L’immagine di Copernicus (8 ottobre 2025) mostra la colonna troposferica di biossido di azoto (NO₂) sull’Europa, con la Pianura Padana in rosso vivo. Si tratta di dati satellitari ufficiali della missione Copernicus Sentinel-4 copernicus.eu . In essa i toni dal verde al rosso rappresentano la densità del NO₂ (unità µmol/m²): i colori rossi indicano le concentrazioni più elevate. Come spiega Copernicus, si vedono chiaramente hotspot di NO₂ lungo le coste mediterranee e proprio sulla Pianura Padana copernicus.eu . Figura 1. Mappa di Copernicus Sentinel-4 (8 ott 2025) delle concentrazioni di NO₂ troposferico sulla Pianura Padana e il Mediterraneo. I valori più alti (in rosso) corrispondono alle densità colonnari massime di NO₂ copernicus.eu . Lo schema cromatico (verde→rosso) è coerente con le mappe scientifiche satellitari di NO₂ (ad es. Sentinel-5P) e sottolinea visivamente i picchi del pianalto padano. Il tipo di inquinante visualizzato è quindi il diossido di azoto (NO₂),...
Le vittime delle alluvioni che hanno duramente colpito laToscana, la Liguria e ultimamente la Sicilia, infatti, sono la triste conseguenza di una cattiva gestione forestaleperpetrata per anni sul territorio e aggravata dalla tropicalizzazione del clima anche nel bacino del Mediterraneo.
Gli alberi, infatti, non rappresentano una riserva inesauribile di ossigeno, ma hanno l’importante compito di contenere leprecipitazioni, fortificaregli argini dei fiumi e dare ospitalitàe nutrimento agli animali. Malgrado lo sviluppo urbano sia inarrestabile, negli ultimi 50 anni la superficie boschiva nel nostro paese è più che raddoppiata (complice l’abbandono di molte aree rurali) e tra le specie più diffuse spiccano il faggio(tipico dei versanti appenninici) e il pino rosso, simbolo per eccellenza dei boschi alpini.
Per accelerare il progetto di tutela e gestione virtuosa delle aree boschive italiane, nell’ultimo anno è aumentato notevolmente il numero dei boschi a marchio PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes), il sistema di certificazione assegnato alle foreste gestite in modo sano e sostenibile.
Boschi certificati PEFC
Il marchio PEFC assicura, cioè, che la foresta non sparirà mai e che per ogni albero tagliato ne verrà piantato un altro per garantire la continuità del ciclo vitale dell’ecosistema. Il legno proveniente da un bosco PEFC, inoltre, è lavorato nel pieno rispetto dei diritti socialie lavorativi dell’uomo e delle norme di sicurezza a tutela del lavoratore.
Attualmente in Italia sono certificati 773.667 ettari di foresta, che corrispondo all’ 8,5% della superficie totale a bosco; 744.538 con lo schema PEFCe 59.456 con quello FSC (Forest Stewardship Council, ente che garantisce la provenienza ecosostenibile del legno), oltre a 28.925 ettari con doppia certificazione PEFC-FSC.
Il legno proveniente da foreste certificate PEFC E FSC è per lo più utilizzato nel settore immobiliare/abitativo, ma grazie all’attività delle 1300 aziende specializzate nella trasformazione di questo materiale, la tendenza è destinata senz’altro a crescere e differenziarsi ulteriormente. Una bella boccata d’aria per l’ambiente e un buon affare anche per le nostre finanze…