Incidenti nucleari della gravità di Černobyl e Fukushima
possono occorrere ogni 10-20 anni in Europa occidentale dove la densità
dei reattori è molto elevata. A dirlo è un recente rapporto del Max Planck Institute for Chemistry di Magonza, pubblicato su Atmospheric Chemistry and Physics.
In tutto il mondo è proprio l’Europa occidentale la più esposta al
rischio di contaminazione radioattiva su larga scala causata da gravi
incidenti ai reattori nucleari.
Gli scienziati hanno calcolato la probabilità di incidenti sulla base
delle ore di funzionamento di tutti i reattori nucleari civili e dei
meltdown verificatisi. In base al numero attuale di reattori gli
incidenti sono circa 200 volte più probabili di quanto stimato in
passato.
Un’eventualità simile causerebbe la contaminazione da cesio-137 in
un’area di oltre mille chilometri dal reattore, interessando qualcosa
come 28 milioni di persone. Nei Paesi dell’Asia meridionale, a causa
dell’alta densità demografica, questa cifra sale a 34 milioni di
persone, mentre negli Stati Uniti orientali ed in Asia orientale un
incidente nucleare grave interesserebbe da 14 a 21 milioni di persone.
Sulla base delle loro scoperte, i ricercatori chiedono un’analisi
approfondita ed una rivalutazione dei rischi connessi alle centrali
nucleari. Ricordiamo che oggi nel mondo ci sono 440 reattori nucleari in
funzione ed altri 60 sono in costruzione.
Via | Max-Planck-Gesellschaft
Foto | Courtesy of Daniel Kunkel, MPI for Chemistry
Foto | Courtesy of Daniel Kunkel, MPI for Chemistry