Spagna, Grecia e Italia... evocando la crisi non si può non parlarne. Ma sorprendentemente, sembrano esserci paesi altrettanto vulnerabili, e molto più a rischio di quanto si possa immaginare. Questo è quanto ha rivelato un recente studio inglese.
PARLANDO DI CRISI nell'area dell'euro è pressoché impossibile non pensare immediatamente a paesi come Spagna, Grecia e Italia. Ma altri, sorprendentemente, sembrano essere altrettanto vulnerabili, e molto più a rischio di quanto si possa immaginare. Questo è quanto ha rivelato un recente studio inglese studio pubblicato a fine luglio.
LA SOCIETÀ DI ANALISI Maplecroft, ha infatti condotto uno studio su questo argomento, pubblicando una mappa del mondo che mostra una panoramica dei paesi maggiormente esposti alla crisi che ha travolto l'Europa, e che potrebbero crollare con la crisi della zona euro.
ED ECCO LA SORPRESA: al numero uno della classifica, in cui sono presenti ben 169 paesi, si trova il Regno Unito. Se l'euro crollasse, l'Inghilterra sarebbe dunque la più colpita. Per quale motivo? La ragione, evidentemente, risiede nel suo export.
L'EUROPA è tra i partner commerciali più importanti del Regno Unito. Quasi il 50% del totale degli scambi avviene con i paesi membri della zona euro. Il crollo della Spagna o dell’ Italia potrebbe tradursi in un declino del 7% del trading britannico, il che equivarrebbe a perdite per circa € 120 miliardi, solo nel settore bancario.
LE BANCHE INGLESI, infatti, sono molto esposte alla crisi nella zona euro. Il Regno Unito ha collocato 480 miliardi di euro nelle banche europee, e in titoli di Stato. Quanto basta per affermare che il paese avrebbe molto da perdere in caso di collasso della zona euro. E, allo stesso tempo, non avrebbe nemmeno molte opportunità per uscire da una tale situazione. Il suo deficit fiscale pari all’'8% del PIL, insieme ad un debito considerevole, non contribuirebbero infatti a fornire una risposta efficace alla crisi, come rivelato dallo stesso studio del Maplecroft.
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