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martedì 22 febbraio 2011

2.000 watt Society

La suggestione di una “2.000 watt Society” nasce nelle aule del Politecnico Federale di Zurigo nel 1998. Da dove viene questa proposta tecnologica? 17.500 kilowattora sono il consumo annuale medio di energia nel 2008 di ogni uomo sulla Terra: cioè 2.000 watt di potenza richiesta in continuo. Quanto richiedeva un cittadino svizzero nel 1960. Oggi, il medesimo cittadino richiede 5.100 watt di potenza, un italiano quasi lo stesso (viviamo in un clima più caldo, ma abbiamo più manifatture), e un cittadino della vecchia Europa (quella dei 15) arriva a 6.000 watt. La metà di uno statunitense, che tocca i 12.000 watt! Proseguendo con i paragoni, un cinese “funziona” con 1.500 watt, un indiano si deve accontentare meno di 1.000, un africano di 500, mentre per un abitante medio del Bangladesh solo di 300. La sfida che i tecnici svizzeri si sono posti è nata da un impegno morale: se si vuole garantire fonti energetiche a tutti nel mondo e se si devono arrestare i cambiamenti climatici è allora necessario ridurre il nostro consumo di combustibili fossili (carbone, petrolio e anche metano). Non più di 2.000 watt a testa nel mondo, solo 500 dei quali derivanti da combustibili fossili entro il 2050 (www.novatlantis.ch). 500 watt “fossili” corrispondono infatti all'emissione di circa una tonnellata di gas climalteranti (CO2 equivalente all'anno), contro le 8 degli europei e le preoccupanti 4,6 dei cinesi e 1,2 degli indiani. Un obiettivo coerente con quello che i G8 si sono posti a L'Aquila nel giugno del 2009: ridurre tra l'80 e il 95% le emissioni dei paesi più sviluppati al mondo entro il 2050! E' così che in Svizzera si mette a punto il nuovo standard adottato per la costruzione degli edifici (si chiama Minergie, e si propone di abbassare rapidamente i consumi di riscaldamento a un decimo degli attuali), si costruiscono i primi quartieri (Basilea, Zurigo...) a basse emissioni e diversi Cantoni aderisco alla Società 2000 watt (Turgovia, Berna, Uri, Lucerna). Nasce il Progetto “Città dell'energia” e il Consiglio federale la inserisce nella strategia di governo per lo sviluppo sostenibile (sull'argomento, vedi anche il capitolo 2 del volume “Green Life”, Edizioni Ambiente 2010).