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lunedì 31 gennaio 2011

domenica 30 gennaio 2011

IL RISCALDAMENTO GLOBALE E' UNA BUFALA ? E SE SI CHI HA SPINTO QUESTA TEORIA ? E PERCHE ? -Part.6

Dopo una lunga e tormentosa campagna diffamatoria della FDA sull'uso medico dell'orgone, iniziata nella metà degli anni '40, il Dr. Reich morì in prigione nel 1957.
Tutti i suoi libri e manoscritti furono bruciati, per decreto federale, fino al 1962 e, in scala minore, fino al 1970. Il governo degli Stati Uniti dichiarò che l'orgone non esisteva, e “orgone” era l'unica parola necessaria a qualificare il materiale come degno di essere bandito e distrutto nel caso venisse pubblicato.


Nel corso dei vari esperimenti con l'orgone, il Dr. Reich toccò molti aspetti diversi della scienza. Tra questi, le discipline della medicina, della fisica, della cosmologia e della meteorologia. Scoprì l'orgone atmosferico e notò che, in presenza di inquinanti di vario tipo, comprese emissioni elettromagnetiche, l'orgone diventava stagnante e causava malattia e danni ambientali.
Chiamò questo orgone stagnante, orgone “morto” o “DOR”. Gli effetti del DOR erano spesso quelli che contribuivano alla formazione della siccità dei deserti.
Per contrastare gli effetti del DOR, Reich aggiunse dei lunghi tubi a un accumulatore di orgone e lo puntò verso il cielo per aiutare l'orgone atmosferico a bilanciarsi e creare condizioni favorevoli alla pioggia. Chiamò questo dispositivo “Cloud-buster” (acchiappa nuvole).



n un esperimento iniziato nell'Ottobre del 1954, ebbe successo nel far cadere la pioggia nel deserto intorno Tucson, in Arizona. Prima ancora che la pioggia cadesse, la presenza di nuovo orgone bilanciato aveva causato la crescita di erba di trenta centimetri. Questo spettacolo di verde si estendeva su qualcosa come da 40 a 80 miglia ad est e a nord della città. Fu necessaria una tremenda abilità per usare il cloud-buster perché attirava l'orgone morto nel dispositivo e quindi poteva esporre a problemi molto seri di salute ad entrambi l'operatore e l'atmosfera stessa.
L'abilità di usare in sicurezza il cloud-buster morì insieme al Dr. Reich e rimase sepolta per mezzo secolo. La scienza, buona o cattiva che sia, si libera della sua inerzia prima o poi, quando uno scienziato muore, perchè un altro ripesca il lavoro del precedente e continua da dove questi si era fermato e uscito di scena. Non è stato così per l'orgonomia. Fu solo 50 anni dopo che la comunità scientifica (motivata da interessi politici) aveva condannato praticamente a morte il Dr. Reich e ne aveva cancellato ogni traccia dei suoi lavori dalla storia, che un nuovo e migliorato cloudbuster venne sviluppato.
Un ricercatore bioelettrico autodidatta, Don Croft, ha recentemente sviluppato un moderno cloud-buster che a suo parere è sicuro per entrambi l'operatore e l'ambiente.
Il Dr. Reich toccò molti aspetti dell'energia cosmica orgonica e sapeva che avrebbe richiesto molte persone per sviluppare il vasto potenziale della sua natura. Nel 1948 un suo caro amico di nome A.S. Neill visitò il suo laboratorio, che Reich aveva chiamato Orgonon, nel Maine. La sua attenzione fù attratta da un piccolo motore che stava girando e che era attaccato a un accumulatore di orgone, girandosi verso Reich con aria interrogativa e stupita, Reich, esuberante di gioia, esclamò “l'energia del futuro!”.
Più tardi quando gli chiese se avesse sviluppato ulteriormente questa fonte d'energia Reich pare gli avesse detto che il suo lavoro era stato solo quello di "scoperta" e che egli aveva intenzione di lasciare che altri la perfezionassero.

Verrebbe da chiedersi se coloro che venerano il “DOR” e traggono piacere dalla sua abilità a causare miseria, riconobbero nelle scoperte di Reich una minaccia diretta alle loro intenzioni di dominio globale. E' forse l'aver riconosciuto ciò, il motore dietro la campagna mossa per rovinare quest'uomo e cancellarne le ricerche dalla storia ?
La risposta diviene evidente quando si osserva dalla giusta prospettiva ciò che il governo Americano fece a Reich. Lo uccisero all'età di 60 anni perché egli continuava, senza l'approvazione della FDA, le sue ricerche





http://www.disinformazione.it



MIGLIAIA DI GW SOTTO IL TIRRENO: la settima mossa.

Nel 1976-86 una campagna congiunta Enel-Agip , voluta dal ministro dell’ Industria Donat-Cattin trivellò l’Italia e fu scoperto questo immenso giacimento di calore. Poi fu presentata una relazione finale al ministero dell’Industria, Enel e Agip si dichiararono Non interessate né pronte allo sfruttamento. Il ministero mise tutto in un Cassetto e secretò i documenti dei geologi. Non fu avviata alcuna ricerca ulteriore, né geologica né tecnologica. Fu peggio di Ustica. Questa cartina del Cnr di Pisa è tutto ciò che resta delle conoscenze sviluppate allora.


Pochi anni fa I giacimenti di calore sono stati rianalizzati con maggiore precisione da un team dell’università
di Trieste che ha utilizzato appositi sensori sul fondo marino.


Il vulcano Empedocle nel canale di Sicilia ha una base più vasta dell’Etna e alcuni pinnacoli attivi. Uno dei quali nel 1820 diede luogo alla temporanea isola Ferdinandea poi inabissatasi. Oggi l’isola è a 15 metri sotto il mare e sta lentamente risalendo di nuovo. La mappatura 3D dell’Empedocle da parte del Cnr è recentissima.
Prima questo mostro di calore era del tutto sconosciuto.



Le tre generazioni geotermiche

Prima generazione, a vapore naturale e 
cielo aperto. Non più proponibile, 

inquinante, rivolte all’Amiata. 

• Seconda: fratturazione artificiale, hot dry 

rocks, da vent’anni in ricerca, terremoti a


Basilea, di fatto fallita. 
• Terza: ciclo chiuso passivo, nuova, non 
inquinante, 100 anni per impianto, ma con 
tecnologie ancora da sviluppare.





L’esito finale dell’inversione

I soggetti e la distribuzione delle nuove risorse.  • Un Pil con meno sprechi e illegalità. Più investimenti, anche a lungo termine. • Una safety net generale. Un nuovo welfare non
burocratico e attivo. • L’investimento sul futuro • Un nuovo ruolo energetico e industriale globale

Beppe.Caravita@rcm.inet.it
(Rete Civica Milano ) 

sabato 29 gennaio 2011

IL RISCALDAMENTO GLOBALE E' UNA BUFALA ? E SE SI CHI HA SPINTO QUESTA TEORIA ? E PERCHE ? -Part.5


Fisici di ventidue Paesi hanno assistito agli straordinari esperimenti eseguiti in Francia con il «meteotron» del professor Dessens.
Dai cento bruciatori del «meteotron», piantati come pali sul circuito di un esagono regolare, cento fiamme scaturiscono contemporaneamente, al segnale del professor Dessens. Sono bastati trenta secondi perché all’interno di questo esagono, 3200 metri quadrati di lato si trasformassero in un braciere. 

Il fuoco crepita furiosamente nei turbini di fumo nero. Poi, rapidissime, le fiamme alte quattro metri decrescono e ricadono rasente i cespugli rosseggianti. E’ la fine dell’incendio, e, per gli specialisti francesi e stranieri che assistono alla dimostrazione (sono circa sessanta fisici provenienti da dodici Paesi), è il momento della verità: là in alto, al di sopra delle fumate che chiudono ancora l’orizzonte dei Pirenei, nel cielo fino a quel momento perfettamente limpido, si sta formando una nuvola, un cumulo. Il tutto in meno di cinque minuti. 
«Io non fabbrico pioggia…». Il professor Dessens non vuole che lo si confonda con quegli specialisti di pioggia provocata che sono così numerosi negli Stati Uniti. 
Egli infatti non si contenta di «seminare le nubi»; le crea. 
A prima vista, niente dovrebbe essere più facile che sciogliere una nuvola. In effetti, un cumulo-nembo di uragano può racchiudere sino a 200.000 tonnellate di acqua! Ma queste enormi masse liquide sono depositate sotto forma di piccole gocce che hanno un diametro di 30 micron; e per formare una sola goccia di pioggia se ne devono saldare insieme 300.000. Come provocare artificialmente tali agglomerati? 
Questo era il problema per i fabbricanti di pioggia. La soluzione è venuta da un fisico norvegese, Tor Bergeron, che ha dimostrato come se la cava, in questo caso, la natura stessa. 
Teoricamente, spiega lo scienziato norvegese, le goccioline sospese nelle nuvole non dovrebbero mai incontrarsi: la legge fondamentale dell’elettrostatica glielo vieta, dato che esse sono cariche di una elettricità dello stesso segno. E tuttavia la pioggia esiste. Che cosa accade dunque? Semplicemente, che talune di queste goccioline sono a sopraffusione (a –5°, per esempio, esse restano liquide) ed altre si trasformano in minuscoli cristalli di ghiaccio. Ora, l’esperienza c’insegna che un pezzo si ghiaccio messo in presenza di un’acqua sopraffusa non tarda ad assorbirla. E’ così che si formano i fiocchi di neve. All’origine, infatti, ogni pioggia è neve la quale poi si scioglie per effetto del riscaldamento nell’atmosfera. 
Da questo momento, la via dei fabbricanti di pioggia era tracciata: per provocare la caduta di pioggia bastava loro favorire la formazione di cristalli di ghiaccio nelle nuvole introducendovi degli appositi germi. Un metodo vecchio di quindici anni e che ha dato prova di sé. Tuttavia… 
«Nel 1954 – ci fa notare il professore Dessens – si voleva far piovere sulla Beauce, e invece piovve sulla Germania…» Ma c’è un’obiezione più grave. I fabbricanti di pioggia non incontrerebbero certamente alcuna difficoltà a «seminare» il cielo italiano o quello francese. Ma come «seminare», ad esempio, il cielo del Sahara, dove manca la materia prima e cioè la nuvola? Bisognava dunque studiare il problema più a fondo, come ha fatto il professor Dessens, non al livello della formazione delle piogge, ma a quello della formazione delle nuvole. 
Tutto è cominciato nel 1955. In quell’anno, il professor Dessens, invitato dai piantatori di cacao di Lukolela, compiva un viaggio di studio in Congo. Quivi egli osservò per la prima volta una pratica corrente, a quanto strana, in Africa, quella cioè di accendere dei fuochi di boscaglia per «far piovere». Il professore sapeva che non si trattava di un semplice rito di magia. Egli stesso, qualche anno prima, aveva proposto alle autorità belghe di utilizzare razionalmente i fuochi di boscaglia per modificare la piovosità del Congo.
Ma come si creano le false nuvole, vuoi con il fuoco di boscaglia, vuoi con il «meteotron»? Bisogna prima di tutto capire come si formano le nuvole vere. Tutti sanno che l’evaporazione dei mari, dei laghi e dei fiumi, carica l’aria nelle vicinanze del suolo, di immense quantità di vapore acqueo. Ma perché si formi la nuvola occorre anche che il vapore si condensi in goccioline. Ora, questa condensazione è possibile solo se l’aria si raffredda. E per raffreddarsi – ecco il primo paradosso – è necessario che essa prima si riscaldi. Sotto l’azione del Sole, in effetti, la sua pressione aumenta: è la condizione necessaria perché l’aria si innalzi in corrente ascendente trascinando i vapore acqueo verso regioni sempre più fredde. La quantità massima di vapore acqueo che un litro d’aria può racchiudere varia rapidamente in funzione della temperatura: è di 20g a 25°, appena di 11g a 10°. Viene dunque un momento in cui l’acqua contenuta nell’aria non può più restare allo stato di vapore e deve condensarsi. 
Ed ecco un secondo paradosso: alcuni fisici hanno dimostrato che le molecole di vapore acqueo, aprendosi un passaggio attraverso le molecole di ossigeno e di azoto, che si urtano a vicenda senza mai unirsi, dovrebbero, in linea di principio, comportarsi alla stessa maniera: non condensarsi mai. Se di fatto esse si condensano, malgrado questa teorica impossibilità, è perché incontrano costantemente sui loro percorsi delle «trappole a molecole d’acqua»: grani di polvere, elementi impalpabili di fumo e, soprattutto, minuscoli cristalli di sale marino strappati alle onde. 
Due sono dunque le condizioni perché si possa formare una nuvola: una corrente ascendente d’aria clada che trascini il vapore acqueo verso le altezze in cui esse si condensano in goccioline; un’atmosfera carica di «trappole a molecole», vale a dire, in termini scientifici, di «germi di condensazione». Di queste due condizioni, la prima è la più importante. Ma bisogna precisare bene: una corrente d’aria calda. Il calore in se stesso non conta, altrimenti il Sahara sarebbe coperto di nuvole! Ciò che importa è il riscaldamento differenziale, detto anche riscaldamento di una zona limitata al di sopra della quale si produce un vero e proprio «tiraggio» come in un camino. 
I cento bruciatori del «meteotron» che sviluppano una potenza termica di 700.000 kilowatts, non hanno difficoltà a creare un camino stabile per trasportare le correnti ascendenti. Senza contare che le faville e le polveri sprigionate dal fumo costituiscono delle eccellenti «trappole a molecole». 
Dal punto di vista del diritto internazionale, il «meteotron» appartiene al Presidente della Repubblica del Congo, Kasavubu che, in base agli accordi intervenuti con la passata amministrazione belga, potrebbe reclamarlo in qualsiasi momento. Il «meteotron» era stato in effetti concepito per il Congo. Nel 1960, un voluminoso materiale – motori diesel, pompe, bruciatori - stava per essere imbarcato, quando fu proclamata l’indipendenza del Congo. Durante diversi mesi, l’apparecchio restò bloccato sui moli di Marsiglia, poi, essendo chiaro che i congolesi vi avevano rinunciato, il ministero dell’Educazione nazionale francese ne decise l’installazione a Lannemezan. 
Da allora sono passati tre anni, tre anni di esperimenti durante i quali il «meteotron» ha rivelato sempre nuove possibilità. In un minuto, il «meteotron» può aspirare ricadute nucleari diffuse nell’aria e disperderle nell’atmosfera a più di mille metri di altezza. Molti specialisti, senza disconoscere i rischi della «ricaduta», ritengono che il «meteotron» potrebbe essere un mezzo, in caso di accidente grave, per scongiurare i pericoli più immediati di un inquinamento atomico dell’atmosfera e ridurne gli effetti catastrofici. 
Altra utilizzazione inaspettata del «meteotron» è quella di «guida-fulmini». Operando con tempo sereno, il professor Dessens e i suoi collaboratori hanno osservato più di una volta che ottenevano non soltanto dei cumuli piovosi ma anche delle vere e proprie trombe di grandine, dal diametro di una dozzina di metri, che univano la nuvola al suolo come un immenso pilastro attorcigliato. In tempo di uragano, nell’asse fortemente ionizzato della tromba si producono violente scariche di elettricità. Forse un giorno sarà possibile osservarvi quella varietà di fulmine chiamato «globulare», un litro del quale, secondo calcoli del fisico sovietico Kapitza, contiene più energia nucleare che una esplosione atomicaIl Pentagono mostra perciò molto interesse per il «meteotron». Ma per il momento, e per altri lunghi anni ancora, senza dubbio, il professor Dessens darà la precedenza alle utilizzazioni pacifiche del suo strumento, concepito per realizzare un vecchio sogno dell’uomo: modificare e correggere il clima.



Tratto da «Scienza e Vita» nr.181 febbraio 1964
Ref. http://www.disinformazione.it

giovedì 27 gennaio 2011

IL RISCALDAMENTO GLOBALE E' UNA BUFALA ? E SE SI CHI HA SPINTO QUESTA TEORIA ? E PERCHE ? -part.5 Il mistero di Tunguska

’evento cominciò verso le 7:15 del mattino del 30 giugno 1908, in una remota regione della Siberia centrale, vicino al fiume pietrificato di Tunguska. Una sfera di fuoco biancazzurra—più intensa del sole, disse qualcuno—attraversò il cielo e poi esplose con la forza di una bomba all’idrogeno di 10÷15 megatoni.
L’esplosione abbatté circa 60 milioni di alberi su un area di 2.000 chilometri quadrati. Solo qualche albero nei pressi del centro dell’esplosione non era bruciato e un anello di alberi bruciati disposti attorno all’epicentro era rimasto in piedi.

L’esplosione fu registrata dai sismografi europei e asiatici, e perfino i meteorologi in Inghilterra registrarono variazioni della pressione atmosferica. Il “colpo” sulla pressione atmosferica fece due volte il giro della Terra, e gli astronomi per alcune notti successive osservarono una foschia rossa nell’alta atmosfera, sebbene al tempo non fossero consapevoli della causa.  Curiosamente, i resoconti parlano di un cielo notturno chiaro in maniera insolita cominciato la notte prima dell’evento di Tunguska e continuato per parecchi giorni nel seguito.


Nelle settimane successive, i resoconti dicono che i cieli notturni brillavano talmente che la luce che c’era bastava per leggere. Sia lo Smithsonian Astrophysical Observatory che il Mount Wilson Observatory registrarono una diminuzione della trasparenza atmosferica che persistette per parecchi mesi.
Che esperienza ebbe, poi, chi testimoniò all’evento? I resoconti raccolti dallo specialista in minerali Leonid Kulik, russo, nella sua spedizione del 1930 nel luogo dell’esplosione, sono piuttosto convergenti sotto diversi aspetti di dettaglio si da potersi generalmente considerare attendibili. Ecco un estratto dal racconto di una persona del luogo, Semen Semenov:
“Ero seduto in casa per far colazione nella fattoria di Vanavar, volta a nord. [...] D’improvviso vidi che proprio verso nord, sopra la strada per Tunguska di Onkoul, il cielo si era diviso in due e il fuoco appariva in alto e si estendeva sopra la foresta. La spaccatura in cielo si allargò, e tutta la parte nord si coprì di fuoco. In quel momento diventai caldo in maniera insopportabile, come se la mia camicia andasse in fiamme; da nord, dove c’era il fuoco, arrivava un gran calore.

.... Eppure gli scienziati stanno ancora dibattendo su alcuni eventi inesplicati e sul fatto che non siano mai stati rinvenuti campioni dell’oggetto “collidente”. “Se un gruppo di esperti non ha trovato l’accordo per quasi cento anni, c’è probabilmente una terza opzione”, dice Wolfgang Kundt, un astrofisico dell’Università di Bonn, Germania.
Andrei Ol’Khovatov, un fisico russo indipendente che è incuriosito dall’evento di Tunguska, concorda che la teoria dell’impatto lascia molte domande senza risposta. Indica, ad esempio, come i testimoni parlassero di tempo strano e attività sismica aumentata nell’area, già da giorni prima.

L’assenza di una spiegazione coerente ha ispirato molte speculazioni. Alcune teorie esotiche parlano di un minuscolo buco nero che ha attraversato la Terra , o di una minuscola “bomba” di antimateria. In alternativa viene offerta o l’esplosione di un’astronave aliena o una bomba nucleare, sempre aliena. Alcuni avanzano l’idea che fu Tesla per testare il suo “raggio della morte”.  Quale burla scherzosa nel carnevale delle speculazioni, i teorici elettrici si chiedono se la prossima spiegazione offerta sarà un “microscopico pacchetto di neutronio” (il fittizio contenuto delle “stelle di neutroni”).
di David Talbott Thunderbolts.info

mercoledì 26 gennaio 2011

TRAPPOLE NELLA RETE


"E' stata violata la vostra privacy online? Siete appassionati utilizzatori dei social games? Non potete fare a meno di Facebook? Nella prossima serie Report dedicherà una puntata alle problematiche della Rete: riservatezza, libertà d'espressione, tutela del diritto d'autore. Se avete avuto esperienze interessanti (positive o negative) con Facebook, Google, Twitter, la posta elettronica o qualunque servizi online, mandateci le vostre segnalazioni a report@rai.it " 
Vi aspettiamo!

WWW.REPORT.RAI.IT

martedì 25 gennaio 2011

IL RISCALDAMENTO GLOBALE E' UNA BUFALA ? E SE SI CHI HA SPINTO QUESTA TEORIA ? E PERCHE ? -Part.4

 .. Le irradiazioni delle antenne HAARP possano rimbalzare fino a colpire gli strati bassi dell’atmosfera sopra un Paese distante migliaia di chilometri. Ed interferire quindi con i fenomeni meteorologici. Certamente si tratta di mere ipotesi. Comunque, un uso militare dell’HAARP è ammesso dalla Federazione Scienziati Americani. Un uso, tuttavia, non distruttivo, ma solo di ricognizione. Modulando i segnali in frequenze bassissime, cioè onde ELF o VLF, si potrebbe «vedere ciò che succede nel sottosuolo, individuando bunker, silos di missili, e altre installazioni sotterranee di Stati avversi. Al di là di ciò, la «guerra ecologica» appare terribilmente possibile da oltre vent’anni. Già nel 1976 l’Enciclopedia Militare Sovietica ventilava il rischio che gli Stati Uniti, per via elettromagnetica o per via astronautica, potessero modificare il clima dell’Eurasia lacerando lo strato di ozono sopra l’URSS. L’Unione Sovietica si accordò così con gli USA perché fosse proibito l’uso dei cambiamenti climatici ambientali. A livello ONU, ciò fu ribadito con la convenzione ENMOD (Environmental Medifications), entrata in vigore il 5 ottobre 1978. Ma pochi anni dopo, negli Stati Uniti, lo scienziato considerato il padre dell’HAARP ideava un sistema volto apertamente a controllare i fenomeni meteo. L’11 agosto 1897 il dott. Bernard Eastlund brevettava con numero di «patente» 4,686,605 il suo «Metodo e apparato per l’alterazione di una regione dell’atmosfera, della ionosfera o della magnetosfera».


Dal sito http://www.haarp.alaska.edu, si legge:


Traduzione in lingua ita ( da Inglese a Italiano ) , non perfetta.  Tratto di alcuni passi.

Posso visitare HAARP?

L'HAARP Stazione di ricerca non impiega sufficiente personale sul posto per consentire visite di routine della struttura. L'ingresso alla struttura è di norma limitato a coloro che hanno la necessità di svolgere attività presso la struttura.
Ci rendiamo conto che vi è grande interesse per il lavoro scientifico della struttura. In risposta a questo interesse, gli orari HAARP aprire case al quale sono invitati tutti e tutti a visitare il sito. Diversi scienziati sono in genere presenti in queste case aperte in modo che i visitatori possono parlare direttamente con coloro che utilizzano lo strumento per la ricerca. Aprire le case hanno avuto luogo quasi tutti gli anni dal 1995 e hanno dimostrato di essere un evento popolare. La casa più recente apertura si è tenuta il 17 luglio 2010.

Quali Università hanno partecipato al programma HAARP?

Diverse università hanno svolto un ruolo importante nel HAARP dalla sua nascita ad oggi tra cui la University of Alaska, Leland Stanford University, Penn State University (ARL), Boston College, Dartmouth University, Cornell University, Virginia Tech, Università del Maryland, Università del Massachusetts, MIT, Politecnico, UCLA, Università di Clemson e la University of Florida. Lo sviluppo degli obiettivi del programma e il concetto iniziale di progettazione, scelta del contraente principale, lo sviluppo di apparecchiature diagnostiche, e la pianificazione delle campagne di ricerca sono stati tutti fortemente dipendenti dal coinvolgimento dell'università. studenti e professori universitari costituiscono la maggioranza dei partecipanti al Workshop annuale ionosferica Interazioni dove si sono riscontrati progressi nella ricerca della ionosfera.


HAARP è in grado di pregiudicare il tempo?

L'impianto HAARP non influenzerà il tempo. energia trasmessa nelle gamme di frequenza che verrà utilizzata da HAARP non viene assorbito né nella troposfera e la stratosfera - i due livelli dell'atmosfera che producono clima della terra. interazioni elettromagnetiche si verificano solo nel breve-vuoto della regione rarefatta sopra circa 70 km conosciuta come la ionosfera.
La ionosfera è creato e continuamente rifornito come radiazione solare interagisce con i massimi livelli di atmosfera terrestre. L'accoppiamento verso il basso dalla ionosfera alla stratosfera / troposfera è estremamente debole, e nessuna associazione tra naturale variabilità della ionosfera e meteo di superficie e il clima è stato trovato, anche a livello straordinariamente elevato di turbolenza ionosferico che il sole può produrre nel corso di una tempesta geomagnetica. Se le tempeste ionosferiche causate dal sole stesso non incidono sulla superficie del tempo, non vi è alcuna possibilità che HAARP può farlo sia.

=

L’installazione principale del Progetto HAARP si trova in Alaska, a Gakona, 150 miglia circa a nord-est di Anchorage. La scelta di questo sito è stata fatta per tre motivi fondamentali:
  • La sua vicinanza al Polo e quindi alla zona di concentrazione delle linee magnetiche del nostro pianeta.
  • La presenza di notevolissime fonti energetiche naturali nel sottosuolo.
  • La sua distanza dai centri urbani.
Il programma HAARP ha portato alla costruzione di un sistema di 360 antenne, alte 23 metri, capaci di trasmettere, con l’obiettivo di migliorare le comunicazioni militari, un “raggio” d’energia ad alta frequenza nella ionosfera. La ionosfera è quella parte di regione atmosferica che inizia sui 50 Km d’altitudine e termina intorno agli 800 Km. Secondo le indiscrezioni più recenti, quest’arma sarebbe capace di interferire con estese zone dell’atmosfera e quindi, secondo la logica militare, abbattere missili ed aerei e qualche cosa d’altro.
Esistono oltre 400 brevetti collegati al progetto HAARP e la maggioranza di questi sono progetti offensivi o per meglio dire sono armi offensive. Rimane sempre la logica che sfrutta il sistema d’irraggiamento a fascio d’energia, diretto dalla terra verso lo spazio. Si può veicolare l’alta frequenza energetica in una zona dove è stata istallata un’antenna ricevente, ma si può irradiare, oltre che nelle zone militari, anche in centri urbani. Naturalmente non è sfuggito agli alti comandi militari l’utilizzo di una simile tecnologia per abbattere oggetti volanti d’origine extraterrestre, se ciò fosse naturalmente possibile. Pure gli scienziati sovietici si sono dedicati ad una simile ricerca per oltre 25 anni, sino a quando il cambio politico e lo smembramento dell’URSS hanno determinato un fortissimo indebolimento economico, con conseguente privazione dei necessari sostegni finanziari agli istituti d’investigazione.

Oltre alla sede di Gakona, ci sono altre installazioni simili, dislocate in varie parti del pianeta. La prima si può localizzare in Arecibo (Porto Rico), la seconda a Fairbanks in Alaska, la terza a Tromso (Norvegia), poi a Pine Bush in Australia ed infine a Steeplebush in Inghilterra. Sicuramente si stanno costruendo altre installazioni del genere nell’emisfero meridionale del pianeta.
Si è saputo che nell’impianto pilota di Gakona si è in grado di irradiare 1.700.000.000 di Watt in atmosfera. Questo è effettivamente lo sviluppo negativo dell’invenzione di Tesla. Egli odiava la guerra e, a tal proposito, dichiarò: “Non si può abolire la guerra mettendola fuori legge. Non vi si può porre fine disarmando i forti. Ma si può fermarla rendendo tutti i paesi in grado di difendersi. Ho appena scoperto una nuova arma di difesa che, se verrà adottata, trasformerà completamente i rapporti tra le nazioni. Le renderà tutte, grandi e piccole che siano, invulnerabili a qualsiasi attacco proveniente dalla terra, dal mare o dall’aria. Bisognerà, in primo luogo, costruire una grande officina per fabbricare quest’arma, ma quando sarà completata, sarà possibile distruggere uomini e macchine in un raggio di 320 Km.”

Nel 1934 Tesla descrisse in un articolo un’apparecchiatura simile al laser, affermando: “Questo strumento proietta particelle che possono essere relativamente grandi o microscopiche, che permettono di trasmettere a gran distanza un’energia milioni di volte più forte di quella ottenibile con qualsiasi altro raggio. Così una corrente più sottile di un filo può trasmettere migliaia di cavalli vapore. E nulla le può resistere.”
A causa delle sue dichiarazioni, corse voce che Tesla avesse inventato un “raggio della morte”. Egli immediatamente replicò: “L’invenzione di cui ho parlato, a diverse riprese, non ha niente a che vedere con ciò che comunemente viene definito ‘raggio della morte’.”
Vorrei concludere su Nikola Tesla, uno dei più geniali uomini apparsi in questo pianeta, con una sua frase emblematica che descrive la sua natura di scienziato in maniera superlativa: “Il dono della forza della ragione ci viene da Dio, dall’Essere Divino, e se concentriamo le nostre menti su questa verità, stabiliamo un’armonia con questa grande forza. Mia madre mi aveva insegnato a cercare ogni verità nella Bibbia. – Nikola Tesla”.