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mercoledì 28 novembre 2012

Che cos'è un E-Cat ? e quando sarà disponibile ?


Alcune domande all'azienda PROMETEON che commercializzerà e-CAT.

Che cos'è un E-Cat?

L'E-Cat, o Energy Catalyzer, è un apparato commerciale che produce energia termica in eccesso sfruttando un nuovo tipo di reazioni fisiche, note con il nome di LENR, che sta per "reazioni nucleari a bassa energia". In tali reazioni, che sono diverse sia dalle reazioni chimiche sia dalle reazioni nucleari di tipo classico (fissione e fusione ad alta temperatura), si possono creare nuovi elementi, ma non si ha produzione di scorie radioattive e, nel caso dell'E-Cat, nemmeno di neutroni, il che rende questa tecnologia "pulita".

L'E-Cat inaugura la nuova era per la produzione di energia, che renderà obsoleti i combustibili fossili in quanto l'energia prodotta con questa tecnologia è assolutamente economica e "verde" al 100%. Quando le reazioni alla base del funzionamento dell'E-Cat si innescano, per un certo tempo non è più necessario fornire energia dall'esterno: esse si autosostengono generando, in quella fase, calore gratuito.



(Elaborazione grafica Prometeon srl - Vietato l'uso senza citazione del sito)

La prima generazione di E-Cat industriali, già sul mercato, può fornire calore sotto forma di acqua calda o vapore fino a 120°C, con alimentazione elettrica oppure direttamente a gas (molto più conveniente). La seconda generazione di E-Cat industriali, in fase di sviluppo avanzato, potrà fornire calore fino ad alte temperature (almeno 600°C) e dunque sarà utilizzabile, volendo, anche per produrre energia elettrica (eventualmente in cogenerazione) accoppiando il generatore termico a una turbina.


Quando sarà reso disponibile l'E-Cat?

Gli E-Cat industriali, cioè destinati a fornire energia termica (ed in futuro anche elettricità) a basso costo ad industrie o aziende, sono già oggi in vendita. Sono disponibili in modelli di potenza nominale uguale a 1 MW termico, come pure di potenza superiore, a seconda delle esigenze del singolo cliente, e con un tempo di consegna stimato di circa 3-4 mesi dall'ordine, a seconda della versione.

Gli E-Cat domestici, invece, destinati al riscaldamento invernale delle case, non sono ancora in commercio, ma in una fase di sviluppo molto avanzata, grazie ad un team di esperti che ci lavora da tempo. La prima generazione di prodotti domestici non sarà disponibile sul mercato europeo prima della primavera 2015, dopo il rilascio della necessaria certificazione da parte degli organismi competenti.

Cos’è il crowdsourcing?


Prima di spiegare cos’è il crowdsourcing  e di darne una definizione, credo sia più opportuno cercare di ”aprire” un po’ le menti partendo da un discorso un po’ più ampio.

“In primo luogo bisogna riconoscere che l’intelligenza è distribuita dovunque c’è umanità, e che questa intelligenza, distribuita dappertutto, può essere valorizzata al massimo mediante le nuove tecniche, soprattutto mettendola in sinergia.

Oggi, se due persone distanti sanno due cose complementari, per il tramite delle nuove tecnologie, possono davvero entrare in comunicazione l’una con l’altra, scambiare il loro sapere, cooperare.

Detto in modo assai generale, per grandi linee, è questa in fondo l’intelligenza collettiva.”

La definizione di “Intelligenza collettiva” di Lévy aiuta a spiegare meglio, introducendo i concetti di creatività, condivisione e nuove tecnologie, uno dei trend che sta andando per la maggiore in questi ultimi anni.


cos'è il crowdsourcing


Crowdsourcing

Parola d’ordine per molte aziende che si muovono alla frontiera, è un neologismo coniato da Jeff Howe (giornalista di Wired) nell’articolo “The Rise of Crowdsourcing” ed è l’unione di:

• Crowd, folla/persone;

• Source, fonte/sorgente;

• Outsourcing, esternalizzare un’attività al di fuori della propria impresa/organizzazione/gruppo.

È una metodologia di collaborazione con la quale le imprese chiedono un contributo attivo alla rete (attraverso delle open call), delegando ad un insieme distribuito di persone, che si aggregano attorno ad una piattaforma web, lo sviluppo di un progetto o di una parte di un’attività di un’azienda.

Fondamentali in questo caso gli UGC (User generated content), i contenuti generati dagli utenti: il contributo attivo è proprio quello delle persone che decidono di partecipare su base volontaria, magari perché appassionati di quel brand in particolare.

Esempi di Crowdsourcing

Gli esempi principali per capire come funziona il crowdsourcing e come si sta evolvendo possono essere:

- Zooppa, Userfarm, 99designs e Bootb (utilizzo del talento creativo per sviluppare contenuto);
- Kickstarter, Crowdfunder e Fundchange (crowdfunding, ricerca di investimenti per iniziative profit e non);
- Ushahidi, IdeaScale e CrowdEngineering (software e piattaforme dove unire le idee e le menti);
- tutti gli esempi che stiamo aggiungendo sul nostro blog (ad esempio Starbucks e MyFeudo).

Non perdete nemmeno le mappe sugli esempi internazionali di crowdsourcing, in continua evoluzione.

Il mondo sta andando in questa direzione, sempre più aziende ricorrono all’aiuto che viene “dal basso”: voi cosa ne pensate? Riconoscete l’utilità di questo trend, magari destinato a consolidarsi?

http://crowdsourcing.toweb.co/cos-e-il-crowdsourcing/

The Rise of Crowdsourcing


Claudia Menashe needed pictures of sick people. A project director at the National Health Museum in Washington, DC, Menashe was putting together a series of interactive kiosks devoted to potential pandemics like the avian flu. An exhibition designer had created a plan for the kiosk itself, but now Menashe was looking for images to accompany the text. Rather than hire a photographer to take shots of people suffering from the flu, Menashe decided to use preexisting images – stock photography, as it’s known in the publishing industry.

In October 2004, she ran across a stock photo collection by Mark Harmel, a freelance photographer living in Manhattan Beach, California. Harmel, whose wife is a doctor, specializes in images related to the health care industry. “Claudia wanted people sneezing, getting immunized, that sort of thing,” recalls Harmel, a slight, soft-spoken 52-year-old.

The National Health Museum has grand plans to occupy a spot on the National Mall in Washington by 2012, but for now it’s a fledgling institution with little money. “They were on a tight budget, so I charged them my nonprofit rate,” says Harmel, who works out of a cozy but crowded office in the back of the house he shares with his wife and stepson. He offered the museum a generous discount: $100 to $150 per photograph. “That’s about half of what a corporate client would pay,” he says. Menashe was interested in about four shots, so for Harmel, this could be a sale worth $600.

After several weeks of back-and-forth, Menashe emailed Harmel to say that, regretfully, the deal was off. “I discovered a stock photo site called iStockphoto,” she wrote, “which has images at very affordable prices.” That was an understatement. The same day, Menashe licensed 56 pictures through iStockphoto – for about $1 each.

iStockphoto, which grew out of a free image-sharing exchange used by a group of graphic designers, had undercut Harmel by more than 99 percent. How? By creating a marketplace for the work of amateur photographers – homemakers, students, engineers, dancers. There are now about 22,000 contributors to the site, which charges between $1 and $5 per basic image. (Very large, high-resolution pictures can cost up to $40.) Unlike professionals, iStockers don’t need to clear $130,000 a year from their photos just to break even; an extra $130 does just fine. “I negotiate my rate all the time,” Harmel says. “But how can I compete with a dollar?”

He can’t, of course. For Harmel, the harsh economics lesson was clear: The product Harmel offers is no longer scarce. Professional-grade cameras now cost less than $1,000. With a computer and a copy of Photoshop, even entry-level enthusiasts can create photographs rivaling those by professionals like Harmel. Add the Internet and powerful search technology, and sharing these images with the world becomes simple.

At first, the stock industry aligned itself against iStockphoto and other so-called microstock agencies like ShutterStock and Dreamstime. Then, in February, Getty Images, the largest agency by far with more than 30 percent of the global market, purchased iStockphoto for $50 million. “If someone’s going to cannibalize your business, better it be one of your other businesses,” says Getty CEO Jonathan Klein. iStockphoto’s revenue is growing by about 14 percent a month and the service is on track to license about 10 million images in 2006 – several times what Getty’s more expensive stock agencies will sell. iStockphoto’s clients now include bulk photo purchasers like IBM and United Way, as well as the small design firms once forced to go to big stock houses. “I was using Corbis and Getty, and the image fees came out of my design fees, which kept my margin low,” notes one UK designer in an email to the company. “iStockphoto’s micro-payment system has allowed me to increase my profit margin.” Welcome to the age of the crowd. Just as distributed computing projects like UC Berkeley’s SETI@home have tapped the unused processing power of millions of individual computers, so distributed labor networks are using the Internet to exploit the spare processing power of millions of human brains. The open source software movement proved that a network of passionate, geeky volunteers could write code just as well as the highly paid developers at Microsoft or Sun Microsystems. Wikipedia showed that the model could be used to create a sprawling and surprisingly comprehensive online encyclopedia. And companies like eBay and MySpace have built profitable businesses that couldn’t exist without the contributions of users.

All these companies grew up in the Internet age and were designed to take advantage of the networked world. But now the productive potential of millions of plugged-in enthusiasts is attracting the attention of old-line businesses, too. For the last decade or so, companies have been looking overseas, to India or China, for cheap labor. But now it doesn’t matter where the laborers are – they might be down the block, they might be in Indonesia – as long as they are connected to the network.

Technological advances in everything from product design software to digital video cameras are breaking down the cost barriers that once separated amateurs from professionals. Hobbyists, part-timers, and dabblers suddenly have a market for their efforts, as smart companies in industries as disparate as pharmaceuticals and television discover ways to tap the latent talent of the crowd. The labor isn’t always free, but it costs a lot less than paying traditional employees. It’s not outsourcing; it’s crowdsourcing.

It took a while for Harmel to recognize what was happening. “When the National Health Museum called, I’d never heard of iStockphoto,” he says. “But now, I see it as the first hole in the dike.” In 2000, Harmel made roughly $69,000 from a portfolio of 100 stock photographs, a tidy addition to what he earned from commissioned work. Last year his stock business generated less money – $59,000 – from more than 1,000 photos. That’s quite a bit more work for less money.

Harmel isn’t the only photographer feeling the pinch. Last summer, there was a flurry of complaints on the Stock Artists Alliance online forum. “People were noticing a significant decline in returns on their stock portfolios,” Harmel says. “I can’t point to iStockphoto and say it’s the culprit, but it has definitely put downward pressure on prices.” As a result, he has decided to shift the focus of his business to assignment work. “I just don’t see much of a future for professional stock photography,” he says.

http://www.wired.com/wired/archive/14.06/crowds.html

CROLLA TUTTO. I dati Ocse che nessuno commenta Tratto da: CROLLA TUTTO. I dati Ocse che nessuno commenta | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/11/28/crolla-tutto-i-dati-ocse-che-nessuno-commenta/#ixzz2DWfF1OsS - Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!

Composizione PIL globale OCSE

martedì 27 novembre 2012

BILDERBERG ROMA/ Ecco i nomi di chi ha partecipato e perche'. Obiettivo finale: svendere l'Italia.


I centrotrenta potenti del mondo, coloro che decidono le sorti dell'economia (e non solo) mondiale, si sono incontrati a Roma il tredici novembre scorso. Si tratta del cosiddetto Gruppo Bilderberg le cui riunioni sono sempre avvolte dal massimo della segretezza. L'incontro doveva tenersi all'Hotel Russie ma, per maggiore riservatezza - data la concomitanza con il festival del Cinema - e' stato spostato in Campidoglio. I beneinformati pensavano che il meeting si dovesse tenere alle 18 ma e' stato invece spostato a un'ora dopo quando gli ospiti stranieri si sono riversati in piazza del Campidoglio.

Articolo di Viviana Pizzi * Fonte: www.infiltrato.it
I PARTECIPANTI ITALIANI E STRANIERI
Alle 19.45 e' stato visto entrare Ignazio Visco, governatore della Banca Centrale; un quarto d'ora dopo il ministro del Lavoro Elsa Fornero, seguito dal presidente del Consiglio Mario Monti, avvistato intorno alle 20.30. Tra i ministri del governo tecnico erano presenti anche Corrado Passera (delega allo Sviluppo Economico) e Francesco Profumo titolare del dicastero all'Istruzione
Tra gli altri invitati Mauro Moretti, ex sindacalista della Cgil; Angelo Cardani, presidente di Agcom; Fulvio Conti dell'Enel; Anna Maria Tarantola presidente della Rai; Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit; Paolo Scaroni, amministratore delegato di Eni; Franco Barnabe' di Telecom Italia, Alberto Nagel ad di Mediobanca, Enrico Cucchiani di Mediaintesa e Rodolfo de Benedetti del Gruppo Cir.
Dall'estero sono invece arrivati Tom Enders, Ceo della Eads, Marcus Agius di Barclays, il canadese Edmund Clark boss della Td Bank, Kenneth Jacobs numero uno di Lazard e l'americano capo dell'Alcoa Klaus Kleinfeld.
C'erano anche il francese Henri Castries presidente del gruppo Axa, il tedesco Josef Ackermann presidente del consiglio di amministrazione del Gruppo Executive Committee Deutsche Bank, lo statunitense Keith Alexander comandante dell'Us Cyber Command e direttore dell'Agenzia di Sicurezza Nazionale, lo spagnolo Joaquin Almunia vicepresidente Commissario per la concorrenza Commissione Europea, lo statunitense Roger Altman presidente della Evercore Partners, il portoghese Luis Amado presidente del Banco Internacional do Funchal, il norvegese Johan Andresent proprietario e amministratore delegato della Ferd, il finlandese Matti Apunen direttore Finnish Businness and Policy Forum Eva, il turco Ali Babacan vice primo ministro per gli affari economici e finanziari, il portoghese Francisco Pinto Balsemao presidente e Ceo di Impresa ed ex primo ministro, il francese Nicolas Baverez Partener della Gibson Dunn eamp; Crutcher LLP, il francese Christophe Be'chu senatore e presidente del Consiglio Generale del Maine et Loire, e il turco Enis Berberoglu editore del quotidiano Hurriyet.
Tutti i nomi presenti sono personaggi abitualmente chiamati a partecipare agli incontri del Bilderberg anche quando si tengono in altre nazioni. A questi se ne aggiungono altri che restano segreti nonostante gli insiders provino in tutti i modi a stanarli.

I TEMI DELLA DISCUSSIONE
Di cosa si e' discusso in questo vertice mondiale di governanti e banchieri di tutte le specie? Dell'andamento economico del globo, questo e' certo nonostante non arrivino conferme ufficiali. E tenendosi in Italia, nel vertice si sara' discusso molto probabilmente di eurozona e degli andamenti economici di nazioni che non ce la fanno a stare al passo con la tabella di marcia imposta dai mercati.
Indiscrezioni raccontano pero' che, oltre a euro-questioni, durante l'incontro siano state affrontate anche tematiche legate alla politica italiana.
E infatti la domanda che si pongono gli italiani e' che cosa ci facesse il premier Mario Monti a questo incontro insieme alla sua squadra di governo, praticamente al completo salvo rare eccezioni. Monti e' un habitue' del Bilderberg, tanto e' vero che in passato ha gia' preso parte ad altri incontri insieme a Paolo Scaroni di Eni e Franco Barnabe' di Telecom Italia.
Da fonti interne a Palazzo Chigi arrivano pero' soltanto dei rumours: Mario Monti avrebbe presentato una relazione su come far uscire l'Italia dalla crisi economica in cui e' sprofondata. Manovre finalizzate a perseguire gli scopi dei vertici piu' alti delle banche mondiali, che coincidono pero' con le tanto agognate misure di impoverimento del Paese Italia messe in campo negli ultimi dodici mesi. Sempre secondo indiscrezioni emerge che si e' parlato anche di un eventuale commissariamento dell'economia dei paesi piu' deboli della zona euro tra i quali oltre alla Grecia e alla Spagna guarda caso figura proprio l'Italia.
Perche' mai l'incontro e' stato previsto proprio a Roma e come mai alcuni ministri del Governo sono stati invitati alla mensa del Re? Probabilmente ''' e siamo nel campo delle ipotesi, perche' di conferme ufficiali non ne arriveranno mai - i potenti del mondo hanno chiesto garanzie politiche ed economiche proprio ai banchieri di casa nostra, sempre disponibili e asserviti nei confronti delle lobby mondiali.

LE CONSEGUENZE PER L'ITALIA: ACCELERATA SUL MONTI BIS
Gli osservatori piu' attenti ritengono che si sia chiesto all'Italia di rispettare i patti e garantire, quindi, con il risanamento del debito pubblico attraverso la tassazione ai cittadini, la stabilita' economica che le banche pretengono. Non per nulla la maggior parte degli appartenenti al Bilderberg rappresentano i piu' potenti istituti di credito del mondo. Tutto questo pero' potrebbe portare al disastro per l'Italia.
Una tesi portata avanti anche dal giornalista russo Daniel Estulin, specialista delle influenze del Bilderberg sull'economia mondiale, che parlando di Mario Monti, ha svelato il piano per la distruzione dell'Italia, risultante dal rispetto dei patti con il Bilderberg.
'Qualunque governo che cerchera' di ripagare questo debito distruggera' il proprio paese, tutto quello che finora si e' fatto e' stato obbligare i cittadini a pagare il debito pubblico gonfiato dagli interessi usurai della finanza internazionale e aggravato nell'eurozona, dall'impossibilita' di ricorrere, a costo zero, all'ossigeno della moneta sovrana. Dal momento che non possiamo pagare e non puo' farlo nemmeno il governo, allora ci si rivolge alle istituzioni finanziarie internazionali. Chiunque tenta di farlo distruggera' il proprio paese'.
Con molta probabilita' a Mario Monti e' stato chiesto di impegnarsi ancora personalmente nella politica italiana per permettere che il sistema bancario continui ad avere la meglio sulla nostra economia. E questo, con qualsiasi altro premier, non sarebbe stato possibile come con il Professore.

IL DOPO BILDERBERG E LE DICHIARAZIONI IN KUWAIT
Solo in questa chiave e' possibile spiegare le dichiarazioni che lo stesso Mario Monti ha rilasciato nella sua recente visita in Kuwaita' dove ai petrolieri asiatici si e' presentato come l'unico in grado di poter fornire garanzie in vista di futuri investimenti in Italia.
"Non posso garantire per il futuro ''' questo ha dichiarato Mario Monti a chi gli chiede se abbia fornito in Kuwaita' garanzie sull'affidabilita' dell'Italia dopo il suo mandato - chi governera' deve avere come obiettivo quello di continuare a garantire crescita, giustizia, lotta a corruzione e evasione. Le valutazioni sono ai minimi e servono capitali per la crescita. Abbiamo illustrato a potenziali investitori che e' il momento in cui i titoli a reddito fisso e le valutazione delle imprese in Italia sono bassi'. Tradotto: venite a comprare che vendiamo a prezzi stracciati.
Dopo la riunione del Bildeberg lo stesso Monti ha assicurato pero' che 'i conti pubblici stanno avviando un percorso di risanamento e le riforme sono sulla strada giusta: questo permettera' ai paesi euro, nel loro insieme e individualmente, di diventare piu' solidi e stabili".
Il premier ha anche ricordato che l'Italia ha adottato tutti gli strumenti necessari per rendere il paese piu' attraente agli investitori del Golfo.
'Appena il mio governo si e' insediato ''' ha anche sostenuto - abbiamo avviato una politica di risanamento dei conti basata su rigore ed equita', che ci permettera' di raggiungere nel 2013 il pareggio di bilancio'. Lo ha fatto citando anche le riforme strutturali adottate dal suo governo: quella del sistema pensionistico che rende sostenibile il sistema previdenziale per i conti pubblici, la riforma del mercato del lavoro e tutta una serie di provvedimenti per aumentare la concorrenza e favorire la liberalizzazione dei servizi e delle professioni.
Una serie di passaggi che fanno intuire quello che molte forze politiche vorrebbero che fosse reso pubblico. Il Bilderberg ordina a Monti di continuare a governare per la stabilita' del sistema nel nostro Paese. A danno di chi? Dei cittadini che continueranno a vedersi impoveriti ogni giorno di piu' mentre i soldi pagati con le loro tasse andranno a colmare - in maniera insufficiente - il debito pubblico. Creando pero' disoccupazione, poverta' e disperazione. E ricchezza per le banche, u§a va sans dire.
(Tratto da: http://www.stampalibera.com)
http://www.criticamente.it/index.php/globalizzazione/23031

domenica 25 novembre 2012

La voce degli studenti e le loro verità

Giovane studentessa prende la parola all'università di Parma dopo il ministro Clini e il Rettore e denuncia davanti a tutti...


sabato 24 novembre 2012

Lettera ai genitori scuola "Agli Angeli" di Verona



UN GRUPPO DI DOCENTI DELL’EDUCANDATO AGLI ANGELI INFORMANO

Un gruppo di docenti della Scuola Secondaria dell’Educandato Agli Angeli di Verona vuole comunicare alle famiglie e all’opinione pubblica le proprie preoccupazioni in merito alle azioni intraprese dal governo nei confronti della scuola.
A seguito di interventi volti al risparmio già verificatisi negli anni precedenti (tagli agli organici, aumento del numero di studenti per classe), il disegno di Legge sulla Stabilità, attualmente in discussione, propone un aumento di 1/3 dell’orario di lezione frontale degli insegnanti di scuola secondaria di I e II grado (da 18 a 24 ore) senza aver intrapreso alcun tipo di contrattazione preventiva e senza alcuna retribuzione aggiuntiva.
Ci preme innanzitutto precisare che le 18 ore, di cui si parla nel disegno di Legge, sono ore di lezione frontale svolte in aula con i ragazzi a cui si aggiungono obbligatoriamente le ore di attività funzionali all’insegnamento ossia la partecipazione ai collegi docenti, ai consigli di classe, alle attività di programmazione, la preparazione delle lezioni e delle esercitazioni, la correzione degli elaborati, i colloqui individuali con le famiglie, lo svolgimento degli scrutini e degli esami.  E’ evidente che questo carico di lavoro dovuto da ciascun docente per il buon funzionamento dell’attività didattica e scolastica non è considerato e neppure quantificato quando si parla solo delle 18 ore.

Un esempio basti per rendere più evidente la situazione:
un docente di lettere con cattedra di 18 ore con 3 classi da 30 ragazzi in un mese :
-          farà  1 verifica per ogni classe (3 ore per prepararle) 
-          attuerà la correzione di 90 compiti (30 ore)
-          parteciperà a 3 consigli di classe ( 3 ore)
-          ad 1 collegio dei docenti (2 ore)
-          riceverà i genitori 1 ora alla settimana  (4 ore)
-          preparerà le lezioni per le 3 classi (2 ore al giorno x 6 giorni = 48 ore al mese)

In totale sono 162 ore circa al mese, ossia alla settimana circa 22 ore di attività funzionali all’insegnamento più 18 ore di lezione frontale ( totale: 40 ore settimanali).
La proposta di portare le ore frontali da 18 a 24 comporterebbe un impegno calcolato di 53 ore settimanali. Questo determinerebbe un carico di lavoro eccessivo per i docenti a discapito della qualità dell’insegnamento.
Noi docenti non siamo solo impiegati statali, ma anche educatori e la scuola pubblica dovrebbe essere un settore su cui investire e non su cui risparmiare facendo tagli indiscriminati che inevitabilmente ricadrebbero negativamente sulla scuola, su noi docenti, ma soprattutto sui nostri ragazzi.

Sabato 24 novembre non vi renderete conto della nostra partecipazione alla protesta in quanto nell’ Istituto non si effettuano attività didattiche, ma noi siamo solidali con lo sciopero generale del 24 novembre che vede riunite tutte le sigle sindacali del comparto scuola e abbiamo ritenuto doveroso  riferire alle famiglie e all’opinione pubblica sull’attuale situazione della scuola.
Grazie per l’attenzione

  
Un gruppo di docenti della Scuola Secondaria dell’Educandato Agli Angeli di Verona

Verona, 21/11/2012

martedì 20 novembre 2012

Presentata la pista ciclabile più lunga d'Italia da Venezia a Lecce


Sembra prendere decisamente forma il progetto della ciclovia più lunga d’Italia la Ve.Le. Venezia Lecce che si snoderà lungo la costa adriatica per 1100 km. A me piace pensare sia piuttosto una ciclostrada gemella della Ven.To. Venezia- già presentata al Politecnico di Torino grazie alla collaborazione tra Fiab e la rete cicloturistica italiana Bicitalia.
La Ciclovia Adriatica è stata ufficialmente presentata la scorsa settimana alla Facoltà di Scienze politiche dell’ Università di Teramo è come un mosaico che si compone di diverse tessere ricadendo sotto varie amministrazioni comunali, provinciali e regionali. E dunque durante l’incontro che si è tenuto la settimana scorsa si è un po’ fatto il punto della situazione.
Leggo su Abruzzo in bici del resoconto e sullo stato dell’arte: come ha avuto modo di spiegare Giustino Vallese, presidente dell’Ordine Architetti Teramo le piste ciclabili che rientrano sotto questo progetto contribuiscono fattivamente a prendersi cura sia del territorio sia del paesaggio essendo la loro manutenzione strettamente legata a quella del territorio:
La provincia di Teramo, tra le prime in Italia, ha ideato progetti per il “corridoio verde adriatico” (realizzando i ponti ciclopedonali in legno sulla costa teramana) e per la pista ciclabile Teramo-Giulianova, in ambito fluviale, parte di un progetto più ampio di recupero del territorio della vallata del Tordino.
Di fatto il turismo ne beneficerebbe moltissimo almeno stando alle previsioni riportane nel convegno da Fabrizio Antolini, referente SISTUR Abruzzo e da Dante Caserta, vicepresidente nazionale WWF che hanno ribadito quanto le statisatiche diano loro ragione circa la necessità si percorsi ciclistici destinati al turismo sostenibile.
Per la Puglia, la lunga regione adriatica c’è proprio una roadbook della ciclovia Adriatca con gli interventi pianificati e di quelli già attivi anche se restano da risolvere alcune criticità in merito alla sicurezza essendo alcune strade molto trafficate nei periodi estivi e essendo la ciclovia prospiciente il mare.
http://www.ecoblog.it/post/41583/presentata-la-pista-ciclabile-piu-lunga-ditalia-da-venezia-a-lecce

Green roof: i tetti verdi più belli e bizzarri del mondo


Non capita certo tutti i giorni di sentirne parlare, alcuni di voi si staranno chiedendo addirittura di che razza di stranezza stiamo per raccontarvi. Per soddisfare subito la vostra curiosità, diciamo che il termine inglese “green roof” cioè tetto verde, si riferisce a dei veri e propri tetti di abitazioni (e non solo) ricoperti interamente o parzialmente di erbetta, piante o comune vegetazione.


Oggi, i tetti verdi rappresentano un must della creativa e spesso stravagante architettura residenziale, commerciale e pubblica di numerosi paesi, i contemporanei architetti ecologisti li hanno riproposti in chiave urbana, ma questi originali tetti verdi esistevano già da tempo nelle case di campagna del  nord Europa, come quelle raffigurate nell’immagine sopra.

Oggi vengono considerati validi strumenti nella progettazione di moderni grattacieli ed edifici ecosostenibili nelle metropoli di tutto il mondo. Impiegati soprattutto negli USA ed in Germania, i green roof sono un valido aiuto per il verde urbano e contro lo smog cittadino, ma non solo.




Tra i molteplici  benefici dei green roof nelle grandi città:
• Isolamento acustico dell’edificio: il green roof combatte l’inquinamento acustico.
• Isolamento termico: i green roof non solo in estate rinfrescano gli edifici sui quali si trovano in estate (permettendoci di risparmiare sul condizionatore), ma contribuiscono a non disperdere calore in inverno. Ottimo modo per favorire il risparmio energetico.
• Biodiversità: i tetti verdi aumentano gli spazi verdi cittadini e soprattutto rappresentano un habitat ospitale per uccelli e diverse specie animali.
• Smog: le piante si sa, producono ossigeno, ma soprattutto in città catturano la Co2 e alcuni agenti inquinanti, aiutandoci a combattere in modo naturale l’inquinamento atmosferico
• Contro l’isola di calore: in città le temperature sono sempre più alte rispetto alle campagne; ebbene i green roof rinfrescano l’aria e ci aiutano a limitare il fenomeno.

Non a caso predisporre un green roof su un edificio, può contribuire all’ottenimento della certificazione Leed, certificazione ambita da tutti gli architetti più sensibili al tema dell’architettura sostenibile.
Ecologici, trendy e belli a vedersi, vivi, che respirano e fanno respirare, i “tetti verdi” decorano e proteggono centinaia di edifici hanno scatenato la fantasia dei bio-architetti e a tal proposito, cogliamo l’occasione per presentarvi la classifica dei 10 più belli del mondo.

a) Un pascolo bizzarro:
Tutti conosciamo le sorprendenti capacità di coibentazione dei tetti verdi: trattenere l’umidità, mantenere fresca la casa e migliorare la qualità dell’aria oltre a offrire un habitat ideale per la fauna selvatica.



Un pascolo... sul tetto
Ma alcune persone hanno reso estremi i tetti verdi e la loro utilità trasformandoli in veri e propri pascoli per capre.

E’ quello che è successo nell’Al Johnson’s Swedish Restaurant nella Door County in Wisconsin. Davvero incredibile questo tetto verde che viene dall’America…

b) Un tetto verde anche per gli uccelli o per la gabbia del cane:
Molti uccelli in natura, vivono in una casa con un tetto verde, in quanto nidificano sottoterra. Ma per tutti gli altri potreste essere voi la soluzione: realizzando una casa per uccelli o una mangiatoia con un utile e colorato tetto verde annesso.
Ma non dimentichiamoci di Fido! Per rendere mite la cuccia del cane e non permetterle di essere troppo calda o troppo fredda ma climaticamente idonea, potremmo utilizzare un bel tetto verde.

c) Verde in pendenza:



Verde in pendenza
Se avete un terreno troppo piccolo per godere di uno spazio verde non preoccupatevi; a risolvere il problema ci ha pensato l’artista e architetto Mark Merer. Grazie alla sua casa prefabbricata potrete con un sol colpo realizzare due sogni, quello della casa e quello del giardino.

La struttura infatti possiede un tetto con una forte pendenza dove è possibile realizzare il proprio prato. A differenza di altri progetti, grazie alla pendenza del tetto, il giardino è facilmente raggiungibile dal livello del terreno.

d) Case galleggianti:
Vivere sull’acqua deve essere un’esperienza unica e molto interessante. Inconveniente, oltre all’umidità, è la lontananza dalla terra ferma, dove magari abbiamo il nostro amato giardino da curare e coltivare.
Ma da oggi non avremo più nessun problema come dimostrano le immagini qui sotto, di queste due case galleggianti comprensive di spazio verde.



e) Dare vita alle pensiline degli autobus:
Ne abbiamo viste di belle e di certo uno degli ultimi posti dove non ci si aspetterebbe di trovare un tetto verde sulla pensilina della fermata dell’autobus e invece.. esiste anche questa. Che siano su commissione o realizzati di nascosto sono davvero spettacolari. Davvero una pensilina a…. TuttoGreen!


Una pensilina a TuttoGreen
f) L’auto più green:
No, non stiamo parlando di auto a basso impatto ambientale nel senso convenzionale. Ci si riferisce al fatto che, se vale lo stesso principio per cui i tetti verdi contribuiscono a mantenere costante la temperatura delle abitazioni allora lo stesso dovrebbe succedere con le automobili.


Taxi.. linea verde!
E’ quello che deve avere pensato il tassista pechinese Zhishai, il quale, esasperato dalla calura estiva della capitale cinese, ha deciso di piantare due metri quadrati d’erba sul tetto della propria macchina. Da quanto riferisce, anche la differenza di temperatura senza toccare il condizionamento d’aria è significativa.

Sembra la macchinina verde che accoglie i visitatori all’ingresso di Gardaland, ma a quanto pare è stato un esperimento di successo.

g) Le case nascoste in riva al lago:
Visto da lontano può sembrare un comune paesaggio collinare, anche se costellato da curiose “bocche” bianche. Ma ad uno sguardo più attento ci si accorge che le candide bocche altro non sono che l’ingesso di ben nove abitazioni: le Earth House dell’architetto Peter Vetsch.


Case come colline?
Siamo in Svizzera e più precisamente a Dietikon dove è stato creato questo complesso di case dal tetto verde in riva ad un laghetto privato.

Sui tetti, oltre a fiori e pinte ornamentali vengono coltivati anche ortaggi commestibili e le moderne abitazioni sono dotate di tutti i comfort.

Speriamo di vedere presto altrettanti originali, creativi e colorati tetti verdi anche qui da noi e speriamo di superare per una volta l’ostentazione del “tradizionale” cercando di favorire il cambiamento che oltre a fare bene agli occhi e all’umore, porterebbe anche vantaggi ambientali al nostro Paese. Pensateci gente eco-friendly, pensateci!

http://www.tuttogreen.it/green-roof-i-tetti-verdi-piu-belli-e-bizzarri-del-mondo/

lunedì 12 novembre 2012

12 novembre 2012 Il Club Bilderberg si riunisce a Roma per un incontro straordinario


di Italo Romano

Avete capito bene. Domani a Roma si riunirà in tutta fretta il gruppo Bilderberg. Almeno secondo quanto riportato dal sito Dagospia.



Per 61° sessione dei lavori del segretissimo gruppo è stata scelto come luogo di incontro Roma, la capitale dell’Italia,  la capitale di uno dei paesi caduto nella mani della grande finanza internazionale e pronto a cedere, come più volte auspicato dai massimi vertici del governo tecnocratico, quote della propria sovranità per annettersi alla prossimo venturo Stato centralizzato europeo.

L’incontro dei potenti del mondo, dove si discuteranno i destini dei così detti Piigs e del loro probabile commissariamento, si terrà nel prestigioso Hotel de Russie, in via del Babuino, angolo Piazza del Popolo, in pieno centro, venendo meno alla tradizione che vuole l’ubicazione delle riunioni del gruppo para-massonico in luoghi isolati, segreti e difficilmente raggiungibili.

Forse la drammaticità del momento ha imposto questa scelta o forse la spregiudicatezza e la necessità di provocare una qualche reazione per scatenare disordini da usare come scusa per l’adozione di talune decisioni a fatto optare gli organizzaro per una locazione straordinaria. Ipotesi. Nulla di più.


Addirittura, spulciando sul sito web del Bilderberg non si trova alcun cenno a riguardo di questo blitz romano.

Proprio il centro di Roma sta ospitando in questi giorni il Festival del Cinema, quindi la zona è invasa di turisti, curiosi, attori, giornalisti e televisione da tutta Italia. Proprio questo potrebbe avvalorare l’ipotesi sopra esposta.

Non contenti dell’affollato “palcoscenico”, i partecipanti alla misteriosa riunione del Bilderberg, si concederanno addirittura un pomeriggio da turisti, recandosi, insieme alla proprie blindatissime scorte, ai Musei Capitolini che per l’occasione chiuderanno al pubblico alle 17, per permettere ai facoltosi padroni del mondo una visita guidata a partire dalle 19, con conseguente paralisi di tutta l’area per l’intera durata del tour.

Non era mai capitato. Sembra una cosa fatta di proposito per farsi notare, per indispettire e far infuriare la gente. Cosa vorranno dirci? Cosa vuole dimostrare questo gesto eclatante?

Forse, vuole dimostrare che dopo un pò di anni che il nome Bilderberg ha circolato nel web, facendo quindi capolino nella grande massa, ci hanno abituato al loro agire e adesso lo fanno allo scoperto, sapendo che non ci sarà alcuna reazione particolare, se non la solita indignazione a tempo determinato.

Anche questa è un’ipotesi. Nulla di più.

Esisterebbe anche un preventivo che fa il conto della visiti guidata dei circa 80 partecipanti e si agirerebbe intorno e forse anche oltre, i 100 mila euro, poco più di 1000 euro ad invitato. Roba di extralusso, in netta antitesi con la linea di austerità dettata dal governo tecnico di Mario Monti.

Lo stesso Monti che prenderà parte a questa pomposa riunione, insieme al ministro dell’istruzione Francesco Profumo, Elsa Fornero e Paola Severino. Oltre a loro, a “rappresentare” il “nostro” paese ci sarà l’immancabile Giuliano Amato, Enrico Letta, l’ex sindacalista della CGIL il ferroviere Mauro Moretti, Alberto Nagel, ad di Mediobanca, Angelo Cardani, presidente di Agcom, Federico Ghizzoni ad di Unicredito, Enrico Cucchiani di Intesa, Fulvio Conti dell’Enel, la presidente della Rai Anna Maria Tarantola, il neo presidente della CIR Rodolfo De Benedetti il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, il solito Gabriele Galateri, Ferruccio De Bortoli, l’habitué Lilli Gruber, la new entry Chicco Mentana e Franco Bernabè, proprietario dell’emittente La7 per la quale lavorano i due famosi giornalisti.

Inserito nella lista degli ospiti vi era anche il governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, che per la delicatezza dei temi che verranno trattati, che in un certo senso lo coinvolgono istituzionalmente, ha fatto sapere al francese Henry de Castries, presidente del Bilderberg, che seguirà prudenzialmente gli sviluppi dei lavori da Francoforte per evitare con la sua presenza a Roma inevitabili strumentalizzazioni.

Avrebbero invece declinato l’invito: Squinzi, Montezemolo, Della Valle, Mario Greco, John Elkann e Renato Pagliaro.

Staremo a vedere. Anche se i “grandi” media ancora una volta hanno deciso di tacere in merito alle riunioni del gruppo Bilderberg.
http://www.oltrelacoltre.com/?p=14226

Eolico low cost, la turbina senza pale che produce il doppio dell'energia Read more: http://it.ibtimes.com/articles/38244/20121112/turbina-senza-lame-efficienza-doppia-eolico-energia-low-cost.htm#ixzz2C1mh11dE




Una turbina senza pale che permette di risparmiare sui costi di produzione, evitare di danneggiare la fauna locale e, soprattutto, di raddoppiare l'efficienza. Possibile? Sì. È un'idea di Saphon Energy l'ultimo prototipo per l'energia eolica. Denominata "Saphonian", in onore di una divinità cartaginese, è stata realizzata partendo dal funzionamento delle vele delle barche, come ha spiegato a SciDev.net Anis Auoini, creatore del prototipo: "Non si tratta della prima turbina priva di pale, ma abbiamo pensato fuori dagli schemi: l'idea iniziale è stata presa dalle navi - l'unico sistema umano che può catturare e convertire la potenza del vento in energia meccanica".


Cosa rende "Saphonian" così speciale? Innanzitutto, come sopra anticipato, la sua efficienza, notevolmente migliorata rispetto alle turbine tradizionali. Secondo quanto spiegato dallo stesso Aouini, rispetto al 30-40 per cento di energia convertita garantita dalle turbine più diffuse, tra cui la stessa precedente al nuovo modello di Saphon Energy, si riesce a toccare picchi dell'80 per cento, praticamente il doppio.
Hassine Labaied, CEO della compagnia tunisina, si è invece soffermato a commentare l'abbassamento dei costi di produzione: "La nostra seconda generazione di turbine è il 2,3 per cento più efficiente e costa quasi la metà del suo predecessore. Elimina i componenti più costosi quali le lame, l'hub e la scatola degli ingranaggi."
"Stiamo negoziando con diverse compagnie internazionali che producono tecnologie per l'energia rinnovabile e finalizzeremo un accordo entro la fine dell'anno" ha proseguito Labaied aggiungendo però che ci vorranno almeno due anni prima di vedere "Saphonian" sul mercato.


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http://it.ibtimes.com/articles/38244/20121112/turbina-senza-lame-efficienza-doppia-eolico-energia-low-cost.htm

sabato 10 novembre 2012

Stazione di ricarica verticale fotovoltaica per biciclette elettriche


L’idea è semplicemente ingegnosa: una stazione di ricarica verticale per biciclette elettriche. Questo prototipo si chiama CycleUshare ed è stato messo a punto dall’Università del Tennesse a Knxoville. In realtà è più un progetto integrato di mobilità all’interno del campus universitario e infatti questa stazione di ricarica funziona grazie alla tessera universitaria e usa 10 biciclette di cui sette elettriche e tre tradizionali.
Il progetto però dal 2010 a oggi ha ottenuto un tale successo che a Knoxville stanno pensando di replicarlo come sistema di gestione del bike sharing.
La torre di ricarica distribuisce le batterie per le biciclette elettriche perfettamente cariche. Gli studenti, o in futuro i clienti, dovranno solo scorrere nel lettore la propria card identificativa e prendere una batteria carica da installare nella bicicletta. Una volta terminato l’uso basta riconsegnare la batteria nella slot di ricarica e la bicicletta.
Il progetto CycleUshare è stato sviluppato all’interno dell’Università del Tennessee e si basa per ora su due stazioni di ricarica automatizzate sia per il check-in sia per il check-out. Il perché della scelta di ricarica con pannelli fotovoltaici è presto detto, come ha avuto modo di evidenziare l’ideatore del progetto il professore di ingegneria civile e ambientale Chris Cherry che con il neolaureato Shuguang Ji ha analizzato le emissioni e gli impatti ambientali per la salute di cinque tecnologie per i veicoli in 34 grandi città cinesi, concentrandosi sulle pericolose polveri sottili. Quello che Che Cherry e il suo team hanno scoperto sfida la logica tradizionale: le auto elettriche sono la causa si un dannoso inquinamento molto più complesso rispetto alle auto a benzina.


Fonte:
http://www.ecoblog.it/post/39989/stazione-di-ricarica-verticale-fotovoltaica-per-biciclette-elettriche

mercoledì 7 novembre 2012

Marmellate multate: “Senza zucchero”, quella scritta che dice il falso

I consumatori, temendo per la linea, comprano molto volentieri gli alimenti cosiddetti "light". Peccato che spesso quello che dicono le pubblicità e le scritte sui prodotti non corrisponda a verità, come nel caso di Zuegg e Hero, aziende sanzionate dall'Antitrust

 

Ultima di una lunga serie, la sanzione è arrivata lo scorso luglio anche per due note aziende produttrici di marmellate. Quella scritta che indica la totale assenza di zuccheri è stata giudicata ingannevole, perché induce a un consumo a cuor leggero “tanto non si ingrassa”. Zuegg e Hero sono in buona compagnia: l’Antitrust, che le ha multate rispettivamente con 100mila e 200mila euro, ha passato in rassegna negli ultimi anni diversi nomi del panorama italiano in fatto di industria alimentare. Per esempio, Galbusera e Colussi hanno dovuto pagare complessivamente 300mila euro per aver scritto sulle confezioni dei biscotti che questi riducevano il colesterolo.
Perché si possa apporre la dicitura “Senza zucchero” nel prodotto non ce ne deve essere più dello 0,5%. Le marmellate in questione contengono una quantità di succo concentrato d’uva tale che gli zuccheri totali si aggirano attorno al 33-38%: in pratica nessun guadagno in termini di calorie rispetto a un vasetto di marmellata tradizionale. Siamo così abituati a prodotti light (gli scaffali dei supermercati, dai freschi ai surgelati, dai biscotti alla pasta, ne sono invasi) che non ci interroghiamo più sulla veridicità dei claim pubblicitari. Quanti di noi spendono un minuto del proprio tempo a leggere l’etichetta? Eppure basta pochissimo per accorgersi che la tanto nota frase che giustifica un’immagine che è “solo rappresentativa del prodotto” forse non è messa lì tanto a caso.
E sempre a proposito di scritte, anche il “Diet” esposto sulle confezioni delle marmellate Hero andrà eliminato. La normativa europea permette di utilizzare la dicitura solo per i cibi destinati ad una alimentazione non comune e previo riconoscimento del Ministero della Salute. Ma non ci sono sugli zuccheri a farci temere per la linea: anche sui grassi il consumatore ha bisogno di essere rassicurato. Anche qui la confusione regna sovrana: perché un alimento possa essere definito “low fat”, dice ancora la legge europea, i grassi devono essere inferiori al 3%. Per essere denominato “light” o “reduced fat” deve contenere meno del 30% dei grassi totali o saturi rispetto alla versione originale e più saporita (pensiamo agli yogurt o ai formaggi spalmabili, tanto per fare un esempio). Allo stesso modo – e qui viene il bello – se i grassi sono superiori al 20% del peso, il prodotto dovrebbe essere definito “ad alto tenore di grassi”. Strano, di queste etichette ci sembra di non averne mai viste troppe.
Fonte:

martedì 6 novembre 2012

H1N1 outbreak reported in Saudi Arabia


November 5, 2012 – SAUDI ARABIA - Saudi health authorities reported Sunday at least eight cases of H1N1 infections at the Al-Amal mental hospital in Riyadh. The infected people were given Tamiflu vaccine while 27 other people, including four nurses, suspected of having the influenza virus were quarantined. Staff of the hospital also took precautionary measures, including wearing masks when dealing with patients, and cancelling an party celebrating the Eid al-Adha Muslim festival. The latest H1N1 outbreak in the kingdom was discovered 18 days ago but was not disclosed to avoid panic among haj pilgrims, according to spokesman of Health Affairs Directorate in Riyadh Saad Al Qahtani. The virus first reached Saudi Arabia in 2009 brought by an infected Filipino nurse working at King Faisal Specialized Hospital. Last month, a Saudi boy vacationing with his family in Hong Kong was diagnosed with the virus but recovered. In September, a 60-year-old Saudi man died from the virus and a 49-year-old Qatari man was infected with it after traveling to the kingdom. The Qatari man has recovered after being treated in a hospital in London. –http://gantdaily.com/2012/11/05/h1n1-outbreak-hits-saudi-mental-hospital/

La 25 ora - Monologo davanti allo specchio