Translate

mercoledì 24 agosto 2011

Le vie di Cl portano off-shore


I misteri di un grande sponsor del meeting. Da Padova alla Nuova Zelanda. Costruzioni, energia, turismo. Il business italiano dell'Humilitas Charitable Trust di Auckland
Milano – Che ne sapranno mai in Nuova Zelandadei business milionari dei ciellini, tra grandi appalti, alberghi e pale eoliche? Eppure, seguendo gli affari degli uomini d’oro della Compagnia delle Opere, si arriva proprio nel Paese degli All Blacks, in un sobborgo di Auckland, la più grande città neozelandese. In Parnell road, nell’ufficio di una società di servizi fiduciari, ha sede l’Humilitas Charitable Trust. È questa la holding a cui fa capo un gruppo di aziende italiane con un giro d’affari che vale centinaia di milioni di euro. Qualche nome? Eccolo: Mattioli consorzio Consta (costruzioni), Ste Energy (energie rinnovabili, dall’idroelettrico al fotovoltaico), Hotelturist (alberghi e villaggi turistici). Tutte con base a Padova.

Chi è il padrone? Mistero. L’Humilitas Charitable Trust ha un nome che fa tanto opera pia, ma strutture come quella con base ad Auckland sono studiate apposta per nascondere l’identità dei reali proprietari. Se poi si vuole andare sul sicuro si usa un altro schermo fiduciario, magari con base in Lussemburgo, altro efficiente paradiso fiscale. E infatti il trust neozelandese possiede laSolfin, una finanziaria del Granducato. Da lì si arriva finalmente in Italia, ad aziende come il consorzio Consta, che in questi giorni, nel sito internet del Meeting di Rimini, compare tra gli sponsor e finanziatori principali della kermesse ciellina, al pari di colossi come Fiat, Enel, Intesa.

Tra Lussemburgo e Nuova Zelanda non è proprio il massimo come trasparenza. Senza contare che simili schemi societari permettono di risparmiare alla grande sulle tasse. Tutto questo proprio mentre la platea ciellina di Rimini assiste compunta a illuminati interventi denunciano la spaventosa evasione fiscale italiana.

Intanto, grazie al trust neozelandese, c’è nebbia fitta sull’identità degli azionisti, quelli in carne ed ossa, che tirano le fila della pattuglia di società di cui fa parte anche Consta. Si sa però che l’uomo forte del gruppo si chiama Graziano Debellini, 57 anni, padovano, un ciellino di lungo corso. Alla fine degli anni Ottanta, per dire, lo troviamo tra gli amministratori del Sabato, il settimanale di battaglia del movimento di don Luigi Giussani, poi passa al turismo, alberghi e ristorazione con la catena Tivigest e intanto scala le gerarchie della Compagnia delle Opere di cui diventa presidente nel Nordest, carica abbandonata qualche anno fa. Perchè Debellini non ha bisogno di poltrone e incarichi ufficiali. Dalle sue parti lo definiscono un “leader carismatico”. Di certo si muove come un uomo di potere, forte di innumerevoli rapporti, ovviamente trasversali, da destra a sinistra, come insegna il manuale del buon affarista. E infatti Debellini fila d’amore e d’accordo con il presidente leghista della Regione Veneto, Luca Zaia, così come con il sindaco di Padova,Flavio Zanonato, in quota al centrosinistra.

Il manager della Cdo non corre da solo. Da anni lo affiancano gli amici Ezechiele Citton e Igino Gatti, padovani pure loro. E nelle aziende del gruppo troviamo manager come Gioacchino Marabello, al vertice della società di ostruzioni Consta e della Mattioli, e Daniele Boscolo Meneguolo, che si occupa della Ste Energy.

Ne hanno fatta di strada Debellini e soci. Una storia di successo, la loro, dove però non manca neppure il capitolo (ancora aperto) di un’inchiesta penale a carico proprio di Debellini. E’ la brutta vicenda di una presunta truffa sui finanziamenti pubblici per i corsi professionali gestiti da società vicine a esponenti ciellini. Nell’ottobre scorso l’uomo forte della Compagnia delle Opere veneta è stato rinviato a giudizio. Il diretto interessato si è sempre dichiarato del tutto estraneo ai fatti. E ha definito le accuse nei suoi confronti come il frutto di un’indagine “nello spirito di Why Not e di magistrati come De Magistris”. Nel senso di Luigi l’ex pm diventato nel frattempo sindaco di Napoli. Insomma, tutta fuffa, assicura Debellini. E alla fine – dice – non resterà nulla di concreto.

Concreti, molto concreti, sono invece gli affari messi a segno dalle società che fanno capo all’Humanitas Charitable Trust di Aukland. Mattioli e Consta hanno vinto appalti come quello della metropolitana di Salerno, l’ampliamento dell’autostrada tra Ancona e Porto Sant’Elpidio, lo svincolo di Campegine vicino a Reggio Emilia, il casello di Ferentino, il Ponte della Musica a Roma nella zona del Foro Italico. Nel lungo elenco non manca neppure l’intervento nella ricostruzione post terremoto a L’Aquila (decine di edifici prefabbricati del progetto Case) e un appalto nel Corno d’Africa, la ristrutturazione della ferrovia Addis Abeba-Gibuti, finanziata con il denaro dell’Unione europea.

Ste Energy, invece, già molto attiva nella costruzione di centrali idroelettriche, si è lanciata verso la nuova frontiera dell’eolico e del fotovoltaico. Anche qui non si contano i progetti, solo in parte realizzati. Pale eoliche nel Sud (Molise e Basilicata) e grandi impianti fotovoltaici come quello di San Fiorano, nel lodigiano. Tanto attivismo ha fatto colpo anche all’estero. Il mese scorso il fondo americano Amber capital ha comprato una quota del 32 per cento di Sorgente, la holding che controlla Ste Energy. Per l’occasione è stato nominato un nuovo presidente di Sorgente. Sì, proprio lui, Debellini, il ciellino doc.

da Il Fatto Quotidiano del 24 agosto 2011