È stato un ricercatore italiano, Alfonso Bellacosa, che lavora al Fox Chase Cancer Center di Philadelphia, a guidare il team che è arrivato a questa importante scoperta. I ricercatori hanno identificato il meccanismo utilizzato dalle cellule per riattivare i geni silenziati, un processo fondamentale per prevenire lo sviluppo del cancro e che suggerisce la possibilità di nuove terapie mirate.
Bellacosa e il suo team hanno fornito la prima prova diretta che la demetilazione è un processo attivo, controllato da una specifica proteina. Si tratta della timina-Dna-Glicosilasi (Tdg), nota per aiutare a riparare il Dna e dunque anche responsabile della rimozione dei gruppi metilici.
Facendo un passo indietro, i ricercatori sono partiti dallo studio della metilazione, il processo in cui le cellula agiscono chimicamente sui geni per disattivarli. Più in particolare, le cellule spengono i geni con l'aggiunta di un composto chimico noto come un gruppo metilico: senza di esso, il gene rimane attivo.
“Un processo di grande interesse per gli scienziati - spiega Bellacosa – perché la metilazione è una parte fondamentale della normale regolazione genica. Ma quando essa interviene a spegnere i geni che normalmente sopprimono i tumori, il risultato è il cancro. Infatti, alcuni farmaci contro il cancro lavorano proprio rimuovendo gruppi metilici dal Dna, ma provocano effetti collaterali e altri problemi”.
La proteina scoperta dai ricercatori è dunque alla base del processo che permette alle cellule di riaccendere i geni spenti. La TDG ha bisogno poi di una seconda proteina per arrivare alla demetilazione del Dna: così le terapie future potrebbero essere concepite per dirigere questo processo e attivare specifici geni anti-cancro. “Ora che conosciamo – ha concluso Bellacosa - possiamo immaginare un nuovo tipo di terapia contro il cancro, precisa e mirata, che agisca su geni specifici, andando a riattivare opportunamente quelli spenti dai tumori”.
O.O.