Giulio Tremonti (3 L): «Il debito pubblico quest'anno è salito del 7%».
BALLA. Negli ultimi dodici mesi (da novembre 2011 a
novembre 2012, ultimo dato disponibile) il debito pubblico italiano è
salito, rispettando il trend degli ultimi anni. La percentuale di
incremento non è stata però del 7%, come affermato da Tremonti, ma bensì
del 5.75%. A novembre 2012 il debito ha toccato la quota record di 2.020,668 miliardi, 115,656 miliardi in più rispetto ai 1.905,012 del novembre 2011, e per l'appunto, in percentuale, il 5.75% in più.
Pier Ferdinando Casini (Udc): «Gli stipendi italiani sono i più bassi d'Europa».
BALLA. Premesso che gli stipendi italiani non sono
certo tra i più alti d'Europa, Casini incorre in un doppio errore nella
sua dichiarazione. In primo luogo quando si parla di Europa bisogna
considerare 27 paesi, o 17 se si intende esclusivamente l'Eurozona.
In entrambi i contesti l'Italia non è all'ultimo posto per nessun
indicatore. Casini quindi, probabilmente, vuole considerare l'Italia
all'ultimo posto per stipendi tra i paesi più sviluppati del Vecchio
Continente, ma anche qui commette un errore. Il dato cui fa riferimento
il leader dell'Udc nella sua tesi è una pubblicazione Eurostat del 26
febbraio 2012. Nel documento dell'istituto di statistica europeo, l'Italia veniva posizionata al 12esimo posto,
su 16, per stipendi lordi (considerando aziende con almeno 10 persone e
riferendosi ai dati 2009), dietro - oltre ai paesi più sviluppati - a
Grecia, Cipro e Spagna. Nella classificazione Eurostat, però, vi è una
nota che a Casini dev'essere sfuggita: i dati sugli stipendi italiani
risalgono al 2006, a differenza di quelli sugli altri paesi che fanno
riferimento al 2009. L'Istat ha sottolineato questa discrepanza in una nota,
dichiarando che la classifica così pubblicata dall'Eurostat non può
essere considerata attendibile. Prendendo come metro di valutazione il
"Costo del lavoro", pubblicato sempre dall'Eurostat e riferito per tutti
i paese ai dati 2008, l'Italia è al di sopra della media europea (dei
27) e davanti, tra gli altri, a Spagna, Grecia e Cipro.
Pier Luigi Bersani (Pd): «Abbiamo perso 20 punti di produzione industriale dal 2007 a oggi».
BALLA. La considerazione di Bersani poteva ritenersi
quasi corretta se il periodo preso in considerazione fosse andato dal
2007 al 2011. Secondo i dati Eurostat,
infatti, la produzione industriale italiana nel 2007 toccò il picco di
106,44 punti, mentre nel 2011 scese fino a 88,84 punti, facendo quindi
registrare una perdita di 17,6 punti. I numeri più aggiornati (novembre 2012)
fannoperò registrare un forte calo per l'indicatore italiano, sceso
fino a 80,80 punti. L'attuale differenza di produzione industriale dal
2007 ad oggi è quindi di 25,64 punti.
Matteo Salvini (Lega Nord): «In Trentino le nuove imprese non pagano l'Irap».
BALLA. Il Trentino ha recentemente inserito alcune nuove normative per facilitare l'apertura di nuove imprese nel proprio territorio. Tra queste è presente un'agevolazione sull'Irap
(Imposta regionale sulle attività produttive) che permette alle nuove
imprese un taglio di 3 punti sui 3,9% di tassa. In questo modo le nuove
imprese che aprono in Trentino non saranno esenti dal pagamento
dell'Irap come affermato dall'eurodeputato leghista ma dovranno comunque
pagare un - chiaramente vantaggioso - 0.9%
Antonio Ingroia (Rivoluzione Civile): «Ho messo in prima fila davvero soltanto cittadini non professionisti della politica che non hanno mai fatto politica».
BALLA. Come si può verificare dalla composizione delle liste elettorali, l’ex Procuratore palermitano ha candidato alla Camera diverse
figure non nuove all’arena politica: il nome più noto è senz’altro
quello di Antonio Di Pietro, candidato in terza posizione in Lombardia,
Emilia Romagna e Lazio. Altra candidatura eccellente è quella di Paolo
Ferrero,Segretario di Rifondazione Comunista ed ex Ministro del Governo
Prodi, mentre tra gli aspiranti Senatori di
Rivoluzione Civile figura Oliviero Diliberto, da tredici anni
Segretario dei Comunisti Italiani. Un caso a parte è rappresentato da
Giovanni Favia, candidato in posizioni sicure in diverse Regioni per la
Camera: l’ex esponente del Movimento 5 Stelle, infatti, non ha mai
varcato i cancelli di Montecitorio, ma ha fatto parte del Consiglio
Comunale di Bologna e di quello della Regione Emilia-Romagna, incarico
che ricopre tutt’ora.
Silvio Berlusconi (Pdl): «C'è stato anche, ho
verificato oggi, un decadimento del prezzo di tutti gli alloggi gravati
dalll'Imu, che va dall'8 ad addirittura, nelle grandi città, il 20%»
BALLA. Nel terzo trimestre 2012 l'Istat ha rilevato una
diminuzione dei prezzi delle case dell'1,1% rispetto al trimestre
precedente e del 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2011.
Secondo l'Istat il calo tendenziale nel terzo trimestre è il terzo
consecutivo registrato nel 2012, dopo il -0,2% del primo trimestre e il
-2,1% del secondo. Le stime di Berlusconi risultano dunque eccessive.
Silvio Berlusconi (Pdl) 14.01.2013 : «Chi ha avuto una condanna definitiva certamente non sarà in lista».
NON MANTENUTA. L'esclusione dei vari Cosentino, Papa,
Dell'Utri e Scajola, i big definiti "impresentabili", può far pensare
che la promessa dell'ex premier sia stata mantenuta. In realtà, però,
nelle liste presentate domenica sera dal Pdl compaiono ancora dei
condannati. Salvatore Sciascia
(candidato al Senato per la Lombardia) ha una condanna definitiva a due
anni e sei mesi per corruzione risalente al 2001, quando occupava il
ruolo di direttore dei Servizi fiscali per la Fininvest. Sempre nella
lista per il Senato della Lombardia l'ex governatore Roberto Formigoni
ha sulle spalle una condanna per diffamazione (e un procedimento ancora
aperto per corruzione). Nella lista al Senato per la Calabria invece
figura il "Responsabile" Domenico Scilipoti, già condannato in Cassazione per debiti e documenti falsi.
Altri candidati come Raffaele Fitto (Senato per la Puglia), Denis Verdini (Senato per la Toscana), Augusto Minzolini (Senato per la Liguria), Paolo Romani (Senato per la Lombardia), Antonio Angelucci (Senato per la Lombardia) e Luigi Cesaro (Senato per la Campania) hanno invece dei procedimenti aperti.
Roberto Maroni (Lega Nord): «In Sicilia abbiamo 1 dipendente pubblico ogni 270 persone, mentre in lombardiaè 1 ogni 3.157».
BALLA. Per analizzare questa affermazione servono subito dei dati. In primo luogo il numero dei dipendenti pubblici
delle due regioni: la Lombardia detiene il record italiano con 406.429
mentre i siciliani sono "solo" 288.278. Tuttavia bisogna considerare
anche il diverso numero di abitanti
delle due regioni, l'una quasi il doppio dell'altra: Lombardia
9.917.714 e Sicilia 5.051.075. A questo punto l'unico metro di giudizio
per paragonare la proporzione, è considerare il numero di dipendenti pubblici ogni mille abitanti.
In questa classifica la Lombardia capovolge la precendete graduatoria
piazzandosi all'ultimo posto con 44,30 dipendenti ogni 1000 abitanti.
Per la Sicilia invece il numero è più alto con 63 su 1000. Dimostrato
che in proporzione la Lombardia ha meno dipendenti pubblici della
Sicilia, rimane l'esageratezza dei dati citati da Maroni, che vorrebbero
una Sicilia con quasi dieci volte il numero dei dipendenti pubblici
lombardi.
Silvio Berlusconi (Pdl): «L'edilizia residenziale è al
-54%, le auto sono tornate a vendere come vendevano nel '79, la nautica
ha prodotto 33mila disoccupati, le televisioni e i telegiornali hanno
avuto un crollo della pubblicità vicino al 90%».
BALLA. Berlusconi esagera l'entità di dati che,
comunque, evidenziano una situazione molto complessa: nel primo semestre
del 2012 sono calati del 21,8% i permessi di costruire relativi all'edilizia residenziale.
Diminuzione certamente allarmante, ma che in termini percentuali è
stata meno della metà rispetto a quanto indicato dal Cavaliere. Cifre
analoghe, -21,7% e -22%, sono anche quelle in merito al numero di
abitazioni dei nuovi fabbricati residenziali nel primo e secondo
trimestre dell'anno.
Esagerato anche il numero di posti di lavoro persi dal mercato della
nautica. Lo scorso ottobre, in occasione del Salone internazionale di
Genova, l'Ucina ha quantificato in 20mila
- e non in 33mila - il numero di addetti persi dal settore. Anche in
questo caso, comunque, al di là del dato statistico resta valida la
considerazione sull'estremo stato di crisi del comparto economico preso
in esame.
Quanto al crollo della pubblicità nell'editoria,
secondo stime di inizio 2013 il calo sarebbe stato complessivamente di
tre miliardi ma nel corso negli ultimi cinque anni, pari ad una
flessione del 22% anzichè del 90%.
Corrisponde purtroppo al vero, invece, il crollo nelle vendite delle auto
tornato ai livelli del 1979: da gennaio a giugno dell'anno appena
concluso, nel nostro paese sono state immatricolate 128.388 autovetture,
con una contrazione del 24,4% sullo stesso mese del 2011.
Gianfranco Fini (Fli): «7 consiglieri su 10 della Fondaizone Mps sono nominati dalle amministrazioni».
BALLA. I consiglieri della Fondazione Monte dei Paschi di Siena
cui fa riferimento il presidente della Camera sono 16 in totale (non
10) e di questi vengono nominati dalle amministrazioni (Comune,
Provincia e Regione) 14. La divisione avviene con il seguente criterio: 8
nomine dal Comune, 5 dalla Provincia e 1 dalla Regione. Gli altri due
consiglieri vengono invece nominati dalla Diocesi e dall'Università di
Siena. Volendo considerare il "7 su 10" di Fini come una proporzione in
percentuale, corrispondente quindi al 70%, l'affermazione sarebbe
comunque scorretta in quanto 14 su 16 rappresenta l'87,5%.
Mario Monti (Con Monti per l’Italia): «Sono ricordato
in Europa per azioni, tutte contro i poteri forti, contro lobby
potentissime. Come quando da commissario alla Concorrenza multai la
Microsoft».
BALLA. L’ex premier, quando ricopriva il ruolo da lui ricordato, si fece carico all'inizio degli anni 2000 dell'accusa
di Sun Microsystem al colosso fondato da Bill Gates di abuso di
posizione dominante. Secondo la società di Santa Clara, Microsoft
approfittava della diffusione del sistema operativo Windows per tenere i
concorrenti fuori dal mercato dei server di fascia bassa. Monti
aggiunse all'indagine in materia valutazioni sull'inserimento
automatico di Windows Media Player in Windows 2000 e dopo 5 anni, nel
2004, portò alla condanna di Microsoft con il pagamento di 497,2 milioni
di euro di multa e l'obbligo di fornire una versione del sistema
operativo senza il lettore multimediale. Ma questo singolo caso non può
far annoverare Mario Monti
fra le personalità che si sono fatte alfieri di battaglie contro i
poteri forti. Basta sfogliare il suo curriculum per dimostrarlo. Mario Monti
è stato, tra il 2005 e il 2008 , il primo presidente del Bruegel,
comitato di analisi delle politiche economiche, nato a Bruxelles nel
2005. Nel 2010 ha ricoperto la carica di presidente europeo della Commissione Trilaterale,
un gruppo di interesse di estremo orientamento neoliberista fondato nel
1973 con chiari intenti di sovversione dell’ordine economico; inoltre è stato membro del comitato direttivo del Gruppo Bilderberg, riunitosi ancora recentemente a Roma
lo scorso novembre. Incontro vietato ai giornalisti, svolto in gran
segreto, a cui secondo alcune foto e ricostruzioni, l’allora presidente
del consiglio avrebbe partecipato. Il Gruppo Bilderberg ha palese
matrice massonica. Inoltre tra il 2005 e il 2011 è stato international advisor per Goldman Sachs, banca d’affari in
cui impera il fenomeno delle revolving doors, alla faccia di qualsiasi
conflitto di interessi. Banca rea di aver contribuito in modo
significativo alla formazione dell’attuale crisi mondiale, che ha la
genesi fra il 2008 e il 2010. Inoltre ha ricoperto il ruolo di advisor
della Coca Cola Company, membro del "Senior European Advisory Council"
di Moody's ed è uno dei presidenti del "Business and Economics Advisors
Group" dell'Atlantic Council.
Silvio Berlusconi (Pdl): «Il Governo Monti lavorava in
una situazione assolutamente eccezionale che non è consentita ai governi
eletti democraticamente. Il Governo Monti ha potuto approfittare del
fatto di utilizzare lo strumento del decreto legge sempre, anche per
fatti non caratterizzati da necessità di urgenza, ha portato quindi
questi decreti in Parlamento, ha posto la fiducia e questi sono stati
approvati in tempi rapidissimi da maggioranza e opposizione. Un governo
normale non può utilizzare il decreto legge»
BALLA COLOSSALE. Il nostro giudizio non si basa sul
fatto che, effettivamente, l'esecutivo dei tecnici abbia fatto ampio
ricorso al decreto legge, ma sulla palese falsità degli altri due
enunciati del Cavaliere. Cominciamo dal primo: Berlusconi, a proposito
del governo Monti, parla di «situazione eccezionale che non è consentita
ai governi eletti democraticamente». Ebbene, secondo l'articolo 92
della Costituzione «il Presidente della Repubblica nomina il Presidente
del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri». Sia
Berlusconi che Monti sono stati nominati premier dal Capo dello Stato,
per cui entrambi i loro governi godono di piena legittimità,
indipendentemente dal fatto che il primo fosse l'espressione del voto
popolare. D'altra parte, a venire eletti democraticamente sono i
rappresentanti di Camera e Senato, e non i governi, così come
chiaramente stabilito dagli articoli 56 e 57
della nostra Costituzione, ed è attraverso il Parlamento che i
cittadini esercitano il loro controllo sulle Istituzioni. L'equivoco di
fondo nasce con quella che è stata sì definita "seconda Repubblica", ma
impropriamente perchè, nonostante un'evoluzione in senso bipolare dal
1994 a oggi - che per altro viene adesso messo nuovamente in discussione
-, l'ordinamento non è mai cambiato e con le elezioni politiche non è
possibile, per gli elettori, votare direttamente un candidato piuttosto
che un altro. Principio, questo, recentemente ribadito
dallo stesso Berlusconi, che ha più volte ricordato come spetterà al
Capo dello stato, e non direttamente agli elettori, la scelta del
premier.
E veniamo ora alla seconda parte della dichiarazione del presidente
del Pdl, vale a dire all'affermazione secondo cui il decreto legge non
possa essere utilizzato da un governo "normale", e cioè, nella
concezione di Berlusconi, "democraticamente eletto" (anche se abbiamo
appena verificato come questa espressione non trovi corrispondenza nel
nostro ordinamento). Ebbene, a voler comunque prendere per buona questa
dicitura, e considerando quindi il Governo Berlusconi "normale", si
scopre che in tre anni e mezzo sono stati emanati 34 decreti legge, di
cui 31 approvati definitivamente e 1 approvato soltanto alla Camera. La
fonte? il sito ufficiale del governo Berlusconi IV, cui naturalmente se ne aggiungono altre,, più istituzionali, che dimostrano come il decreto legge rientri ormai nella prassi di qualunque governo, tecnico o politico che sia.
Non solo: nel corso della stessa intervista rilasciata a Otto e
mezzo, solo qualche minuto dopo Berlusconi cita esplicitamente, con
chiarezza e correggendosi, l'intenzione di ricorrere al decreto legge in
caso di vittoria alle prossime elezioni: «Noi abbiamo preparato un
disegno di legge... un decreto legge mi scusi, che approveremo, come
abbiamo fatto per l'Ici...» (minuto 15:50). Cadendo così in palese
contraddizione rispetto all'affermazione di partenza.
Silvio Berlusconi (Pdl): «Che sia chiaro: io non ho proposto Monti come presidente del consiglio per i moderati».
BALLA COLOSSALE. Rispetto a quanto dichiarato da
Berlusconi al Corriere della Sera, è esattamente vero il contrario. A
pochi giorni dall'annuncio di un suo ritorno in campo come candidato
premier del centrodestra, infatti, in occasione della presentazione del
nuovo libro di Bruno Vespa il Cavaliere spiazzò nuovamente tutti i
commentatori politici dicendo
(min. 1:52): «Io stesso, posso tranquillamente dirlo, ho proposto al
presidente Monti, in occasione di una mia visista a palazzo Chigi, di
essere lui il coordinatore, e quindi il candidato alla presidenza del
consiglio di tutto lo schieramento moderato».
Potete trovare altre balle, ma anche cose vere su
http://www.politicometro.it/