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Il collasso dell’AMOC diventa un rischio reale

  Il collasso dell’AMOC diventa un rischio reale Quando un governo considera una corrente oceanica un problema di sicurezza nazionale, significa che qualcosa è cambiato davvero. L’Islanda ha ufficialmente classificato il possibile collasso dell’AMOC — la grande circolazione che porta calore dall’Atlantico ai mari del Nord — come minaccia esistenziale. Una decisione rara. E un segnale forte per l’Europa. Perché l’AMOC è così importante L’AMOC funziona come un gigantesco nastro trasportatore: acqua calda dai tropici sale verso nord, si raffredda, affonda e torna indietro in profondità. È questo flusso a rendere gli inverni europei sorprendentemente miti per la latitudine. Il problema è la velocità del cambiamento. L’acqua dolce proveniente dallo scioglimento della Groenlandia sta “diluendo” l’Atlantico del Nord, disturbando il meccanismo che permette all’acqua salata di affondare. Se l’affondamento rallenta, l’intero circuito si indebolisce. Se si ferma, collassa. Gli scienzia...

Istat, peggiora l’inquinamento delle città. Soglie Pm10 allarmanti al Nord

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Gli ultimi dati (2011) vedono la sforatura dei parametri sulle polveri sottili per una media di 54 giorni all'anno (erano 44 nel 2010), ma nella Pianura padana solo il 17,4 per cento dei comuni è rimasta sotto i limiti. La più inquinata è Torino seguita da Siracusa e Milano



Nonostante le domeniche a piedi, le aree a traffico limitato o l’Area C di Milano (sospesa nei giorni scorsi), nel nord Italia la qualità dell’aria continua a peggiorare. L’Istat ha fornito gli ultimi dati sulla presenza di smog da polveri sottili (Pm 10), rilevando che nel 2011 solo il 17,4 per cento dei comuni settentrionali non ha sfondato la soglia dei 35 giorni di sforamento dei limiti per la protezione della salute umana (erano il 31,1% nel 2010). E’ il dato peggiore degli ultimi 4 anni. I capoluoghi del Nord sono passati da 55,8 giorni del 2010 ai 75,2 attuali. Torino è la città più inquinata d’Italia, seguita da Siracusa e da Milano. Una volta registrate sforature dei 35 giorni, sono obbligatorie per legge misure di contenimento e di prevenzione delle emissioni di materiale particolato (quali la limitazione della circolazione). Nel nord Italia, sottolinea l’istituto di statistica, a incidere sono soprattutto fattori meteo-climatici (con particolare riferimento alla Pianura padana). 
Su 100 comuni monitorati, il numero medio di superamento dei limiti sul Pm10 è stato di 54,4 giorni, in peggioramento rispetto all’anno precedente, quando si era arrivati a 44,6 giorni dal picco dei 68,9 del 2007. Anche nei capoluoghi del centro, sia pur contenuto, si rileva un peggioramento (43 giorni), mentre nel Mezzogiorno si conferma il trend di lento miglioramento in atto negli ultimi anni (35 giorni). I primi dieci comuni per numero di giorni di superamento del PM10 sono tutti sopra il Po, con l’eccezione del capoluogo siciliano.
La quota maggiore (63%) dei superamenti del valore limite per la protezione della salute umana si è registrata in corrispondenza di “stazioni di tipo traffico” (punti di campionamento dei livelli d’inquinamento da emissioni provenienti da strade limitrofe con flussi di traffico medio-alti). Nel 2011 i giorni di superamento dei limiti, per il Pm10 sono aumentati anche in quasi tutti grandi comuni a eccezione di Venezia, Catania, Bari, Firenze e Napoli. In particolare Verona, Milano, Trieste, Roma e Torino hanno fatto registrare incrementi che vanno dai 27 ai 60 giorni in più di superamento dei limiti durante l’anno. Gli unici grandi comuni che rimangono al di sotto delle 35 giornate di superamento del limite per il Pm10 sono Genova, Catania e Bari.
Il Fatto Quotidiano