Translate

lunedì 31 ottobre 2011

Ecosistema Urbano 2011: PISTE CICLABILI


Ecosistema Urbano 2011 - XVIII Rapporto sulla qualità ambientale dei comuni capoluogo di provincia: tasso di MOTORIZZAZIONE


Ecosistema Urbano 2011 - XVIII Rapporto sulla qualità ambientale dei comuni capoluogo di provincia


Trasporto pubblico: passeggeri (Passeggeri trasportati annualmente per abitante dal trasporto pubblico (passeggeri/ab); fonte: censimento Ecosistema Urbano XVIII)


Gli indicatori del trasporto pubblico sono tra quelli in cui è più evidente la differenza di prestazione a seconda della dimensione delle città, basti notare come la media cresca al crescere della popolazione: nelle piccole città ogni cittadino compie in media 44 viaggi all’anno, che diventano 77 in quelle medie e 244 nelle grandi.
Ai primi posti nelle grandi città si trovano Venezia e Roma (con 558 e 541 passeggeri/ab) seguite da Milano con 446, mentre Napoli e Torino rimangono staccate, entrambe con un numero di passeggeri per abitante annui al sotto di 200. Bari, Catania e Palermo invece non raggiungono i 100 passeggeri/ab.



Tra le città medie spiccano 4 comuni con più di 160 passeggeri/ab (Trento, Brescia, Parma e Cagliari), mentre 7 comuni non raggiungono i 25 passeggeri/ab. Ultima è Latina, con 8 passeggeri per abitante annui.
Siena eccelle tra le piccole città con 210 passeggeri/ab, un dato che le permetterebbe di entrare nella classifica delle “grandi”. Sono 4 invece le città che non raggiungono la soglia dei 10 passeggeri per abitante annui, tra cui Vibo Valentia che registra 1 passeggero/ab all’anno.
Anche per i dati sul trasporto pubblico, come per quelli sui rifiuti, è importante considerare che il dato dei passeggeri trasportati per abitante è comunque influenzato dalla presenza turistica e dall'incidenza del pendolarismo. Inoltre, laddove il dato fornito è a scala comunale, è stata considerata la popolazione residente, mentre in presenza di un dato comprensivo anche dell’extraurbano, si è fatto ricorso ad un bacino degli “ipotetici utenti”, pari alla somma della popolazione residente nel comune e di metà di quella non residente ma inclusa nel bacino. Così facendo si è ovviato alla difficoltà che ad un bacino di utenza allargato, non corrisponda mai un maggiore numero di passeggeri della stessa proporzione, pur con la consapevolezza che la scelta effettuata possa non rappresentare efficacemente le varie situazioni presenti.

Ecosistema Urbano 2011 - XVIII Rapporto sulla qualità ambientale dei comuni capoluogo di provincia


NoiPescantina: ULTERIORE STRANEZZA NEL PROGETTO DANECO-COMUNE: GI...

NoiPescantina: ULTERIORE STRANEZZA NEL PROGETTO DANECO-COMUNE: GI...: Ringraziamo i volontari del movimento ambiente&vita che, approfondendo la lettura del progetto Daneco-Comune, hanno riscontrato una stranez...




www.noipescantina.it

martedì 25 ottobre 2011

Il sole bacia Berner Italia.


Partirà questa settimana il
Progetto Solare in Berner: il tetto della nostra Azienda sarà
ricoperto da un sistema con installazione di pannelli solari integrati, per mezzo dei quali la luce
solare si trasformerà in energia elettrica.
Il progetto vede l’installazione di
oltre 3.200 pannelli, per ricoprire una superficie di 6.400 
mt
e produrre energia pari a 625.000 kWh. Il tutto utilizzando prodotti Berner.

Il vantaggio principale consiste nell'utilizzo di una
fonte di energia pulita, inesauribile e
gratuita
.
L'energia prodotta dai pannelli fotovoltaici viene inserita nell'impianto elettrico esistente e
collegato al fornitore di energia elettrica.
Il risultato sarà la produzione di energia elettrica
senza alcuna emissione di gas serra: per
ogni chilowattora di energia fotovoltaica prodotta si evita l’emissione in atmosfera di oltre 500
grammi di anidride carbonica.
Questo importante progetto concretizza uno dei valori presenti nella nostra filosofia aziendale:
la
sostenibilità.
Agendo in modo sostenibile forniamo un contributo alla conservazione e alla protezione
dell’ambiente
.”

350.org


I think you're going to like this video:


Last week, actor Mark Ruffalo took “the people’s microphone” at Occupy Wall Street -- not to promote a new movie, but to issue a powerful call to action. In under three minutes, Mark connects the dots between the Keystone XL tar sands pipeline, fracking, Occupy Wall Street, and the big action planned in DC for November 6th. Mark's speech captures exactly the kind of energy we'll need to win this fight.
Click here to watch Mark's video, and click here to share it on Facebook.
People across the country have been feeling frustrated: frustrated with the corporate control of our democracy, frustrated with the rising levels of pollution in our atmosphere, and frustrated by the lack of a movement powerful enough to turn the tide. We are seeing that frustration reflected in the #occupy events that are growing throughout the country -- but frustration alone is not enough.
As Mark says in the video, the task ahead of us is to “turn our grief into winnable action. November 6th is a winnable action!”
The November 6th action in DC is shaping up to be a historical mobilization for this movement. As Mark describes it, "We're going to make a Human Chain around the White House -- to remind Obama to unlink his arms with the corporations, the gas and oil industry, and entwine his arms with the people that he is in charge of taking care of."
Sounds like a plan to me.
Let's do this,

Jamie Henn, 350.org

domenica 23 ottobre 2011

RIAPRIAMO LA STAZIONE FERROVIARIA DI PESCANTINA E PARONA ( verona )

La Valpolicella soffre, soffocata com'è dal traffico di passaggio e dalla mancanza di un effettivo e valido sistema di collegamento sia interno che da e verso la città. Fino AGLI ANNI 60 vi erano diverse stazioni ferroviarie, sulla tratta Verona Caprino: Parona, Negrar, Pedemonte, San Floriano, San Pietro, Sant’Ambrogio. Mentre sulla linea del Brennero era presenti e poi sono state soppresse, le stazioni di Pescantina e Parona. Oggi piu' che mai la riapertura di queste stazioni sarebbe
quantomeno auspicabile e piu' che mai necessaria, risolverebbe il problema della congestione da e verso la citta' e sarebbe con pochissimo sforzo ( visto che c'è gia' ) un sistema di mobilità alternativa, in grado di trasportare migliaia di persone, i pendolari della mattina, o chi semplicemente si sposta per necessità ludica. 

Ma queste stazioni sono state soppresse, invece di essere implementate e ammodernate: un errore che la Valpolicella e Verona pagano oggi con volumi di traffico automobilistico e inquinamento enormi. La mobilità su gomma e il trasporto privato hanno da tempo mostrato i loro limiti e la loro insostenibilità ambientale. E' noto che all’origine del problema del traffico, è l’incremento demografico e delle costruzioni. Ad esempio la popolazione di Pescantina è passata dai 7711 abitanti del 1971 ai
15773 del 2001. 

Attualmente, anche se la proposta è del 2010, sono in "cantiere" da parte degli amministratori proposte per altre strade , trafori, bretelle e molto poco per la mobilità sostenibile: "tunnel tra Negrar e San Pietro, tra Fumane e Valgatara, le bretelle per collegarsi al traforo delle Torricelle, le bretelline tra una strada e un’altra e la tangenziale per il cementificio" .

Solo i nostri amministratori non fanno i conti con il futuro, sono solo decisioni di pensionati, che lascieranno i eredità strade, cemento e nessuna soluzione al problema, anche perchè si sa', piu' strade = piu auto !.
La regione valuta di mettere sul piatto oltre 80 Mln di euro per finanziare bretelle, tunnel e strade, ma Noi invece,  chiediamo ai Residenti di Pescantina e Parona, agli amministratori ai Sindaci e ai responsabili regionali, di interventire presso le ferrovie dello stato e gli organi competenti, per riaprire le stazioni ferroviarie di PESCANTINA E PARONA, avviando l'asse del brennero con DOMEGLIARA, per una mobilità piu' possibile e risparmio di denaro  pubblico che potrebbe essere reinvestito in altre attività.
Per i cittadini invece, un sistema veloce ed efficiente come il Treno sarebbe forse la prima decisione rivoluzionaria e a favore di Cittadino.

Andrea Belvedere

venerdì 21 ottobre 2011

Un rinascimento del Pianeta verde


“Vivere per coltivare fisico e cervello, comunicare a distanza senza apparecchi, rifiutare di nutrirsi di un altro essere vivente, amare ed essere amati senza che niente venga chiesto in cambio, governare tutti assieme il pianeta e in realtà lasciare che si governi da solo, con le leggi della natura. È possibile tutto questo?”


“Ho fatto un sogno... il cambiamento che vorremmo”, così titola un video presente su YouTube con ben 81134 visualizzazioni nel momento in cui scrivo. Il video è la scena iniziale di un film che racconta il mondo come lo vorremmo ma soprattutto come non lo vogliamo. Il titolo di questo film è Il Pianeta verde ed è uscito nel 1996 per la regia di Coline Serreau.
Nella scena iniziale c'è molto del messaggio del film. La regista francese ci mostra, infatti, un mondo all'apparenza antico, povero, arretrato, diremmo noi con i nostri canoni, in cui i rappresentanti del pianeta parlano dei terrestri proprio nei termini in cui noi abbiamo appena definito l'apparenza degli abitanti del pianeta verde: arretrati.
Giocando in maniera divertente su questo fraintendimento e su questa continua domanda - chi è l'arretrato? - il film narra quindi il viaggio di una donna, Mia, che sospettando di essere figlia dell'unione di suo padre con una terrestre vuole andare a conoscere il suo pianeta di origine. Sarà un viaggio soprattutto nella futilità e ottusità umana, dove ciò che salta subito all'occhio è come il problema principale è una scala di valori del tutto sfalsata, una scala di valori che ai primi posti pone i soldi, l'autorità, se stessi e dove anche l'amore non è altro che merce o moneta di scambio.
Chi ha ragione quindi? Chi è arretrato? Il pianeta azzurro o il pianeta verde?
Nel pianeta verde non c'è la moneta, perché è inconcepibile che serva la moneta per qualsiasi cosa ma soprattutto per il cibo, “se non si mangia si muore” esclama scandalizzato un giovane 'extra-terrestre'. Nel pianeta verde l'età industriale è finita da più di 3000 anni ed evoca solo “la competizione, la contabilità, la produzione in massa di oggetti inutili, la guerra, il nucleare, la distruzione della natura, malattie senza rimedio... la preistoria”. Quale descrizione migliore per il nostro tempo?
Il film e il discorso che facciamo possono sembrare un'utopia un po' estremista, “è un bel sogno, ma solo un sogno” potrebbe dire qualcuno. Vivere per coltivare fisico e cervello, comunicare a distanza senza apparecchi, rifiutare di nutrirsi di un altro essere vivente, amare ed essere amati senza che niente venga chiesto in cambio, governare tutti assieme il pianeta e in realtà lasciare che si governi da solo, con le leggi della natura. È possibile tutto questo?
pianeta verde
Nel pianeta verde non c'è la moneta, perché è inconcepibile che serva la moneta per qualsiasi cosa ma soprattutto per il cibo
Noi vogliamo credere di sì o almeno vogliamo credere che un risveglio delle coscienzesia possibile, e a dire la verità lo percepiamo un po' ovunque. Quanti di voi sognano di lasciare la città per una vita più a contatto con la natura, una vita da vivere non seduti otto ore al giorno davanti ad un computer ma all'aria aperta in compagnia dei propri bambini, dei propri amici? Sono sicuro che siete in tanti.
Il cambiamento, il nostro Pianeta verde, sta crescendo sotto i nostri occhi, sta a noi decidere come guidarlo, come deve avvenire e a che velocità. Nel film i figli di Mia raccontano ad uno stupefatto parigino la storia del pianeta verde e gli raccontano come da loro all'età industriale è seguito un periodo di grandi processi, la guerra civile e infine il cosiddetto 'caos pre-rinascimento' un periodo in cui “tutto ciò che era stato nocivo per la salute non si comprava più, o si buttava. Senza vendite, niente potere. L'esercito e la polizia erano impotenti”.
Sarà questo anche il percorso evolutivo del nostro pianeta? Io di sicuro non lo so, quello che so è che sogno sempre più spesso ilrinascimento del pianeta verde.
http://www.ilcambiamento.it/riflessioni_pianeta_verde/rinascimento_pianeta_verde.html

Il futuro che attende l'Italia - Eugenio Benetazzo

lunedì 17 ottobre 2011

NoiPescantina: Bonifica di Pioltello, Luigi Pelaggi ascoltato in...

NoiPescantina: Bonifica di Pioltello, Luigi Pelaggi ascoltato in...: Il tecnico di fiducia di Stefania Prestigiacomo ha cercato di chiarire due punti fondamentali nell'inchiesta: la classificazione dei rifiut...




www.noipescantina.it

La scatola magica che alimenta le case a idrogeno


Rumore lo avevano già fatto nel 2010, con la partecipazione alla Biennale Architettura di Veneziadove avevano esposto il progetto per rendere autosufficiente l'isola della Certosa nella laguna veneta. Prima ancora erano stati sotto i riflettori per la loro idea di vivere off-grid, letteralmente “staccati” dalla rete che fornisce energia elettrica alle nostre case, grazie alle rinnovabili e all'idrogeno per lo stoccaggio dell'energia. L’idea di qualche balzano gruppo di architetti americani hippy? No, San Zeno: una manciata di chilometri da Arezzo. Fabbrica del Sole, una cooperativa che oggi lancia una nuova sfida: un impianto leggero, semplice e contenuto, capace di rendere indipendente dal punto di vista energetico una casa senza dover ricorrere a grosse ristrutturazioni o impianti invadenti.

Off-Grid Box, la scatola magica
Si chiama Off-Grid Box: è un container dalle dimensioni contenute, “praticamente un cubo di tre metri di lato”, racconta Tommaso Vezzosi della Fabbrica del Sole. Dentro si trovano tutti gli impianti necessari per rendere autosufficiente una casa: il sistema di approvvigionamento di acqua e gas, assieme a quelli per depurare gli scarichi, immagazzinare l'energia elettrica e il calore prodotti dallefonti rinnovabili. Lo si mette in giardino, lo si collega alla casa e il gioco è fatto. Si sfrutta il sole con il fotovoltaico, l'eolico, il geotermico se c'è e si trasforma l'eccedenza di energia elettrica in idrogeno per immagazzinarla e utilizzarla quando le altre fonti non sono sufficienti a garantire la copertura della richiesta da parte della casa stessa.

L'idea è nata per venire incontro al mercato, perché non si sempre si può progettare tutto da zero come i designer della Fabbrica del Sole hanno fatto per il progetto presentato a Venezia (visibile fino a novembre all'intero della collettiva Stazione futuro alle Officine Grandi Riparazioni di Torino). “Stiamo praticamente ultimando una prima installazione in un agriturismo dalle parti di Siena”, raccontaTommaso Vezzosi, “ma lì abbiamo dovuto pensare a una soluzione più ‘grossa’ rispetto al cubo tre per tre. È stato possibile perché la nostra idea è modulabile: può essere ritagliata su misura per le esigenze di chi utilizza l'impianto”. 

Come funziona
Le tecnologie per l'off-grid si basano sull'utilizzo di diverse forme di produzione energetica, ma sono accomunate dall'uso dell'idrogeno come “vettore” energetico, come si dice in gergo, una sostanza che permette di utilizzare in un secondo momento l'energia prodotta dalle rinnovabili. Il fotovoltaico funziona durante le ore di sole, l'eolico, ça va sans dire,quando soffia il vento: nei momenti in cui non è possibile utilizzare direttamente questo tipo di risorse, si fa ricorso all'idrogeno immagazzinato in precedenza per produrre energia.
ElectrSself, premiata al World Economic Forum
Le realtà italiane più dinamiche continuano comunque a fare ricerca nel settore e sviluppare soluzioni sempre più competitive. Un esempio molto recente è il premio che la Electro Power System di Torino ha ricevuto dal World Economic Forum che ha nominato l' ElectroSelf “Technology Pioneer 2012” di cui Wired.it ha dato notizia su Italian Valley. Per la prima volta lo ha vinto un'azienda italiana che ha realizzato un generatore di energia in grado di prodursi da solo l'idrogeno che lo fa funzionare. Come? Basta fornirgli l'acqua e la stessa Electroself provvederà a scinderla in ossigeno e idrogeno: zero emissioni e un altro passo avanti nella direzione dell'off-grid.



http://life.wired.it/news/designarchitettura/2011/10/11/case-a-idrogeno-energie-rinnovanili.html?page=1#content

domenica 16 ottobre 2011

La nasa e il progetto di eolico di alta quota

Avevamo parlato già in precedenza dell'eolico d'alta quota, con riferimento al progetto Airborne: adesso, l'idea che l'eolico di alta quota non sia una chimera, ma la prossima frontiera, viene rafforzata dalla notizia di un progetto varato dalla NASA.

Ricercatori della NASA stanno infatti mettendo a punto un progetto dove si cercherà di sfruttare i venti di alta quota, notoriamente pià forti, per sollevare in altitudine delle turbine a forma di imbuto, che staranno sospese in alta quota: queste ultime, collegate alla terra da nanotubi in fibre di carbonio, dovranno essere in grado di trasmettere l'energia elettrica prodotta attraverso i cavi di ancoraggio.

Molto allettante il profilo dal punto dei rendimenti: non solo la resa dell'eolico coi venti di alta quota è esponenzialmente maggiore rispetto a quella terrestre, offshore o onshore (si dice di ben 27 volte!), ma anche è previsto che le turbine "volanti" della NASA possano rimanere in esercizio diversi anni, con necessità di manutenzione e riparazione una sola volta all'anno.
Le turbine verranno riportate a terra in caso di fenomeni atmosferici importanti, come tempeste particolarmente violente.

Sicuramente non mancano i temi critici da risolvere anche qui, in primis come non ostacolare il traffico aereo, ma è un tema che sembra risolvibile anche con la tecnologia attuale.

Stiamo a vedere se la NASA riesce in questa frontiera dell'energia eolica, dove alcuni privati stanno abbozzando i primi tentativi concreti.

Articoli che parlano della NASA su Tuttogreen.it:
La NASA realizza un robot sottomarino che usa solo energia rinnovabile
Video Natura: incredibile eruzione solare ripresa dalla NASA
Sole: immagini splendide riprese da satellite NASA
Sent from my BlackBerry® wireless device

Boom 'orto in casa', lo ha 1 italiano su 4 Coldiretti: un milione i coltivatori professionali, molti i giovani

ROMA - Con il boom degli orti in città arriva il 'personal trainer' della zolla per offrire assistenza a domicilio al numero crescente di italiani che coltivano ortaggi e frutta direttamente a casa. L'iniziativa è della Fondazione Campagna Amica promossa dalla Coldiretti. L'ortomania è ormai un fenomeno dilagante: nel 2011 un italiano su quattro si è dedicato all'orto, secondo l'indagine Ipr marketing. Ad essere coltivate - sottolinea Coldiretti - sono per lo più erbe aromatiche (73 per cento) e fiori (73 per cento) ma anche ortaggi e frutta (39 per cento). L'organizzazione agricola rileva inoltre come quasi un milione di italiani non si accontentano di coltivare l'orto in casa ma diventano dei veri coltivatori 'professionali' su appezzamenti di terreni, spesso ereditati, che hanno in media un ettaro di superficie. Se in passato erano soprattutto i più anziani a dedicarsi alla coltivazione dell'orto, memori spesso di un passato vissuto in campagna, adesso la passione si sta diffondendo anche tra i più giovani e tra persone completamente a digiuno delle tecniche di coltivazione. Da qui l'irrompere di una nuova figura professionale, il "personal trainer" della zolla, cui è affidato il compito di offrire consulenza e tutoraggio a domicilio su tutto il territorio nazionale. In quattro fasi il tutor insegna a diventare orticoltori esperti ed aiuta nell'opera di preparazione, piantumazione, gestione e raccolta dei frutti. I costi per avere il personal trainer - secondo Coldiretti - sono accessibili a tutti. L"ortomanià, si pratica ormai, è il caso di dire, a tutto campo: dall'orto portatile in piccoli vasi in bioplastica che si trasportano facilmente da casa all'ufficio e viceversa, a quello verticale sulle pareti di casa e del terrazzo, a quello didattico per i più piccoli in agriturismo, ma anche l'orto urbano e l'estremismo del "guerrilla gardening", praticato da "guerriglieri" urbani che rilevano un pezzo di terra abbandonato, il più delle volte pubblico, per seminare e piantare ortaggi, alberi e fiori.


www.ansa.it

COGENERAZIONE AD ALTO RENDIMENTO focus su Criteri e Incentivi con il Ministero dello Sviluppo Economico

Cogenerazione ad Alto Rendimento - focus con il Ministero dello Sviluppo Economico

Venduto .... ?!


Il leader Radicale, ha provato ad unirsi agli incappucciati che imboccavano anche loro su via Labicana. Ma il corteo degli studenti lo hanno però respinto a causa del comportamento tenuto dai Radicali l'altro ieri durante il voto di fiducia al Governo. Povero Pannella, il giorno prima s'era beccato pure la gogna sul web. La decisione dei deputati radicali di partecipare alle votazioni sulla fiducia al governo non era infatti piaciuta per niente agli internauti di centrosinistra. Che non gliel'hanno perdonata. Già quando si è saputo la notizia, i commenti sui siti dei maggiori quotidiani nazionali, sui più noti blog dedicati alla politica, fino a quelli locali o generici, sono stati un coro di disapprovazione verso la pattuglia dei pannelliani eletti nelle liste Pd, che hanno disatteso gli auspici dell''opposizione. Contro il partito di Pannella, sulla Rete c'è di tutto un po': ragionamenti, ogni genere di calcolo sulle presenze che ci sarebbero state in Aula, polemiche, promesse solenni di non votare mai più Radicali, contumelie, fino agli insulti, vero e propri, e spesso molto più pesanti delle parole che ha usato Rosy Bindi. Ma anche sulle pagine web frequentate dai Radicali e sui profili Facebook ufficiali del partito di via di Torre Argentina, la maggioranza dei post hanno avuto toni duri contro la pattuglia dei nipoti di Pannella nel Pd. In particolare, hanno fatto arrabbiare gli internauti le dichiarazioni di parlamentari, come Maurizio Turco, che hanno annunciato che «i deputati radicali denunceranno tutti coloro che dovessero diffondere o rilanciare notizie false e tendenziose» . «Complimenti, siete dei veri libertari» è il più soft. «Denunce? Uh, che paura... Mi fate orrore, e avete anche una coda di paglia allucinante», ha scritto Ivano in sintonia con il sentimento di molti. Lo stesso di Nicola: «Mi autodenuncio». Altri, come Dario, pensano che, «sotto sotto» ci sia una richiesta per il partito o la Radio: «30 milioni assicurati per i prossimi 3 anni». Non sono mancate, infine, le accuse alla leadership Democrat: «La colpa non è dei radicali, questi sono ancora i danni fatti da Veltroni», sottolinea Alberto, riferendosi alla scelta dell'ex segretario Pd di inserire i 6 radicali in lista».

SOLO IN ITALIA: "POLITICA" PIU' FORTE DEGLI INDIGNADOS ? Dopo ieri forse un dubbio viene .

Ieri in 800 città nel mondo hanno manifestato PACIFICAMENTE gli Indignados. Solo a Roma la manifestazione è stata rovinata dai Black bloc. Sorgono spontanee alcune domande.

1 - Chi aveva interesse a rovinare una manifestazione che VOLEVA essere pacifica ?

2 - Perché viene il sospetto che questi facinorosi siano MANOVRATI ?

3- Perché le Forze dell'Ordine ne hanno arrestato SOLO 12 ?

4 - E' un'altra occasione, per la nostra classe politica, per NON PARLARE dei problemi reali ?

5 - Perché Draghi si scomoda ad affermare che i giovani hanno ragione, quando è il rappresentante di quella finanza che proprio gli Indignados stanno contestando ?

6 - Dove si trovava ieri Maroni ? Stava contando le poltrone che può ancora fottere a Bossi, o stava constatando l'analogia con Carlo d'Inghilterra che mai diventerà Re ?

Ancora una volta la Repubblica Italiana, a tutti nota come la più grande produttrice di BANANE, ha saputo distinguersi, ha saputobuttare in vacca (non escort, vacca) una manifestazione di giovani che hanno tutte le ragioni per RIFIUTARSI DI PAGARE I DEBITI CHE ABBIAMO FATTO NOI. E così, come sempre, ci sappiamo distinguere agli occhi del mondo: è sempre l'inconfondibile 


... Per la cronaca solo 12 gli arrestati ! 
Bravo MARONI, bravi politici e complimenti per la macchina del fango !

difendiamo la salute dagli inceneritori: manifestazione contro ca' del bue


Abbiamo partecipato come gruppo alla serata organizzata dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Verona che ringraziamo.
Moderatori: GP. Velo e G. Beghini
Vi pubblichiamo gli interventi dei relatori:
Monitoraggio degli inquinanti nei suoli del Veneto:  Paolo Giandon, ARPAV, Dipartimento di Treviso
Effetti respiratori degli inquinanti ambientali: Silvia Tognella, ULSS 22, U.O. di Pneumologia, Bussolengo (VR)
Che aria respiriamo? Sorgenti e inquinanti aerodispersi a Verona: Francesca Predicatori, ARPAV, Dipartimento di Verona
Esperienze e nuove sfide sulla conoscenza degli effetti sulla salute in aree prossime ad inceneritori nella Regione Emilia-Romagna: Paolo Lauriola, ARPAER, Dipartimento di Modena
Rischi per la salute infantile da esposizione ad inceneritori: Patrizia Gentilini, Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE ITALIA, Sezione Provinciale di Forlì
Rischio di sarcoma ed emissione di diossina da inceneritori: Paolo Ricci, Osservatorio Epidemiologico, ASL Mantova.
Se li avete ascoltati attentamente, rimane da fare una sola cosa: facciamoci sentire! Partecipiamo alla manifestazione del 22 Ottobre! la salute nostra e quella dei nostri figli non può passare al di sotto di altri interessi. Non abbiamo bisogno di questi impianti, oggi serve RIUSARE RIDURRE RICICLARE! 
Simone Bernabè
Grillo per Villafranca

http://villafranca5stelle.org

venerdì 14 ottobre 2011

Tremate criminali del Pianeta! La Rainbow Warrior III e' pronta a salpare



Ciao Andrea,
Prima l'abbiamo sognata, poi l'abbiamo costruita e oggi è pronta a salpare. È la nave perfetta per andare incontro alla "tempesta perfetta" di sfide e minacce ambientali. È la nostra Rainbow Warrior III. La cerimonia del suo varo si è appena conclusa nei cantieri navali Fassmer a Brema. Ora la nuova Guerriera dell'Arcobaleno ci permetterà di portare avanti le nostre campagne in tutto il mondo, nelle aree più remote e incontaminate che rischiano di essere distrutte.
È la prima nave costruita appositamente per noi e giocherà un ruolo chiave nel futuro di Greenpeace. È equipaggiata con le più moderne tecnologie di comunicazione, una piattaforma per gli elicotteri e due scialuppe di salvataggio. Per ridurre al minimo il consumo di carburanti e farne un mezzo di trasporto verde e sostenibile, è dotata di un rivoluzionario sistema di alberatura che sorregge 1260 metri quadrati di vele.
La costruzione della Rainbow Warrior III è stata possibile grazie alle donazioni di più di 100 mila persone come te, che hanno scelto di dare il loro contributo per realizzarla. La Rainbow comincerà il suo viaggio con un tour europeo e arriverà in Italia il 14 e il 15 dicembre nel porto di Genova, dove potrai visitarla e conoscere tutto l'equipaggio.
Grazie alla Rainbow Warrior III saremo in prima linea per fermare i cambiamenti climatici, la pesca illegale, la caccia alle balene e per difendere le ultime foreste primarie. Sali a bordo anche tu. Sostieni le nostre battaglie contro i crimini ambientali.
Greenpeace Italia   

Cittadini di nuovo in marcia contro il piano per Ca' del Bue



SAN GIOVANNI LUPATOTO. Si riaccende la protesta e lunedì in municipio sono convocate tutte le associazioni del paese. Il 22 ottobre a Verona si terrà una manifestazione dei comitati che si oppongono alla riattivazione dell'inceneritore: e il Comune sarà in prima linea
13/10/2011
Zoom Foto
Una marcia contro l'impianto di Ca' del Bue
San Giovanni Lupatoto. Stati generali delle associazioni lupatotine che lunedì prossimo sono convocate in municipio per essere sensibilizzate (e organizzate) in previsione della marcia del 22 ottobre a Verona contro l'inceneritore di Ca' del Bue. Dice Daniele Turella, presidente del Consiglio comunale. «La conferenza dei capigruppo delle forze politiche presenti in Consiglio che ha finora condotto unitariamente la battaglia contro l'inceneritore e che si è tenuta qualche giorno fa, ha deciso di aderire al corteo di protesta contro Ca' del Bue, che si terrà sabato 22 ottobre, dalle ore 14.30, con partenza dalla stazione di Porta Nuova. L'iniziativa è dei Comitati che si oppongono a Ca' del Bue ma noi come comune produrremo 30mila volantini che saranno distribuiti a San Giovanni Lupatoto, San Michele, Porto San Pancrazio, Borgo Roma e Palazzina».
Lunedì 17 ottobre alle 20.30 in municipio è prevista inoltre una riunione con tutte le associazioni, «al fine di portare il maggior numero di persone alla marcia. Ognuno di questi gruppi dovrebbe far partecipare tutti o parte dei propri iscritti». L'invito è rivolto ai presidenti dei vari gruppi e associazioni lupatotine.
Dice la lettera: «La campagna contro Ca' del Bue prosegue. Ora più che mai è fondamentale ribadire il nostro dissenso nei confronti di una modalità di smaltimento dei rifiuti potenzialmente dannosa per la salute nostra e dei nostri figli. Solo con la partecipazione di tutti abbiamo la speranza di ottenere un risultato positivo. La massicci partecipazione della cittadinanza alla manifestazione del 14 maggio ci ha dato la conferma dell'attenzione dei lupatotini al problema. Nella riunione del 17 ottobre con le associazioni e i gruppi discuteremo le modalità di partecipazione al corteo di protesta di sabato 22».
Per facilitare l'accesso alla marcia a Verona ci sarà anche un servizio di trasporto. Aggiunge Turella: «E' previsto un servizio di autobus gratuiti a partire dalle ore 13.30. I punti di partenza saranno in piazza Zinelli a San Giovanni Lupatoto (piazzale del Galileo), nel piazzale della chiesa di Pozzo e nel parcheggio della scuola media di via San Giovanni Bosco a Raldon. Contiamo su una partecipazione numerosa e anche per questo il testo del volantino in distribuzione è molto duro».
Il volantino dice infatti: «Se non vuoi essere costretto a emigrare da San Giovanni partecipa alla manifestazione contro Ca' del Bue il giorno 22 ottobre. Nel raggio di 20 chilometri dall'inceneritore l'aria sarà certamente più inquinata. Verranno bruciate 190mila tonnellate di rifiuti l'anno, per 25 anni respireremo la diossina e le nanoparticelle provocate dalla combustione. Alcuni di noi probabilmente si ammaleranno in modo incurabile – come dicono innumerevoli studi scientifici – ed i primi ad essere colpiti saranno le donne ed i bambini. Siamo destinati a diventare la pattumiera del Veneto e forse d'Italia, quando ormai è chiaro che con la raccolta differenziata l'inceneritore di Ca' del Bue è inutile. Vivere vicino a un inceneritore aumenta anche il rischio di malformazioni fetali. Sono a rischio la vita tua e dei tuoi figli». Se non è il famoso «Tumori? No grazie» di tre anni fa (che tanto fece imbestialire Verona), poco ci manca.
Turella annuncia che chiederà al sindaco Fabrizio Zerman la presenza del gonfalone del Comune alla marcia. Nell'edizione della marcia dell'ottobre 2010, che raccolse in piazza Brà quasi 5mila persone la presenza lupatotina fu stimata in oltre 500 cittadini.
Renzo Gastaldo 

CALABRIA/RIFIUTI: RHODIO PROPONE SOLUZIONE INNOVATIVA




Fusione nucleare più vicina: al via le commesse per la macchina Cadarache



di Giuseppe Caravita


A Culham, sedici chilometri a sud di Oxford, il 9 novembre 1991, il grande anello del Jet (Joint european Thorus) si illuminò della sua caratteristica luce violetta. Per 1,8 secondi ne scaturirono 1,7 megawatt termici, prodotti dalla fusione di nuclei di deuterio e trizio a oltre 150 milioni di gradi. Poi, il 31 ottobre 1997, fu la replica in grande: oltre 16 megawatt in una scarica di un secondo e mezzo. E pochi mesi dopo la dimostrazione definitiva: 4 megawatt ottenuti però stabilmente, per oltre 4 secondi, dentro il Tokamak europeo.

Questi tre eventi, nella loro sostanza scientifica, sono i genitori di Iter, il fratello maggiore, molto simile ma fisicamente doppio del Jet. Una delle maggiori scommesse in corso dell'umanità. Ottenere stabilmente l'energia da fusione entro il 2020 con il Tokamak, una macchina originariamente inventata dai fisici russi negli anni 60, e poi replicata dagli scienziati in tutto il mondo e infine rivelatasi, grazie anche ai risultati del Jet, la pista più sicura per arrivare al grande obbiettivo. «Quello che abbiamo capito, in decenni di ricerca – spiega Enzo Lazzaro, in passato a Culham e ora direttore dell'Istituto di fisica del plasma del Cnr a Milano – è che il criterio per ottenere le condizioni per la fusione nucleare dipende sostanzialmente da due parametri: il campo magnetico necessario per confinare il plasma e la scala, la dimensione del reattore. Il primo parametro però può diventare proibitivamente costoso, oltre certe soglie. La seconda via, aumentare la scala dell'impianto, è la più percorribile ed è oggi nella sostanza quella scelta per Iter, macchina che, dal 2016 in avanti, ci consentirà di capire come innescare la fusione, controllarla, e mantenerla stabile. Il preludio ai veri e propri reattori di produzione energetica».

giovedì 13 ottobre 2011


PAESAGGIO COSTITUZIONE CEMENTO
 
 




Salvatore Settis viene in Valpolicella a presentare il suo libro PAESAGGIO COSTITUZIONE CEMENTO. Il merito dell'iniziativa è di salValpolicella e di Gabriele Fedrigo che ha perseguito con tenacia la realizzazione di questo evento. Una recensione del libro la trovate sul sito di salValpolicella.

Domenica scorsa a Marezzane Luca Martinelli ha presentato il suo libro "Le Conseguenze del Cemento". In quella occasione erano presenti alcuni rappresentanti di Comitati e Associazioni della zona. Si discuteva sul come rendere maggiormente EFFICACI le azioni dei singoli. Una risposta concreta arriva dalla fondazione del Forum SALVIAMO IL PAESAGGIO. Carlo Petrini di Slow Food e Domenico Finiguerra di Stop al Consumo di Territorio sono i promotori di tale iniziativa.

Quindi l'arrivo di Settis proprio in questo momento si carica di significati. Ci piace pensare che anche CONTRO IL CEMENTO stia nascendo un movimento di INDIGNADOS che cambi radicalmente il modo di porci nei confronti del NOSTRO TERRITORIO. Basta alle speculazioni di pochi e dei soliti. E' ora di usare il Paesaggio come 
PATRIMONIO DI TUTTI NOI.




Ecco il Manifesto di SALVIAMO IL PAESAGGIO

Dal 1950 ad oggi l’Italia ha perso milioni di ettari della sua superficie libera (…) È giunto il momento di fare una campagna comune, di presidiare il territorio in maniera capillare a livello locale, di amplificare l’urlo di milioni d’italiani che sono stufi di vedersi distruggere paesaggi e luoghi del cuore.
Carlin Petrini (fondatore di Slow Food e tra i primi aderenti al Forum)

Il Forum Nazionale “Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori”, nasce su impulso dell’associazione Slow Food e del Movimento “Stop al Consumo di Territorio”, subito arricchitosi della presenza di numerose organizzazioni nazionali (tra cui Legambiente, LIPU, Pro Natura, Eddyburg, Movimento Decrescita Felice, Altreconomia, Associazione Comuni Virtuosi, Rete del Nuovo Municipio, Borghi Autentici d’Italia, Medici per l’Ambiente, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, organizzazioni agricole), di oltre 350 associazioni e comitati locali e più di 3000 prime adesioni individuali, tra cui quelle di urbanisti, docenti universitari, sindaci, architetti, giornalisti, produttori agricoli ecc..

Il Forum Nazionale vuole coinvolgere il maggior numero possibile di soggetti in una rete che condivida gli stessi valori elementari, e sensibilizzare il nostro Paese su uno dei più grandi scempi che sta subendo, sotto silenzio e da troppo tempo: il consumo del suolo libero e fertile a favore di cemento e asfalto.

Il consumo di suolo è in continuo aumento e si stima che attualmente la superficie totale urbanizzata sia di quasi 2 milioni e mezzo di ettari (oltre 100.00 ettari l’anno), ma purtroppo non possiamo fare affidamento su dati certificati, a testimonianza di quanto questo problema debba ancora essere monitorato e sufficientemente considerato come prioritario dalle Istituzioni.

L’attività speculativa in questo campo sembra non conoscere crisi di sorta e, forti delle nostre reti associative, registriamo e verifichiamo continuamente le voci di protesta che si levano a livello locale. Attraverso il Forum intendiamo presto mettere in campo azioni concrete per contrastare questa deriva che sta privandoci per sempre di beni comuni fondamentali: i nostri territori e la loro bellezza. La loro salvezza è legata indissolubilmente alla nostra qualità della vita, ciò che ci ha reso orgogliosi e famosi in tutto il mondo.

Il suolo fertile e l’integrità del paesaggio sono la principale garanzia per il futuro del nostro Paese, del turismo, della nostra agricoltura e dei nostri prodotti tradizionali, della salubrità dei luoghi in cui abitiamo e della biodiversità naturale ivi presente. La storia ci insegna che essi sono la base concreta di ogni cultura locale, ciò che unisce gli italiani nella diversità e ci rende un popolo unico. Paesaggio e territorio fertile sono la risorsa economica di cui siamo più ricchi, è assurdo sprecarla così.

Il nascente Forum nazionale intende mettere in campo una serie di azioni concrete per fermare il consumo di suoli fertili e lo scempio del paesaggio italiano:

1) PROPOSTA DI LEGGE di iniziativa popolare

2) CENSIMENTO in tutti i Comuni degli immobili sfitti o non utilizzati

3) CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE a livello nazionale


Il Forum prenderà il via il 29 ottobre a Cassinetta di Lugagnano, per la sua prima assemblea nazionale >>

(info)


lunedì 10 ottobre 2011

Fusione Fredda: ecco il video del nuovo test di Ottobre

Di seguito riportiamo il filmato realizzato da NyTeknik sulla dimostrazione del 6 ottobre a Bologna. Nel video si può vedere l’E-Cat, il dispositivo a fusione nucleare fredda approntato da Andrea Rossi, sulla base degli studi del Prof. Sergio Focardi.


Giovedì 6 ottobre 2011, si è svolta la tanto attesa dimostrazione pubblica di funzionamento del reattore a fusione fredda da 1MW di Andrea Rossi. La fusione nucleare fredda, detta comunemente fusione fredda o fusione a freddo, oppure nella forma inglese di cold fusion (CF), low energy nuclear reactions (LENR, “reazioni nucleari a bassa energia”), o chemically assisted nuclear reactions (CANR, “reazioni nucleari assistite chimicamente”), è un nome generico attribuito a presunte reazioni di natura nucleare, che si produrrebbero a pressioni e a temperature molto minori di quelle necessarie per ottenere la fusione nucleare “calda”, per la quale sono invece necessarie temperature dell’ordine del milione di kelvin e densità del plasma molto elevate. Alcuni studiosi ritengono che il termine “fusione fredda” sia da sostituire con il termine LENR, in quanto tutti i fenomeni qui di seguito descritti appartengono alla famiglia delle reazioni nucleari a bassa energia.

sabato 8 ottobre 2011

Rapporto ufficiale su esperimento fusione fredda del 6 ottobre 2011



Di cassioli in Ieri alle 14:46

Rapporto ufficiale su esperimento fusione fredda del 6 ottobre 2011
Ieri, giovedì 6 ottobre 2011, si è svolta la tanto attesa dimostrazione pubblica di funzionamento del reattore a fusione fredda da 1MW di Andrea Rossi.
Tra pochi minuti dovrebbe essere disponibile online la traduzione italiana ufficiale del report, autorizzata dalla rivista NY teknik. Nel frattempo, ecco un breve riepilogo degli eventi delle ultime settimane:

- inizialmente è stato fatto un accordo tra Rossi e l'azienda greca Defkalion per la fabbricazione degli e-kat; l'accordo è poi saltato, e Rossi e Defkalion si sono separati;
- era stato annunciato un test su centrale da 1MW per il 6 ottobre ad Uppsala, in Svezia, ma poi è stato spostato a Bologna;
- un generatore da 1MW doveva essere spedito in America ad una società che ha avviato una collaborazione con Rossi; ma oggi la redazione di NY teknik fa notare che il reattore da 1 MW era ancora lì, a Bologna, dove si è svolto il test;
- il test di ieri non è stato da 1 MW, ma ha interessato solo UN modulo, attivato "in modo depotenziato per evitare rischi di perdita di controllo" (?);
- il test da 1 MW verrà svolto a fine ottobre.

E veniamo ai risultati del test di ieri:
- le prime voci su twitter ieri parlavano di 3.5 kW circa prodotti per 4 ore riscaldando di 5°C un flusso di acqua di 0,6 m^3 l'ora
- sempre su twitter si diceva che il reattore ha funzionato per 4 ore in "autosostentamento", cioè producendo energia senza che ve ne venisse immessa alcuna;
- NY teknik riferisce oggi che ieri il generatore è stato "avviato" riscaldandolo per 4 ore con una resistenza da 2,7 kW, e che successivamente la resistenza è stata spenta, e il reattore ha continuato a riscaldare acqua per 3,5 ore.

Qui sotto un grafico delle temperature tracciato sulla base dei dati forniti da NY teknik:


Il grafico sembrerebbe mostrare chiaramente ua notevole differenza di temperatura tra ingresso e uscita dalla macchina... ( ben diversa dai 5° di cui si parlava ieri. (?) )

In attesa di chiarimenti, alcune precisazioni tecniche:
- la temperatura è una misura della quantità di energia contenuta in un corpo;
- il calore è una forma di energia: più un corpo è caldo, più energia contiene, più è alta la sua temperatuta;
- l'energia si misura in wattora;
1 wattora è la quantità di energia ottenibile fornendo una potenza di 1 watt per un'ora
- wattora (Wh) e watt (W) non sono quindi la stessa cosa;
- sono invece "la stessa cosa" (ma espressa in modo diverso) i joule, che sono una misura di calore, e iwattora, che sono una misura di energia (perchè energia e calore sono la stessa cosa);
- 1 joule equivale anche a 0,239 calorie;
- una caloria è la quantità di energia necessaria per riscaldare un grammo d'acqua da 14,5°C a 15,5°C

Da tutto ciò si evince che misurando il calore di ciò che entra e ciò che esce da una qualunque "macchina", è possibile stabilire se questa macchina immette energia in questo "qualcosa"; nel caso specifico, l'e-cat immetterebbe energia nell'acqua che vi viene immessa. Il "mistero" è da dove prende questa energia, e la teoria è che utilizzi reazioni nucleari invece chechimiche per produrla; e siccome a livello nucleare vale la formula:
E=mc^2
la quantità di materia necessaria per produrre grandi quantità di energia sarebbe molto bassa; di qui i grandi vantaggi se la "fusione fredda" funzionasse davvero.

E=mc^2 significa che l'energia "E" contenuta in un oggetto pesante "m" grammi è pari al numero di grammi moltiplicato per il valore "c" elevato al quadrato.

Ma "c" è la velocità della luce, cioè circa 300 mila chilometri al secondo, ossia 300.000.000 di metri al secondo; questo numero al quadrato dà 90'000'000 '000'000'000 , che moltiplicato anche per una massa infinitesima dà quindi un valore di energia altissimo.