Ma alla fine di tutto vi siete mai chiesti che cosa vuole risolvere Satoshi Nakamoto ?
In pratica, la domanda a cui Nakamoto vuol dare una risposta è: “si può costruire
un sistema per fare transazioni elettroniche che facciano a meno della necessità
di un intermediario (banca) su cui porre la fiducia e che coinvolga solo i diretti interessati ?”. Grazie a bitcoin, Nakamoto è riuscito a dare una risposta pienamente affermativa
a questa domanda, gettando le basi di quella che è diventata una vera e propria
rivoluzione economica e sociale.
Nakamoto continua: “c’è bisogno di un sistema di pagamento elettronico basato solo su prove crittografiche, permettendo di fatto ai diretti interessati di fare un pagamento senza aver bisogno di una terza parte fidata”. La prova crittografica in realtà è un artificio matematico, che serve per dimostrare che un dato non è stato manomesso e ha la particolarità
di essere facilmente verificabile ed essere praticamente impossibile da falsificare.
Ma la cosa importante dell’affermazione di Nakamoto è: i diretti interessati sono
autonomi nel fare questa verifica, non c’è bisogno cioè, di nessuno che garantisca alcunché.
Nessuno che garantisca per LORO, quindi non serve nemmeno una banca
affinché le transazioni tra individui possano essere applicate e validate.
Per iniziare: NON SERVE UNA BANCA ! Il bitcoin nasce nel 2009, mettendo
insieme varie idee già presenti a quel tempo. Già a metà degli anni ‘80
ci furono i primi esperimenti con i quali erano stati avviati test per creare le
prime valute digitali e per dare vita ad un vero e proprio processo di privacy del valore.
I PROGENITORI DI BITCOIN
David Chaum, docente di Informatica all’università di Berkeley ed esperto di
crittografia, nel 1985 aveva pubblicato un paper – intitolato[2]
“Sicurezza senza identificazione: sistemi di transazione per rendere
il Grande Fratello obsoleto” – in cui discuteva la possibilità di creare una
forma di denaro digitale che proteggesse la privacy dei cittadini. Fu
eCash il primo esperimento di valuta crittografica concepita proprio da David
Chaum, che attraverso l'azienda che aveva fondato nel 1990, DigiCash,
aveva avviato un promettente sistema per micropagamenti, considerato un
vero e proprio astro nascente dagli imprenditori digitali dell’epoca. Ma nel
1999 tutto il progetto fallisce, così come la prima vera sperimentazione di
valuta digitale. Sebbene vi fu un fallimento del progetto per cause in parte
indipendenti da fattori tecnologici, è da sapere che se anche ogni singola
persona al mondo avesse usato eCash per le proprie transazioni, le
banche sarebbero comunque state sempre necessarie per confermare
ogni operazione, fossero avvenute su quella piattaforma.
Cio’ escluse a priori che eCash sarebbe stato il progetto decentralizzato e libero
che tutti stavano aspettando. Mentre eCash sprofonda verso un definitivo
fallimento, negli stessi anni un tizio di nome Adam Back, appassionato di
crittografia, stava perfezionando un nuovo sistema di pagamento
digitale, chiamato Hashcash[3]. Hashcash presentato nel 1997, sistemava
uno dei problemi alla base dei progetti di denaro digitale: l’apparente impossibilità
di creare un file digitale, che non potesse venir copiato senza sosta e per risolvere
questo problema, Back si affidò alla crittografia. Grazie all’utilizzo di
complicatissimi elaborazioni matematiche, che dovevano sfruttare il potere
di calcolo dei computer (la cosiddetta proof-of-work), si assicurò che il conio
della moneta avvenisse in un certo tempo, che avesse un costo (energetico)
e che fosse limitata. Sebbene Hashcash rappresento’ una vera e propria
innovazione nell’ambito delle prime valute digitali, uno dei problemi di cui il
progetto soffriva era che Hashcash poteva essere usata per una sola
transazione. I partecipanti erano obbligati a creare nuove monete ogni volta che
volevano fare transazioni e sebbene l'idea era notevole tutto ciò rese Hashcash
un progetto poco pratico. Furono tuttavia le intuizioni di Adam Back a dare il là per
la nascita di b-money, considerato uno dei più importanti progenitori di bitcoin,
elaborato dallo studente di Scienze Informatiche presso la Washington
University, l'intraprendente Dai Wei[4].
Nella soluzioni proposta da Dai Wei, tutti i partecipanti mantengono copie separate dello stesso libro mastro (in cui sono scritte le transazioni tra individui) e ogni volta che viene effettuata una nuova transazione, tutti aggiornano i propri record sul rispettivo libro, in questo modo è impedito a qualsiasi singola entità di bloccare le transazioni, offrendo in questo
modo un livello di privacy e disintermediazione, a tutti gli utenti. Concettualmente
b-money, non è dissimile al funzionamento della Blockchain, un registro
decentralizzato, totalmente disintermediato e non controllato da nessuna entità,
che rende possibile l’esistenza di bitcoin stesso. Tuttavia come Dai ebbe modo di
spiegare bene, b-money non risolve il problema della doppia spesa [7]: “Alice avrebbe
potuto inviare due unità b-money sia al B di Bob che al C di Carol
contemporaneamente, trasmettendo queste transazioni a parti diverse della rete e
sia Bob che Carol avrebbero potuto scoprire in seguito, che metà della rete non
avrebbe riconosciuto i loro equilibri”.
Davvero un bel problema ! Sebbene b-money fu ulteriormente sviluppato, con la versione b-money 2, questo progetto non venne mai realizzato, ma b-money, eCash e Hashcash, gettarono le basi per la realizzazione di successivi progetti, come RPOW (Reusable Proofs of Work) realizzato da Hal Finney che fù anche uno dei primi contributori di bitcoin, ricevendo
dallo stesso Satoshi la prima transazione della storia[10]. Hal Finney scienziato ed
attivista informatico, elaborò una importante novità tecnologica chiamata RpoW
capace di risolvere tra le altre cose, l’annoso problema della doppia spesa. Per
ultimo, ma non per ordine di importanza lo stesso progetto Bit gold [6] proposto da
Nick Szabo nel 1998, fu considerato uno dei primi tentativi di creare una valuta
digitale decentralizzata. In questo senso ci sono molte somiglianze tra l'architettura di
Bitcoin e la proposta di Bit gold, in particolare nei meccanismi tecnici utilizzati per elaborare
le transazioni e proteggere la rete decentralizzata. Proprio per questo motivo Bit gold spesso viene considerato il diretto precursore del protocollo Bitcoin di Satoshi Nakamoto.
Bibliografia
2 https://www.cs.ru.nl/~jhh/pub/secsem/chaum1985bigbrother.pdf [ SECURITY WITHOUT IDENTIFICATION: TRANSACTION SYSTEMS TO MAKE BIG BROTHER OBSOLETE]
.3 https://it.wikipedia.org/wiki/Hashcash [Hascash]
.4 https://bitcoinmagazine.com/articles/genesis-files-if-bitcoin-had-first-draft-wei-dais-b-money-was-it [Se Bitcoin Avesse Una Prima Bozza, Sarebbe Stato Il B-Money Di Wei Dai ]
.5 https://coincentral.com/what-is-bit-gold-the-brainchild-of-blockchain-pioneer-nick-szabo/ [Cos'è Bit Gold?]
.6 https://www.bitconio.net/satoshi-nakamoto/ [Paper di Satoshi in Italiano]
.7 https://coinsutra.com/bitcoin-double-spending/ [la doppia spesa]