Passa ai contenuti principali

Post in evidenza

Satelliti Che Perdono Segreti

Poco meno di mille dollari: con questa cifra un team di ricerca è riuscito a raccogliere, per anni, traffico satellitare geostazionario non cifrato . È una cifra bassa — e questo è il punto: la vulnerabilità non risiede in hardware esoterico ma in pratiche di configurazione e in assunzioni sbagliate sull’obscurity del mezzo. Come hanno fatto  Il principio è semplice: molte stazioni geostazionarie trasmettono segnali che coprono vaste porzioni di superficie; un’antenna direzionale, anche piccola, orientata correttamente riesce a ricevere quei segnali. I ricercatori hanno usato un setup economico, software-defined radio e tool open-source per decodificare e analizzare flussi IP e VoIP. L’operazione è passiva: non si inviano pacchetti né si interferisce — si ascolta. Perché questo è rilevante? Perché la trasmissione on-air non cifrata rimane leggibile a chiunque abbia l’antenna. Non c’è bisogno di attacchi sofisticati o di accessi privilegiati: basta la linea di vista e il know-how ...

: l’energia che imita le stelle

La tecnologia

La fusione di due nuclei d’idrogeno libera un’enorme quantità di energia ed è la reazione fisica, totalmente naturale, che alimenta il Sole e le altre stelle. Il suo grande vantaggio è che non emette gas a effetto serra né sostanze fortemente inquinanti o altamente radioattive, rendendola una fonte energetica estremamente interessante. Inoltre, è virtualmente inesauribile perché utilizza come combustibile una miscela di elementi molto facili da ottenere e cioè deuterio e trizio, due isotopi dell’idrogeno: il deuterio è ricavato dall’acqua di mare, mentre il trizio può essere prodotto da una reazione fisica con il litio. Il problema è che è molto difficile da replicare artificialmente sulla Terra perché richiede di portare gli isotopi di idrogeno a temperature elevatissime: oltre 100 milioni di gradi. A quelle temperature, infatti, gli isotopi di idrogeno perdono gli elettroni trasformandosi in plasma e i loro nuclei possono fondersi per liberare la loro energia atomica. Per arrivare a controllare la continuità della fusione in un impianto per la produzione di energia si sta studiando la tecnologia del confinamento magnetico che, come dice il nome, impiega campi magnetici potentissimi per gestire il plasma in cui avviene la fusione.

La strada verso questa rivoluzionaria tecnologia è lunga, ma percorrerla significa puntare verso un futuro sostenibile: basti pensare che per ottenere la stessa energia prodotta da 8.500 tonnellate di benzina è necessario solamente un chilogrammo di “carburante da fusione”, ma non si producono gas serra o rifiuti pericolosi. Ecco perché stiamo puntando sulla fusione a confinamento magnetico e perché collaboriamo con importanti enti di ricerca pubblici e privati per svilupparla, considerandola una svolta nel percorso di decarbonizzazione.  

https://www.eni.com/it-IT/attivita/fusione-confinamento-magnetico.html