Grazie alla Fed, l’economia americana è prossima a soffrire un crash di una intensità tale, da far apparire la crisi finanziaria del 2008 un semplice esercizio di riscaldamento. E’ la previsione elaborata dall’esperto di finanza Peter Schiff e comunicata in occasione di un convegno presso l’Hillsdale College, università che ha sede a Hillsdale, Michigan, Stati Uniti-
Per Schiff si tratta di uno scenario inevitabile, e non c’è niente che il governo o la gente possa fare per impedirlo. Unendo la sua voce al coro di molti altri che ritengono che la Fed abbia fatto più male che bene, Schiff punta il dito contro i tassi di interesse bassi in modo artificiale e rimasti pressocché a zero per ben sette anni, in un contesto in cui il recupero dell’economia degli Stati Uniti non è stato mai in precedemza tanto lento e incerto.
Dimostrazione di come il QE – quantitative easing – lanciato a più riprese dalla Fed non abbia fatto nulla per stimolare la crescita; la beffa, tra l’altro, è che le banche salvate con i ben noti interventi di bail out sono diventate ancora più grandi, smettendo al contempo di erogare prestiti. E oltre che favorire le banche, il QE è servito come sussidio per sostenere le spese pazze del governo.
“Noi siamo una nazione di debitori. Acquistiamo beni dall’estero e prendiamo soldi in prestito per farlo”.
In più, nel sostenere con la sua politica monetaria sia i mercati azionari che quelli obbligazionari, la Fed ha aumentato il gap tra i più ricchi e tutte le altre categorie meno fortunate della società.
Per Schiff la situazione è tale che un basso tasso di inflazione viene percepito dai consumatori come qualcosa di negativo.
“La Fed ha avuto successo con la sua propaganda, secondo cui un aumento del costo della vita è una cosa positiva”.
E ora il governo federale degli Stati Uniti si trova allo stesso punto in cui si trovava prima della Grande Recessione, quando la Fed alzò i tassi di interesse al 5%, provocando un crash nel sistema. Ora, con i tassi a zero, un qualsiasi aumento, anche solo di un quarto di punto percentuale, potrebbe essere devastante.
Nessuna simpatia da parte di Schiff verso l’ex presidente della Fed Ben Bernanke e l’attuale numero uno Janet Yellen che hanno negato l’esistenza di una bolla sul mercato immobiliare, che la manipolazione stessa dei tassi da parte loro ha causato
“Yellen non ci ha avvertiti della bolla, dicendo che chi era preoccupato per la formazione di una bolla sbagliava. (..) E ora, anche se dovessero aumentare i tassi allo 0,25%, nel meeting di dicembre, potrebbero non riuscire ad alzarsi più, di nuovo”.
Il peggio è che, aiutando praticamente tutti nel 2008, Washington ha semplicemente rimandato il problema.
E ora secondo l’esperto, la prossima crisi sarà a livello sovrano, ovvero a essere colpiti saranno il dollaro e i bond Usa. Con un livello del debito talmente elevato, un rialzo dei tassi di interesse renderà impossibile per il governo ripagare i suoi debiti. Di conseguenza, i cittadini non dovrebbero essere tratti in inganno dall’attuale rafforzamento del dollaro, visto che questo è stato alimentato soprattutto dai governi dei paesi stranieri che acquistano il debito Usa.
Quando questi stessi investitori si renderanno conto che l’economiaamericana non è forte come sembra, inizieranno a vendere Treasuries, indebolendo il dollaro e facendo schizzare verso l’alto i prezzi delle materie prime.
L’ironia di tutto ciò è che la Fed sembra non aver capito ancora nulla, secondo Schiff. Il riferimento è al presidente Hoover, che lanciò un pacchetto di stimoli che creò una depressione; poi Frank Delano Roosevelt iniettò ulteriori stimoli creando la Grande Depressione del 2009. E’ la stessa storia che presenta i danni di una politica monetaria basata su tassi di interesse troppo bassi, con esempi come la Grande Depressione e la Grande Recessione.
Ma la Fed sembra essere cieca, visto che la soluzione che propone in caso di problemi economici che si verificano quando i tassi sono bassi e la spesa federale è alta, è quella di abbassare ulteriormente i tassi e spendere ancora di più.
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