La situazione nella centrale nucleare di Fukushima, seriamente danneggiata per via delterremoto e del conseguente tsunami che si è abbattuto sul nord est del Giappone la settimana scorsa, continua a tenere il mondo col fiato sospeso e lo stato nipponico in deficit di energia.
Tokio rischia, come abbiamo visto, il black out per via dell’interruzione della produzione di corrente da parte delle varie centrali atomiche che si sono bloccate al momento del sisma. Anche qui in Italia, in un primo momento, quando ancora non era evidente la gravità della situazione, il fronte nuclearista aveva provato, soprattutto nelle parole di Chicco Testa, a portare le centrali atomiche giapponesi che, pur obsolete di 40 anni avevano resistito ad un terremoto di magnitudo 9, come esempio della sicurezza della tecnologia nucleare. Ad una settimana dalla catastrofe anche le voci più convinte dell’energia atomica non parlano più o comunque si sono prese “un momento di riflessione”.
Riflessione che dovrebbe arrivare anche dal prendere atto di come, al momento, le vere centrali che hanno resistito al sisma e che attualmente stanno alimentando il Paese in ginocchio sono quelle eoliche, alla faccia di chi afferma che l’eolico non è in grado di sopravvivere ad unacatastrofe naturale di tali proporzioni. L’industria del vento giapponese non solo ha retto, ma è attualmente funzionante e capace di tenere le luci accese durante la crisi di Fukushima.
Come ha assicurato Yoshinori Ueda, Presidente del’l International Committee of the Japan Wind Power Association & Japan Wind Energy Association in un articolo sull’Huffington Post “non si sono verificati danni agli impianti eolici di tutti i mebri dell’associazione”. Sopravvissuti anche gli impianti del parco eolico offshore Kamisu, situato a circa 300 chilometri dall’epicentro del sisma.
Ueda ha confermato che, non solo le maggiori turbine eoliche del paese sono pienamente operative, ma che le aziende elettriche hanno chiesto ai proprietari dei vari parchi eolici di intensificare le operazioni di produzione di elettricità per cercare di compensare, quanto possibile, le carenze di energia elettrica nella parte orientale del paese .
Eurus Energy Japan, il più grande operatore eolico in Giappone, proprietario del 22% di tutte le turbine a vento del paese, nonché filiale della TEPCO, ha confermato che sono in funzione attualmente 174.9 MW con otto parchi eolici su 11, in pratica il 64% del totale. I tre parchi eolici residui (Kamaishi 42.9MW, Takinekoshirai 46MW, Satomi 10.02MW) sono fermi a causa del guasto alla rete causati dal terremoto e dallo tsunami anche se due di questi stanno per essere ripristinati a breve.
Una dimostrazione di affidabilità e una riflessione in più che dovrebbe essere presa in considerazione da tutti i Paesi che in questo momento stanno riconsiderando l’energia nucleare nel proprio piano energetico nazionale. Italia in primis.