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giovedì 28 giugno 2012

FUSIONE FREDDA: L'ECAT GIA' IN PRE-VENDITA SUL SITO DI ROSSI







Sul sito web di Andrea Rossi è già possibile prenotarsi per l'acquisto della centrale a Fusione Fredda da 1 Megawatt. E' inoltre annunciato l'inizio delle vendite dell'Ecat da 10 Kw (uso domestico) a fine 2012- inizio 2013. I prezzi sono adeguati anche per imprese medio-piccole per la centrale da un Megawatt: un milione e mezzo di dollari, invece per quelli domestici si parla di 500 euro o poco più.

Dal sito Ecat.com:
ECAT.com now accepts sign-ups for pre-orders for the following products:
ECAT 1 MW units, current price $1,5M (For sale now, 4 months delivery)
ECAT 10kW Home units (Will be available in 2012/2013, waiting list available now)
The fuel cost will be negligible. Check out the ECAT energy cost calculator to determine the costs and savings of a customized ECAT solution for your home or business.
Technical specification of the ECAT 1 MW unit can be found in the menu on the left. The design and functionality is in rapid evolution at the moment which means that there will be regularly updates in the specifications of the products. As a registered customer you will be kept up to date with the latest technical advances as they happen.
The sign-up is not binding and no payment will be necessary until a final order is agreed upon. Pre-order sign-up customers will be prioritized when the first generation of products is rolled out.

http://sovrappopolazione.blogspot.it/2012/01/fusione-fredda-lecat-gia-in-pre-vendita.html

martedì 26 giugno 2012

Fda: creme solari sconsigliate per i neonati

L'uso di creme solari è sconsigliato per i bambini al di sotto dei 6 mesi: meglio tenerli lontani dal sole in particolar modo nella fascia oraria dalle 10 alle 14 quando i raggi ultravioletti sono più intensi. La raccomandazione viene dalla Food and Drug Administration (FDA), l'ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici.
La FDA spiega infatti che la pelle dei neonati è molto più sottile rispetto a quella degli adulti e assorbe più facilmente gli ingredienti chimici contenuti nella protezione solare. I neonati, inoltre, hanno l’area superficiale del corpo maggiore rispetto al peso. Tali fattori fanno sì che l’esposizione di un bambino alle sostanze chimiche delle creme solari è maggiore e quindi superiore è anche il rischio di reazione allergica o infiammazione.
Secondo i pediatri della Food and Drug Administration la migliore protezione è l’ombra. Gli esperti raccomandano poi di vestire in estate i bimbi più piccoli con pantaloni lunghi di cotone, magliette a maniche lunghe, cappelli che facciano arrivare l’ombra sul collo e sulle orecchie, evitando dunque i cappellini da baseball.
Gli esperti suggeriscono di usare la crema solare per i neonati esclusivamente nel caso in cui non sia proprio possibile tenere i piccoli lontani dal sole. In questi casi è importante però controllare preventivamnte l’eventuale intollerabilità del prodotto sul bambino con una piccola quantità sul polso e successivamente utilizzarlo (con fattore di protezione solare superiore a 15) limitandosi a poche gocce della crema sul dorso delle mani e sulle guance.
Non devono assolutamente essere usati prodotti contenenti repellenti come  la dietiltoluamide (DEET). Vietato è poi spalmare i prodotti sulle mani, considerando che i piccoli soprattutto a questa età sono soliti mettere le dita in bocca e rischierebbero pertanto di ingerire le sostanze chimiche nocive.
A.P.
fonte
http://www.ilcambiamento.it/medicina/fda_creme_solari_sconsigliate_neonati.html

venerdì 22 giugno 2012

Eurozona :game over ?

June 22, 2012 –
ITALY -
Italy's Prime Minister, Mario Monti, has warned of the apocalyptic consequences of failure at next week's summit of EU leaders, outlining a potential death spiral whose consequences would become more political than economic. The Italian leader is to hold talks with Chancellor Angela Merkel of Germany, the French president, François Hollande, and Spain's prime minister, Mariano Rajoy, in the hope that the single currency's big four countries can pave the way for a breakthrough at next week's meeting. Speaking to the Guardian and a group of leading European newspapers, Monti said that, without a successful outcome at the summit, "there would be progressively greater speculative attacks on individual countries, with harassment of the weaker countries." The attacks would be focused not only on those who had failed to respect EU guidelines, but also on those like Italy, which he said had abided by the rules "but which carry with them from the past a high debt." Monti warned: "A large part of Europe would find itself having to continue to put up with very high interest rates that would then impact on the states and also indirectly on firms. This is the direct opposite of what is needed for economic growth." Outlining the result of a failure at the talks, Monti said that, faced with creeping economic paralysis, "the frustration of the public towards Europe would grow,' creating a vicious circle. "To emerge in good shape from this crisis of the eurozone and the European economy, ever more integration is needed," said Monti. Yet, if the summit failed to resolve the problems quickly, "public opinion, but also that of the governments and parliament… will turn against that greater integration." Monti said he could see the beginnings of the process "even in the Italian parliament, which has traditionally been pro-European and no longer is." –The Guardian
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mercoledì 20 giugno 2012

Come a Monopoli: la crisi è un gioco da ragazzi

 
Simone, 15 anni: “Ma è come a Monopoli: se sei senza soldi devi vendere case e terreni; però poi se non hai più un patrimonio non incassi e ti indebiti sempre di più finché non fallisci“.
Questo il commento, non sollecitato, alla notizia che il governo Monti ha deciso di vendere le proprietà dello stato per rifinanziarsi. Con tutte le ovvie semplificazioni, un ragazzo senza competenze specifiche capisce che se per ottenere liquidità vendi il tuo patrimonio, inneschi un circolo vizioso dal quale si esce in un modo solo: falliti.
Eppure sono tutti lì, sindacati in testa, ad applaudire il governo che, a detta loro, finalmente si è deciso a fare qualcosa di giusto. Anzi, secondo lor signori avrebbe dovuto farlo prima, ma a questo Monti ha risposto in maniera insolitamente chiara: non lo ha fatto prima “perché avrebbe trasmesso un messaggio sbagliato ai mercati”. In effetti fino a qualche mese fa chi avesse voluto comprare un immobile si sarebbe potuto preoccupare delle tasse; oggi invece, grazie all’esenzione dall’IMU per fondazioni bancarie, immobiliaristi, soggetti poco-profit e altri, sarà tutto più semplice. Ora le garanzie sono state date per cui si può procedere.
Già, ma chi lo compra il patrimonio immobiliare pubblico?
Lo compra chi ha liquidità, cioè i soggetti di cui sopra e la criminalità organizzata (evitando di fare le pulci per cercare il confine); ma soprattutto lo comprano gli stranieri, dando così il via, dopo aver fissato i criteri per la svendita dei terreni, alla seconda parte del saccheggio. Una quantità di immobili di pregio da cedere a prezzo di realizzo a qualche Pantalone pronto a comprarsi il suo pezzo di Italia. Poi sorridiamo quando la Grecia mette in vendita le sue isole…
Prima i terreni, poi gli immobili. E poi? Poi arriverà il terzo blocco, per certi versi quello più sostanzioso: le aziende pubbliche. Da tempo se ne parla, e presto vedremo realizzato anche questo incubo: Eni, Enel, Finmeccanica e tante altre aziende verranno cedute a poco prezzo a qualche multinazionale. A quel punto ci ritroveremo con i conti in ordine, grazie a quel poco di liquidità che riusciremo a rimediare, e saremo liberi di… ubbidire al diktat dei nostri nuovi padroni.
Abbiamo un sistema produttivo che da alcuni decenni viene sistematicamente distrutto da pseudo-imprenditori (con il pieno supporto del mondo politico), attirati dal guadagno facile e miope della delocalizzazione, incapaci di capire l’esigenza di una continua ricerca tesa al miglioramento dei prodotti anziché alla concorrenza con i prezzi cinesi; un sistema produttivo che oggi riceve il colpo di grazia dalla crisi economica e dalla sostanziale impossibilità di accedere al credito bancario. A questo affianchiamo lo smantellamento del settore pubblico, sia per quanto riguarda i servizi erogati, sia relativamente alle proprietà e in particolare a quelle produttive. Aggiungiamo poi una tassazione che è tra le più alte d’Europa e non solo, e otterremo il risultato finale: un popolo disposto ad accettare qualsiasi condizione pur di mangiare.
Quello che ieri i nostri pseudo-imprenditori cercavano in Asia orientale, tra poco sarà disponibile qui in Italia. Le aziende europee apriranno i loro stabilimenti in Italia, potendo così usufruire di manodopera a basso costo e, grazie all’elevata disoccupazione, facilmente ricattabile, senza avere i problemi logistici legati alla distanza; inoltre potranno approfittare di una legislazione sempre più favorevole (non si parla molto di “zone franche” ma sono già pronte da tempo); la moneta comune, che impedisce l’attuazione di una propria politica economica, e la stabilità dei prezzi garantita dalla BCE faranno il resto.
“La Cina è vicina” recitava uno slogan di qualche tempo fa; la verità è che ormai la Cina siamo noi.
A questo ci ha portato una classe politica corrotta fino al midollo; a questo ci ha portato una classe imprenditoriale avida e incapace; a questo ci ha portato la nostra indifferenza.
La terza guerra mondiale si concluderà, come la precedente, con gli italiani nel ruolo degli sconfitti. Nel 1945 diventammo una colonia degli USA, che da allora ci utilizzano come una portaerei nel Mediterraneo; domani saremo la colonia dei produttori di tutta Europa, piegati alla logica del mercato neoliberista. Un mercato caratterizzato da una sempre maggiore sperequazione tra chi è in cima alla piramide e tutti gli altri, con la ricchezza che si accumula in alto e i danni sociali e ambientali che si accumulano in basso.
Forse se mettessimo le nostre sorti in mano ad un gruppo di quindicenni, più abituati a giocare a Monopoli che a pavoneggiarsi nei vari G8, G20, G71, vivremmo con maggiore tranquillità. E comunque potremmo sempre dire “non gioco più”.

Difendersi dai pesticidi? Medici e associazioni lanciano un manuale

Lo spargimento di migliaia di tonnellate di pesticidi tossico-nocivi è un problema che coinvolge grossi interessi economici, soprattutto delle multinazionali chimico-farmaceutiche. Al fine di fornire ai cittadini un'informazione trasparente, alcune associazioni e medici hanno realizzato un manuale su come difendersi dai pesticidi.

 


di WWF AltaMarca - 20 Giugno 2012

 

Una forte motivazione per un’informazione trasparente ai cittadini sul tema dei pesticidi irrorati nei vigneti, vista la carenza in questo senso da parte degli organi sanitari e degli amministratori, ha obbligato alcune associazioni a produrre un manuale su come difendersi dai pesticidi.
Medici dell’ISDE Italia (Associazione medici per l’ambiente), l’Associazione WWF AltaMarca locale, MDF (Movimento per la Decrescita Felice), l’Associazione per la difesa del latte materno, le Associazioni locali Democrazia e Martin Pescatore, hanno prodotto una sintesi di consigli e di dati che possono aiutare i cittadini a comprendere gli effetti dei pesticidi e le dimensioni delle incidenze delle neoplasie maligne a livello locale nella zona DOCG prosecco.
Vengono anche forniti dei consigli su come comportarsi nei confronti delle derive dei trattamenti e nei confronti dei Sindaci quando avvengono trasgressioni alle regole. Regole del resto difficili da applicare e seguire, perché nei Regolamenti di Polizia Rurale DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita, ndr) prosecco (disponibili a richiesta negli uffici comunali) le azioni di informazione preventiva verso i cittadini (cartelli segnaletici, tipi di pesticidi irrorati, etc.) e di controllo e di riferimento dopo i trattamenti, non sono praticamente state prese in considerazione. Lo dimostrano i numerosi casi di cittadini che si rivolgono per aiuto o chiarimenti alle associazioni.

Lo spargimento di migliaia di tonnellate di pesticidi tossico-nocivi è un problema anche regionale e nazionale e coinvolge grossi interessi economici, soprattutto delle multinazionali chimico-farmaceutiche. Tanto per fare un esempio al sesto convegno sulla Fitoiatria (2.2012) all’Istituto agrario Cerletti di Conegliano, c’erano ben 17 multinazionali chimico-farmaceutiche che presentavano e sponsorizzavano le loro novità. Un organizzatore del convegno ci ha corretto dicendo che erano solo (!) 15, ma la sostanza non cambia.
I pesticidi tossico-nocivi, assieme all’amianto ed alle nanopolveri, stanno creando nel totale silenzio degli organismi preposti alla difesa della nostra salute, problemi di malattie croniche diffuse: una vera e propria pandemia silenziosa.
L’unica soluzione possibile è la conversione di tutta la DOCG prosecco al biologico.
Il nostro manuale per difendersi dai pesticidi, a pochi giorni dalla sua stampa in migliaia di copie, sta avendo un notevole successo nelle scuole e presso le famiglie. L’intenzione è quella di diffonderlo capillarmente in tutta l’area della ULSS7-DOCG prosecco, e anche fuori zona via internet.
Il testo sarà diffuso anche in lingua inglese. Chi desidera averne delle copie da distribuire può contattare: wwf.altamarca@libero.it 

http://www.ilcambiamento.it/inquinamenti/medici_associazioni_manuale_difendersi_pesticidi.html

DOSSIER SULLE SCIE CHIMICHE



   14 - Le ammissioni di un generale italiano: “La guerra ambientale è gia cominciata”

Esiste in Alaska una enorme base militare con 200 antenne d’argento alte 20 metri, capaci di emettere onde elettromagnetiche di una potenza impressionante (le hanno utilizzare persino per sondare il suolo lunare). Come vedremo meglio in seguito questo enorme impianto militare denominato HAARP viene utilizzato assieme alle scie chimiche per modificare il clima e quindi anche per scopi militari.

Il generale Fabio Mini dell’esercito italiano afferma testualmente in articoli ed interviste che “la guerra ambientale è già cominciata”. Ad esempio Mini, nella rivista Limes (nov-dic 2007) parla del sistema militare statunitense HAARP dicendo “... Si distrugge la natura per annientare il nemico ... e se stessi. .... ...Nessuno crede più che un terremoto, un’inondazione, uno tsunami o un uragano siano soltanto fenomeni naturali ... Armi ad onde elettromagnetiche capaci di provocare ..... terremoti, maremoti ...”

Il 14 giugno 2008 a RAI2 Dossier (‘Storie’ a cura del TG2) viene intervistato ancora il generale Fabio Mini su “Le armi ambientali del terzo millennio: dalle trombe d’aria agli interventi sullo strato dell’ozono”. Potete guardare l'intera puntata di Dossier, o ascoltare l'intervista completa a Mini (nel video qui sotto un brevissimo ma significativo estratto).

A conferma il quotidiano Il Messaggero del 25/06/02 scrive: “[HAARP è] una ‘superarma’ che, come componente principale dello SCUDO SPAZIALE (...) consentirà di annientare tutti gli attacchi missilistici e mettere in ginocchio qualsiasi paese, scatenando violenti cambiamenti geofisici (…) la stazione radioelettronica HAARP entrata in funzione in Alaska nel 1997 (…) specie di ‘forno a microonde globale’ HAARP è allo stesso tempo una potentissima arma geofisica, in grado di alterare le condizioni meteorologiche”.

Adesso sapete che esistono tecnologie militari capaci di causare tsunami, uragani, terremoti; avete ancora dei dubbi sulla realtà delle scie chimiche?

Da notare per altro che il generale Mini nelle sue dichiarazioni cita il documento Weather as a multiplier force - owning the weather in 2025 [Il clima come moltiplicatore di forza - possedere il controllo climatico entro il 2025], documento nel quale si fa esplicito cenno alle modificazioni atmosferiche da realizzare in questi anni per permettere appunto all’esercito di possedere il controllo delle condizioni meteorologiche ed utilizzarle a piacimento a fini bellici. 

Gianni Lannes: Distruzioni e distrazioni di massa


Qualcuno si chieda ancora come sia possibile il silenzio globale dei media su certe questioni “sensibili” (a fronte di sconcertanti evidenze). In realtà non è difficile intuirne la ragione se si prende atto che  chiunque tocchi certi argomenti (anche a livello di ipotesi) è immediatamente destinato alla “morte civile“, sottoposto a pressioni, estromissioni, ridicolizzazioni, quando non aperte minacce.
Successe a me (nel mio insignificate ruolo) quando incominciai ad occuparmi di “Geoingegneria” e questioni connesse, successe all’Assessore all’Ambiente del Comune di Firenze Del Lungo quando decise di concedere una sala dell’assessorato per una conferenza nazionale sull’argomento (qui il video dell’intervento), succede oggi a Gianni Lannes, fino a qualche settimana fa stimatissimo ed apprezzato giornalista d’inchiesta ai massimi livelli (firma di giornali prestigiosi come Il Corriere Della Sera, La Stampa, RAI Radiotelevisione italiana , L’Espresso) ed oggi vittima di intimidazioni, attacchi infamanti a mezzo stampa, attacchi informatici, fino a vere e proprie minacce anonime di morte, a seguito anchedell’intervista rilasciata ai microfoni di Controradio . In attesa di aggiornarvi su ulteriori sviluppi della vicenda rendiamo disponibile l’ultimo articolo da lui scritto (Distruzioni e distrazioni di massa) e che al momento non è in grado di pubblicare a seguito del blocco del suo blog Su La Testa.    Buona lettura…
Distruzioni e distrazioni di massa
di Gianni Lannes
Prove di pensiero unico. Ingresso omaggio. Siore e siori, avanti c’è posto: lo spettacolo è iniziato da un pezzo. Nel Belpaese c’è stato un colpo di Stato, poi una serie di attentati dei noti Servizi, perfino una strage in grande stile (tecnologicamente evoluta) e non ve siete accorti. Che peccato. Attivate il neurone che vi rimane: va in onda la disinformazione pilotata a dovere. Mentre l’Italia sempre più caotica ed inquinata,  sta per collassare definitivamente sotto la speculazione finanziaria che ha imposto con un golpe in piena regola, un maggiordomo dell’alta finanza di nome Monti Mario (Trilateral, Goldman Sachs, Bilderberg, eccetera eccetera), senza neppure dire, muoio, due quotidiani tricolore – il 30 maggio 2012 – la sparano grossa all’unisono, prendendosi la briga di attaccare il dissenso espresso su Internet. Singolare coincidenza? Il Corriere della Sera(versione online) che ha per direttore Ferruccio De Bortoli, già ospite delle riunioni a porte chiuse del Gruppo Bilderberg, titola: Il Sisma tutta colpa del complotto. Occhiello: “C’è chi non crede alle cause naturali del terremoto dell’Emilia e sul web rilancia ipotesi alternative e fantasiose”. Gli fa eco il giornale di proprietà Fiat, ossia La Stampa – diretta Mario Calabresi,  pupillo in ascesa dei poteri forti – che sbotta: Terremoto: complottisti, scatenati sul web. Accusano fracking, trivellazioni e altro. Anche l’Agenzia giornalistica italiana non è da meno. Perché tentare di ridicolizzare – tra l’altro maldestramente – chi non si adegua al pensiero unico ed ha puntato l’attenzione sulla genesi artificiale di determinati terremoti che hanno colpito la Penisola? L’onere della prova spetta a chi detiene il potere. Si dà il caso che – non sia un complottista esoterico -abbia lavorato per questi due ex autorevoli giornali. Ergo: ho voce in capitolo per smontare questa ignoranza honoris causa, propagata dalle testate padronali (anche in altre occasioni: No Tav, pro nucleare, a favore degli inceneritori di rifiuti e, così via). Tutto fa brodo per criminalizzare il dissenso e reprimerlo. Il sistema è disarmante: mescolare menzogne (tante) e mezze verità. In ogni caso, la Nato spieghi cosa ha combinato durante e dopo l’esercitazione bellica Proud Manta 12, ai piedi del vulcano sottomarino Marsili. Grazie.

II OPEN DAY KITEGEN



By eugenio saraceno, 2012/05/27

Domenica 24 giugno 2012 (Errata Corrige: era stata indicata inizialmente per errore la data del 13 Giugno) è fissato il 2° OPEN DAY KITEGEN organizzato da SOTER, Società per la Transizione alle Energie Rinnovabili, con la collaborazione del Comune di Sommariva Perno (CN)
SOTER, in poche settimane di attività, riunisce già oltre 40 soci che stanno dando supporto economico e professionale.
La giornata OPEN DAY consentirà a tutti coloro che sono interessati a supportare il progetto Kitegen, o anche solo a saperne di più, di poter conoscere lo stato dell’arte e toccare con mano la tecnologia grazie ad una visita al test plant dove i progettisti risponderanno anche alle domande ed alle curiosità dei visitatori.
L’invito è rivolto in particolare a tutti coloro che, di fronte all’emergenza energetica, al riscaldamento globale e alla crisi economica, sentono il valore e l’importanza per l’ambiente e per il mondo della transizione alle energie rinnovabili e sono disposti a farsene carico personalmente. Kitegen è infatti il progetto tutto italiano che ha le potenzialità per produrre a basso costo grandi quantità di energia pulita e con bassissimo impatto ambientale e paesaggistico.
Nell’occasione SOTER illustrerà le ragioni del proprio impegno nel progetto, gli obiettivi che si propone e le iniziative in corso.
Vi attendiamo per l’OPEN DAY.
Programma dell’evento.
L’incontro si terrà a Sommariva Perno (CN) presso la Sala della Biblioteca Civica in Piazza Europa e successivo trasferimento al test plant KiteGen
Ore 9.00/9.30 Arrivo dei partecipanti
Ore 9.30 Inizio presentazione progetto. Discussione.
Ore 11.00 Presentazione iniziativa SOTER. Domande/Risposte.
Ore 11.30 Termine presentazione in sede.
Trasferimento al test plant KiteGen (5 min) e visita all’impianto.
Ore 13.00 Termine dell’incontro e proseguimento libero
E’consigliabile annunciarsi, telefonicamente o per email a soter@kitegen.com
011 9415745
348 0194810

martedì 19 giugno 2012

Nessuna attività dell’uomo può creare o indurre terremoti di intensità pari a quelli avvenuti. Scientific American afferma che il fracking può cusare terremoti.


Nessuna attività dell’uomo (sondaggi, perforazioni, prelievi di idrocarburi, prelievi di acqua ecc) 
può creare o indurre terremoti di intensità pari a quelli avvenuti


 
Coincidenza vuole che proprio in questi giorni, il 15 Giugno 2012,  Scientific American diffonda  un rapporto del National Research Council (NRC) degli USA in cui si afferma che la re-iniezeione di fluidi di scarto dalle operazioni di fracking puo’ causare terremoti.
Questo dopo il gia’ citato rapporto dell’United States Geological Survey in cui si afferma, similmente, che l’origine di vari sciami sismici che hanno afflitto gli stati centrali degli USA e’ “quasi sicuramente” umana e dovuta al fracking.
Ma il rapporto odierno dell’ NRC va oltre il fracking ed afferma che anche le trivellazioni di gas e petrolio convenzionali possono portare a fenomeni sismici, non solo lievi.
Il titolo del rapporto e’:
Induced Seismicity Potential in Energy Technologies” – “Potenziale di sismicita’ indotta da tecnologie energetiche
e compila in maniera certosina tutti i casi che secondo il gruppo dell’NRC sono da considerarsi terremoti indotti dall’estrazione di energia o altro materiale dal sottosuolo – petrolio, gas, geotermia, acqua – sia con metodi tradizionali che quelli cosiddetti non convenzionali. 

L’industria della salute controlla la scienza e la società. Un grosso business per creare ammalati

La produzione su scala industriale di farmaci è un fenomeno relativamente recente. Con l’imporsi della teoria dell’origine microbica delle malattie, con Louis Pasteur e Robert Kock, nella seconda metà dell’Ottocento, e la comparsa dei primi farmaci relativamente efficaci [come la mitica Aspirina per febbre e dolori, messa in produzione dalla Bayer nel 1899, e il Salvarsan contro la sifilide, inventato dall'immunologo tedesco Paul Ehrlich ai primi del Novecento], decolla anche l’industria del farmaco.
E’ la fase eroica della medicina moderna. Finalmente, non solo si potevano descrivere le malattie, ma anche trovarne una causa in un agente patogeno e utilizzare una “pallottola magica” che lo sopprimeva. Il cerchio era chiuso. Il paradigma forte e compatto.
Certo, non per tutte le malattie si poteva risalire a una causa e poche ancora si potevano curare con le pallottole magiche. Ma era solo una questione di tempo, di accumulo di conoscenze scientifiche. In questo quadro, i produttori di pallottole magiche svolgevano un ruolo centrale.
Ma è solo con la messa in produzione della penicillina, scoperta da Alexander Fleming nel 1929, iniziata a essere prodotta su larga scala dal 1941, che l’industria decolla. Nei due decenni successivi, battezzati dagli storici l’età dei farmaci, c’è una vera e propria esplosione nella scoperta e nella produzione di farmaci, tra cui certamente rilevante è il cortisone, nel 1949.
Negli ultimi decenni, la salute diventa uno dei più floridi e profittevoli settori economici nei Paesi ricchi.
Il motore dell’industria della salute è ovviamente quella del farmaco. Solo in Europa, queste attività danno lavoro a più di mezzo milione di persone. Per stare a casa nostra, solo nell’area milanese operano più di tremila aziende, con oltre cinquantamila addetti e un giro d’affari che supera i diceci miliardi di euro.
A livello mondiale, il settore conosce una forte concentrazione in poche mani: un piccolo gruppo di supercolossi, che gli angloamericani chiamano “Big Pharma“, con fatturati vertiginosi.
Tanto per fare un esempio, la Pfizer da sola detiene più del 10% del mercato mondiale, con oltre 48 miliardi di dollari. Negli ultimi anni questa tendenza alla concentrazione monopolistica è talmente cresciuta, che ha portato il numero delle attuali grandi aziende da trenta a dodici. I margini di profitto diventeranno sempre più elevati.
Si potrebbe quindi obiettare: e allora? … E’ normale che chi produce, soprattutto in un campo che richiede grandi investimenti per la ricerca, punti a realizzare profitti.
Dove sta il problema? … Il problema non sta nella ricerca del profitto, sta nella rete che l’industria ha teso per garantire la massimizzazione del profitto.
In proposito, di solito si pensa all’informatore farmaceutico che corrompe il medico prescrittore con regali e benefici [la Corte di Cassazione ha sentenziato che si commette non solo "comparaggio" ma vera e propria "corruzione in atti d'ufficio"], oppure al dirigente d’azienda che mette sul conto svizzero di un primario la tangente per l’acquisto, da parte dell’ospedale, di kit e macchinari diagnostici. Certo, tutto questo è documentato ed è anche stato sentenziato in via definitiva dalla Corte di Cassazione, dal famoso caso Poggiolini e De Lorenzo [ex Ministro che prese tangenti per rendere obbligatorio il vaccino anti-epatite B che, in sostanza, è somministrato illegalmente!] in avanti, e ha sicuramente effetti di distorsione dell’intervento medico, ma non sembra l’aspetto principale della questione. Infatti, la corruzione è un fenomeno che si verifica a valle.
A monte c’è la sistematica distorsione della conoscenza. E’ questo l’aspetto più preoccupante e pesante come un macigno. 

La BNI fallisce: migliaia di conti e bancomat congelati. Ecco cosa fare.


Migliaia di clienti al varco, con i conti bloccati e l'impossibilità di utiilzzare le proprie somme. È la situazione in cui si trovano in questo momento gli oltre 28mila clienti di Banca network investimenti (Bni) dopo la delibera della Banca d'Italia del 31 maggio. Tra i clienti vi sono anche molti dei 69 dipendenti che, in caso di liquidazione dell'istituto, rischiano il posto di lavoro.
Una «misura si è resa necessaria per fronteggiare la situazione di difficoltà della banca» secondo quanto ha comunicato l'istituto di palazzo Koch che a novembre ha posto in amministrazione straordinaria la Banca nata da Bipielle Net, una costola della Banca popolare di Lodi di Giampiero Fioriani.
La banca, come tutte quelle operanti in Italia, è obbligata ad aderire al Fondo interbancario di tutela dei depositi che garantisce la restituzione delle disponibilità in conto corrente (liquidità, depositi vincolati, assegni circolari e certificati di depositi nominativi) fino a 100mila euro (la garanzia è per depositante e per banca, indipendentemente dal numero di conti aperti presso uno stesso istituto).
Su questo non ci piove. Gli oltre 28mila clienti di Banca Network potranno usufruire eventualmente di questa garanzia. Ma come funziona? E, intanto, chi li ripaga dei danni maturati dal momentaneo congelamento dei conti?
Rientrano nell'ambito delle garanzie del fondo conti correnti, depositi (vincolati e no), assegni circolari, certificati di deposito nominativi (non al portatore).
Forme di investimento come obbligazioni aziendali, azioni, titoli di Stato, pronti contro termine non rientrano nelle garanzie del fondo ma restano di proprietà del cliente in quanto sono solo custoditi dalla banca insolvente (all'interno del conto titoli).
E l'oro? È escluso in quanto è un deposito fisico, non di denaro. Il Fondo Interbancario - come si apprende dal sito del fondo - protegge solo i depositi in denaro. In ogni caso non è necessario proteggere i depositi in oro. Infatti se una banca fallisce, l'oro come tutto ciò che è stato fisicamente depositato (beni di valore - securities) va restituito al legittimo proprietario perché non fa parte dell'attivo di una banca fallita. In altre parole, questi beni non fanno parte del processo di liquidazione, perché vengono direttamente riconsegnati al proprietario.E i danni per il momentaneo congelamento? Essendo una facoltà per la Banca d'Italia quella di sospendere i pagamenti per la banca in amministrazione controllata congelando difatti i conti correnti classici, non sono contemplate dal legislatore azioni legali specifiche per il danno derivante dal momentaneo congelamento delle somme.

Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-06-15/banca-network-vicina-crack-101216.shtml?uuid=Abw2SdsF

lunedì 18 giugno 2012

Inquinamento indoor, aria in cucina più irrespirabile che in centro


Adottare delle misure anti-inquinamento è fondamentale sia fuori che dentro casa. Se pensiamo di essere completamente al sicuro da contaminanti e sostanze altamente tossiche, una volta varcata la soglia di casa, ci sbagliamo. Un recente studio condotto dall’Università di Sheffield lo conferma: alcune delle nostre cucine sono addirittura più inquinate delle strade e del centro cittadino.
I ricercatori hanno misurato la qualità dell’aria sia all’interno che all’esterno di tre edifici residenziali con diversi tipi di cucine: fornello a gas ed elettrico. Dai dati raccolti è emerso che nelle cucine con i fornelli a gas ci sono concentrazioni di biossido di azoto tre volte superiori a quelle misurate all’esterno e ben al di sopra di quelle raccomandate dalle linee guida per la qualità dell’aria adottate in Gran Bretagna.
Il professor Vida Sharifi, prima firma dello studio, pubblicato sul Journal of Environment, ha sottolineato che spendiamo il 90% del nostro tempo a rendere le abitazioni confortevoli, calde e sicure, ma raramente pensiamo a proteggerci dall’inquinamento indoor. L’energia è solo una delle fonti dell’inquinamento indoor, ma è significativa. Isolare le nostre case, rendendole impenetrabili può ridurre notevolmente i costi del riscaldamento ma ci rende anche più esposti ad alti livelli di inquinamento indoor, con impatti anche gravi sulla nostra salute.
In special modo per anziani, bambini e malati cronici l’inquinamento indoor è altamente nocivo. Oltre al biossido di azoto (NO2), nelle cucine con fornelli a gas sono state riscontrate alte percentuali di composti organici volatili (VOCs) e particelle solide sufficientemente piccole da penetrare nei polmoni (di 2,5 micron o ancora più sottili, note come PM2.5). Non esistono linee guida che fissino i livelli di polveri sottili ritenuti non rischiosi in casa.
Ma secondo gli autori, dal momento che trascorriamo sempre più tempo nelle nostre abitazioni e sempre meno all’aperto, dovremmo preoccuparci maggiormente della qualità dell’aria che si respira in casa. Far arieggiare gli ambienti e acquistare delle piante anti-inquinamento sono sicuramente due misure incisive per migliorarla.
Fonte

Der Spiegel: “Se l’Italia esce dall’euro ci guadagna, il danno è per la Germania”



L’Italia non avrebbe che da guadagnare da un’eventuale uscita dall’Euro: è quanto sostengono i (pochi) economisti liberi a cui il sistema non concede spazio, preferendo terrorizzare i cittadini sostenendo l’esatto contrario. Ma anche un articolo del tedesco “Spiegel” pubblicato nei giorni scorsi, ha rivelato che l’uscita dell’Italia dall’euro sarebbe un problema PER LA GERMANIA, e non per l’Italia.

Persino la Grecia resterà nell’Euro, visto che stando agli esiti exit poll divulgati in queste ore sta trionfando – incredibilmente, ma non troppo – la coalizione Pro-Euro. Stanno facendo credere che in caso di uscita dall’euro le cose andrebbero persino peggio, cosa che certo non corrisponde a verità: ma grazie ai politici e sopratutto ai media, i cittadini ci credono, nonostante siano stati MASSACRATI dall’Euro e dalla Germania – che insieme alla Francia – in cambio di (falsi) aiuti ha imposto al precedente governo ellenico l’acquisto di inutili e costose armi di loro produzione. Germania che nonostante abbia nei confronti della Grecia un debito di addirittura 70 miliardi risalente alla seconda guerra mondiale che non ha mai onorato, ha guadagnato ben 380 milioni di euro di interessi sui prestiti concessi ad Atene.

Come ha dichiarato l’ex Ministro Martino, che ha commentato il prossimo aumento dell’IVA che entrerà in vigore a Ottobre deciso da Monti dicendo che “solo un imbecille può aumentare l’IVA in questo momento” L’ITALIA ORMAI è UNA COLONIA TEDESCA.

Ma essendo il paese in mano a questa classe politica, stupidamente sostenuta ancora dalla maggioranza degli italiani, che lobotomizzati dai mass media continuano incredibilmente a sostenere partiti pro-europeisti (PD, PDL, Terzo polo & partiti satellite di FALSA opposizione, Lega e IDV) le possibilità che l’Italia possa uscire dall’Euro sono davvero minime. Continueremo a pagare interessi altissimi agli speculatori – con lo spread sopra i 450 punti per avere liquidità lo stato corrisponde alle banche un tasso di interesse allucinante, del 7% – e sborsare soldi per salvare le banche altrui. E non è finita: il PEGGIO deve ancora arrivare, ma ormai siamo vicini: tramite l’ultima trovata, l’ERF, si prenderanno anche la nostra ambitissima riserva aurea… e pensare chesecondo la mortadella del Bilderberg Prodi, avremmo avuto moltissimi benefici dall’Euro…
Staff nocensura.com

Di seguito l’articolo Spiegel: “Se l’Italia uscisse dall’euro, sarebbe un danno per la Germania”pubblicato da ”iljester.com“
Il giornale tedesco esprime la paura dei vertici tedeschi e conferma in generale la tesi più diffusa fra gli economisti e gli osservatori politici. La Germania ha voluto l’Italia nell’euro per castrarla economicamente, e ora ne teme l’uscita. L’economia italiana da una simile eventualità ne verrebbe rafforzata e nel contempo quella tedesca ne verrebbe indebolita.

In altre parole, se l’Italia uscisse dall’euro, riprenderebbe a crescere. Il suo debito verrebbe tagliato e la spirale recessiva verrebbe interrotta bruscamente, aprendo le porte a una nuova fase economica, rafforzata da un incremento massiccio delle esportazioni (in ragione di una nuova lira svalutata), le quali a sua volta “danneggerebbero” la Germania che perderebbe molto del suo attuale potere contrattuale e negoziale. Un vero peccato che abbiamo una politica che anziché perseguire gli interessi nazionali, è più preoccupata di tutelare gli interessi tedeschi ed europei a danno del popolo italiano che non ha bisogno né dell’euro né dell’Europa.

Fonte: http://www.nocensura.com/2012/06/spiegel-se-litalia-esce-dalleuro-ci.html
Tratto da:http://www.stampalibera.com/?p=47584

mercoledì 13 giugno 2012

Grecia, niente soldi per i malati di cancro.


È possibile sprecare denaro pubblico senza averlo? Sì, se a farlo è la politica greca: quella che ha dissennatamente prodotto il quasi default ellenico e chiede, oggi, sacrifici indicibili a tutti cittadini tranne a quelli che hanno in Svizzera un patrimonio stimato in 600 miliardi di euro. Una consapevolezza che matura spulciando cifre e fatti dell’Egeo.
Si prenda il comparto sanitario, dove i farmacisti da sei mesi attendono di vedersi corrisposti dal ministero 70 milioni di euro che hanno anticipato quest’anno per l’acquisto dei farmaci. Senza contare i pagamenti per gli anni precedenti a quello in corso che ammontano a sei miliardi e mezzo di euro che l’esecutivo ad interim guidato in questa fase pre elettorale dal magistrato Panaghiotis Pikramenos non può onorare, in quanto governo provvisorio. La salute è uno dei settori dove sta andando in scena l’ultimo atto di una tragedia vera: i cittadini malati di cancro hanno dovuto pagare di tasca propria le costosissime cure, con casi in cui hanno sborsato anche settemila euro al mese perché lo stato non ha più liquidità per provvedere, come dovrebbe, a quei gravosi oneri (anche se il ministro della Salute ad interim Christos Kittas si affretta ad assicurare che la situazione verrà sanata). Non mancano pazienti indigenti che interrompono quelle cure indispensabili per la stessa sopravvivenza, come molti sono i cittadini che risparmiano sulla salute. Semplicemente non sottoponendosi più a visite specialistiche private e “confidando” nella mutua, che in Grecia si chiama Ika. Proprio l’Ika è da mesi al collasso, con una mancanza cronica di personale, con medici cardiologi (stipendio mensile di ottocento euro) che devono visitare anche ottanta malati in un solo turno di cinque ore, con lunghe file negli ambulatori pubblici e con lo spettro di patologie “passate” che fanno nuovamente capolino, come i bimbi sottopeso che ad Atene sono raddoppiati nell’ultimo biennio (dati Ocse).
Da un lato, dunque, criticità dolorosissime in quanto toccano pelle e carni di semplici cittadini. Ma, dall’altro, il mostro a sei teste della cattiva amministrazione. Quella che ha fagocitato negli anni miliardi di fondi europei, spendendoli in ritardo e male; che ha impiegato due lustri per l’unica arteria autostradale (ancora incompleta) che collega Atene a Salonicco, che non ha realizzato un’autostrada nel Peloponneso, che per anni ha inspiegabilmente impedito l’accesso in alcune città (Atene e Salonicco) di auto diesel, e in questo modo incoraggiando l’acquisto di auto a benzina che oggi sono diventate un lusso con la verde a due euro, che non ha previsto traghetti green, considerato l’elevato traffico da e per le isole dell’Egeo.

Ma non è tutto. Il teatro ateniese Megaro Musikì riceve finanziamenti pubblici per svariate centinaia di migliaia di euro. Mentre i partiti troveranno presto un gradito regalo sotto l’ombrellone: rimborsi per 100 milioni, come “frutto” della doppia tornata elettorale. In un momento in cui per “ripagare” gli interessi al maxi prestito della troika (su 4 euro che arrivano, 3 vengono già ripagati a Fmi, Ue e Bce), la Grecia sta utilizzando i fondi pensione di alcune categorie. Che, non solo negli anni hanno versato i propri contributi, ma che oggi o quando andranno in pensione, potrebbero non ricevere né un euro né una dracma. In più si aggiunga la quotidiana dose di notizie scoraggianti proveniente dei mercati: perS&P’s esiste una possibilità su tre che la Grecia torni alla dracma. E un attimo dopo ecco il tonfo della borsa di Atene: l’indice Athex lascia sul terreno oltre 6 punti percentuali attestandosi così a quota 471,35.
Borsa, a queste latitudini, fa rima con l’incubo dracma: dove il vecchio conio, che lo stato sta già stampando da mesi per prepararsi ad ogni eventualità, non solo ha fatto capolino su Bloomberg venerdì, ma sta agitando le cancellerie di tutto il mondo per via dei rischi di contagio che già si stanno verificando nelle banche spagnole e cipriote (con quelle portoghesi e italiane che assistono, spaventate, all’evoluzione dei fatti). A questo punto, e con i rappresentanti della troika a vigilare nei dicasteri ateniesi, servirebbe solo un miracolo. O che qualcuno semplicemente scegliesse il ricambio.

Terminata la bonifica della discarica di S.Ginese


Nel corso del 2011 sono stati completati i lavori di rimozione e di smaltimento dei rifiuti  presenti in località ‘Al Porto’ a S. Ginese per un quantitativo complessivo di 920 tonnellate. L'area si trova  quindi completamente libera dai rifiuti. L’intervento di bonifica è stato realizzato grazie a un finanziamento regionale di 185 mila euro. Somma destinata anche alla verifica dello stato di contaminazione delle matrici ambientali venute a contatto con la massa di rifiuti. In esecuzione delle richieste della Regione è stata infatti successivamente effettuata una caratterizzazione delle matrici ambientali venute a contatto con  i rifiuti, sia per quanto riguarda il terreno che le  acque superficiali. 
“Come ci ha dimostrato il Primo Rapporto sulla Qualità dell'Ambiente fatto lo scorso anno per la prima volta a Capannori – dichiara l’assessore all’ambiente, Alessio Ciacci -, la qualità dell'ambiente registra continui miglioramenti su tutti gli aspetti: rifiuti, acqua, energia. Questa importante opera di bonifica ci permette di scrivere la parola fine ad una brutta vicenda che da anni minacciava l'ambiente a San Ginese. In questo modo e con l'importante contributo regionale abbiamo rimosso tutti i rifiuti e reso l'area più sana. La nostra attenzione è rivolta adesso e, sempre più, alla prevenzione di questi episodi, con un controllo costante sul territorio e con l'importante aiuto e contributo di tanti cittadini che ci segnalano i pericoli ambientali o gli abbandoni che a volte purtroppo ancora registriamo. Dall'attivazione delle isole ecologiche a Colle di Compito, Salanetti e Lammari l'abbandono dei rifiuti è ridotto sensibilmente, ma dobbiamo mantenere sempre alta l'attenzione per preservare la bellezza del nostro ambiente e la salute della nostra comunità”.
 
Nel corso della verifica richiesta dalla Regione sono stati effettuati 9 punti di campionamento per il terreno e 1 per le acque superficiali. I recenti risultati analitici, risalenti all’aprile 2012, hanno evidenziato il rispetto dei limiti di concentrazione delle sostanze inquinanti per tutti i campioni analizzati ad eccezione di un punto dove è stato registrato un leggero superamento dei limiti di legge per il parametro Cadmio e Idrocarburi pesanti rispetto ai limiti previsti dalla legge per le aree verdi e residenziali. In relazione a questo e sulla base della residua disponibilità del finanziamento regionale si provvederà nei prossimi mesi ad asportare e a smaltire il terreno nell'intorno del punto rinvenuto contaminato e ad effettuare un nuovo campionamento.     Nel caso di rispetto dei limiti l'intervento potrà dirsi concluso fatto salvo le procedure per il recupero delle spese nei confronti del responsabile dell'abbandono dei rifiuti sostenute dall'amministrazione comunale. Il progetto finanziato dalla Regione Toscana non prevede altre attività in merito alle sistemazioni e all'utilizzo futuro dell'area, che comunque potranno essere realizzate dal Comune solo dopo l'acquisizione dell'area che è ancora di proprietà privata.

venerdì 8 giugno 2012

Terremoto: ora attenti a Mantova e Verona

Aree a maggiore rischio nel Nord-est secondo i dati storici
In alto la mappa pubblicata da Camuffo e Carminati nel 2007
In basso la mappa ufficiale della pericolosità sismica del 2006


Uno studio fatto nel 2007 da Dario Camuffo, assieme a Eugenio Carminati in un articolo apparso sulla rivista scientifica Global and Planetary Change, aveva pubblicato una mappa in cui proprio a Mirandola era indicata la possibilità di un terremoto di magnitudo 6.2 della scala Richter. Nella stessa carta vengono indicate anche altre zone: per Mantova, ad esempio, la magnitudo è 5.9 e nel Veronese 6.5.

Trovate l'articolo completo qui

giovedì 7 giugno 2012

Ballaro' mente spudoratamente per terrorizzare gli italiani

Posted on 01:40 by Andrea Lenci


NdAND: TUTTO QUESTO E' DI UNO SQUALLORE INAUDITO. SONO PURE MENZOGNE. CI TENGO CHE RESTI SCRITTO..
Evidenze in senso opposto la storia ne ha portate a bizzeffe. Il Prof. Bagnai ha dedicato alla questione della svalutazione/inflazione un post eccezionale nel suo blog che avevamo ripubblicato qui. Leggetevelo prima o dopo di aver letto il post che allego qui sotto preso da sollevazione.blogspot.it


Ieri sera c'era, martedì, su Rai3 c'era Ballarò. Buttata lì, in maniera abborracciata, la questione della crisi dell'euro e dell'eventualità che si torni alle valute nazionali. Discorsi seri neanche uno. Già è tanto che se ne discuta, direte voi. Per niente. Guardando la trasmissione si è capito dove il Floris voleva andare a parare.

Ad un certo punto Paglioncelli mostra un sondaggio. Alla domanda è stato un bene o un male passare all'euro? Ebbene, il 52% degli interpellati ha risposto che è stato peggio.
I sondaggi vanno presi con le molle, ma che la maggioranza sia contro l'euro è una notizia enorme, tanto più se consideriamo che la stragrande maggioranza degli italiani accolse al tempo l'euro con ottimismo se non con entusiasmo.
Mi son detto, "questa sera si mette bene, Floris non fa lo zimbello come al solito".


Macché! Il cartello del Pagnoncelli era appena stato commentato che il Floris ne fa sbucare fuori un altro (vedi foto sopra). Che succederebbe se l'Italia tornasse alla lira?
La telecamera si sofferma sul cartello, fermo immmagine. Mentre il telespettatore punta la sua attenzione sul cartello, Floris legge con enfasi e perentorietà.
che succederà se torniamo alla lira.


Quattro risposte secche: (1) Svalutazione moneta dal 25% al 60%: lavoratori più poveri, (2) Esempio: un litro di latte passerebbe a 1,70 euro a 5mila lire, (3) Corsa agli sportelli bancari, fuga dei capitali, (4) Aumento dei tassi d'interesse, aumento del debito pubblico.


Quest'operazione è squallidamente intimidatoria, anziterroristica, tesa a spaventare la maggioranza degli italiani, a minacciarli, come i preti fanno promettendo l''inferno perpetuo ai peccatori. Un giornalismo davvero fetente, sleale, furfantesco!


Anzitutto perché Floris non ha detto chi abbia fatto queste fosche previsioni. Quale istituto? Quale organismo scientifico? Nessuno, ovviamente, solo paccottiglia del peggior giornalismo. Una scorrettezza intollerabile. Una mossa tanto più diabolica perché il cartello è stato mostrato sulla scia a quello del Pagnoncelli, ingannando quindi deliberatamente il telespettatore.


La cosa più grave è che tutte e quattro le asserzioni sono false, prive di ogni base scientifica.


(1) Tutti gli analisti, gli stessi studi delle maggiori banche europee prevedono, in caso di ritorno alla lira, una svalutazione (rispetto all'eventuale euro-marco tedesco) che può al massimo giungere al 20%. Ripetiamo, al massimo! mentre Floris ha posto il 20 come base minima della forchetta con il massimo del tutto strampalato del 60%.


(2) Che poi i lavoratori saranno più poveri, questa è un'altra bufala priva di ogni fondamento. Saranno più poveri ove la svalutazione innescasse un violento processo inflattivo. L'economia insegna che non c' alcun legame automatico tra svalutazione e inflazione. Come la svalutazione della lira dell'autunno 1992 mostrò (Governo Amato) alla svalutazione non corrispose affatto un aumento dei prezzi della stessa portata. Tanto più che, nel caso di inflazione, i lavoratori dipendenti potrebbero pur sempre difendere il potere d'acquisto, ad esempio con la scala mobile o più semplicemente strappando aumenti salariali.


(3) Un litro di latte passerebbe da1,70 a 5mila lire? Che idiozia! Vero è che un litro di latte potrebbe aumentare di prezzo rispetto ad oggi, ma solo ove dovessimo importarlo, ad esempio dalla Germania. Usciti dall'eurozona non dovremmo rispettare le quote latte e visto che il settori lattiero italiano è perfettamente in grado di soddisfare la domanda interna, non solo un litro non ci costerebbe di più, esso potrebbe costarci addirittura di meno (al netto dei costi per eventuali mangimi d'importazione), col vantaggio che rilanceremmo tutto il settore lattiero e caseario nazionale.


(4) Corsa agli sportelli? Fuga dei capitali? Ma un governo serio, un governo popolare d'emergenza, mentre riavvia la zecca per stampare le lire necessarie a sostituire gli euro e necessarie alla circolazione, per decreto, impedirebbe ogni fuga dei capitali impedendo alle banche di far ritirare ingenti somme di denaro, i depositi verrebbero congelati affinché passi la tempesta. Nel caso le banche dovrebbero essere chiuse, per una settimana almeno, e ai risparmiatori verrebbe concessa la facoltà di ritirare soldi agli sportelli automatici (riprogrammabili in remoto) per prelevare somme quotidiane modeste per acquistare beni di prima necessità.


(5) Aumento del debito pubblico e dei tassi d'interesse. Questa è un'altra fandonia. Sarebbe verità ove il ritorno alla lira fosse gestito dai medesimi servi della finanza che ci governano oggi. Decisi a restare nel circuito della finanza speculativa internazionale, a onorare i debiti, essi spremerebbero infatti ancor più il popolo lavoratore per pagarli. E' poi evidente che l'Italia, a lira svalutata, dovrebbe pagare interessi più alti per prendere soldi in prestito.
Non sarebbe così ove il passaggio alla lira fosse gestito da un governo popolare. Questo ripudierebbe i debiti con la finanza internazionale (default programmato) e ristrutturerebbe la quota di debito che lo Stato ha con banche, enti e cittadini italiani. Nazionalizzando le banche verrebbe di fatto cancellato il debito verso di esse (lo Stato avrebbe un debito con se stesso) e per quanto riguarda i debiti con privati italiani, esso tutelerebbe il risparmio, diciamo sotto la soglia dei 200mila euro, allungando i tempi del rimborso e assicurando un tasso d'interesse fisso garantito. Le rendite in titoli di stato dei grandi redditieri subirebbero la stessa sorte con un significativo aumento delle imposte. Con le ingenti risorse risparmiate grazie a queste misure il tasso d'interesse, che sarebbe cresciuto per il periodo d'emergenza dettato dal passaggio alla sovranità monetaria e dall'inflazione scenderà e se non sarà tenuto troppo basso dalla Banca d'Italia sarà per l'eventuale necessità momentanea di sostenere la domanda di moneta italiana per incoraggiare l'afflusso di valuta straniera (necessaria per le importazioni).


Chissà quanto tempo dovrà passare affinché si possa spiegare, anche in Tv, questi concetti agli italiani. Per adesso la televisione è la principale arma di distruzione in massa di coscienze in mano ai dominanti.
 

EURO2012


IO NON GUARDERÒ GLI EUROPEI DI CALCIO 2012, una manifestazione che gronda del sangue di migliaia di cani e gatti, e tutto questo nel più assolutto silenzio dell' UEFA e della stragrande maggioranza di chi scenderà in campo per "giocare".

mercoledì 6 giugno 2012

• Terremoto e trivellazione, un legittimo sospetto


30/05/2012

Nei giorni che hanno preceduto il terremoto in Emilia si sono susseguiti alcuni eventi, di ben diversa natura ma comunque saldamente legati a quel territorio, che sono stati ripresi dalle maggiori testate nazionali.
Andiamo per ordine: Il 17 febbraio 2012, i Ministri dell’Ambiente e dei Beni Culturali Corrado Clini e Lorenzo Ornaghi hanno decretato la compatibilità ambientale e la conseguente autorizzazione di opere di indagine geologica (cioè trivellazioni con uso di cariche esplosive e pompaggio di acqua ad alta pressione), allo scopo di verificare la realizzabilità di un gigantesco deposito di gas metano, nel sottosuolo dei comuni di San Felice sul Panaro, Finale Emilia, Camposanto, Medolla, Mirandola e Crevalcore, all’interno di una altrettanto gigantesca cavità naturale situata a quasi tre chilometri di profondità ed in grado di servire allo stoccaggio di 3,2miliardi di metri cubi di gas metano (equivalente al volume di un’enorme sfera dal diametro di quasi 2km).

Una vera e propria bomba piazzata sotto i comuni emiliani in una zona ad elevato rischio sismico. Questo accadeva tra le proteste dei Verdi di Angelo Bonelli, insieme ad altri partiti, associazioni e comitati cittadini che da anni si oppongono agli studi di fattibilità già promossi sin dal 2005 dai governi Berlusconi e Prodi. Un parere negativo l’aveva anche espresso la Regione Emilia (clicca qui per scaricare il pdf) proprio per ragioni di sicurezza da rischio sismico. Clini e Ornaghi hanno però ritenuto ininfluente il parere dei cittadini e considerato ammissibile la trivellazione di pozzi con uso di cariche esplosive, immissione di acqua per fratturazione e pompaggio di gas nel sottosuolo.
Avrete già notato che i comuni oggetto delle opere di trivellazione sono esattamente quelli più colpiti dagli episodi di sciame sismico dei giorni scorsi e quelli ancor più tragici e distruttivi di questa settimana.
A seguito delle prime scosse significative il Governo ha comprensibilmente dato segni di imbarazzo. Il Ministro Clini ha subito parlato di “ulteriori necessari accertamenti“, ricordando a tutti che i Ministeri hanno concesso solo una “valutazione favorevole alla esplorazione” (che si fa trivellando n.d.r.). Poi arriva la società autorizzata alla realizzazione dell’opera, la 
Erg Rivara Storage srl, società angloitaliana riconducibile, tra gli altri, al patron della Sampdoria Garrone, che nega di aver «realizzato nell’area di Rivara nessuno studio o perforazione, tanto meno con l’iniezione di gas». La Erg si riferisce al cosiddetto fracking.
Il
fracking consiste nell’iniettare acqua ad altissima pressione allo scopo di fratturare la roccia, allargare progressivamente la frattura e penetrare in profondità. L’acqua di scarto, trattata con lubrificanti e agenti chimici, tende normalmente a tornare in superficie ed il problema dello stoccaggio di questo residuo fluido, normalmente contaminato da polveri radioattive, è risolto attraverso la creazione di pozzi profondissimi dove l’acqua reflua viene scaricata ad altissima pressione ed il problema si intende risolto. Ed ecco che infatti nel testo del decreto Ornaghi-Clini possiamo individuare le due fasi che precedono l’insufflamento di gas: quella preliminare “di accertamento” che ha inizio dopo il rilascio delle autorizzazioni e la fase “di sviluppo” per la realizzazione dei pozzi di stoccaggio.




Questa seconda fase “di sviluppo” è una rinomatissima causa di terremoti. Non lo dicono i complottisti, ma la comunità scientifica internazionale.


Negli USA, lo stato dell’Ohio, che ospita 177 di questi pozzi, ha recentemente dovuto regolamentare questa pratica perchè pare che il trivellamento dei pozzi di stoccaggio abbia causato nella zona “una dozzina di terremoti”, la notizia è riportata dall’Huffington Post in un articolo del 9 maggio scorso.
Altrettanto interessante è quanto illustra il sito del Lamont-Doherty Earth Observatory, dipartimento di Scienze della Terra della prestigiosa Columbia University che ci informa qui che la correlazione tra il pompaggio profondo di acque reflue da fracking e terremoti  pari o superiori al grado 5,0 della scala Richter è cosa nota sin dagli anni ’60 come documentato negli eventi sismici occorsi in Arkansas, Texas, Oklahoma, e nel Regno Unito.
Recapitolando:
- Una grossa società vuole trivellare nei comuni di San Felice sul Panaro, Finale Emilia, Camposanto, Medolla, Mirandola e Crevalcore.
– Le trivellazioni sono propedeutiche alla realizzazione di un enorme serbatoio di gas metano sotterraneo in una zona ad alto rischio sismico.
– I cittadini si oppongono e la Regione dà parere negativo.
– I ministri Clini e Ornaghi autorizzano per Decreto le fasi preliminari di indagine, nonostante il parere negativo della Regione, consentendo pratiche come lo stoccaggio di profondità delle acque reflue, che notoriamente possono causare scosse telluriche fino al quinto grado della scala Richter.
– Il recente sciame sismico ha modalità che appaiono molto simili a quelle riconducibili ad operazioni di pompaggio di acque reflue nel sottosuolo.
– Metri cubi di melma grigiastra sembrano affiorare un po’ ovunque nei comuni interessati dal sisma.
Certo, la Erg nega di aver già dato inizio alle perforazioni.
Noi speriamo che le compagnie non mentano mai.