Negli ultimi 20 anni il patrimonio forestale italiano è aumentato di circa 1,7 milioni di ettari, raggiungendo oltre 10 milioni e 400 mila ettari di superficie, con 12 miliardi di alberi che ricoprono un terzo dell’intero territorio nazionale. È quanto emerge dall’ultimoInventario nazionale delle foreste e dei serbatoi di carbonio (Infc) del Corpo Forestale dello Stato presentato lo scorso 19 aprile a Roma alla presenza di Mario Catania, ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, e Corrado Clini, ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. Insieme a tali dati, sono stati presentati anche i risultati dell’indagine sulla quantità di carbonio contenuto nei suoli forestali italiani.
Tale attività, come è spiegato in una nota di accompagnamento della Forestale, unica in Europa su così vasta scala, mette in evidenza come il suolo forestale svolga un ruolo fondamentale nello stoccaggio di carbonio organico, addirittura superiore a quello della parte epigea del bosco. La quantità di carbonio trattenuta nei tessuti, nei residui vegetali e nei suoli delle foreste, infatti, è pari a circa 1,2 miliardi di tonnellate di carbonio, corrispondenti a 4 miliardi di tonnellate di CO2. Il 58 per cento di tutto il carbonio forestale è contenuto nel suolo (700 milioni di tonnellate), mentre quello accumulato nella vegetazione arborea e arbustiva è il 38 per cento.
Tali risultati sottolineano l’importanza dei suoli forestali, non solo per la loro funzione di difesa idrogeologica, di conservazione e tutela della biodiversitàe di base per la produzione di legname, ma anche per la mitigazione deicambiamenti climatici in atto. Anche grazie all’incremento del patrimonio forestale si avvicinano i traguardi fissati dal Protocollo di Kyoto, ai quali il nostro Paese non è distante, avendo registrato una riduzione delle emissioni totali dei gas serra del 5,4% (a fronte di un impegno pari al 6,5%).