Il ghiaccio fonde sia in Artide sia in Antartide: quali le conseguenze per il Pianeta?
Tra fine maggio e inizio di giugno vi abbiamo raccontato dei record di temperature elevate raggiunti in Lapponia, Norvegia e Finlandia, mentre nel centro Europa assistevamo a alluvioni e a inondazioni eccezionali. Li abbiamo definiti eventi climatici estremi, ma più realisticamente sono eventi legati ai cambiamenti climatici.
Qualche giorno prima la Russia aveva annunciato di
aver disposto l’evacuazione d’urgenza della stazione polare di Severny
Polious 40, quarantesima stazione polare russa installata sui ghiacci
del Polo Nord nell’ottobre del 2012 con l’obiettivo di sorvegliare
l’ambiente dell’Oceano Artico e di effettuare osservazioni
meteorologiche. L’evacuazione si è resa necessaria a causa della fusione
anomala dei ghiacci:
Uno sviluppo abnorme dei processi naturali nel Bacino Artico che ha prodotto la distruzione dei campi di ghiacio intorno la stazione.
Come appunto ha scritto il comunicato del Ministero russo delle Risorse naturali e dell’Ecologia.
I ghiacci fondono anche al Polo Sud e il fenomeno si
rivela principalmente attraverso il distacco di iceberg. Per la prima
volta la NASA ha condotto uno studio su tutte le piattaforme di ghiaccio dell’Antartide
e pubblicato su Science, mettendo a confronto misure e immagini
ottenute a partire da satelliti e aerei. Gli scienziati hanno analizzato
il tasso di fusione della base della massa di ghiaccio e le estensioni
galleggianti sul mare che coprono una superficie di 1,5 milioni di
chilometri quadrati. Sapevamo già che 190 milioni di tonnellate di
ghiaccio ogni giorno si fondono in Antartide. L’ultimo studio della
NASA, pubblicato sulla rivista Science il 14 giugno, mostra che la
fusione delle diverse piattaforme è stata pari al 55% della perdita di
massa totale del 2003 al 2008. Non si era arrivati a immaginare una
stima simile.
Le conseguenze di questa scoperta scientifica sono numerose: in
Antartide si trova circa il 60% di acqua dolce del pianeta e le
piattaforme studiate sono delle barriere naturali che in maniera
naturale frenano il lento scivolamento dei ghiacciai verso il mare. Ma
sciogliendosi a causa del caldo perdono la loro efficacia e tutta
l’acqua dolce finisce nell’Oceano. Lo studio della NASA ha permesso di
affinare i modelli relativi alla circolazione oceanica fornendo una più
completa stima del volume di acqua dolce che proviene dalla fusione di
queste piattaforme e che va a influisce sul riscaldamento marino.
Peraltro lo sudio contribuisce anche a meglio comprendere il meccanismo
di fusione dei ghiacci, il che dovrebbe aiutare a comprendere meglio i
tempi e gli impatti del riscaldamento globale.
A qualcuno interessa?
Fonte:
http://www.ecoblog.it/post/100401/ai-poli-il-ghiaccio-fonde-a-qualcuno-interessa
Via
http://maplanete.blogs.sudouest.fr/archive/2013/06/15/climat-le-rechauffement-des-oceans-fait-fondre-les-glaces-de.html