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lunedì 16 gennaio 2012

Valpolicella: è salva la collina di Marezzane!


Finisce un’epoca iniziata circa 50 anni fa e se ne apre una nuova per il futuro del territorio.

Il negativo parere vincolante della Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici di Verona sul progetto di escavazione della collina di Marezzane mette indiscutibilmente in primo piano il valore del paesaggio quale elemento imprescindibile per autorizzare attività che contrastano con esso.


Un no chiaro, approfondito, motivato, invalicabile: “Non sussistono le condizioni per esprimere parere favorevole”.
In primo luogo perché Marezzane è area di “ altissimo pregio” e interesse paesaggistico… costituisce un contesto ambientale nel quale è ancora riconoscibile una elevata integrità e seminaturalità” zona collinare in cui la valpolicella si fonde a nord con i monti Lessini…”.
Poi, entrando dettagliatamente ad esaminare il progetto di escavazione, scrive che l’intervento “…comporterà la creazione di un nuovo scenario che non appare compatibile rispetto ai principi di conservazione dei valori paesaggistici riconosciuti dal vincolo e dai livelli di tutela operanti …“ L’esame del progetto dimostra chiaramente l’esito negativo della verifica della compatibilità paesaggistica dell’opera, poiché viene meno la capacità intrinseca del paesaggio di assorbire le nuove modificazioni senza che il medesimo subisca di deterioramento funzionale e scenico”.
Anche se inconsueto per un comunicato stampa vale la pena riportare alcuni stralci :
- “… il paesaggio originario scomparirà, venendosi a creare un nuovo assetto che comporterà l’appiattimento e la semplificazione morfologica della collina di Marezzane… “.
– “… Non può altresì essere valutata favorevolmente la demolizione della corte rurale risalente al ‘700 ubicata sulla sommità del rilievo, … in precarie condizioni a causa dell’assenza di interventi manutentivi da parte della proprietaria Industria Cementi Giovanni Rossi S.P.A.”.
– “… La realizzazione dell’ampia strada a mezza costa … le sue eccessive dimensioni e la sua conformazione non trovano alcun riferimento nell’ambito collinare e pedemontano…”.
– “ … l’area di intervento ricade in gran parte nell’area tutelata dal Parco Naturale Regionale della Lessinia … per perseguire… la protezione del suolo, … la valorizzazione dell’ambiente naturale, … la salvaguardia delle specifiche particolarità antropologiche, geomorfologoche….”.
La Soprintendenza non cade nemmeno nel tranello del ricatto proposto dall’azienda e sbandierato dai consenzienti amministratori locali: se non sarà possibile scavare a Marezzane riaprirà il cantiere di Barbiaghe a ridosso dell’abitato di Purano. La Soprintendenza risponde che l’enormità dell’intervento di Marezzane non è paragonabile a quanto sarebbe scavato o risparmiato a Barbiaghe; inoltre l’autorizzazione paesaggistica per eventuale scavo a Barbiaghe è scaduta e che comunque non è oggetto della richiesta su cui era chiamata ad esprimersi.
Aggiungiamo noi che il motivo per cui gli scavi sono stati sospesi sotto l’abitato di Purano non sono legati alla bontà riparatrice della Cementi Rossi o alla mediazioni di Amministrazioni che tentano di accreditarsi come salvatori. Il cantiere di Barbiaghe è stato sospeso, anche se più comodo da scavare perché più vicino agli impianti industriali, perché gli scavi andrebbero a compromettere la stabilità dell’abitato che sorge su una paleofrana, circostanza ben evidenziate nella cartografia comunale ma che solo grazie al lavoro delle associazioni e comitati è stata evidenziata, dato che l’azienda aveva ignorato del tutto la circostanza omettendo di riportare tale situazione delicata. Quindi è probabile che gli scavi a Barbiaghe non potranno mai riprendere.
L’esemplarità del parere della Sovrintendenza diventa completa quando inserisce tra le motivazioni la negatività del presentare in maniera frammentata gli interventi – escavazione a Marezzane, ammodernamento dell’impianto e viabilità dell’area- in quanto gli effetti si sommano. Anticipando sostanzialmente un giudizio negativo anche sul progetto di ampliamento scrive “ … L’industria Cementi Giovanni Rossi… avrebbe dovuto… consentire di avere il quadro completo degli interventi (cioè anche) … l’ammodernamento e ampliamento della cementeria di Fumane, e la realizzazione della nuova tangenziale ovest… che sono da considerarsi funzionali gli uni agli altri e pertanto, necessariamente, tali da dover essere valutati unitariamente sotto il profilo dell’impatto paesaggistico…”.
Dopo la sentenza del Tar del marzo scorso, in cui ancora una volta solo grazie all’intervento delle associazioni e dei comitati di cittadini sono state annullate le autorizzazioni al progetto di rilancio industriale e all’impiego massiccio di rifiuti richiesti da Cementirossi, è stato definitivamente sancito che non c’è più futuro per questo progetto .
E’ un giorno storico.Un giorno in cui tutta la Valpolicella può festeggiare, una grande occasione per tutti i suoi abitanti per prendere coscienza dell’inestimabile valore che rappresenta quel territorio.
La tutela del paesaggio sancita nell’articolo 9 della Costituzione Italiana, dalla Convenzione Europea sul Paesaggio e dal Codice per i Beni Culturali (42/04) oggi hanno trovato la sua concretizzazione.
La Valpolicella incarna quel “bene comune” da tutelare, quel bene primario e imprescindibile da cui far partire tutte le politiche del territorio.
E’ un giorno a cui si arriva non per caso.
Le associazioni e comitati sono da 13 anni impegnate a contrastare i progetti di espansione mineraria. Da anni evidenziano l’incompatibilità di uno sviluppo industriale che coniuga distruzione del territorio, impiego massiccio di rifiuti ed il rilancio invasivo industriale. Un risultato che è stato possibile grazie al sostegno di migliaia di cittadini che hanno firmato appelli, partecipando alle molte iniziative e non facendo mai mancare la loro solidarietà.
E’ inoltre una vittoria per tutto il mondo associativo e dei comitati che a decine hanno creato una rete di reciproco sostegno che mai è venuta meno. Infine una vittoria per quei professionisti che si sono esposti con le loro capacità e disponibilità (avvocati, giornalisti, architetti, geologi, tecnici forestali ecc.) per sostenere questa battaglia.
E’ una vittoria che dà speranza, non solo al futuro della Valpolicella.
Ma dove sono gli Amministratori Pubblici di questo territorio? Purtroppo è percezione diffusa che le PA continuino a non rendersi conto che questo territorio si chiama Valpolicella, che tutto il mondo ci invidia. Purtroppo è altrettanto palese che lo stesso territorio e il suolo siano solamente occasione per fare cassa, merce di scambio da utilizzare quale cespite per coprire buchi di bilancio.
E’ ora di un ricambio totale. Un ricambio di cultura soprattutto.
Va dato merito agli amministratori del Parco Naturale Regionale della Lessinia che in questi anni si sono opposti con forza alle pressioni esterne mantenendo fede al loro mandato di difesa e tutela del Parco.
E’ un gran giorno. Per tutti Marezzane non si tocca. La Valpolicella e i suoi abitanti ed estimatori possono scrivere da oggi una nuova storia.
Grazie a:
• Lagambiente Verona
• Comitato Fumane Futura
• Valpolicella 2000