Con la crisi del sistema economico e finanziario l’acquisto di terra è diventato una appetibile forma di investimento per mettere al sicuro il denaro dalle rischiose fluttuazioni dei mercati ma anche per trovare una opportunità occupazionali alternative. E’ quanto afferma la Coldiretti, che ha elaborato un decalogo per diventare agricoltori in dieci mosse, nel sottolineare che negli anni della crisi i terreni agricoli hanno sempre tenuto o aumentato il proprio valore perché la campagna svolge storicamente un ruolo anticiclico rispetto alle difficoltà dell’economia di carta, nonostante la bassa redditività e le attuali e diffuse aree di crisi in settori che vanno dall’ortofrutta alle attività di allevamento.
In Italia, il valore medio della terra – sottolinea la Coldiretti – ha superato i 18.400 euro per ettaro nel 2010, con una crescita dello 0,8 per cento a prezzi correnti in linea con quella degli ultimi anni. Dietro il valore medio – precisa laColdiretti – si nasconde però una forte variabilità con valori che partono dai mille euro all’ettaro dei pascoli della provincia di Catanzaro con un ettaro di vigneto nelle zone di produzione più celebri, dalla Toscana al Trentino Alto Adige che può andare da 500mila a oltre un milione di euro ad ettaro. Una forte differenza è riscontrabile a livello territoriale: i terreni del Nord mediamente – continua la Coldiretti – presentano valori medi più che doppi rispetto a quelli del Mezzogiorno e allo stesso modo i terreni di pianura, in media, sono valutati circa tre volte di più di quelli di montagna. Bisogna evitare che i terreni agricoli siano oggetto – denuncia la Coldiretti – di operazioni speculative di quanti li scelgono come bene rifugio alternativo agli investimenti piu’ tradizionali, ostacolandone quindi l’acquisto da parte degli imprenditori agricoli. Il terreno infatti un costo per le imprese agricole che devono crescere per svilupparsi che si somma alle difficoltà determinate dalla stretta creditizia. Servono misure antispeculative – continua la Coldiretti – per evitare che si alzi l’asticella del principale ostacolo all’ingresso di giovani imprenditori agricoli proprio nel momento in cui cresce l’interesse per la campagna e, con esso, il bisogno di sicurezza alimentare e ambientale da parte della società moderna.
La terra in Italia costa più che in Germania e in Francia, ma meno che in Danimarca e Olanda. La difficoltà di accesso al credito – sostiene la Coldiretti – continua a rappresentare un motivo di freno all’acquisto degli agricoltori professionali che sembrano orientarsi sempre più verso l’affitto dei terreni, considerato più flessibile rispetto all’oneroso indebitamento derivante dall’accensione di un mutuo. Le superfici in affitto o gestite a titolo gratuito secondo l’Inea sono in costante aumento nell’ultimo decennio (+56 per cento) e nel 2010 hanno raggiunto il 39 per cento della Superficie agricola utile totale. Il mercato è più dinamico nel Nord-Ovest, dove la domanda supera l’offerta, con canoni che tendono al rialzo anche nel caso di terreni da destinare alle colture energetiche. Nelle zone centro-meridionali la situazione è stabile mentre al Sud è aumentata la sottoscrizione di contratti di breve o brevissima durata. Per il futuro, lo studio dell’Inea prevede un’evoluzione dei prezzi degli affitti legata alla recente ripresa dei prezzi agricoli; la crescente domanda di terreni da destinare a colture energetiche potrebbe generare una bolla speculativa sulle quotazioni dei canoni, sia per quanto nei casi del biogas che del fotovoltaico.
Secondo il decalogo elaborato da Coldiretti Giovani Impresa per aprire una azienda agricola in dieci mosse è prima di tutto prioritario – ha sottolineato – avere un “idea” d’impresa intorno alla quale sviluppare un progetto senza fermarsi alla semplice visione bucolica. Non accontentarsi delle ipotesi piu’ tradizionali ma – consiglia la Coldiretti – considerare l’ampio spettro di opportunità offerte dal settore che ha esteso le sue competenze dalla produzione alla trasformazione e vendita di prodotti alimentari. E ancora – precisa la Coldiretti – dalle agroenergie fino all’offerta di servizi alle scuole come le fattorie didattiche, ma anche alle pubbliche amministrazioni per la cura del verde. Confrontarsi con chi ha già fatto esperienze analoghe o simili visitando direttamente le aziende in Italia e in Europa contribuisce a focalizzare l’idea e ad individuare le migliori soluzioni. Dopo aver verificato la tenuta dell’idea e averla trasferita in un progetto concreto con la collaborazione di esperti, vanno individuate le opportunità concrete che ci sono sul mercato in termini – sottolinea la Coldiretti – di località, aziende e professionalità. Non è raro trovare occasioni di acquisto soprattutto nelle aree interne o di montagnadove l’attività di coltivazione e di allevamento è piu’ difficile, ma si possono cogliere opportunità per il turismo rurale. Inoltre occorre verificare le alternative dell’acquisto, dell’affitto o della semplice gestione aziendale considerato che sono molti gli agricoltori anziani che non hanno alcuna intenzione di cedere la propria azienda, ma sarebbero disponibili a collaborazioni. Individuato il fabbisogno finanziario complessivo soprattutto per i giovani sotto i 40 anni di età occorre – sostiene la Coldiretti – verificare l’esistenza di agevolazioni per lo specifico progetto considerato. Le agevolazioni per la maggioranza sono di natura comunitaria e vengono erogate attraverso le regioni con la consulenza dei centri Caa avviati anche dallaColdiretti. “Per l’acquisto della terra – continua Coldiretti Giovani Impresa – occorre verificare la possibilità di un mutuo presso ISMEA nell’ambito dei finanziamenti della piccola proprietà contadina, mentre molte banche offrono condizioni specifiche anche grazie ad accordi con il Consorzio fidi CreditagriItalia promosso dalla Coldiretti per la ricerca delle migliori condizioni di accesso al credito. Spesso sono infatti i tempi lunghi delle istruttorie pubbliche a scoraggiare l’ingresso dei giovani – denuncia Coldiretti Giovani Impresa – nel sottolineare che “ci vogliono anche oltre due anni per concludere l’istruttoria della domanda per finanziamento pubblico di un giovane con il rischio che la sua idea diventi già vecchia. Dal punto di vista burocratico sono tre i passaggi fondamentali: apertura di una Partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate, iscrizione al Registro delle imprese, sezione speciale Agricoltura, presso la competente Camera di Commercio e iscrizione e dichiarazione presso l’INPS. Una formazione di base in campo agricolo è importante, ma non decisiva anche perché – ha concluso la Coldiretti – sono numerosi i corsi di formazione professionale organizzati a livello regionale per acquisire competenze e avere la qualifica di imprenditore agricolo dal punto di vista fiscale.
In Italia, il valore medio della terra – sottolinea la Coldiretti – ha superato i 18.400 euro per ettaro nel 2010, con una crescita dello 0,8 per cento a prezzi correnti in linea con quella degli ultimi anni. Dietro il valore medio – precisa laColdiretti – si nasconde però una forte variabilità con valori che partono dai mille euro all’ettaro dei pascoli della provincia di Catanzaro con un ettaro di vigneto nelle zone di produzione più celebri, dalla Toscana al Trentino Alto Adige che può andare da 500mila a oltre un milione di euro ad ettaro. Una forte differenza è riscontrabile a livello territoriale: i terreni del Nord mediamente – continua la Coldiretti – presentano valori medi più che doppi rispetto a quelli del Mezzogiorno e allo stesso modo i terreni di pianura, in media, sono valutati circa tre volte di più di quelli di montagna. Bisogna evitare che i terreni agricoli siano oggetto – denuncia la Coldiretti – di operazioni speculative di quanti li scelgono come bene rifugio alternativo agli investimenti piu’ tradizionali, ostacolandone quindi l’acquisto da parte degli imprenditori agricoli. Il terreno infatti un costo per le imprese agricole che devono crescere per svilupparsi che si somma alle difficoltà determinate dalla stretta creditizia. Servono misure antispeculative – continua la Coldiretti – per evitare che si alzi l’asticella del principale ostacolo all’ingresso di giovani imprenditori agricoli proprio nel momento in cui cresce l’interesse per la campagna e, con esso, il bisogno di sicurezza alimentare e ambientale da parte della società moderna.
La terra in Italia costa più che in Germania e in Francia, ma meno che in Danimarca e Olanda. La difficoltà di accesso al credito – sostiene la Coldiretti – continua a rappresentare un motivo di freno all’acquisto degli agricoltori professionali che sembrano orientarsi sempre più verso l’affitto dei terreni, considerato più flessibile rispetto all’oneroso indebitamento derivante dall’accensione di un mutuo. Le superfici in affitto o gestite a titolo gratuito secondo l’Inea sono in costante aumento nell’ultimo decennio (+56 per cento) e nel 2010 hanno raggiunto il 39 per cento della Superficie agricola utile totale. Il mercato è più dinamico nel Nord-Ovest, dove la domanda supera l’offerta, con canoni che tendono al rialzo anche nel caso di terreni da destinare alle colture energetiche. Nelle zone centro-meridionali la situazione è stabile mentre al Sud è aumentata la sottoscrizione di contratti di breve o brevissima durata. Per il futuro, lo studio dell’Inea prevede un’evoluzione dei prezzi degli affitti legata alla recente ripresa dei prezzi agricoli; la crescente domanda di terreni da destinare a colture energetiche potrebbe generare una bolla speculativa sulle quotazioni dei canoni, sia per quanto nei casi del biogas che del fotovoltaico.
Secondo il decalogo elaborato da Coldiretti Giovani Impresa per aprire una azienda agricola in dieci mosse è prima di tutto prioritario – ha sottolineato – avere un “idea” d’impresa intorno alla quale sviluppare un progetto senza fermarsi alla semplice visione bucolica. Non accontentarsi delle ipotesi piu’ tradizionali ma – consiglia la Coldiretti – considerare l’ampio spettro di opportunità offerte dal settore che ha esteso le sue competenze dalla produzione alla trasformazione e vendita di prodotti alimentari. E ancora – precisa la Coldiretti – dalle agroenergie fino all’offerta di servizi alle scuole come le fattorie didattiche, ma anche alle pubbliche amministrazioni per la cura del verde. Confrontarsi con chi ha già fatto esperienze analoghe o simili visitando direttamente le aziende in Italia e in Europa contribuisce a focalizzare l’idea e ad individuare le migliori soluzioni. Dopo aver verificato la tenuta dell’idea e averla trasferita in un progetto concreto con la collaborazione di esperti, vanno individuate le opportunità concrete che ci sono sul mercato in termini – sottolinea la Coldiretti – di località, aziende e professionalità. Non è raro trovare occasioni di acquisto soprattutto nelle aree interne o di montagnadove l’attività di coltivazione e di allevamento è piu’ difficile, ma si possono cogliere opportunità per il turismo rurale. Inoltre occorre verificare le alternative dell’acquisto, dell’affitto o della semplice gestione aziendale considerato che sono molti gli agricoltori anziani che non hanno alcuna intenzione di cedere la propria azienda, ma sarebbero disponibili a collaborazioni. Individuato il fabbisogno finanziario complessivo soprattutto per i giovani sotto i 40 anni di età occorre – sostiene la Coldiretti – verificare l’esistenza di agevolazioni per lo specifico progetto considerato. Le agevolazioni per la maggioranza sono di natura comunitaria e vengono erogate attraverso le regioni con la consulenza dei centri Caa avviati anche dallaColdiretti. “Per l’acquisto della terra – continua Coldiretti Giovani Impresa – occorre verificare la possibilità di un mutuo presso ISMEA nell’ambito dei finanziamenti della piccola proprietà contadina, mentre molte banche offrono condizioni specifiche anche grazie ad accordi con il Consorzio fidi CreditagriItalia promosso dalla Coldiretti per la ricerca delle migliori condizioni di accesso al credito. Spesso sono infatti i tempi lunghi delle istruttorie pubbliche a scoraggiare l’ingresso dei giovani – denuncia Coldiretti Giovani Impresa – nel sottolineare che “ci vogliono anche oltre due anni per concludere l’istruttoria della domanda per finanziamento pubblico di un giovane con il rischio che la sua idea diventi già vecchia. Dal punto di vista burocratico sono tre i passaggi fondamentali: apertura di una Partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate, iscrizione al Registro delle imprese, sezione speciale Agricoltura, presso la competente Camera di Commercio e iscrizione e dichiarazione presso l’INPS. Una formazione di base in campo agricolo è importante, ma non decisiva anche perché – ha concluso la Coldiretti – sono numerosi i corsi di formazione professionale organizzati a livello regionale per acquisire competenze e avere la qualifica di imprenditore agricolo dal punto di vista fiscale.