A meno di un anno di distanza dal fallimento dichiarato, Arenaways, la società che per prima ha osato sfidare il monopolio di Trenitalia, torna a correre sui binari italiani. E a bordo ci sono tutti i lavoratori che, con la chiusura, erano stati messi in cassa integrazione. Il nuovo veicolo societario che ha rimesso in movimento i treni di Giuseppe Arena – il fondatore del primo operatore ferroviario privato italiano – si chiama Go Concept: una cordata di imprenditori di recente costituzione, formata dallo stesso Arena, dalla società austriaca Railway B.W., dall’impresa operante nella logistica e nei trasporti Ambrogio Trasporti, e con a capo Enrico Del Gatto, un marchigiano proprietario di un calzaturificio.
La Go Concept ha messo sul tavolo 5 milioni di euro per riacquistare la Arenaways, che lo scorso agosto era stata affidata dal Tribunale di Torino ad un curatore fallimentare. Un momento drammatico quello per il patron Giuseppe Arena: con la paura di combattere contro nemici molto “più grandi” di loro, Trenitalia in primis, i tre soci di maggiore peso che finanziavano la società ferroviaria avevano improvvisamente mollato tutto, mandando all’aria l’ambizioso progetto dell’imprenditore siciliano. Dopo lo stop alla tratta interregionale Torino-Milano
anche i “i treni del mare” infatti rischiavano di essere fermati. Una decisione imposta alla vigilia della corsa di inaugurazione dall’Ufficio per la regolazione dei servizi ferroviari il 9 novembre 2010, su segnalazione di Trenitalia e Regione Piemonte, per cui il mese successivo l’Antitrust aprirà un’istruttoria per abuso della posizione dominante da parte di Fs e Rfi nel mercato.
E così Claudio Sguazzini, Pier Vincenzo Pellegrino e Andrea Francone hanno preferito scendere da quei treni che iniziavano a dar fastidio a Trenitalia, e costretto Arena a portare la sua “creatura” al capolinea. Allora il destino della piccola azienda ferroviaria nata nel 2006 sembrava già scritto, anche se il suo fondatore non accennava ad arrendersi. Il tempo gli darà ragione. Con la promessa di trovare altri imprenditori per costruire la nuova impresa, Arena chiede ed ottiene dal Tribunale di Torino l’esercizio provvisorio. I primi interessamenti iniziano ad arrivare: tra novembre e dicembre 2011 viene trovato l’accordo con alcune società tra cui la valdostana Cape srl. Sarà quest’ultima l’azionista di maggioranza della nuova squadra di imprenditori che avrebbe incluso anche il fondatore di Arenaways.
Viene formulata alla curatela fallimentare un’offerta di 4,5 milioni di euro. E’ l’unica offerta, sembra fatta. Ma a marzo, Arena incassa un’altra batosta: Ezio Colliard (il titolare della Cape srl), inspiegabilmente, decide di chiamarsi fuori e cede le sue quote (il 67%) alla finanziaria torinese Ifi Group. Non volendo avere come socio, per di più di maggioranza, una finanziaria che potrebbe un domani ricattarlo, Arena inizia nuovamente a ricercare nuovi soci. E ad Aprile, arriva Del Gatto. Con l’imprenditore marchigiano si può formare la newco, in grado di fare un rilancio sulla precedente offerta: Go Concept. Arenaways finalmente può rinascere. “Grazie alla passione e all’impegno di tutte le persone che hanno fatto l’impossibile per salvarla, possiamo finalmente dire che è giunta l’ora di ripartire”, ha dichiarato Giuseppe Arena, amministratore delegato operativo di Go Concept.
Per lanciare il nuovo corso di Arenaways, Go concept ha pensato ad un servizio innovativo: dei treni notte ad altissima qualità (treni-hotel con cabine fornite di letto, tv e doccia) che consentiranno anche il trasporto di auto al seguito. Inizialmente i treni in partenza da Torino avranno due destinazioni: Reggio Calabria, percorrendo dunque la dorsale tirrenica, e Bari (la dorsale adriatica). A metà giugno le prime corse. Novità significativa (“che ci fa ben sperare per il futuro”, dicono dalla Go Concept) è l’accordo di partnership siglato con chi, inizialmente aveva messo i bastoni tra le rotaie. I viaggiatori potranno infatti acquistare i biglietti, attraverso i principali canali di vendita di Trenitalia: biglietterie delle stazioni, sito internet e agenzie di viaggio convenzionate. Ma la soddisfazione più grande di Arena è quella di aver riassunto tutti i 48 dipendenti, lasciati a casa dopo il fallimento. E oltre al personale della vecchia società saranno assorbiti anche 26 lavoratori dell’ex Wagon Lits.