Plastica, vetro, rame: tutto si recupera E c'è chi «ruba» i televisori abbandonati
L'ultimo viaggio del televisore
di P.D'Amico - N.Vaglia
di P.D'Amico - N.Vaglia
Ha nove vite come i gatti la tv. Oggi la rottami, domani la ritrovi al supermercato sotto forma di «ometti» appendiabiti. O di mattonelle colorate per la cucina. Dai vecchi tubi catodici e dal piccolo schermo che per vent'anni hanno dispensato ore e ore di informazione e intrattenimento, rinascono metalli oggi quasi più preziosi dell'oro: chili di rame. E stagno e nichel. Che saranno raffinati e rifusi per diventare il cuore di cavi, bobine, motori. E quella vecchia scatola grigia è tutta plastica che macinata, lavorata, ridotta in minuscoli frammenti verrà avviata a chi la trasforma in granuli: pregiata materia «seconda», ora che il prezzo del petrolio sta salendo alle stelle. Miracoli del riciclo. Ecco la morte e resurrezione di un televisore, che abbiamo seguito dalla casa dove è rimasto per qualche lustro alla Relight Italia di Rho, azienda nata negli anni Novanta per ritirare e riciclare lampade al neon e oggi leader nel recupero di rifiuti elettrici ed elettronici.
Un'operazione in cinque mosse. La prima consiste nel chiamare il numero verde di Amsa (l'azienda per lo smaltimento dei rifiuti cittadina), 800332299, oppure scrivere una e-mail a servizioclienti@amsa.it, collegandosi al sito www.amsa.it. Una squadra di addetti arriverà a casa vostra nel giorno e nell'orario stabilito insieme: 28 euro la tariffa (per un televisore di 25 chili da ritirare al quinto piano). L'alternativa è rivolgersi al negoziante che vi venderà quello nuovo e che ha l'obbligo di ritarare il vecchio. Vietato, invece, lasciare l'apparecchio fuori casa, sul marciapiedi. Perché - spiegano gli addetti - rischiano di essere «cannibalizzati» da bande specializzate che rubano rame e disperdono le polveri inquinanti. Le stesse bande che non hanno timore di assaltare il deposito di Muggiano, alla periferia Ovest della città, dove i vecchi televisori verranno stoccati in attesa del conferimento alle aziende specializzate nel riciclo.
Amsa, nel 2010, ha avviato a smaltimento 84 mila apparecchi. Ma alla Relight, riferimento anche per Piemonte e una parte della Liguria, nello stesso anno ne sono arrivate 15 mila tonnellate. Quanto possono trasportare cinquemila camion, che messi l'uno in fila dietro l'altro farebbero una carovana lunga da qua a Piacenza, 74 chilometri circa. Di un televisore, come spiega l'ad della Relight, Bibiena Ferrari, oggi si recupera il 95 per cento. Domani anche di più. Ovvero anche una quota delle «polveri inquinanti», fluorescenti, che costituiscono il tema caldo del riciclo e che devono essere aspirate sotto cappe speciali. «All'interno dello schermo ci sono sostanze importanti da un punto di vista ambientale, terre rare che stanno nella tabella periodica degli elementi chimici presenti in natura: lantanio, indio, itrio, importanti per l'industria elettronica. Senza di esse, il 90% delle apparecchiature elettroniche non esisterebbe».