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martedì 31 luglio 2012

Olimpiadi: il ritorno del peggior nuotatore di sempre - video



Ora è allenatore, ma nel 2000 a Sidney rimase nella storia

 

Nei Giochi di Londra 2012 ha il ruolo di allenatore della squadra di nuoto della Guinea Equatoriale ma dodici anni fa, alle Olimpiadi di Sydney, Moussambani fu al centro di una vicenda che andò sulle prime pagine dei giornali e che lo portò a essere definito 'il peggior nuotatore di tutti i i tempi'. In una gara di qualificazione dei 100 metri sl, gareggiarono in tre: il nigeriano Karim Bare, il tagiko Tagikistan Farkhod e appunto Eric Moussambani, 22 anni, della Guinea Equatoriale. Moussambani era arrivato lì praticamente per caso, dato che non era un nuotatore e non aveva mai visto una piscina olimpionica in tutta la vita. Aveva imparato a nuotare appena 8 mesi prima, da solo, nella piscina di un albergo di Malabo. Moussambani era riuscito a partecipare alle qualificazioni per le gare olimpiche grazie a un programma speciale riservato agli atleti originari dei paesi in via di sviluppo. Gli altri due nuotatori si tuffarono prima del segnale acustico e furono dunque squalificati per falsa partenza. Moussambani dovette quindi gareggiare da solo: la prima vasca riuscì a terminarla senza troppi problemi, anche se era evidente che il suo stile non somigliava affatto a quello dei professionisti, ma gli ultimi 50 metri invece sembravano non finire mai, Moussambani era stremato e sembrava sul punto di fermarsi, mentre il pubblico lo acclamava tentando di fargli coraggio. Alla fine concluse la prova in 1′ 57"52, il tempo più lento della storia delle Olimpiadi, pari a più del doppio della media degli altri nuotatori.

Dopo la gara Moussambani diventò così popolare che lo staff olimpico decise di affiancargli un interprete per aiutarlo ad accettare le oltre cento richieste di interviste dei media mondiali. La Speedo gli regalò una tutina per aiutarlo a nuotare più velocemente, oltre a ingaggiarlo per un tour promozionale in Europa di un anno. Negli anni successivi Moussambani continuò ad allenarsi, anche se non riuscì a partecipare alle Olimpiadi di Atene del 2004 per un problema di visto, e neppure a quelle di Pechino nel 2008. Oggi ha 33 anni ed è tornato alle Olimpiadi, anche se non più come nuotatore, per guidare la squadra nazionale di nuoto della Guinea Equatoriale. Nella speranza che faccia meglio di lui. 

Fonte: Sportevai 




lunedì 30 luglio 2012

Minuscole creature viola invadono le spiagge delle Hawaii



Il litorale sud di Oahu spiaggia delle Hawaii è stato invaso da misteriose creature piccolissime e di colore viola. I biologi della stazione marittima di Waikiki Aquarium sono già alla ricerca delle origini di questo misterioso animaletto (posto che lo sia) con 6 zampe e che si appallottola. Nel video in alto il racconto dei ritrovamenti e le prime ipotesi circa l’origine di questi piccoli granchietti (almeno sembrano tali).
I primi a lanciare l’allarme sono stati i surfisti della zona che hanno iniziato a trovare attaccati alle loro tavole le strane creature. I bagnini pensano che nell’Oceano si racchiudano ancora molti misteri da svelare. In ogni caso tutti sono incuriositi e preoccupati.
La notizia è stata diffusa dalla Tv hawaiiana Khon2 che ha precisato che l’insolita invasione è iniziata lo scorso sabato 14 luglio. Nell’update alla notizia Khon2 precisa che le creature grandi quanto un pisello possano essere dei granchi originari delle Hawaii ma che sono sconosciute per ora le cause per cui siano di colore viola.
I granchietti viola potrebbero essere in uno stadio larvale e dunque avere assunto per un qualche motivo il colore viola. Ma altra circostanza da chiarire è l’invasione a milioni delle spiagge da Kahala a Ala Moana per cui la fauna locale si è data alla fuga. 

Istat, peggiora l’inquinamento delle città. Soglie Pm10 allarmanti al Nord

di

Gli ultimi dati (2011) vedono la sforatura dei parametri sulle polveri sottili per una media di 54 giorni all'anno (erano 44 nel 2010), ma nella Pianura padana solo il 17,4 per cento dei comuni è rimasta sotto i limiti. La più inquinata è Torino seguita da Siracusa e Milano



Nonostante le domeniche a piedi, le aree a traffico limitato o l’Area C di Milano (sospesa nei giorni scorsi), nel nord Italia la qualità dell’aria continua a peggiorare. L’Istat ha fornito gli ultimi dati sulla presenza di smog da polveri sottili (Pm 10), rilevando che nel 2011 solo il 17,4 per cento dei comuni settentrionali non ha sfondato la soglia dei 35 giorni di sforamento dei limiti per la protezione della salute umana (erano il 31,1% nel 2010). E’ il dato peggiore degli ultimi 4 anni. I capoluoghi del Nord sono passati da 55,8 giorni del 2010 ai 75,2 attuali. Torino è la città più inquinata d’Italia, seguita da Siracusa e da Milano. Una volta registrate sforature dei 35 giorni, sono obbligatorie per legge misure di contenimento e di prevenzione delle emissioni di materiale particolato (quali la limitazione della circolazione). Nel nord Italia, sottolinea l’istituto di statistica, a incidere sono soprattutto fattori meteo-climatici (con particolare riferimento alla Pianura padana). 
Su 100 comuni monitorati, il numero medio di superamento dei limiti sul Pm10 è stato di 54,4 giorni, in peggioramento rispetto all’anno precedente, quando si era arrivati a 44,6 giorni dal picco dei 68,9 del 2007. Anche nei capoluoghi del centro, sia pur contenuto, si rileva un peggioramento (43 giorni), mentre nel Mezzogiorno si conferma il trend di lento miglioramento in atto negli ultimi anni (35 giorni). I primi dieci comuni per numero di giorni di superamento del PM10 sono tutti sopra il Po, con l’eccezione del capoluogo siciliano.
La quota maggiore (63%) dei superamenti del valore limite per la protezione della salute umana si è registrata in corrispondenza di “stazioni di tipo traffico” (punti di campionamento dei livelli d’inquinamento da emissioni provenienti da strade limitrofe con flussi di traffico medio-alti). Nel 2011 i giorni di superamento dei limiti, per il Pm10 sono aumentati anche in quasi tutti grandi comuni a eccezione di Venezia, Catania, Bari, Firenze e Napoli. In particolare Verona, Milano, Trieste, Roma e Torino hanno fatto registrare incrementi che vanno dai 27 ai 60 giorni in più di superamento dei limiti durante l’anno. Gli unici grandi comuni che rimangono al di sotto delle 35 giornate di superamento del limite per il Pm10 sono Genova, Catania e Bari.
Il Fatto Quotidiano

Olimpiadi: 'Eric il Eel' - canottaggio - arriva quasi due minuti dopo il vincitore della gara

E-Cat: raggiunta temperatura di 1000 gradi Celsius

 

Gli ultimi giorni sono stati roventi sul fronte E-Cat. Andrea Rossi è al momento una fucina di dichiarazioni, promesse e rivelazioni – ovviamente senza uno straccio di prova, notano i più critici – sulla sua creatura, l’attesissimo reattore nucleare a fusione fredda che dovrebbe rivoluzionare globalmente il nostro modo di accedere all’energia.

Dopo la notizia che la versione da 1 MW sarà ordinabile in Italia a partire dal prossimo autunno presso l’azienda Prometeon, le nuove voci raccolte sul web rivelano che:

  • Andrea Rossi sarebbe a buon punto negli USA con i test di certificazione delle unità. Se tutto va come previsto, entro l’anno prossimo dovrebbe essere lanciata la versione domestica del reattore;
  • Rossi ha confermato che la versione domestica sarà un piccolo scaldabagno, facile da montare, non troppo ingombrante ed ovviamente energeticamente vantaggioso;
  • La versione più grande del reattore avrebbe raggiunto in laboratorio la temperatura di 1000 gradi. Ciò permetterebbe un uso industriale molto più ampio e la possibilità di produrre energia elettrica a partire da generatori normali;
  • Rossi avrebbe ipotizzato un sistema per la produzione di energia elettrica dall’E-Cat che non passi dalle turbine. Difficile, però, anche solo ipotizzare di come ciò dovrebbe essere possibile.

Proprio quest’ultima notizia, se sarà confermata, giunge veramente nuova. Se questo sistema aumentasse l’efficienza della produzione di elettricità del sistema, sarebbe davvero una trovata importantissima. Non avendo, però, altre informazioni a riguardo non possiamo che limitarci a speculazioni molto fantasiose.

Infine, giusto per accontentare i nostri lettori più scettici e riassumere lo stato delle cose a chi magari non ha seguito tutta la vicenda, possiamo anche fare un breve elenco di ciò che Rossi non ha fatto o detto (e magari avrebbe dovuto):

  • Nessuno dei passati test pubblici di Andrea Rossi sull’E-Cat è stato assolutamente probante. A causa della paura di rivelare troppi segreti industriali (secondo le sue dichiarazioni), gli osservatori hanno sempre avuto una possibilità di indagine limitata;
  • Ci sono stati dei clienti, pare militari, per le prime versioni del reattore da 1 MW. Però il nome di tali acquirenti è rimasto sempre inspiegabilmente segreto. A pochi mesi dalla commercializzazione del prodotto, questa segretezza appare infatti davvero inutile;
  • Né Andrea Rossi né i suoi collaboratori accademici – si sono degnati di abbozzare una seria spiegazione teorica su quanto avvenga concretamente dentro l’E-Cat.
e-cat andrea rossi

http://comeviverealmeglio.blogspot.it/2012/07/e-cat-raggiunta-temperatura-di-1000.html?zx=898a135db3d5775f

Excessive demand crashes electric grid in northern India- 370 million left without power in sweltering heat

July 30, 2012 – INDIA - A massive power cut has caused disruption across northern India, including in the capital, Delhi. It hit a swathe of the country affecting more than 300 million people in Punjab, Haryana, Uttar Pradesh, Himachal Pradesh and Rajasthan states. Power Minister Sushil Kumar Shinde said most of the supply had been restored and the rest would be reinstated soon. It is unclear why the supply collapsed but reports say some states may have been using more power than authorized. Mr. Shinde said he had appointed a committee to inquire into the causes of the blackout, one of the worst to hit the country in more than a decade. The committee will submit its report within 15 days, he said. The power cut happened at 02:30 local time on Monday (2100 GMT Sunday) after India's Northern Grid network collapsed. Mr. Shinde told the BBC that he had been informed about the problem at 05:30. “Within two hours we tried to restore the railways, airport and Delhi Metro services and power supply to essential services, including the railways and hospitals, was restored by 08:00.” The minister said the exact reason for the collapse had not yet been pinpointed but, in the summer, “states try to take more power from the grid” and at the time of the collapse, the grid frequency was "above normal.” That is one of the reasons why the grid failed,” he said. By early afternoon, 80% of the supply had been restored, Mr. Shinde said.http://www.bbc.co.uk/news/world-asia-india-19043972
Grid crash in summer heat: Northern India's power grid crashed Monday, halting hundreds of trains, forcing hospitals and airports to use backup generators and leaving 370 million people — more than the population of the United States and Canada combined — sweltering in the summer heat. The blackout, the worst to hit India in a decade, highlighted the nation's inability to feed a growing hunger for energy as it strives to become a regional economic power. Some small businesses were forced to shut for the day. Buildings were without water because the pumps weren't working. Muslim families were forced to eat their pre-dawn meals by candlelight before beginning their daytime Ramadan fast. “It was really difficult,” said farmer Mohammed Zaman. The northern grid crashed about 2:30 a.m. because it could no longer keep up with the huge demand for power in the hot summer, officials in the state of Uttar Pradesh said. However, Power Minister Sushil Kumar Shinde said he was not sure exactly what caused the collapse and had formed a committee to investigate it. The grid feeds the nation's breadbasket in Punjab, the war-wracked region of Kashmir, the burgeoning capital of New Delhi, the Dalai Lama's Himalayan headquarters in Dharmsala and the world's most populous state, the poverty stricken Uttar Pradesh. –
http://www.businessweek.com/ap/2012-07-29/major-power-outage-hits-northern-indian-cities

Terrified patients flee hospitals in wake of Ebola outbreak

July 30, 2012 – UGANDA - Terrified patients fled from a hospital in western Uganda as soon as news broke that a mysterious illness that killed at least 14 people in the region was Ebola, one of the world’s most virulent diseases. Ignatius Besisira, a member of parliament for Buyaga East County in the Kibaale district, said people had at first believed the unexplained deaths were related to witchcraft. “Immediately, when there was confirmation that it was Ebola . . . patients ran out of Kagadi hospital where some of the victims had died,” he said. “Even the medical officers are very, very frightened.” Government officials and a World Health Organisation representative confirmed the Ebola outbreak at a news conference in Kampala on Saturday. “Laboratory investigations done at the Uganda Virus Research Institute . . . have confirmed that the strange disease reported in Kibaale is indeed Ebola haemorrhagic fever,” they said in a joint statement. Health officials said at least 20 people had been infected and of those 14 had died. There is no treatment or vaccine against Ebola, which is transmitted by close personal contact and, depending on the strain, can kill up to 90 per cent of those who contract the virus. It has a devastating history in Uganda, where in 2000 at least 425 people were infected, of whom more than half died. Ebola was previously reported in the country in May last year, when it killed a 12-year-old girl. During an outbreak in 2007, which claimed at least 37 lives, Ugandan president Yoweri Museveni advised people not to shake hands and public gatherings were also discouraged. One of those who succumbed to the outbreak in Kibaale was a clinical officer, Mr Besisira said. The other fatalities came from a single household in Nyamarunda subdistrict, he added. Joaquim Saweka, WHO’s representative in Uganda, said the suspected infections emerged in the region in early July but the confirmation came only on Friday. –http://www.irishtimes.com/newspaper/world/2012/0730/1224321094355.html

domenica 29 luglio 2012

( la groenlandia ) LA SITUAZIONE DEI GHIACCI IN GROENLANDIA


Rispetto le notizie ( fonte NASA ), apparse sui giornali la settimana scorsa, parrebbe che il ghiaccio in Groenlandia non esiste piu', vi ricordate questa immagine ?:

 e invece, Prendere un'occhiata alla webcam Summit a partire da questa mattina, 26 luglio
Vedrete che il ghiaccio è ancora lì. "La temperatura era -16 C (3 F) ultima volta che ho guardato la webcam", dice Roger Oomkins.  "MENO 16 C!" "Il ghiaccio maledetto trova a 2 km di spessore!"


giovedì 26 luglio 2012

Consumo di suolo: la buona legge (finalmente)


“La lotta contro la distruzione del suolo italiano sarà dura e lunga, forse secolare. Ma è il massimo compito di oggi se si vuole salvare il suolo in cui vivono gli italiani”. Per 60 anni questa frase dell’allora Presidente della Repubblica Luigi Einaudi è stata uno dei pochi chiari pronunciamenti di una istituzione dello Stato italiano su di un tema fondamentale per i destini del nostro paese: la salvaguardia dei suoli agricoli e del paesaggio. Ci ho ripensato ieri mattina, mentre un ministro del nostro Governo, il responsabile delle politiche agricole, alimentari e forestaliMario Catania, presentava la prima bozza di una proposta di legge che costituisce un fatto nuovo e – soprattutto di questi tempi – per niente scontato.
Cogliendo quella che forse è una delle questioni più sentite dalla società civile (che la esprime attraverso associazioni ambientaliste e centinaia di comitati locali), Catania ha fatto propria la necessità di promuovere una iniziativa legislativa che ponga un freno al consumo di suolo agricolo nel nostro paese. Ci siamo sbranati il 28% della superficie agricola nazionale negli ultimi 40 anni. In parte ciò è avvenuto a causa dell’abbandono dei terreni (soprattutto quelli marginali, più difficili da lavorare e meno redditizi) e tutto sommato questo è un fenomeno che – pur se preoccupante – ha una certa ciclicità nella storia e non comporta una definitiva compromissione della fertilità dei suoli. Ma è soprattutto la cementificazione, o meglio l’impermeabilizzazione, dei suoli a destare preoccupazione, poiché si tratta di un fenomeno irreversibile. Il Ministro Catania ha voluto sottolineare, tra gli altri, un aspetto spesso trascurato: il livello di autoapprovvigionamento alimentare dell’Italia è già oggi molto basso e la continua perdita di terreno agricolo sta portando il nostro paese a dipendere sempre più dall’estero per garantirsi le risorse alimentari necessarie. Quasi tutte le previsioni ci dicono che importare dal mercato mondiale in futuro sarà sempre più costoso e nessuno si sente di garantire che in una prospettiva di medio-lungo termine il mercato sarà “pacifico”.
Insomma, difendere il suolo agricolo non è solo una giusta opzione per l’ambiente, il paesaggio, la buona agricoltura. E’ una scelta strategica per il Paese, tanto più in questo momento di crisi in cui non è con la semplice correzione della rotta che si risolvono i problemi: occorre un cambio di paradigma, nuovi modelli di sviluppo. E il suolo agricolo costituisce uno degli asset fondamentali per il futuro dell’Italia.
La bozza di disegno di legge è migliorabile ma è buona. E’ imperniata su 3 elementi. Il primo è l’idea di determinare l’estensione massima nazionale di superficie agricola edificabile, con lo scopo di porre un tetto massimo non superabile al consumo di suolo.
Il secondo elemento, a complemento del primo, è il congelamento del cambio di destinazione d’uso per i terreni agricoli che hanno ricevuto un aiuto comunitario: se prendi i soldi della Pac, per 10 anni non puoi rendere edificabili quei terreni.
Il terzo punto (forse il più importante) è l’abrogazione della normativa che consente ai Comuni di utilizzare gli oneri di urbanizzazione per finanziare la spesa corrente.
Catania ieri ha affermato di aver trovato appoggio nei colleghi Clini, Moavero, Ornaghi e – udite bene! – Passera. Di sicuro ha incassato il consenso di quelle organizzazioni che da anni si battono per fermare il consumo di suolo in Italia, che hanno apprezzato non solo la proposta ma il quadro entro cui essa è stata presentata. Il ministro ha invitato le associazioni a mandare i propri contributi per migliorare il testo e credo sia importante che quanti hanno esperienza e competenza in materia rispondano a questo appello.
Nei giorni drammatici e indecifrabili di questa assurda e violenta crisi finanziaria, mi è sembrato di vedere una luce di speranza in fondo al tunnel: da anni anche Slow Food combatte perché il consumo di suolo sia fermato e nel Forum Salviamo il Paesaggio abbiamo incontrato migliaia di cittadini e centinaia di realtà che condividono la stessa battaglia. Speriamo che questa luce di speranza non si spenga, vigiliamo sulla vita di questo disegno di legge, teniamo alta l’attenzione e non manchiamo di far sentire la nostra voce: le occasioni non mancano, per chi ha voglia di partecipare. E mai come oggi la partecipazione è necessaria e fondamentale.

( la povertà ) Guerra all’Italia: torneremo poveri come cent’anni fa



Nel disinteresse generale il Parlamento ha approvato il Fiscal Compact. E questo disinteresse, costruito dalla disinformazione di regime, è l’ultimo segnale del disfacimento della nostra democrazia. In tutta Europa, di Europa si discute e sull’Europa ci si divide. In Irlanda si è fatto un referendum. Da noi una Camera quasi vuota e con l’assenza dei principali leaders, approva il più brutale e vasto servaggio economico della storia repubblicana. Secondo quel patto, che i cittadini non per colpa loro ignorano, l’Italia si impegna a dimezzare in venti anni lo stock del debito pubblico. Cioè dobbiamo pagare 1000 miliardi, 50 all’anno. In aggiunta agli interessi che ora ci costano 80 miliardi all’anno. Insomma un costo paragonabile alle riparazioni di una guerra perduta. E di guerra infatti ha parlato Monti, guerra al popolo italiano.

Il Fiscal Compact non può minimamente essere rispettato senza portare il reddito e le condizioni sociali del paese indietro di un secolo, esattamente come si sta facendo in Grecia, Spagna, Portogallo. Ma di tutto questo la politica italiana non discute, quella di centro sinistra meno di tutte. In una recente intervista Bersani ha parlato di alleanza di progressisti e moderati, ma che ridicolo teatrino è? Se si rispetta il Fiscal Compact si dovrà continuare ed estendere il massacro sociale. Se lo si mette in discussione, si dovrà rompere con Monti, Draghi, Merkel e… Napolitano. Tutto il resto sono chiacchiere. Esattamente quelle che fanno, per non pagare dazio, Bersani e gli altri tifosi del vecchio centrosinistra, come Vendola.

Tutti costoro fanno finta di non essere in questa Europa delle banche, che detta le decisioni alla politica. Aggiornate il calendario, signori. Non siamo alla vigilia delle elezioni del 2006. Allora il centrosinistra imbrogliò con un programma di 200 pagine e altrettante versioni, volete riprovarci oggi? Diteci con onestà se volete continuare con la politica di Monti o rompere con essa. Dateci con onestà la ragione di fondo per non votarvi.

martedì 17 luglio 2012

La prossima depressione causerà la fine della civiltà ?


July 17, 2012 – ECONOMY - The risk of a new depression — a sustained, severe recession — has struck fear into the heart of markets and driven monetary policy in developed economies since the current financial crisis began. “We’re in a very unfortunate position to be here,” Richard Duncan, author of The New Depression, warned on CNBC’s “Squawk Box Europe” Monday. “When we broke the link between money and gold, this removed all constraints on credit creation. This explosion of credit created the world we live in, but it now seems that credit cannot expand any further because the private sector is incapable of repaying the debt it has already, and if credit begins to contract, there’s a very real danger that we will collapse into a new Great Depression,” he argued. “If this credit bubble pops, the depression could be so severe that I don’t think our civilization could survive it.” The explosion in cheap credit has been widely blamed for the global financial crisis, but the debate about how to fix the problem continues. “We could keep deferring the depression, but that could just encourage the bad guys. If you do this, you possibly do more harm than good,” Roger Nightingale, economist and strategist at RND Associates, told CNBC Monday. “You can defer, but not prevent.” Nightingale argued that previous credit booms, for example in Japan in the 1980s, have led to sustained recessions. “When you throw money into the system at a rate much in excess of the requirements of the real economy, you’re trying to get people to borrow and spend, but the good guys out there won’t because they’re too cautious. It’s the bad guys who come in, the malefactors,” he said. “When the central banks realize what is going on and raise interest rates, it flings the world economy into depression.” The ideas of Milton Friedman, the Nobel Prize-winning economist who argued that monetary policy should constantly expand, informed some of the Fed’s response to the crisis. “Policymakers really believe that if we allow credit to contract, we will reach a new Depression,” Duncan said. “The increase in government debt is making total debt grow; otherwise we would already have collapsed in to a debt-deflation death spiral. This creates great perils, but also tremendous opportunities.”
 Craig Venter, scienziato e imprenditore americano, spiega che ormai siamo entrati nell’era della biologia digitale. È ormai possibile «progettare in laboratorio cellule che non esistono in natura, proprio come farebbe un architetto o un ingegnere, per poi farle diventare reali». Il Venter Institute sta mettendo a punto un metodo rapidissimo per contrastare le epidemie di influenza.

«Siamo entrati nell’era della biologia digitale». Questo il messaggio di un personaggio abituato a trovare lo slogan migliore per impressionare il mondo come Craig Venter. Sottotitolo: io ne sono il profeta. L’occasione è stata l’EuroScience Open Forum di Dublino (11 - 15 luglio), in cui lo scienziato e imprenditore americano è stato invitato a tenere due interventi sul futuro della ricerca in biologia.
Il muro che separa il mondo biologico e quello digitale sta crollando: già oggi siamo in grado di convertire le molecole del codice genetico in una serie ordinata di bit. Ma, sottolinea Venter, è possibile anche fare il contrario: progettare in laboratorio cellule che non esistono in natura, proprio come farebbe un architetto o un ingegnere, per poi farle diventare reali. Una prospettiva che ha già cominciato a dare i primi frutti al J. Craig Venter Insitute e che apre una nuova pagina nella storia della biologia, una pagina nella quale il ricercatore nativo di Salt Lake City vuole essere uno dei protagonisti principali.
Nella sua doppia veste di scienziato e di imprenditore, Venter ha sempre cercato di coniugare ricerca e mercato tecnologica nel modo più fruttuoso possibile. Già alla fine degli anni Novanta, quando lavorava ai National Institutes of Health (NIH) al progetto di sequenziamento del genoma umano, ha visto la possibilità di trarre profitto dalla tecnica che lui e il suo team avevano messo a punto, il cosiddetto shotgun sequencing. Ne nasceva un’azienda, la Celera Genomics, che ha messo una buona dose di sale sulla coda del consorzio pubblico internazionale che cercava di arrivare a un risultato.
Il metodo di Venter, infatti, è ancora oggi efficace ed estremamnte più veloce. Il mondo ha così assistito a una competizione mai vista prima nella storia della scienza moderna, con Venter che diventa un’icona di quel periodo culminato con la pubblicazione della sequenza nel 2000. Venter ne usciva come un personaggio controverso, perché alcuni vedono negli interessi privati ed economici sul genoma come una mezza eresia, ma capace di una svolta a tutta la vicenda del sequenziamento del DNA umano.
A Dublino Venter è stato invitato a tenere una conferenza al Trinity College. Luogo e titolo, Che cos’è la vita?, sono gli stessi di uno storico intervento che il fisico Erwin Schrödinger tenne nel 1943, anticipando di un decennio la scoperta della forma del DNA di Francis Crick e James Watson. Venter non teme il confronto con la storia e si pone volentieri alla fine di una lunga catena di avanzamenti scientifici come il primo ad aver creato un battere controllato da materiale genetico completamente sviluppato in laboratorio.
Era il 20120. Oggi Venter è pronto per un altro salto nel futuro con la “digitalization of biology” raccontata a Dublino. Il primo passo del processo è già nella pipeline del suo istituto-azienda. Collaborando con l’NIH e la multinazionale del farmaco Novartis, il Venter Institute sta mettendo a punto un metodo rapidissimo per contrastare le epidemie di influenza. Per realizzare un vaccino è necessario conoscere dettagliatamente il DNA del virus che causa la malattia.
Con le tecniche di sequenziamento messe a punto dal team di Venter presto sarà possibile farlo in meno di ventiquattro ore. Una volta isolato il virus, il “Venter Institute digitalizza il DNA e lo invia in forma digitale alla Novartis” che da queste informazioni è in grado di ritornare sul piano biologico e sintetizzare il vaccino. Un giorno non molto lontano, ipotizza Venter, “avremo una piccola device collegata al nostro computer in grado di convertire un DNA digitale i un farmaco reale in pochi minuti”. Magari personalizzato, dopo che con la stessa tecnologia avremo mandato a chi produce il farmaco un campione digitale del nostro DNA.
L’importanza scientifica di tutto questo lavoro non è in discussione e anche una parte della comunità scientifica sembra aver ormai messo da parte le proprie reticenze. Ma le fortune del Venter Institute continuano a generare malumori. La fortuna industriale della maggior parte delle meraviglie di scienza applicata di cui ha parlato a Dublino si basano sulla possibilità di proteggere con il copyright le sostanze e le sequenze di DNA che vengono prodotte al computer e vengono poi sintetizzate in laboratorio.
Nel caso del vaccino dell’influenza, per esempio, se la tecnologia impiegata per la digitalizzazione rimane di proprietà del Venter Institute, l’NIH dovrà pagare per utilizzarla oppure comperarla. Si tratta di una situazione che a una fetta della comunità scientifica, mai come oggi coinvolta in una discussione sull’accesso aperto alle scoperte scientifiche, non si sente di sposare. Soprattutto perché, in questo, caso a godere i frutti dell’investimento pubblico sarebbero le farmaceutiche come Novartis.
Un altro tema è quello della brevettazione di nuove forme di vita. Quando Venter ha solcato i mari con il suo yacht, il Sorcerer II, alla ricerca di nuovi batteri che potessero produrre sostanze utili, si è visto rifiutare il brevetto perché secondo la legge statunitense non si poteva parlare di frutto dell’ingegno umano. Forse è uno dei motivi per i quali il progetto è divetanto secondario nelle attività del Venter Institute, che ha preferito concentrarsi su batteri creati ex novo in laboratorio.
Batteri “inventati” in laboratorio per scopi specifici “ci possono aiutare a produrre cibo in modo sostenibile per i nove milioni di esseri umani che popoleranno la Terra nel giro di poche anni”, sottolinea Venter, “ci aiuteranno a produrre fonti energetiche economiche e pulite, potranno aiutarci a purificare l’acqua dagli inquinanti e a produrre nuovi farmaci”.
Ovviamente in questa storia Venter e il suo istituto sono il nodo centrale in un connubio di ricerca, applicazione tecnologica e industrializzazione dello sforzo scientifico. Dovesse avere successo anche questa volta, le controversie sulla sua figura non potranno che aumentare. Ma fin dal sequenziamento del DNA l’approccio da maverick di Venter ha sempre avuto il merito di generare novità e speso di fungere da vero e proprio acceleratore per l’innovazione.
http://www.linkiesta.it/craig-venter

lunedì 16 luglio 2012

Grafene: Desalinizzare l’Acqua di Mare in Modo Sostenibile


La disponibilità di acqua dolce sta diminuendo in tutto il mondo. Un problema che è destinato a crescere sempre più nel futuro. Un team di ricercatori del MIT ha sviluppato un metodo di utilizzare il grafene per filtrare acqua salata. La notizia di come il nuovo metodo di desalinizzare l’acqua di mare a basso consumo energetico ed economicamente sostenibile sta facendo il giro del mondo.
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Desalinizzazione e Risparmio Energetico

“Non ci sono molte persone che stanno lavorando sulla desalinizzazione da un punto di vista dei materiali” afferama Jeffrey Grossman, del MIT. Attualmente il metodo più utilizzato per desaalinizzare l’acqua di mare è quello ad osmosi inversa. Lo svantaggio è che richiede durante il processo di desalinizzazione una notevole pressione dell’acqua, che a sua volta richiede una notevole quantità di energia.
Ad oggi un metodo per rendere energicamente sostenibile il processo di desalinizzazione è stato quello (utilizzato dalla marina statunitense) di migliorare la convenzionale osmosi inversa con risultati di risparmio energetico del 65%.
Un nuovo approccio invece proviene dall’università del Colorado, dove i ricercatori stanno lavorando su una cella a combustibile microbica in grado di funzionare con acqua di mare o acque reflue. Il risultato è molto interessante perché oltre a generare elettricità, la cella a combustibile dissala o purifica l’acqua oltre a produrre idrogeno.

La Soluzione Offerta dal Grafene

Come la cella a combustibile microbica, la ricerca del MIT rappresenta una rottura significativa con l’attuale tecnologica per desalinizzare. Come descritto nella ricerca, il team del MIT ha creato un foglio di grafene che grazie alle dimensioni dei suoi fori è in grado di impedire il passaggio delle molecole di NaCl, lasciando invece passare le molecole d’acqua. “Siamo rimasti molto sorpresi dal modo in cui il grafene eseguisse il suo lavoro rispetto altri materiali utilizzati nelle simulazioni”, continua Grossman.
La chiave del nuovo processo che utilizza il grafene è dato dal controllo molto preciso della dimensione dei fori del foglio di grafene. “La dimensione ideale è di un nanometro, o miliardesimo di metro”, spiega Grossman e continua: “se i fori fossero più piccoli le molecole dell’acqua non passerebbero, mentre se fossero più grandi, anche il sale vi passerebbe”.
In termini di consumo di energia, la soluzione che utilizza il grafene è in grado di generare acqua dissalata ad una velocità molto maggiore utilizzando la stessa quantità di energia rispetto l’osmosi inversa. Attualmente il team delMIT si sta concentrando su una prima reale applicazione della tecnologia. Ad oggi infatti i ricercatori possono solo verificarne il modello matematico a computer.

Il Grafene: Soluzione Totalizzante?

Il grafene negli ultimi anni viene utilizzato in numerose tecnologie. Fin dalla sua scoperta nel 2004, il grafene ha generato migliaia di articoli di ricerca per applicazioni di ogni tipo, dall’utilizzo nelle tecnologie sostenibili alla nuova generazione di dispositivi elettronici.
Lo studio del grafene inoltre ha dato vita anche a nuovi metodi di rifinire i materiali convenzionali per ottenere risultati simili. Ad oggi il grafene si può trovare in fogli ultrasottili costituiti da atomi di carbonio con proprietà di semiconduttori. Notoriamente è piuttosto difficile da lavorare per non parlare di processi di industrializzazione su scala commerciale.

In Spagna e' quasi rivoluzione, si uniscono alla protesta le forze armate!


In Spagna e' quasi rivoluzione,le misure si austerity imposte dal governo spagnolo non sono andate proprio giu' al popolo.Abolizione della tredicesima, riduzione delle ferie, ad altri durissimi provvedimenti ai danni dei dipendenti pubblici stanno facendo mobilitare migliaia di persone che stanno manifestando nella capitale Madrid,ma la cosa piu' sorprendente e che le Forze armate spagnole si associano alla protesta contro "lo smantellamento dei diritti che non avremmo mai dovuto perdere". E' quanto si legge in una nota dell'Associazione di categoria I militari, in quanto statali, sono colpiti dalla manovra del governo Rajoy che prevede l'eliminazione della tredicesima e la riduzione delle ferie. Il comunicato critica il governo, "a corto di idee" e sottolinea: "la nostra capacità di sopportazione ha un limite"

venerdì 13 luglio 2012

APPELLO AI MINISTRI: SALVATE L'AGRO ROMANO DA UNA NUOVA COLATA DI CEMENTO!


Al Ministro dei Beni e le Attività Culturali Prof. Lorenzo Ornaghi
Al Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Dott. Mario Catania
Al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Prof. Corrado Clini 
Bra (Cuneo), 11 Luglio 2012

Oggetto: Richiesta urgente.

Ci permettiamo di rivolgerVi questo appello urgente per scongiurare l’attuazione del progetto di “Housing Sociale” dell’Amministrazione capitolina, un intervento che avrebbe esiti devastanti per l’Agro Romano.

Lo sviluppo dell’edilizia residenziale a Roma negli ultimi anni è quantificabile in milioni di metri cubi. Nonostante l’eccesso di offerta immobiliare, le fasce deboli della popolazione stentano tuttavia a trovare alloggi: una situazione paradossale perché mal governata, che genera sprechi inauditi.
La risposta dell’Amministrazione di Roma a questo problema è peggiore del male:un piano di Social Housing che afferisce in parte al PRG vigente, in parte al Piano Casa. Individuando cosiddetti “ambiti di riserva a trasformabilità vincolata”, il piano prevede la realizzazione di complessi residenziali nell’Agro Romano, lo stesso celebrato dai grandi viaggiatori dell’Ottocento – da Goethe a Gogol, da Byron a Stendhal – e tutelato come bene paesaggistico di eccellenza coerentemente con i Principi Fondamentali della Costituzione Italiana, Art. 9.
L’Amministrazione capitolina, con Delibera di Giunta n. 315 del 15 ottobre 2008, ha dato l’avvio all’operazione con un invito pubblico volto a individuare le aree disponibili. A inizio 2012, 160 delle oltre 330 proposte inviate da proprietari terrieri, corrispondenti a circa 2.300 ettari di territorio comunale, sono state ritenute ammissibili.

La Giunta capitolina vuole procedere rapidamente all’approvazione di una variante urbanistica che consenta la costruzione di almeno 30mila nuovi alloggi su queste 160 aree, in prossimità di zone preziose – alcune addirittura vincolate – come il Parco dell’Appia Antica, il Parco di Veio o le Riserve Naturali del Litorale Romano e della Marcigliana.

Questo piano, signori Ministri, va bloccato per molte ragioni.

La prima, fondamentale, è la tutela dell’Agro Romano come bene culturale, inteso in senso sia paesaggistico, sia archeologico.

La millenaria commistione di paesaggio agricolo e testimonianza antica rende insufficiente la tutela del singolo sito e richiede, invece, una profonda attenzione alla continuità del tessuto territoriale: sono i vasti ambiti dell’Agro a dover essere tutelati, come già fatto con il comprensorio della via Ardeatina.

La seconda ragione, altrettanto importante, è che l’Agro non è solo una riserva unica sul piano culturale, ma è per la Capitale una riserva ambientale e alimentare di prim’ordine, qualitativo e quantitativo.

Una superficie naturalmente vocata allo sviluppo di un’agricoltura sostenibile, di una catena logistica virtuosa a chilometro zero e di multifunzionalità per le aziende agricole.

La terza ragione è la completa inadeguatezza del piano di “Housing Sociale” rispetto alle esigenze delle persone cui si rivolge.

Esse sarebbero alloggiate in ghetti urbani lontanissimi da tutti i servizi (il piano prevede una deroga per innalzare a 2,5 km la distanza ammissibile delle abitazioni dalle linee – si badi, non dalle fermate! – di trasporto pubblico). Il Comune sarebbe tenuto a realizzare tutte le infrastrutture necessarie, vista la localizzazione in aperta campagna, dando il colpo di grazia alle aree verdi interessate.

La quarta ragione, non meno solida delle altre, è di ordine meramente economico.

Le periferie (e non solo) di Roma come di tante città italiane sono piene di abitazioni nuove, vuote, che presto diventeranno obsolete, come già accade in Spagna: secondo stime Nomisma, ci sarebbero in Italia 700.000/800.000 alloggi in attesa di acquirente. Nella Capitale sono migliaia: risorse ingenti, in gran parte sconosciute, che l’Amministrazione può riscoprire per far fronte all’emergenza abitativa; milioni di metri cubi inutilizzati, di proprietà pubblica, che una sana spending review potrebbe censire e destinare al recupero a fini residenziali. Un’iniziativa che, a costi competitivi, potrebbe comunque fornire lavoro a un settore, quello edile, in stato di profonda crisi.

Il Forum Italiano dei movimenti per la terra e il paesaggio ha già inviato due lettere al Sindaco di Roma Gianni Alemanno per sollecitare il censimento degli edifici sfitti, vuoti e inutilizzati, senza ricevere alcuna risposta.

Si tratta di elementi di conoscenza di estrema importanza per monitorare lo stato dell’offerta edilizia e ragionare sul fenomeno del consumo di suolo nel Comune di Roma.  Un recentissimo studio dell’Ispra rileva un incremento della superficie impermeabile nella Capitale pari a più di 300 ettari annui.

Per tutti questi motivi vi chiediamo di attivarvi con i poteri di cui disponete per la salvaguardia dell’Agro Romano, inibendo e bloccando ogni iniziativa irreparabilmente offensiva di questo patrimonio storico, ambientale, paesaggistico e agricolo.

Certi di incontrare la Vostra attenzione e sensibilità, restiamo in attesa di una Vostra parola e salutiamo con viva cordialità.
Per il Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio
Alessandro Mortarino
(Coordinatore nazionale del Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio)

venerdì 6 luglio 2012

Carne, pesce, uova e latte uccidono - Mangiare proteine animali causa malattia


GHIACCI PERENNI IN CRESCITA NEI PROSSIMI ANNI



Una credenza da sfatare è quella che se in inverno non fa abbastanza freddo i ghiacciai sono destinati inevitabilmente a scomparire. La realtà supportata da dati è ben diversa: infatti può anche fare inverni freddissimi, ma se l’accumulo nevoso sui ghiacciai non è abbondante, durante il periodo estivo le lingue glaciali perdono terreno perché a diretto contatto con l’insolazione solare e le temperature che, normalmente alla nostra latitudine, vanno sopra lo zero anche oltre i 3500 m.
L’effetto albedo è l’unica fonte di salvezza per il ghiaccio, creando una situazione micro-climatica che permette al ghiaccio, accumulato in decenni, di resistere.
Un buon apporto nevoso durante il semestre freddo protegge il ghiaccio (che non è altro che la compressione e la cristallizzazione della neve in tempi lunghi, normalmente superiori al decennio, da qui l‘effetto vitreo trasparente). I ghiacciai alpini, ma in particolare per i rarissimi presenti in Appennino, resistono all’estate anche per un accumulo nevoso a monte del nevaio. Più neve c’è a monte e più resistono alla fusione estiva.
Sostanzialmente, quanto più l’innevamento è generoso durante il semestre freddo tanto più la lingua glaciale resiste alla fusione estiva; da qui posso affermare che lo scioglimento glaciale estivo è direttamente proporzionale alla quantità di neve caduta durante il periodo freddo.
Di certo non è l’aumento termico medio (parliamo di uno o due gradi al massimo) a causare la distruzione di un ghiacciaio, ma la sua naturale alimentazione.
Tutti sappiamo che i ghiacciai alpini negli ultimi decenni si sono ridotti, in alcuni casi anche in maniera disastrosa dal punto di vista paesaggistico e micro-climatico, ma c’è una motivazione fondamentale, che esula dal Global Warming, ma che deriva da una situazione climatica di ampio respiro a livello emisferico.
Più volte ho scritto e ribadito quanto il Sole influenzi l’andamento climatico terrestre, del resto basta abbinare i periodi di bassa o alta attività solare con l’andamento climatico terrestre, ma non voglio ribadire il discorso ormai quasi nauseante. Ricordo solo i principali indici che divengono negativi con bassa attività solare e positivi con forte attività solare, in particolare ENSO, PDO, SOI, AO, NAO e, non per ultimo ma importantissimo a livello europeo e per il clima mediterraneo, l’AMO.
L’AMO ( Atlantic Multidecadal Oscillation- Oscillazione atlantica multi decennale ), che non è altro che l’oscillazione termica dell’oceano Atlantico centro-settentrionale, rappresenta un indicatore sempre più importante e fondamentale per gli sviluppi di varie teorie climatiche e base per tendenze stagionali ad ampio respiro. Oggi, in seguito a studi mirati, siamo in grado di stilare tendenze prognostiche meteo-climatiche annuali sempre più affidabili ed è per questo che con il WPS, nella ricerca dell’ottimizzazione, questo indice rappresenta un pilastro portante insieme all’Enso e al QBO, che per il Vecchio Continente sono fondamentali.
Ricordiamoci sempre, perdonatemi se lo ripeto, che gli indici teleconnettivi variano a seconda delle variazioni dei cicli solari, ed è per questo che parlo di AMO che al momento e fino a pochissimo tempo fa sembrava non essere correlato con l’attività solare, addirittura, in seguito a studi mirati, con una variabilità del segno, dal positivo al negativo e viceversa, ogni 30 o 40 anni. Ora posso sostenere che anche questo indice varia il segno a seconda del ciclo solare.

Ricordiamo come durante questa fase di minimo solare, questo indice sia tornato in territorio negativo e con esso e nonostante un debole ENSO positivo, che presto tornerà ad essere negativo (breve ripresa in segno positivo dettato dall’andamento stagionale, l’inverno nel continente europeo sia divenuto più freddo e con maggiori apporti precipitativi. Un Amo negativo vuol significare un flusso atlantico a più a basse latitudini con sistemi ciclonici che coinvolgono più direttamente il Mediterraneo e il nord Africa e maggiori possibilità di estensione dell’anticiclone russo-siberiano verso ovest. Ne abbiamo avuto prova l’inverno passato!!!
Quando sostenevo, nel lontano 2000, che il clima sarebbe cambiato sul Vecchio continente verso un raffreddamento, deriso dai promotori del GW spalleggiati dalle multinazionali per interessi economici e governativi, intendevo questo. N
ei prossimi anni questo andamento climatico si rafforzerà e avremo modo di constatarlo anche nel periodo estivo dalla famosa data del 2012, ricordo ancora una volta che nulla ha a che fare con la leggenda dei Maya.
Tutto questa variazione dal tema principale dei ghiacciai per confermare un trend di crescita delle lingue glaciali entro un quinquennio, già del resto visibile ai nostri occhi su molti dei ghiacciai mondiali, ma presto anche su quelli alpini e appenninici.
Infatti con AMO negativo e maggiori apporti nevosi, dettato dalle maggiori perturbazioni atlantiche in arrivo a bassa altitudine, e con maggiori influenze fredde continentali, che compattano e cristallizzano la neve trasformandola in ghiaccio, i nostri ghiacciai non possono far altro che avanzare e maggiori saranno le possibilità di vedere inverni con i fiocchi sulla nostra penisola, non per niente cito i due mesi continuativi di neve in pianura padana – lascio a chi vuol intendere la neve a Roma. Non dettati da warming stratosferici o situazioni particolari, ma normalità climatica che nei prossimi anni sarà sempre più evidente.

Per chi vuole dei dati riporto il grafico dell’AMO dell’ultimo secolo, collegatelo con i periodi più freddi e nevosi e viceversa; non vi sembra che il quadro termico e l’AMO siano direttamente proporzionali?

Poi per gli scettici e coloro che osteggiano alle tesi diverse da quelle dettate dalle lobbies internazionali riporto il grafico della CO2, inconsapevolmente diventato il pretesto e l’assassino del pianeta, quando invece rappresenta il nutrimento e il rinvigorimento di tutte le specie vegetali e fonte di ossigeno per tutti gli animali, compreso l’uomo.

Rispondo da subito alla domanda comune: ma allora da dove viene l’aumento della quantità di CO2 nell’atmosfera se non è l’uomo che l’influenza?
Semplicemente dagli oceani
, enormi immagazzinatori di anidrite carbonica e non solo, che con l’aumento termico di Gaia, dettato dal forte ciclo solare da poco finito, hanno e stanno ancora rilasciando nell’atmosfera enormi quantità di gas serra.
Maggiori sono le temperature oceaniche e minore sarà l’assorbimento di Co2 da parte degli oceani; più freddi saranno gli oceani e maggiore sarà la Co2 assorbita dagli oceani.
Il raffreddamento degli oceani è cominciato e presto i livelli di gas serra scenderanno di nuovo su valori da noi conosciuti e considerati nella media. Media di cosa poi, degli ultimi 100 anni??? Ricordiamoci che la Terra vive da oltre 4 miliardi di anni e l’andamento climatico terrestre è variato di certo non per colpa dell’uomo.
Sottolineo che dobbiamo combattere l’inquinamento da parte di sostanze tossiche, prodotti petroliferi e radioattivi, non di certo contro la CO2.
Un cordiale saluto
Luca Romaldini

Fonte:http://www.newsclima.it/2007/02/14/ghiacci-perenni-in-crescita-nei-prossimi-anni/

80% of the world’s industrial activity is now contracting

Tomorrow's NFP may or may not beat expectations, following some modestly better than expected employment-related data points (then again last month NFP was again supposed to come in solidly above 100K only to cross below the critical threshold), but keep one thing in mind: with the average June seasonal adjustment being a deduction of over 1 million jobs, several tens of thousands in marginal absolute job numbers + or - will be nothing but statistical noise. Furthermore, with seasonality playing such a huge role tomorrow, it is quite likely that merely the ongoing seasonal giveback will result in June being yet another subpar month. And that does not even take into account the quality assessment of the job number, which if recent trends are any indication, will be another record in part-time jobs at the expense of full-time jobs. Yet no matter where the NFP data ends up, the following chart from David Rosenberg puts a few thousand job into perspective, showing that regardless of how many part-time jobs the US service industry has added, there is a far greater problem currently developing in the world: "We now have 80% of the world posting a contraction in industrial activity." This is the second worst since the great financial crisis and only matched by last fall, when in response Europe launched a $1.3 trillion LTRO and the Fed commenced Operation Twist. Now except the occasional rate drop out of the PBOC or modest QE expansion out of the BOE (not to mention the Bank of Kenya's rate cut earlier), there is no real, unsterilized flow of money coming from central bank CTRL-P macros to stabilize the global economy. Which leaves open the question: just where will the latest spark to rekindle global growth come from? And no, 10 hours a week waitressing jobs in Topeka just won't cut it. –Zero Hedge
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martedì 3 luglio 2012

Mexico declares national animal emergency due to H7N3 outbreak of bird


July 3, 2012 – MEXICO The Mexican government declared a national animal health emergency on Monday in the face of an aggressive bird flu epidemic that has infected nearly 1.7 million poultry. More than half the infected birds have died or been culled, the agriculture ministry said of an epidemic that was confirmed on Friday by the UN's Food and Agriculture Organization (FAO). “We have activated a national animal health emergency... with the goal of diagnosing, preventing, controlling and eradicating the Type A, sub-type H7N3 bird flu virus,” the ministry said. Health officials keep a close watch on such outbreaks in Mexico since so-called swine flu began there in 2009. The H1N1 virus spread into a global pandemic that claimed the lives of 17,000 people. The virus responsible for Mexico's current bird flu outbreak, H7N3, has occasionally caused human disease in various parts of the world, according to the UN, but has not shown itself to be easily transmittable between humans. The outbreak was first detected on June 20. The FAO reported on Friday that 1.7 million birds had been contaminated and 870,000 had died at 10 breeding farms in the western state of Jalisco.  –