 2013

Violent explosion shakes Mexico’s Popcatepetl volcano

June 18, 2013 – MEXICO - Mexico’s active Popocatepetl volcano has registered a massive explosion spewing ash and incandescent rock almost 4 kilometers high. Authorities have warned that winds could blow the ash cloud as far away as Mexico City. Inhabitants of villages up to 25 kilometers from Popocatepetl (colloquially known as ‘Don Popo’) rushed out of their houses when the massive explosion reverberated through their homes. Esther Matinez, resident of Amecameca municipality, told Mexican publication La Jornada that the blast was like a rocket explosion. Around 4.5 million people live within a 50-kilometer radius of the active volcano, 650,000 of whom are considered to be at high risk. According to authorities in the state of Puebla, where the second-tallest volcano in Mexico is located, the incandescent fragments released in the blast fell as far as 2 kilometers from the crater. Director of Puebla’s Civil Protection department Jesus Morales said that burning rocks sparked small fires around the volcano. “There were clouds at the time of the eruption so it was possible to observe the large shock wave accompanied by a plume of ash and incandescent material,” Morales said. Mexico's National Center for Prevention of Disasters (Cenapred) said the volcano had returned to its previous activity level, and that the volcanic alert level would remain at ‘yellow phase two.’ In addition, volcanic ash that was blown up to 4 kilometers into the air could be shifted by wind currents and then fall on Puebla, or even as far away as Mexico City, Cenapred warned. Popocatepetl had previously been in phase two after breaking the record for the most volcanic emissions in one day – the 5,452 –meter-tall giant gave off 300 emissions in just one day in May. In December 2000, the volcano registered one of its largest eruptions in recent history, prompting the mass evacuation of the surrounding countryside. The name Popocatepetl originates from the native Mexican Nahuatl language and means ‘smoking mountain.’ –

lunedì 10 giugno 2013

L'ombra di Karlsruhe su Bce e Omt

di Federica Agostini - 10 Jun 2013 - 10:37
La Corte Costituzionale Tedesca questa settimana passerà al vaglio il programma di salvataggio della Banca Centrale Europea (Outright Monetary Transaction, OMT), una sentenza che potrebbe portare la Germania ai ferri corti con la BCE ed eventualmente costringere il paese della Merkel a lasciare l’euro, scrive il Telegraph.

Piano BCE al vaglio della Corte tedesca

Al giudizio della Corte tedesca c’è proprio il piano di acquisto titoli promosso dalla BCE, col nome di OMT, per frenare l’ascesa dei tassi di interesse sui titoli spagnoli ed italiani. Secondo l’accusa che comprende cittadini, politici ed economisti dell’area euroscettica, il piano lanciato dalla BCE sconfina i limiti imposti dal suo mandato e si configura come un’operazione finanziamento del debito che crea elevati rischi di inflazione. L’accusa, inoltre, ritiene che la BCE abbia esposto i contribuenti tedeschi ed i loro rappresentanti a dei rischi finanziari legati all’eurozona e al di fuori del controllo del parlamento.
Udo di Fabio, giudice della Corte Costituzionale tedesca fino al 2011, spiega come questa non abbia il potere di imporre modifiche alla politica monetaria della BCE. Tuttavia, la corte ha il potere dell’ultimatum e potrebbe impedire alla Bundesbank la partecipazione al programma di acquisto della BCE. Insomma, se la corte dovesse decidere per l’incostituzionalità del piano OMT, sarebbero dolori anche per la Cancelliera Merkel, sostenitrice del programma nonostante il criticismo della banca centrale tedesca.

OMT: prima e dopo

L’annuncio del piano OMT è stato decisivo per la crisi dell’Euro. Sebbene il piano di acquisto non sia mai stato attivato, la promessa di "fare tutto il necessario" pronunciata da Draghi lo scorso luglio è stata ampiamente considerata come il punto d’arresto del collasso dell’Euro.
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Da allora, infatti, il panico dei mercati finanziari è andato calmandosi e i timori di una rottura caotica della moneta unica sono pian piano scomparsi. Tuttavia, la difficile gestione della crisi e l’austerity hanno portato la regione dell’Euro nella recessione più lunga dell’epoca post-bellica e in questo quadro, una sentenza negativa da parte della Corte tedesca riaccenderebbe sicuramente la fiamma dell’instabilità finanziaria in Europa.

Germania fuori dall’euro?

Secondo la Berenberg Bank, questa sentenza si configura come uno "degli eventi più importanti e rischiosi" che aleggiano sul futuro dell’Eurozona. Un verdetto scomodo, infatti, rischia di bloccare qualsiasi intervento da parte della BCE. Una sentenza negativa, spiega Di Fabio, metterebbe Germania e Banca Centrale Europea ai ferri cortissimi. Uno scontro tra giganti che potrebbe addirittura spingere la Germania a lasciare l’Eurozona.

Corte Costituzionale Tedesca: c’è spazio per l’Europa?

La Corte tedesca è un organo antichissimo creato per la prima volta nel 1490 e ripreso dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Soprattutto negli anni della crisi, la corte è emersa come il più grande difensore del potere nazionale nel sistema dell’Unione Europea, sostenendo che la Germania debba "rifiutare ulteriore partecipazione all’UE" quando questa minacci il potere del parlamento eletto.
La Germania ha esaurito le possibilità legali per una maggiore integrazione? Aspettiamo di conoscere il verdetto della Corte.

IMPRESSIONANTE: Cosa succede nel nostro corpo dopo un bicchiere di Coca Cola?

The Coca-Cola company avrebbe rimosso già da lunghissimo tempo le tracce di cocaina nella ricetta della più famosa bevanda al mondo: perchè? Era inutile, “sovrabbondante”, rispetto all’effetto che la bevanda ha sull’organismo anche senza “l’aiutino” della sostanza stupefacente. Ce lo racconta Blisstree, sito di alimentazione e tendenze, che ci spiega passo passo quello che succede nel nostro organismo quando beviamo un bicchiere di Coca Cola.
PRIMI VENTI MINUTI – Bevuto un bel sorso della nostra fresca bevanda, “dieci cucchiaini di zucchero colpiscono il sistema (più o meno il 100% della vostra razione giornaliera consigliata)”.La troppa dolcezza viene neutralizzata dall’acido fosforico contenuto nella bevanda, che“sopprime” il sapore impedendoci di “vomitare all’istante”. Nei successivi dieci minuti tutto questo zucchero finisce nel sangue, causando “una bomba insulinica”; il fegato provvede “convertendo tutto lo zucchero che trova (e ne trova moltissimo) in grasso”.
ENTRO I QUARANTA – Successivamente, si conclude l’assorbimento della caffeina. “Le pupille si dilatano, si alza la pressione arteriosa, e perciò il fegato è costretto a rilasciare altro zucchero nel sangue”. Come risultato, dopo quarantacinque minuti dall’assunzione della Coca-Cola, il corpo “alza la produzione di dopamina, stimolando i recettori del piacere”. E questo è più o meno quello che fa “l’eroina”.
UN’ORA DOPO – Le reazioni chimiche nell’intestino consentono “un’ulteriore accelerazione del metabolismo”; l’alto quantitativo di zucchero e di dolcificanti artificiali stimola anche la produzione di urina, aiutata in questo dall’”azione diuretica della caffeina”. E mentre il “rave party” nel nostro organismo inizia a scemare, il corpo va in shock ipoglicemico, facendoci diventare “irritabili e/o apatici”. Inoltre, a questo punto, abbiamo letteralmente “pisciato via tutta l’acqua contenuta nella coca, andata via insieme a preziosi nutrienti che il nostro corpo avrebbe potuto usare per idratare il sistema o costruire ossa e denti più forti”. Nelle successive ore, chiude il sito, il corpo andrà incontro a un ulteriore crollo caffeinico.

domenica 9 giugno 2013

Una faccia, una piazza. Taksim scrive al movimento No Tav

Val di Susa direnişi

Sevgili yoldaşlar ve arkadaşlar
Val di Susa direnişi gibi Gezi Parkı direnişi de güç ve kazanç sistemine karşı yükselen bir harekettir. Alanları, vadileri, parkları yani bizim olanı, sadece yatırım yapan bir azınlığın cebini doldurması anlamına gelen bir “büyüme” adına bizden çalmaya çalışan bu değerler sistemine karşı yükselen bir direniştir. Polis baskısı, gaz bozmbaları, basın sansürü, vandallık suçlamaları, davalar sadece bu kar düzeninin yarattığı baskının sadece görünen yanıdır.
Sizin desteğiniz ve dayanışmanız bize onur veriyor. Sadece direnişinizle ödemeye devam ettiğiniz bedellerden değil, aynı zamanda direnişin size, ve şimdi de bize öğrettiği herşeyle gurur duyuyoruz: bizim olanı geri almak, direnme cesareti,işgal, öz örgütlenme, sizden olmayana da güvenebilme. Bu günlerde Gezi parkında, aramızdaki bütün farklılıklara rağmen, birlikte mücedele etmeyi öğrendik: sadece gaz bombasına karşı değil çadırlarımızı yıkayan yağmura karşı da direndik. Hep birlikte bir meydanı ele geçirdik, barikatlar kurduk, birbirimizin üstünü örttük, yemeğimizi paylaştık, çöpleri topladık, bir radyo kurduk, yepyeni bir hayat yarattık. Sizin son işgal yıllarında vadide yarattıklarınızı biz de burada yaşıyoruz.
Ankara, Antakya İzmir ve diğer birçok şehirdeki yoldaşlarımız, bizim geçen hafta barikatların arkasına ittiğimiz iktidarın saldırılarına karşı halen direniyor. Şu anda bu alanda bir arada kalmayı ve birlikte yarattığımız bu mücadeleye inanmayı öğreniyoruz. Ne kadar süre burada kalacağımızı ve önümüzdeki birkaç günün sonunda direnişimizin nasıl ilerleyeceğini biz de bilmiyoruz. Ama birlikte mücadele etmeyi artık biliyoruz. Ve daha fazlasını da öğreneceğiz. Biliyoruz ki her ne kadar aramızda kilometreler olsa da, bu mücadele de siz kardeşlerimizle beraberiz.
Direnişiniz, direnişimizdir; bu daha başlangıç, mücadeleye devam!
Müştereklerimiz

Cari compagni No TAV,
fratelli di lotta;
la Resistenza in Val di Susa, come la Resistenza per Gezi park, e’ una resistenza contro un sistema di interessi e poteri; un sistema di valori che vorrebbe toglierci cio’ che e’ nostro – lo spazio, la valle, il parco, e la possibilita’ di viverci – in nome di un “progresso” che, nei fatti, vuol dire solo il profitto dei pochi che ci investono. Questo profitto e’ una forma di oppressione del quale la polizia, i lacrimogeni, la censura mediatica, i tribunali, le accuse di vandalismo sono soltanto l’espressione piu’ esterna.
La vostra solidarieta’ ci onora. Non soltanto per il prezzo che continuate a pagare con la vostra resistenza ma soprattutto per quello che voi, come ora noi, avete imparato dalla resistenza: la riappropriazione di cio’ che ci appartiene, il coraggio di restare, l’occupazione, l’autorganizzazione, la fiducia gli uni negli altri. In questi giorni a Gezi abbiamo imparato a lottare insieme nonostante le nostre molte differenze interne: contro i lacrimogeni, si’ ma anche contro la pioggia che ci allagava le tende. Insieme si vince una piazza, insieme si montano le barricate; e insieme si distribuiscono le coperte, si organizza il cibo, si smaltisce la spazzatura, si monta una radio, ci si reinventa una nuova quotidianita’. Come avete fatto voi in questi anni di occupazione in valle.
Mentre i nostri compagni ad Ankara, Antakia, Adana, Izmir vengono attaccati in queste ore ancora una volta da quei poteri forti che noi di Istanbul abbiamo lasciato al di la’ delle barricate appena una settimana fa, noi in questa piazza che ora e’ nostra stiamo imparando a restare uniti e ad avere fiducia nella lotta che ci ha fatti incontrare. Non sappiamo quanto riusciremo a restare qui, non sappiamo ancora che ne sara’ della nostra resistenza dopo questi pochi giorni. Ma abbiamo imparato a lottare insieme. E che da qui si puo’ soltanto imparare ancora di piu’. E siamo sicuri che in questo vi siamo fratelli, nonostante la nostra distanza geografica.
La vostra resistenza e’ la nostra resistenza e questo e’ soltanto l’inizio – la lotta continua!
Müştereklerimiz

LA BCE "chiude i rubinetti". In arrivo l'armageddon economico!

Berlino - La Bce avrebbe deciso di limitare ad un massimo di 524 miliardi di euro l'acquisto di bond dei Paesi in crisi come Spagna, Italia, Irlanda e Portogallo, il cui volume complessivo ammonta ad oltre 2.200 miliardi di euro. Sotto il titolo "La Bce fa di nuovo marcia indietro" la 'Frankfurter Allgemeine Zeitung' (Faz) rivela che Mario Draghi avrebbe deciso di limitare a 524 miliardi di euro l'acquisto di bond dei Paesi in crisi, mentre lo scorso anno aveva annunciato che l'Eurotower avrebbe potuto intervenire in maniera illimitata sui mercati. 


Secondo il giornale, la mossa di Draghi sarebbe dettata dal timore che il "Bundesverfassungsgericht", la Corte Costituzionale di Karlsruhe, possa porre un limite all'acquisto di bond da parte della Bce. Martedi' e mercoledi' prossimo i supremi giudici di Karlsruhe esamineranno la questione se l'acquisto di bond dei Paesi in crisi da parte della Bce sia compatibile con la Costituzione tedesca.

Nel corso dell'esame verranno ascoltati numerosi esperti, tra i quali il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, ed il membro del board della Bce, Joerg Asmussen. La Faz scrive che, secondo il professore di diritto costituzionale Helmut Siekmann, e' concepibile che Karlsruhe ponga un limite all'acquisto di bond da parte della Bce.

Il giornale rivela che per anticipare un'eventuale decisione di Karlsruhe, la Bce ha fatto compiere una perizia, in cui si prospetta una "limitazione" nell'acquisto di bond, che dovrebbe riguardare solo i titoli con una durata da uno a tre anni.

La Faz scrive inoltre che a stilare la perizia su incarico della Bce e' stato il costituzionalista europeo Frank Schorkopf, titolare di una cattedra all'universita' di Goettingen. La Faz sottolinea che questa procedura e' stata "presa ovviamente in stretto accordo con Mario Draghi", ma rileva che "nessuno si e' finora accorto della carica dirompente del rapporto, poiche' cio' potrebbe anche inquietare i mercati".

Domani mattina si consiglia di munirsi di cardiotonici prima di guardare come vanno gli indici.

max parisi

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PICCO DELL'ORO



giovedì 6 giugno 2013

Via libera al disegno di legge sulla Tav

Il 6 giugno il consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge che ratifica l’accordo tra il governo italiano e quello francese, stipulato a Roma il 30 gennaio del 2012, per le realizzazione della Tav, la linea ferroviaria ad alta velocità in costruzione tra Torino e Lione.
La conferma arriva dal ministro per lo sviluppo economico Flavio Zanonato. “Sono soddisfatto dell’accelerazione che stiamo dando a quest’opera strategica mantenendo tutti gli impegni che ci siamo assunti con i rappresentanti degli enti locali, con la Francia e con l’Unione europea”, ha commentato il ministro dei trasporti Maurizio Lupi dopo l’approvazione del disegno di legge.
L’accordo per la costruzione della Torino-Lione è stato firmato per la prima volta il 30 gennaio 2012. Quel piano, firmato dal presidente del consiglio dell’epoca Mario Monti, basato su un progetto ideato vent’anni fa, prevedeva l’edificazione di un tunnel di 57 chilometri tra Susa e Saint-Jean de Maurienne. Questo corridoio dovrebbe collegare Lione e Torino in meno di due ore rispetto alle quattro attuali.
Le ragioni del governo e quelle dei No Tav. Secondo il governo la Tav permetterà di dimezzare i tempi di percorrenza dei treni passeggeri e aumenterà l’efficienza nel trasporto merci, riducendo il trasporto su ruota e le emissioni di gas serra.
Secondo gli attivisti del movimento No Tav, invece, l’opera provocherà danni gravissimi all’ambiente, in particolare alle riserve idriche delle valli e alla salute degli abitanti. E per migliorare il trasporto passeggeri basterebbe potenziare l’attuale rete ferroviaria. Secondo i manifestanti inoltre gli scambi commerciali tra Italia e Francia in quel tratto non sono così frequenti da giustificare la costruzione del tunnel.
Un’altra contestazione riguarda i costi del progetto: il governo ha fatto una stima delle spese attorno agli 8,5 miliardi di euro (per la sola costruzione del tunnel), di cui 2,8 a carico dell’Italia. Secondo i comitati No Tav la cifra sarebbe molto superiore, sopra i venti miliardi di euro per l’intero progetto. E sarebbe una spesa eccessiva per le casse dello stato rispetto ai benefici economici che porterebbe, soprattutto in un periodo di crisi economica.
“Il movimento No Tav non è mai stato così vicino alla vittoria. C’è un problema: l’avversario non può ammetterlo. La megamacchina degli appalti, degli stanziamenti, dell’indebitamento e delle carriere e reputazioni in gioco non può frenare di colpo. Troppa gente sbatterebbe il muso sul parabrezza”, hanno scritto i Wu Ming nel loro reportage sulla Val Clarea, pubblicato da Internazionale il 29 marzo 2013.
Fonte:

mercoledì 5 giugno 2013

Clima, intervista all’esperto: “sì, sta arrivando una nuova era glaciale ma non ve lo dicono per le lobby del global warming”

Neve06

L’articolo pubblicato il 4 giugno con le dichiarazioni del Colonnello Paolo Ernani, noto meteorologo italiano, ha destato molto scalpore. Non si tratta, infatti, di quisquilie. Abbiamo intervistato lo stesso Ernani per capirne di più, e gli abbiamo chiesto quale sarà l’evoluzione termica della Terra nei decenni che verranno.
Recenti nostri studi fanno pensare che qualcosa di rilevante si stia già manifestando“, ci ha risposto. “Per esempio nel calcolare sulla penisola italiana la temperatura media annua (1997-2012) e la sua relativa linea di tendenza abbiamo notato che quest’ultima tende a scendere. In parole più semplici la temperatura media sull’Italia ha smesso di salire dalla fine del secolo scorso e da allora, anno dopo anno e in maniera quasi impercettibile,sta scendendo. Insomma è in atto un’inversione di tendenza che sarà palpabile anche nello scorrere di questo anno 2013. In definitiva col passar del tempo (anni) farà sempre più freddo“.
spagna-apocalisse-di-neve-sui-pirenei-L-ZJieUUPerché  siete orientati nel sostenere questa ipotesi?
La risposta la si può trovare nelle pieghe del mio libro “effetto serra e macchie solari” edito nel 2006 da Sovera e che qui esplicito brevemente. Sappiamo per certo che tra il periodo freddo (1645-1715) relativo al minimo di Maunder e quello caldo attuale sono trascorsi 300 anni e che questo periodo caldo ( fino al 1996 circa) è correlato con un forte aumento delle macchie solari. Tale situazione tuttavia si sta modificando abbastanza rapidamente. Gli ultimi tre cicli solari (con lunghezza temporale media di 11 anni) si stanno affievolendo, ossia il sole sta perdendo potenza e di conseguenza anche la temperatura del Pianeta tornerebbe di nuovo a scendere dando così il via all’inversione di tendenza cui seguirebbe una instabilità planetaria associata non solo a fenomeni iniziali estremi quali forti piogge (basta vedere che cosa sta succedendo nell’Europa centrale) alternate a periodi poco piovosi, freddo intenso seguiti da periodi di caldo, tempeste violente ecc. ma porterebbe infine la temperatura verso valori via via sempre più bassi fino a generare decennio dopo decennio un’altra piccola era glaciale (io la situerei tra 2035-2045; altri ricercatori ancora più avanti)“.
ErnaniSe tutto ciò si verificasse, cosa accadrà?
Si potrebbero ripetere su gran parte dell’Europa i fenomeni meteorologici avutisi durante il minimo di Maunder e cioè temperature abbastanza fredde ed espansione dei ghiacciai di diversi gradi di latitudine più a sud  (nell’emisfero nord) rispetto alle posizioni attuali. Il discorso che abbiamo fatto sinora è condiviso anche da altri studiosi. Non molti in verità e tuttavia non siamo ben visti dai fautori del Riscaldamento globale spesso coccolati dalle lobby dell’energia eolica e fotovoltaica comodamente inserite nell’IPCC (Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici di cui, Al Gore, ne è l’espressione più rappresentativa)”.
Di Peppe Caridi