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mercoledì 24 agosto 2011

Raccolta differenziata, cosa c’è da sapere


L’emergenza rifiuti a Napoli riporta al centro dell’attenzione un tema di grande importanza nella gestione delle immondizie. Parliamo della raccolta differenziata, una realtà capillare per molte città, ma che in altre stenta ancora a prendere davvero piede. Una gestione di questo tipo riduce in mniera considerevole il volume di quei rifiuti destinati ai vari inceneritori o termovalorizzatori presenti sul territorio.
Il principio che è alla base della raccolta differenziata è la suddivisione in varie categorie delle comuni immondizie, quindi con il recupero di quei materiali riciclabili. Il vantaggio non consiste a ogni modo solo nel ridurre il pattume da destinare alle discariche o ai punti di stoccaggio, ma anche nel riciclare materie prime che consentano una maggiore salvaguardia del territorio.
Prima di entrare nel vivo della questione è importante valutare l’impatto che ha l’immondizia sul nostro pianeta. Secondo i dati riportati da Educambiente, annualmente ognuno di noi ad esempio è “responsabile” per la produzione di 30 kg di plastica: riciclarla comporterebbe un utilizzo del petrolio inferiore di 10.000 tonnellate.
Pensiamo poi a quanto è importante riciclare la carta confrontando i costi in acqua ed energia, oltre che ovviamente in alberi tagliati. Ogni tonnellata di carta nuova richiede l’abbattimento di 15alberi, 440.000 litri d’acqua e 7.600 kwh di elettricità, a fronte di nessun albero abbattuto, risorse idriche per 1.800 litri e appena 2.700 kwh di alimentazione elettrica.
Nei grandi centri, come Roma ad esempio, la raccolta differenziata viene effettuata in strada utilizzando cassonetti multi-materiale a disposizione di molte famiglie. Un sistema che in sostanza risulta molto simile a quello dei rifiuti generici. Diffuso soprattutto nei piccoli e medi centri è invece il ricorso a piccoli secchi personali (distribuiti a ogni famiglia), ognuno con uno specifico elemento da smaltire. Un esempio del genere è rappresentato dalla raccolta porta a porta del comune di Teramo.
Tornando all’esempio romano, situazione comune a molti altri centri, i cittadini trovano a loro disposizione un cassonetto bianco dove separare carta e cartone, oltre a uno blu per plastica e vetro e un altro giallo per gli indumenti (questo meno diffuso rispetto ai precedenti). In altre province del centro Italia, ad esempio nell’Abruzzo pescarese, il generico per l’indifferenziata è affiancato da: uno bianco anche qui per la carta; uno verde per il vetro; uno giallo per la plastica; uno blu per alluminio, oltre a uno più piccolo per le batterie esauste.
Nella raccolta capillare per famiglia (la raccolta porta a porta), a disposizione vi sono solitamente piccoli secchi per: umido; carta; plastica; vetro; barattolame; indifferenziata. Saltuariamente, spesso su appuntamento, viene effettuata la raccolta anche del fogliame e vi sono punti di consegna (presenti ovunque a prescindere dal tipo di differenziata praticata) per elettrodomestici e materiali edili.
Cominciamo a vedere un po’ più nel dettaglio come smaltire i rifiuti domestici. Tra gli esempi potranno essere presenti categorie non utilizzate nel proprio comune, in questo caso fare riferimento al sito amministrativo dell’ente locale di riferimento.
Umido – riguarda gli scarti delle nostre tavole, rifiuti alimentari per la maggiore (sia della preparazione che del cibo avanzato). In generale tutto quello che è compostabile può esservi introdotto. Finiscono qui anche i tovaglioli e le salviette di carta provenienti dalle nostre tavole, purché non stampati. Possibile smaltire gli escrementi degli animali domestici, da riporvi chiusi in bustine biodegradabili. Discorso simile per i pannolini dei bambini, destinati all’umido solo se biodegradabili.
Carta e Cartone – Questo genere di rifiuto richiede una certa attenzione per non cadere in errori banali, ma che potrebbero compromettere l’intera raccolta. Se la nostra differenziata si effettua in strada è bene ricordare di di togliere dal sacchetto di plastica la nostra carta al momento di gettarla: oltre a non rischiare di “fare danni”, il sacchetto potrà essere utilizzato per la prossima volta. Togliere sempre eventuali adesivi applicati sui giornali e riviste, oltre alle pellicole di cellophane in cui potrebbero ancora essere rivestiti.
Non solo, qui non vanno gettati i fazzoletti usati per soffiarsi il naso, quelli unti e sporchi con residui di cibo o che riportino residui di terra o terriccio. Lo stesso vale per gli imballi in carta o cartone. Da evitare anche gli scontrini e le ricevute di carte di credito e bancomat, poiché trattati con sostanze tossiche speciali. Vanno rimossi eventuali punti metallici e adesivi presenti, facendo in ogni caso riferimento alle specifiche rilasciate dal singolo comune di residenza.
Plastica Primo grande falso mito da sfatare: piatti e bicchieri di plastica usa e getta non vanno nella differenziata. Sono invece da smaltire nei comuni rifiuti indifferenziati. I contenitori che contenevano rifiuti organici devono essere puliti prima di essere smaltiti, sciacquandoli prima di smaltirli. Tra la plastica vanno i contenitori anche di shampoo e bagnoschiuma, sacchetti per la pasta, vasetti di yogurt e vaschette per il gelato (pulite), cellophane per riviste oltre ai sacchetti di plastica per la spesa.
Vetro – Il vetro è forse una della categorie più semplici da smaltire, seppur con qualche sua piccola regola da seguire. Vanno introdotti bottiglie e vasetti in vetro, ricordandosi però di risciacquarli in caso di rifiuti organici in pezzi. Vanno infine rimosse eventuali etichette presenti, operazione che si può svolgere senza difficoltà immergendo i contenitori in acqua calda.
Barattolame – Qui vanno tutte quelle componenti in qualche modo riferibili allo scatolame, come le confezioni di tonno, le lattine o i tappi metallici a corona delle bottiglie. Vanno inserite qui anche le vaschette di alluminio da forno, ripulite prima dei residui di cibo eventualmente presenti.
Concludiamo infine con il record stabilito da unafamiglia inglese, riuscita in un anno a smaltire praticamente tutto attraverso la raccolta differenziata. Nell’arco di dodici mesi ha prodotto soltanto un bidone di immondizia non riciclabile. Ovviamente è stato necessario anche un po’ di impegno nella scelta dei prodotti acquistati, ma senza dubbio un risultato alla portata di tutti. In aggiunta hanno persino trovato il modo di guadagnare qualche soldo extra realizzando uncompost distribuito presso quasi tutti i giardinieri della loro zona.